L. Licinio Lucullo Inviato 24 Ottobre, 2014 Condividi #1 Inviato 24 Ottobre, 2014 (modificato) http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G255/1 Modificato 25 Marzo, 2020 da L. Licinio Lucullo Link al commento Condividi su altri siti Più opzioni...
L. Licinio Lucullo Inviato 24 Ottobre, 2014 Autore Condividi #2 Inviato 24 Ottobre, 2014 (modificato) Una delle più belle emissioni repubblicane, con uno stile tra i più raffinati e ricchi. Se ne sa poco, a iniziare dalla data di emissione e dal monetario, forse uno dei generali che nel 107 prese parte alla guerra giugurtina; si propende per un Aulus Manlius Sergianus Quinti filius, anche se Mattingly (From Coins to History: Selected Numismatic Studies, p. 144) nota che nessun appartenente alla nobile gens Manlia portava il praenomen Quintus e preferisce ritenere questo triumviro come un esponente di origine plebea di una casata minore. Crawford dice sbrigativamente che sono “interamente oscure” le ragioni per ritrarre il sole circondato da luna e stelle emergere dalle onde del mare; altri vedono nella scena un’allegoria della vittoria che viene da Oriente. Infatti Cneus Manlius Vulso, possibile antenato del magistrato, console nel 189 riportò una grande vittoria contro i Galati in Asia Minore; sebbene in un primo momento il Senato lo avesse accusato di aver minacciato la pace fra i Seleucidi e Roma, assolto da tali accuse celebrò il trionfo. Belloni (La moneta romana) individua un parallelismo compositivo tra questa moneta e Cr. 310/1, ritenendole ispirate da uno stesso ambiente culturale e, forse, anche contemporanee: il D/ è pressoché simile, con un volto dai caratteri duri, quasi mascolini, identificato da una legenda posta in identica poszione; entrambi portano il segno del valore X sebbene, ormai, il denario valesse 16 assi; infine, al R/ riportano entrambi scene mitologiche che rinviano all’Oriente. Qui la X è al R/, posta in posizione opposta al sole per evitare uno scompenso asimmetrico. L’importanza che assumeva (per il monetario) la rappresentazione del crescente è attestata dal fatto che il Sole lo guardi e dalla considerazione che, senza Luna, si sarebbe potuto pure omettere la (ormai desueta) X. Completano la scena due stelle, a significare l’alternanza di giorno e notte. Per Babelon (non accolto dal Crawford) e Belloni potrebbe essere un riferimento ai successi di Cneo Manlio Vulsone in Asia e Grecia, durante il suo consolato (189). Per Amisano, è evidente un collegamento con un successivo verso di Virgilio (Eneide, XII, 114): “Quando, di buon mattino, i cavalli del Sole sorgono dal profondo del mare, spargendo luce dalle nari dilatate” Modificato 25 Marzo, 2020 da L. Licinio Lucullo Link al commento Condividi su altri siti Più opzioni...
L. Licinio Lucullo Inviato 19 Febbraio, 2020 Autore Condividi #3 Inviato 19 Febbraio, 2020 (modificato) Discussioni su questa emissione: https://www.lamoneta.it/topic/185255-un-pezzo-di-arte-dallantichità/ Modificato 25 Marzo, 2020 da L. Licinio Lucullo Link al commento Condividi su altri siti Più opzioni...
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