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IGNORED

Leonzio l’usurpatore 484 - 488


Poemenius

Risposte migliori

certo, aggiungo io, se davvero questo "mule" fosse da attribuire al dritto a ZENONE, il retro potrebbe essere per assurdo dedicato a 3 persone....

- Leone I - forse in memoria...bah poco probabile

- Leone II - il figlio che di fatto gli diede la porpora morendo... la T non si spiega comunque

- Leonzio

a Godas no?

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Rinnovo l'invito già fatto di scrivere collettivamente un articolo su questa materia da proporre a Monete Antiche e che abbia come firma "forum lamoneta". Mi offro come redattore dei testi che derivano dai vostri post.

Due condizioni:

1) che, ovviamente, @@Reficul sia d'accordo e approvi l'iniziativa

2) che partecipino attivamente e fattivamente alla discussione almeno cinque foristi, escludendo dal novero i componenti del Gruppo di Studio per la Monetzione Vandala.

E' un argomento controverso, impegnativo e prestigioso. A voi la palla in campo.

Se la cosa non è di interesse per il forum, ovvero questa mia proposta non riceverà alcuna adesione, mi riterrò libero da ogni vincolo e, in subordinazione a Poemenius, m'impegnerò comunque a scrivere un articolo su questo tema.

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mi sembra una bellissima idea, che da prestigio anche al sito!

sono naturalmente fuori dai 5 che citi, essendo ormai notoriamente parte del "Gruppo i Studio per la Monetazione Vandala".... forza gli altri 5!!!!

con un bel lavoro sulle legende semi visibili, di certo si può scrivere qualcosa di bello!!!!!

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Prima di tutto ci vuole l'OK di @@Reficul :)

Mi offro come redattore, perché è lo stesso ruolo che svolgo all'interno del Gruppo di Studio, oltre a gestire gli archivi e il data-base: sono il meno preparato in quanto alla conoscenza numismatica, ma ho dimestichezza con lo scrivere (avendo pubblicato sino al momento circa 25 libri e 2-300 articoli).

Possibile linea logica del testo:

1) L'usurpazione di Leonzio nel suo contesto storico

2) I nummi di Leone I con il monogramma

3) Le legende al dritto dei nummi di Leone I con il monogramma

4) I diversi monogrammi di Leone I: monogramma latini e monogrammi greci

5) I monogrammi di Zenone - differenze con quelli di Leone I

6) Il monogramma latino di Leone I con la T - data base degli esempi conosciuti

7) Le legende nei nummi con il monogramma latino di Leone I con la T - associabilità al nome di Leonzio

8) Le opinioni dei numismatici - Kent, Grierson, Walker, Rasiel Suarez - analisi critica comparativa

9) I pro e i contro all'attribuzione a Leonzio

10) Conclusioni, fonti dei dati, bibliografia

Metodo di lavoro:

1) autorizzazione di @@Reficul

2) formazione del GdL

3) individuazione delle aspettative di ogni componente

4) assegnazione di ruoli e compiti

5) raccolta del materiale

6) costituzione del data-base e della biblioteca

7) discussione dei dati

8) ampliamento della base dati in funzione della discussione stessa

9) stesura di una bozza preliminare

10) discussione della bozza preliminare e arricchimento della stessa

11) stesura dell'articolo

12) discussione dell'articolo e sua revisione/stesura finale

13) approvazione di @@Reficul e scelta di una soluzione editoriale

Modificato da antvwaIa
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Vorrei ripartire dall’articolo di Suarez, per la verità scritto piuttosto male. Ha fatto un doveroso preambolo storico, che però è poco comprensibile e quindi ho rinunciato a tradurlo.

Preferisco riportare sotto un minimo di inquadramento storico, partendo praticamente dallo stesso punto di Suarez, ma con uno svolgimento più comprensibile.

Nel 473, Leone in punto di morte scelse suo nipote Leo II, che aveva 7 anni, come successore. Il padre di Leone II era Zenone (che inizialmente era stato respinto per la successione al trono in quanto era solo il suo genero, per mezzo del matrimonio con sua figlia Ariadne). Appena Leone morì, nel 18 gennaio, poiché il figlio era troppo piccolo, Zenone fu convinto dalla moglie Ariadne e dalla suocera Verina, ad essere proclamato co-imperatore.

post-7204-0-98303400-1404745809_thumb.jp

Solido di Leone II, coniato a nome di «Leone e Zenone Augusti perpetui»; appartiene al periodo in cui Zenone e suo figlio furono imperatori insieme, tra il 9 febbraio e 17 novembre 474

Verina, vedova di Leone e imperatrice ancora titolare, non si sentiva pronta a essere messa in disparte e non amava il genero, anche in quanto di origini barbariche, essendo isaurico (all’interno dell’Anatolia). Nello stesso anno, nel 17 novembre, morì Leone II, e Zenone divenne unico imperatore.

Nel frattempo Verina aveva iniziato a frequentare il suo amante, Patrizio, che era Prefetto. Zenone sospettò che Verina e Patrizio volessero sposarsi solo per scatenare una guerra civile, con lo scopo di favorire Patrizio come nuovo imperatore.

Verina era una donna intelligente e molto intrigante. Lei tramò una congiura e chiese aiuto al suo fratello Basilisco, facendo leva anche sui sentimenti anti-isaurici della popolazione a Costantinopoli [nulla di nuovo nella storia, se pensiamo agli attuali contrasti tra i turchi e i curdi]. Basilisco riuscì a convincere anche il generale ostrogoto Teodorico Strabone e il generale isaurico Illo a stare dalla loro parte.

Nel gennaio 475 Zenone dovette fuggire, assieme alla moglie Ariadne, riparando in Isauria.

Nonostante la vittoria, i congiurati presto si misero in contrasto fra di loro e Basilisco si proclamò imperatore, mettendo a morte Patrizio, il candidato di Verina. Non contento, Basilisco fece massacrare tutti gli Isaurici che erano rimasti a Costantinopoli, in questa maniera alienandosi le simpatie di moti suoi generali, come Illo. Tuttavia, dal momento che Zenone era riuscito a fuggire con la cassa imperiale, Basilisco si trovò a dover imporre pesanti tasse e per di più, sostenendo i monofisiti, perse l’appoggio della Chiesa costantinopoliana, che era calcedoniana.

Si crearono quindi condizioni favorevoli per il ritorno di Zenone al trono imperiale. La lotta contro Basilisco si risolse a favore di Zenone. Nell’agosto 476 Basilisco, che era fondamentalmente un imbecille, si arrese davanti alla solenne promessa che non venisse sparso il sangue suo e della sua famiglia. Zenone acconsentì e si limitò a mandare il deposto imperatore con la sua famiglia in una fortezza in Cappadocia, dove poi morirono per inedia all’interno di una cisterna…. Con Verina invece fu clemente, riconciliandosi con lei, che però continuò a dargli filo da torcere fino a che Zenone, spazientito, non la fece imprigionare in un convento.

Gli anni successivi videro numerosi eventi, anche molto complessi, come la rivolta di Marciano, nel 479, e soprattutto di Illo, nel 484-488.

Illo, come già visto, era un importante generale di stirpe isaurica, inizialmente alleato di Basilisco, per poi passare all’altra sponda, continuando però a tenere come proprio ostaggio il fratello di Zenone, Longino. Aveva molto successo presso la popolazione e nel 483 fu incaricato da Zenone di prelevare Verina. Ma egli, che era in contrasto con Zenone, non condividendo la sua posizione monofisista, decise di allearsi con Verina, rompendo i rapporti con l’imperatore, il quale gli inviò contro, con un esercito imperiale, un suo generale, Leonzio, di origine siriana.

Ma Illo riuscì a convincere Leonzio a stare dalla sua parte e, conoscendo la perdurante antipatia del popolo di Costantinopoli verso gli Isaurici e la debolezza politica di Zenone, decise di non prendere per sé la porpora imperiale, ma di elevare al trono proprio Leonzio, che fu coronato a Tarso nel 19 luglio 484, per mano dell’imperatrice madre Verina, che non vedeva l’ora di riprendere il potere. Lei ordinò ai governatori delle diocesi di Oriente e di Egitto di accettare l’usurpatore come imperatore. Leonzio fu riconosciuto ad Antiochia, dove entrò il 27 luglio e dove approntò le monete a suo nome, prima di fronteggiare la reazione di Zenone.

L’esercito di Zenone, composto soprattutto da truppe romane e ostrogote, comandato dal goto Giovanni Scita e dall’ostrogoto Teodorico l’Amalo, investì Antiochia e nell’8 agosto riportò la decisiva vittoria, costringendo Leonzio e Illo a rinchiudersi nella fortezza di Papurius, dove gli insorti resistettero per quattro anni. Nel 488 la fortezza cadde, per tradimento, e Illo e Leonzio furono catturati e decapitati e le teste inviate a Zenone.

E Verina?

Nello stesso anno 484, poco dopo la proclamazione dell’usurpatore Leonzio, Verina dovette seguire la ritirata di Leonzio e Illo, diretti verso Antiochia. Mentre si trovava ancora in Isauria, Verina morì, apparentemente di morte naturale….

Da questa ricostruzione storica appare evidente come Leonzio abbia avuto ben poco tempo a disposizione per approntare una emissione aurea in solidi. Era rimasto ad Antiochia sì e no per un paio di settimane, dal 27 luglio all’8 agosto 484. Appare evidente l’estrema rarità dei solidi a suo nome.

Circa i piccoli nummi in bronzo, coniati in maniera molto grossolana, è possibile, come suggeriva Suarez, che siano stati coniati per lo più durante i quattro anni nella fortezza di Papurius, anche se bisogna tenere conto delle grandi ristrettezze economiche….

Inoltre Suarez annota: “Nel 1922 un tesoretto di monete di bronzo del V secolo fu trovato in Alessandria. Il tesoro fu infine studiato 50 anni più tardi e un paio di loro ha rivelato un nuovo monogramma che indicava la firma di Leonzio. Ma i loro diritti non apparivano chiari e quando, nei primi anni ’90, fu compilato il X volume RIC per quel periodo, Kent sentiva la prova troppo fragile così ha provvisoriamente riassegnato le monete al regno di Leone I e teorizzato che il monogramma potrebbe essere proprio una stranezza della zecca alessandrina”.

Tuttavia, nell'articolo Celator, Suarez ha ipotizzato che potrebbe stare sia una corruzione del nome Leonzio o piuttosto, come propende, che il nome sia quello di Zenone.

Per completare la panoramica chiederei la scansione dell’articolo di Walker su Spink Numismatic Circular, se qualcuno possiede quel numero.

Al momento mancano ancora prove per una sicura attribuzione di nummi a Leonzio e l’unica speranza è quella di individuare lettere più chiare al diritto, oltre alle due già individuate da Suarez, abbinato al famoso monogramma con T.

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Grazie, Acraf :)

Un ottimo contributo, il tuo, rendendo chiaro un testo scritto in modo un po' confuso.

Come ha già dettto Poemenius nel post #49, in un altro suo scritto Rasiel Suarez dice qualcosina di più su quel tesoretto, dando una data un po' diversa.

"Two bronzes from a hoard found in 1926 in Qau-el-Kebir, Egypt were singled out and published in a 1967 paper by D.R. Walker. In it he argued that two coins from this hoard that had what at first seemed Leo’s conventional monogram but with the addition of a crossbar that forms a T belonged instead to his brief reign. Far from being an accident or the result of a misrepresentation the reverse design stood as the most obvious form for a monogram of Leontius."

La moneta riportat in quel post dovrebbe essere uno de due nummi alessandrini di cui sopra.

Modificato da antvwaIa
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Se può interessare in un vecchio testo dell'800, che ho letto su google books,

relativamente a Leonzio, vengono riportate queste legende al diritto:

DN LEONTIVS P F AVG;

D N LEONTIVS PERP ( o PERPET) AVG

DN LEOTIO PERPS AVG

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Eliodoro....

Quelle 3 legende del testo ottocentesco sono forse riferite ai solidi?

perché la PERPS AVG combacia con la mia prima immagine del primo post.

quel testo cita bronzi?

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Il titolo del libro è:

A descriptive catalogue of rare and unedited Roman coins, VOl. II

Di John Yonge Akerman 1834, pag. 382 - 383,

penso liberamente scaricabile

Non si riferisce all'oro, in particolare, anche se gli aurei li porta come R4

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Il titolo del libro è:

A descriptive catalogue of rare and unedited Roman coins, VOl. II

Di John Yonge Akerman 1834, pag. 382 - 383,

penso liberamente scaricabile

Non si riferisce all'oro, in particolare, anche se gli aurei li porta come R4

Ant, Si riferisce al'usurpatore Leonzio, in quattro righe, se ne descrive la carica e la morte per mano delle truppe di Zeno avvenuta a Costantinopoli il 488 d.c.

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Che assediato coniasse bronzo è molto credibile: ma mi aspetterei sempre e comunque monete ossidionali, coniate in situazione di emergenza e tutte di stile analogo. E' davvero così?

Per poterlo dire, bisognerebbe disporre di un ampio data-base di immagini di questo nummo con la T nel monogramma, dal quale estrarre le immagini più leggibile e comprovare stile, legende, disegno del monogramma, eccetera.

Il senso di realizzare uno studio attraverso la partecipazione di un gruppo di foristi è proprio questo: il gruppo fa sinergia, all'interno del quale ogni componente può farsi carico di uno specifico settore o fonte di ricerca, per poi finalmente mettere in comune i dati recuperati. Ma vi sono foristi interessati a formare questo gruppo? Sino ad ora vi è un intervento molto utile di Acraf e numerosi interventi entusiasti e anch'essi utili di Eliodoro. Cioè, con tutto rispetto verso di loro, ci sono due gatti. Ce ne vogliono almeno cinque (Poemenius ed io esclusi): ci saranno?

In ogni caso manca la premessa imprescindibile: l'autorizzazione di Reficul.

Modificato da antvwaIa
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Eliodoro, da quello che vedo postato, il libro che citi, parla solo di Solidi, come supponevo... mi sbaglio forse?

cita 2 solidi diversi (Kent ne censisce 3 varianti e non 2)

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I ritrovamenti dei primi bronzetti risalgono al 1922 molto dopo la redazione del libro. ritengo, però, data la situazione di necessità ed il breve periodo di regno, che la legenda dei nummi dovesse ricalcare quella degli aurei

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  • ADMIN
Staff

Per quanto riguarda il punto 1) approvo con entusiasmo la proposta.

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Awards

Benissimo.

Le due "condizioni" poste non intendono essere un gesto di forza.

Io sono ospite su questo forum: quindi prima di prendermi un'iniziativa che non mi corrisponde, è ovvio che il "padron di casa" dev'esserne d'accordo. Consenso che ora è arrivato.

Il secondo aspetto che avevo precisato è che partecipassero almeno cinque persone. Non si tratta di una pretesa senza motivo, ma è dovuta a diverse ragioni:

a) per fare un lavoro di gruppo, prima di tutto deve esistere un gruppo con quella dimensione minima che permette di sfruttare la potenzialità di un gruppo: avere idee incrociate, fare brainstorming, creare confronto interno;

b) la parte più onerosa in un lavoro siffatto è la raccolta delle informazioni. Il risultato finale - l'articolo - è la punta dell'iceberg: è ciò che sta sotto che è davvero grosso. Serve leggere decine e decine di testi storici e numismatici, quali gli autori del secolo scorso e i cronisti greci e latini del VI-IX secolo, alla ricerca di ogni accenno storico; ricercare dati sulla reale consistenza della fortezza di Papurio (è possibile/credibile che una fortezza possa resistere a un assedio di quattro anni?), trovare dove fosse ubicata (in Isauria, vicino a Tarso, ma è troppo vago); valutare le forze in campo delle due parti e se c'era o meno la necessità oggettiva di battere moneta di rame; trovare tutti gli esempi possibili di nummi con il monogramma di Leone e quello di Zenone, tabulandoli in relazione alla zecca emittente e alla legenda nominale; individuare quali caratteristiche stilistiche identificano ogni zecca, sì da confrontare se i nummi con il monogramma attribuito a Leonzio abbiano caratteristiche tali da poter escludere che corrispondano a zecche note; studiare l'aspetto calligrafico delle legende rapportandolo alle diverse zecche. Una mole di lavoro considerevole, che per essere effettuata in tempi ragionevoli richiede una suddivisione dei compiti tra più persone, e, ovviamente, che ci siano più persone disposte ad assumersi questi compiti.

@@Reficul ci ha autorizzati ad andare avanti. Ora si tratta di formare il gruppo e, quindi, che ci siano altri quattro volontari, oltre a Eliodoro, che si facciano avanti.

Antvwala

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Certamente! Il proposito del lavoro non è di dimostrare che quel particolare monogramma corrisponda a Leonzio, ma comprendere se può o non può corrispondere a lui. Incrociare idee diverse, e quindi ricorrere ad un gruppo di lavoro, consente di avanzare ipotesi anche impreviste e verificarle. Per esempio, tu stai avanzando l'ipotesi che si tratti di un genitivo; ci sono esempi di bronzi di quel periodo, anche di altri imperatori, ovviamente, che utilizzino il genitivo? Per rispondere, ecco che risulterà necessario ampliare la base di dati estendendola ad altri nummi oltre a quelli di Leone e di Zenone.

C'è da tener presente, Polemarco, che stiamo parlando del monogramma latino e non di quello greco, e quindi di un genitivo leonis e non leontos.

Un punto molto importante e capire davvero se Leonzio si trovasse asserragliato in una fortezza con pochi suoi fidi che resistevano a un assedio per salvare la propria pelle, oppure se in realtà controllava un territorio ristretto ma comunque in grado di fornire i mezzi di sostentamento per sopportare quattro anni di "assedio" (un assedio relativo se si estende a tutto un territorio). Quindi raccogliere notizie su cosa davvero fosse questo Papurio è assolutamente imprescindibile. Se davvero fosse una fortezza, è difficile pensare a una attività di coniazione; è diverso se fosse un territorio, per quanto circoscritto, perché in tal caso battere moneta diventa qualcosa di indispensabile.

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Ringrazio polemarco!!!!!

perché mi fa notare che Leonta è accusativo e non genitivo in greco

io in greco sono una chiavica...e avevo letto che Leonta fosse genitivo, quindi sbagliavo, e sbagliava chi me lo ha indicato.

in latino il monogramma di certo esiste al genitivo, perché abbiamo esempi con indicazione IS, quindi trascrivibile solo in Leonis (genitivo sing latino)

in accusativo avrebbe davvero poco senso, lo potrei accettare al dativo, perché legende al dativo in monetazione romana esistono....ma accusativo...non avrebbe davvero senso

Caro Polemarco, aiutaci e aiutami a capire meglio

I monogrammi greek di leone li hai visti, e sono "conclamati" ed attribuiti a Leone I

hanno di certo la T e la A

tu che sai il greco, mi e ci aiuti a sciogliere i monogrammi greek di Leone? in che altro caso può essere?

grazie

per esempio , potresti indicarmi come sono i vari casi di Leone in greco (quelli in latino li ho già riportati) ma sul greco , voto zero meno per me

grazie davvero, intervento importantissimo

ps Antv, hai frainteso il messaggio di Polemarco ..non dice che è al genitivo, ma all'accusativo...

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Preferisco non entrare nelle questioni della grammatica greca: avevo fatto lo scientifico e ho studiato un poco il greco da autodidatta (quindi non valgo niente).

Mi ha incuriosito la fortezza di Papurio che avrebbe resistito per ben 4 anni all'assedio. Speravo di trovare qualche dato archeologico, ma niente, nemmeno alla biblioteca germanica.

Stranamente la trattazione più ampia è proprio in Wikipedia italiana:

http://it.wikipedia.org/wiki/Papurio

Aggiungo solo che questa fortezza stava vicino a Tarsus (Tarso in italiano), quindi nella Turchia sud-orientale. Non so a quale località corrisponda in lingua turca e se esistono ancora rovine. Dalla mappa è possibile solo riscontrare che alle spalle di Tarsus si innalzano delle alture, con buona posizione strategica.

Sarebbe utile sapere se nei suoi pressi hanno fatto scavi archeologici e se hanno trovato qualche reperto numismatico pertinente alla storia di Leonzio.

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