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Editoriale Giornale della Numismatica 10.9.2015


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Risposte migliori

Leggendo i vari commenti,  mi chiedo perchè, spesso su questo forum , chi colleziona monete in € , è visto come  disinteressato alla storia, semplicemente un accomulatore, sicuramente più "frivolo" di un collezionista di medioevali o Romane; 

 

Avviene soprattutto perchè alcuni non hanno neanche idea della storia (recente quanto vogliamo, ma pur sempre storia) che si cela dietro la monetazione Euro, la quale non rappresenta un "semplice" passaggio da un sistema monetario a un altro ma la realizzazione di un'idea che ha radici vecchie di secoli, come anche dei precursori. Ho conosciuto anche qualcuno che lo fa apposta come provocazione per dimostrare il suo profondo disprezzo per il concetto stesso di unione monetaria europea, ma qui in genere si esce dal ragionamento razionale sulle cose per entrare nel campo del fanatismo politico.

Modificato da ART
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Mi spiace ma io sono proprio uno di quelli.... Accostare collezionismo di monete antiche o medievali con gli euro mi sembra assurdo. Certo capisco che vi possa piacere e siete pure in tanti ma per me esistono differenze abissali tra euro e il resto delle monete da collezione e numismatiche.

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Non è questione di accostamenti o differenze abissali ma di dignità: il collezionismo di Euro o di altre monete moderne non ha meno dignità del collezionismo di monete antiche solo in quanto tali.

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Mettiamola così... il collezionista medio (di conservazioni medie) non esiste quasi più causa crisi, il collezionista neofita forse non ha manco iniziato a collezionare perchè si è dato direttamente all'acquisizione di once e monete da borsa... il collezionista che un tempo comprava a certe cifre senza battere ciglio oggi continua a farlo. E' quanto meno evidente che oggigiorno il movimento collezionistico di qualche anno fa non esiste più (e ha ragione Ganganelli) perchè gran parte di quel movimento era dato dai collezionisti medi, il resto o non va proprio ai convegni (preferendo le aste) o va a cercare monete a peso.  

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"Mettiamola così... il collezionista medio (di conservazioni medie) non esiste quasi più causa crisi, il collezionista neofita forse non ha manco iniziato a collezionare perchè si è dato direttamente all'acquisizione di once e monete da borsa... il collezionista che un tempo comprava a certe cifre senza battere ciglio oggi continua a farlo."
 
Sarà pure così..... ma allora il discorso è puramente economico....che c'entra con questo fenomeno la "crisi culturale"?
 
"E' quanto meno evidente che oggigiorno il movimento collezionistico di qualche anno fa non esiste più (e ha ragione Ganganelli) perchè gran parte di quel movimento era dato dai collezionisti medi, il resto o non va proprio ai convegni (preferendo le aste) o va a cercare monete a peso."

 

Si, però il Direttore Ganganelli spiega il declino del collezionismo numismatico anche con la "crisi culturale" dei nostri tempi, quando invece, per quanto osservato sopra, le ragioni di tale declino sono solo economiche.

 

Sulla relazione collezionismo-cultura, non darei poi nulla per scontato.

 

L'aspetto culturale del collezionismo non è dato dal tipo di monetazione che si colleziona ma dall'atteggiamento del collezionista verso la monetazione che raccoglie.

 

Se si collezionano monete come si gestisce un album delle figurine Panini, con tutto il rispetto per le figurine Panini, non credo si faccia un'operazione culturale; e ciò a prescindere dal tipo di monete raccolte.

 

Quindi, parlare di "collezionismo numismatico" come fenomeno culturale meritevole di riconoscimento, mi pare quanto meno un'affermazione molto bisognosa di adeguate precisazioni e specificazioni.

 

In assenza di tali precisazioni e specificazioni, mi rimane il dubbio che non si stia magari parlando di qualcosa di simile alla raccolta delle figurine o delle sorpresine della Kinder; fenomeni sociali e ricreativi di tutto rispetto, per carità, ma molto lontani dall'avere velleità culturali.

 

M.

Modificato da bizerba62
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Va beh @@bizerba62 non ci soffermiamo sui dettagli minimi. Qui chiunque potrebbe raccontare episodi in cui l'aspetto culturale di una moneta viene completamente accantonato. Quanti ne passano che chiedono espressamente quanto vale una moneta? E quante volte capita che l'utente pinco pallino in risposta gli racconta di vita morte e miracoli della moneta con contestualizzazione storica e collegamenti ad altri argomenti l'unica cosa che si sente controribattere è un "si ma quanto vale"? Ecco questo non è più un fenomeno isolato, anzi è pure abbastanza frequente. E' normale che non è solo crisi economica.

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No, non ha meno dignità solo in quanto tale ma anche per motivi artistici, storici, culturali, estetici.... Scusatemi, so di andare controcorrente ed essere fastidioso ma personalmente la penso così, saluti.

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"Quanti ne passano che chiedono espressamente quanto vale una moneta?"
 
Un'enormità.
 
"E quante volte capita che l'utente pinco pallino in risposta gli racconta di vita morte e miracoli della moneta con contestualizzazione storica e collegamenti ad altri argomenti l'unica cosa che si sente controribattere è un "si ma quanto vale"?
 
Appunto...ma se quella è la replica ("si... ma quanto vale..?) di quale "cultura" numismatica stiamo parlando?
 
Le domande di quel tenore denotano al più un interesse commerciale... ma non certo culturale.
 
"Ecco questo non è più un fenomeno isolato, anzi è pure abbastanza frequente. E' normale che non è solo crisi economica".

 

Ma chi Ti dice che se non ci fosse stata la crisi economica, a chi pone la domanda del "ma quanto vale?", sarebbe interessato l'aspetto culturale della numismatica? 

 

E un'ipotesi tutta da dimostrare.

 

A me pare invece che l'accostamento numismatica-cultura andrebbe vagliato molto più attentamente di quanto si è soliti fare......l'impressione è che nell'ambiente ci sia una componente molto significativa di "numismatici" (o sedicenti tali) che in realtà sono interessati solo ed esclusivamente agli aspetti commerciali della disciplina; altri, che "investono" nella numismatica così come farebbero in altri assets borsistici; ed altri ancora che comprano monete come se comprassero figurine della Panini. ("ce l'ho...mi manca...ce l'ho").

 

Intendiamoci...niente di male a coltivare la numismatica anche con quelle modalità....senza mai aprire un libro che non sia un prezziario o un listino...ciascuno è libero di esprimersi e spendere i propri soldi come meglio crede...ma non capisco perché in questi casi si dovrebbe associare la parola "cultura" a "numismatica".

 

Che ci azzecca la "Cultura"?

 

M.  

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A proposito di cultura intanto abbiamo scoperto che esiste la numismatica di serie A e quella di serie B con meno dignità :rolleyes:

Lasciamo perdere, che è meglio.

Modificato da ART
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Buonasera,

 

ho letto con grande interesse le opinioni che sono state espresse in merito alla discussione da me avviata qualche giorno fa a margine dell'ultimo editoriale del dott. Ganganelli.

 

I vostri contributi, per i quali Vi ringrazio, mi hanno senz'altro aiutato a riflettere meglio sulle implicazioni esistenti tra crisi economica e culturale, da un lato, e andamento del collezionismo numismatico in Italia, dall'altro lato.

 

Provo a riassumere i contenuti del dibattito.

 

Innanzitutto mi pare che occorra mantenere ben distinte crisi economica (oggettivamente esistente) e crisi culturale (a mio avviso, tutta da dimostrare: il livello di istruzione negli ultimi 100 anni, infatti, è aumentato, non diminuito).

 

I temi sono talmente intricati e complessi da meritare disamine separate. Tant'è che nel mio post iniziale, mi sono limitato a porre qualche interrogativo sulla tesi del Direttore secondo la quale la crisi economica avrebbe determinato un arretramento del collezionismo “diffuso” in Italia, mentre ho volutamente tralasciato l'impatto della questione culturale (che, a mio avviso, lo stesso dott. Ganganelli, nella frase citata, ha affrontato in modo incidentale).

 

La risposta che mi pare prevalere è che la crisi economica, come in altri settori, abbia 'falcidiato' i collezionisti appartenenti al ceto medio, mentre non abbia neppure sfiorato i collezionisti facoltosi.

 

Se fosse così, la tesi del Direttore implicherebbe una consistente riduzione del numero degli acquirenti di monete, perché - come è noto - i ricchi sono pochi e i non ricchi sono tanti; ma tale riduzione mi pare smentita dai risultati delle aste concernenti monete italiane (Nomisma e Inasta, ma anche Varesi, Gadoury, Ranieri, Felsinea, Negrini ecc.) e, forse ancor più, dall’enorme e diffuso interesse che si agita intorno a tali aste: tanto per fare un esempio, al momento in cui scrivo le risposte inviate dagli utenti di questo Forum nella sezione dedicata alle “prossime aste numismatiche” ammontano a 40802, un numero senz’altro ragguardevole (per legioprimigenia: insisto sulle aste, senza considerare mercatini e convegni, poiché soltanto per le prime è possibile acquisire con relativa facilità dati oggettivi e sicuri).  

 

Ecco perché mi sembra di poter affermare, sia pure con molti dubbi, che la crisi economica non abbia inciso granchè sul collezionismo di monete italiane: le monete più rare, meglio conservate e più costose sono sempre state - e continuano ad essere - acquistate da pochi Paperoni; quelle abbordabili continuano (più o meno) ad essere abbordabili.

 

Ci tenevo poi a dare una risposta ad Incuso, che mi ha riscontrato per primo con una sagace obiezione, che riformulo così: “ma siamo sicuri che tutte le monete di area italiana aggiudicate dalle case d’aste di area italiana siano vendute a collezionisti italiani? E se fossero invece acquistate da collezionisti stranieri?”.

 

La risposta certa e ufficiale può ovviamente provenire solo dai banditori d’asta, che sanno a chi devono inviare le monete.

 

A mio avviso, la stragrande maggioranza di quelle monete - eccezion fatta per le monete antiche e per gli euro, che hanno un pubblico internazionale - resta in Italia. Questo il mio ragionamento: solitamente i collezionisti italiani collezionano monete italiane (regionali o Savoia) e i collezionisti stranieri collezionano monete dei rispettivi paesi; solitamente, quando un collezionista italiano vuole disfarsi della propria collezione, si rivolge - anche solo per comodità - a una casa d’asta italiana, non a una casa d’asta straniera; prova ne è che le case d’asta che propongono il maggior numero di monete italiane sono quelle Italiane, quelle che offrono il maggior numero di monete polacche sono quelle polacche e così via.

 

Credo insomma che, nonostante la globalizzazione imperante – e ripeto, fatta eccezione per monete antiche ed euro – il nucleo del collezionismo numismatico rimanga su scala nazionale.

 

Buona serata.

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