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persone viventi nelle monete medievali


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Stavo facendo un ragionamento su Volterra, pensavo che la presenza del vescovo su queste monete è veramente una particolarità per quanto riguarda il medioevo; avete altri esempi di persone viventi impresse sulle monete medievali dell'Italia centrale?

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Stavo facendo un ragionamento su Volterra, pensavo che la presenza del vescovo su queste monete è veramente una particolarità per quanto riguarda il medioevo; avete altri esempi di persone viventi impresse sulle monete medievali dell'Italia centrale?

Più unico che raro, un esempio è Pietro III di Vico per la zecca di Viterbo (1246 circa).

Ciao

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Ufficialmente ancora medioevo, di fatto da tutti considerate nel rinascimento.

Proprio alla fine del medioevo (1473-1483) abbiamo per la zecca di Pesaro Costanzo I Sforza.

A seguire, e siamo a cavallo col periodo successivo (1482-1508), Guidobaldo I di Montefeltro sulle monete di Casteldurante,

Fossombrone e Urbino.

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Gli spunti del buon miroita sono da ritenersi già rinascimentali, se non formalmente, comunque per ideologia e pensiero sociale... mi pare, invece, interessante l'esempio di adolfos. Voi ritenete che l'assenza di persone viventi sulle monete in epoca medievale sia da attribuire al semplice fatto che la maggior parte delle zecche erano gestite da autorità repubblicane, e per questo non c'era una persona in grado di riassumerne l'autorità e si ricorreva a dei simboli, oppure che quest'assenza di ritratti fosse la conseguenza di pratiche convenzionali, per le quali era sconsigliabile effigiare il singolo sulla moneta? lo chiedo perchè ci sono diverse altre zecche in cui il vescovo era concessionario del diritto, nelle quali, tuttavia, non troviamo rappresentazioni di questo genere. Dunque mi viene da chiedermi se questo fenomeno fosse frutto di una usanza consolidata, oppure se fosse dovuto alla "casualità" dell'assenza di un "Signore" a cui riferirsi sulla moneta.

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Io ritengo che nel basso medioevo i comuni operavano in piena autonomia e quindi non avevano un personaggio particolare cui dover fare riferimento e quindi nelle monete venivano inseriti dei simboli che potessero rappresentare al meglio l'identità dei singoli comuni.

Abbiamo quindi le croci, i santi patroni/protettori, i cavallini, i monogrammi, il giglio, ecc. ecc. E questo anche laddove, come accennava "magdi", a gestire la zecca erano i vescovi (vedi Arezzo, Cortona, ecc.).

Cosa diversa invece quando nascono le signorie ed allora i vari potenti del tempo decisero di inserire nelle monete i loro volti in segno principalmente di potenza nei confronti degli altri comuni/signorie. E ciò avvenne anche nelle piccole zecche. Coniare monete con la rappresentazione della propria immagine era sicuramente un segno di prestigio, primo perché batteva moneta e questa si identificava nel nome e nel volto del signore di turno.

PS: grazie @@magdi per il "buon", comunque, avevo già anticipato che ormai tutti le considerano rinascimentali. Era solo a livello di inciso temporale.

Modificato da miroita
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Mi viene ora in mente un esempio anche abbastanza importante: il doge sul matapan.

Quali erano, invece, le monete del sud con un ritratto di persona vivente? mi vengono in mente i gigliati e gli augustali...

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Federico II (1231-1250) - Augustale

Carlo I d'Angiò (1266-1278) - Reale per le zecche di Barletta, Brindisi e Messina

A seguire, tutti i gigliati da Carlo II d'Angiò (1285-1309), e i suoi denari regali.

E poi, i ducati, i carlini,...., ma siamo già nel 1300 ben inoltrato.

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Inviato (modificato)

:D hai ragione... Sono partito da un ragionamento e poi sono rifinito da un'altra parte... In sostanza ho constatato che al centro-italia questo é un caso praticamente unico, e cercavo di capire se nel resto dell'italia ci fossero altri casi simili, con la presenza di autoritá locali, come nel caso di Venezia, o imperiali, come Como e Bergamo al nord, o messina al Sud...

Modificato da magdi
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Ah, ecco....

Allora bisogna fare un salto in Friuli. Partendo dalla tradizione dei vescovi salzburghesi, nella zecca di Aquileia abbiamo fin da subito il ritratto del Patriarca.

Addirittura la prima misteriosa moneta del Patriarcato porta il ritratto del patriarca Poppone (1019-1045). Alla ripresa delle coniazioni compare sul dritto il Patriarca seduto in trono, dapprima anonimo e poi da Gotifredo (1182-1194) in poi con il proprio nome.

Del resto anche le zecche limitrofe adottano la stessa tipologia. Così a Trieste abbiamo il ritratto del vescovo seduto e a Lublijana (Slovenia, ma all'epoca nella stessa area monetaria) viene rappresentato il duca.

Ma anche sulle Alpi abbiamo dei ritratti. Infatti compaiono sulle monete di Trento del sec. XIII. Sui piccoli e sui grossi da 20 soldi, ifatti, viene rappresentato il vescovo, anche se in forma anonima.

Arka

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Scusate, ma mi sono ricordato solo ora che la moneta di Poppone non ha il ritratto del patriarca, ma quello dell'imperatore... :pardon: Comunque sempre vivente.

Arka

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Non ho capito bene quali siano i limiti temporali del medioevo qui da voi inteso, ne se i pontefici siano da computarsi, altrimenti Urbano V nel 1368 a Roma(busto miitrato su bolognino) ed i suoi successori potrebbero essere altri esempi.

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"Anche il grosso di Bonifacio VIII battuto nella zecca di Ponte della Sorga presenta un ritratto frontale (idealizzato) del pontefice vivente."

Francia, non vale :nono: :acute:

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"Anche il grosso di Bonifacio VIII battuto nella zecca di Ponte della Sorga presenta un ritratto frontale (idealizzato) del pontefice vivente."

Francia, non vale :nono: :acute:

Si, è Francia, oggi. In realtà era una dominazione pontificia e come tale, dal punto di vista numismatico è alla stregua delle altre che produssero monete italiane. Il sottoscritto, tanto per metterla sul personale, nella collezione dei grossi ce l'ha messa.

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Io penso che i ritratti sulle monete medioevali, tranne rarissime eccezioni, si riferiscano a dei "modelli" di rappresentazione, ovvero a dei ritratti convenzionali. Quindi il ritratti che compare sui denari di Federico II non e' riconducibile a lui bensi ad una rappresentazione convenzionale e non fisiognomica

Idem per gli antiquiores, idem per i vescovi ,

Idem per gli augustali, idem per i reali di Carlo d'Angio' etc. Etc .

Diverso naturalmente il caso per le emissioni della seconda meta' del XV secolo quando appaiono le emissioni fisionomiche che si riferiscono con precisione a "quel" personaggio

Cambiano pero' i moduli delle monete che ora permettono incisioni di maggiore dettaglio, cambia lo stile e precisione dell'incisione, camvia il contesto storico e sociale per cui il "ritratto" non e' piu' una convenzione ma una precisa nessita' di espressione e affermazione del "Signore"

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Certo... È un concetto che ha più volte espresso la Travaini e che, a parer mio, trova maggiore conferma a Volterra, dove i ritratti sono anche seriali e tutti identici, a testimonianza della loro figuratività.

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