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Il Sacro Senato di Roma


tacrolimus2000

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E' ben noto a chi si interessa di monetazione romana provinciale che non tutte queste emissioni recano al dritto il ritratto dell'imperatore o di un membro della famiglia imperiale; spesso manca inoltre qualsiasi riferimento alla autorità imperiale. Questo accadde in alcune zecche che, pur mantenendo un controllo amministrativo da Roma, godettero in particolari periodi di uno speciale status di "autonomia iconografica". In questo ambito trovano spazio i busti di personificazioni quali quella di Roma, del fondatore della città (KTISTHS), del consiglio locale (Boule) o del Popolo (Demos).

Probabilmente una delle personificazioni più rappresentate sulle emissioni autonome provinciali romane è tuttavia quella del Senato di Roma, ampiamente presente sulle emissioni della Lidia e della Frigia. Le emissioni autonome provinciali con il Senato di Roma coprono praticamente tutto l'arco del periodo che va Tiberio a Filippo I con un massimo nel periodo antonino e severiano.

Le legende CYNKLHTOC, SYNKLHTOC, IEPA CYNKLHTOC, QEON CYNKLHTON, SYNKLHTON o QEON CYNKLHTOY non lasciano dubbi sull'identificazione. Il richiamo è quindi alla autorità di Roma attraverso un suo organo assai rappresentativo, che assume una valenza sacra (IEPA) o divina (QEON). Il periodo Flavio marca il passaggio dall'uso di QEOS a IEPA.

Nell'iconografia monetale di Roma imperiale il Senato appare togato, con la barba quale segno di maturità, lo scettro come segno di potere e a volte con un ramo d'ulivo. Spesso è ritratto in presenza dalla figura imperiale, ossia stringe la mano all'imperatore in segno di concordia o solo di auspicio per una tale armonia tra le parti, come appare su un bel sesterzio di Commodo RIC III 549 (armonia solo formale?); una scena simile si ritrova su un sesterzio di Adriano RIC II 968, ma qui compare anche la figura di Roma che tiene le sue mani su quelle imperiali e del Senato che si stringono. Su un aureo di Traiano assume una valenza quasi religiosa mentre sacrifica su un altare di fronte al Genio del Popolo Romano (RIC 374). E' invece solitario su un antoniniano di Caracalla RIC 246 ed un aureo di Commodo RIC 157a. L'iscrizione GENIVS SENATVS ci conferma che la personificazione in oggetto è proprio quella del Senato romano.

Al contrario di quanto visto per le emissioni imperiali, il Senato di Roma sulle emissioni autonome provinciali romane viene raffigurato con un ritratto maschile giovanile con capelli di media lunghezza del tipo Genio Poluli Romani o Bonus Eventus; a volte il ritratto è prettamente femminile e l'acconciatura dei capelli diventa simile a quella di Plotina, moglie di Traiano, o quella di Domizia Longina, moglie di Domiziano come appare sulla moneta della zecca di Apollonidae qui illustrata. Preferibilmente il ritratto del Senato di Roma compare al dritto della moneta in abbinamento con il busto della personificazione di Roma al rovescio, ma non mancano esempi che riproducono altre divinità o addirittura templi.

Sulle emissioni provinciali raramente compare la figura intera del Senato di Roma, al contrario di quanto visto per gli esemplari imperiali; un esempio ci è pervenuto dal periodo Flavio su un bronzo di Alabanda in Caria dove è raffigurato al rovescio, seduto con lituus e scettro accompagnato dalla legenda CYNKLHTOC. Nella zecca di Lebedus, il ritratto del Senato compare al rovescio dei larghi bronzi di Vespasiano. Appare particolare invece un largo bronzo emesso a Mallus in Cilicia (BMC 30) che ritrae la personificazione con testa velata in abbinamento all'iscrizione SACRA SINATUS. In questo caso, nonostante Senato sia in genere maschile, la personificazione è tipicamente femminile; bolh in greco è infatti femminile e forse l'incisore di questa tipologia non conosceva bene il latino, vista anche la storpiatura evidente (SINATVS), e si è rifatto al genere greco.

Come interpretare la presenza di questa raffigurazione sulle emissioni greco imperiali non è cosa facile. Probabilmente è limitativo individuare nella semplice remarcazione della sudditanza delle città greche da Roma anche in assenza di un ritratto imperiale. Non va dimenticato infatti che il Senato di Roma assume qui una valenza religiosa o divina (IEPA o QEON).

E' forse pensabile che questo rifletta invece un cambio di visione del mondo greco verso Roma, con molti esponenti della aristocrazia greca che diventano membri senatori? Roma stessa, dopo Marco Aurelio, diventa più sensibile al mondo ellenico, non solo dal punto di vista economico e linguistico.

Mi risulta comunque che il tema sia stato trattato ampiamente in "IERA e QEOS SYNKLHTOS: Un capitolo dimenticato nella storia del Senato Romano" Atti della Accademia nazionale dei Lincei 8, 5 (1954), 49-168. (Serie 8, vol. 5) edito da G. Forni.

Qualcuno ne ha copia o lo ha letto e può offrirmi delucidazioni sull'argomento?

Grazie

Luigi

In allegato:

Apollonidae (Lidia)

AE 16 (100-150 d.C.).

D/ APOLWNIDEWN, busto laureato di Apollo con drappeggio a destra.

R/ IEPA CYNKLHTOC, busto laureato del Senato Romano con drappeggio a destra

AE, 15-16 mm 2.7 g

SNG Von Aulock 2901

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