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IGNORED

Per una numismatica unita ....


dabbene

Risposte migliori

"Ambientato nel contesto dei Sistemi Qualita' e dell'importanza appunto di condividere e divulgare le informazioni, dall'esperienze raccolte e vissute di chi aveva appunto il compito in azieda di "fare gruppo" negli anni che si sviluppava la filosofia delle normative ISO, emerse una vera barriera psicologica nel trasmettere l'esperienza, la conoscenza e quant'altro potesse essere utile da condividere da parte di chi si era formato culturalmente e lavorativamente tra gli anni 70' e 80'....."

 

In questo caso però, se non ho capito male, erano i "formatori"/divulgatori a non riuscire a trasmettere ai discenti le proprie esperienze e le conoscenze.

 

Qui invece il problema è all'opposto: il "formatori"/divulgatori ci riuscirebbero anche a trasmettere ai discenti le loro conoscenze.....sono i discenti che scarseggiano perché sono in tutt'altre faccende affaccendati.  

 

Indubbiamente ce n'è qualcuno che ancora resiste, che compra ancora libri che non siano i soliti cataloghi/prezziari, che partecipa a qualche incontro numismatico.....ma sembrano sempre più come quei soldati Giapponesi rimasti soli nelle sperdute isolette del Pacifico, ignari che la guerra era già finita da un pezzo....

 

Saionara..... :whome:

 

M.

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Personalmente sono "nato" numismaticamente parlando a fine anni 80... ora che ho 40 anni ho vissuto due ere della numismatica. Nella prima era le uniche occasioni per vivere il collezionismo, per imparare qualche cosa che non fosse scritto schematicamente in qualche catalogo-prezzario era un mercatino organizzato in una città vicina a casa mia una volta al mese... il numismatico con il negozietto in una via remota quando era aperto dopo la scuola... il circolo che quando entravo ero solo un ragazzino e se mi ci portavano... il convegno che si organizza una volta all'anno...Adesso se ci pensate quotidianamente ci si può confrontare, acquistare, fare offerte nelle aste in tutto il mondo! Visitare shop on-line, chiedere preventivi e prezzi...

Internet ha cambiato la faccia della numismatica, (come del resto la nostra vita in generale) velocizzando ogni cosa, azzerando le distanze...

Prima dato le pochissime occasioni che mi si presentavano nell'arco di un anno, davo la priorità ad acquistarne delle nuove monete, prima di cambiarle... chissà quando avrei avuto un'altra occasione.

Nella nuova era ne compro una, mi piace, ma dopo poche settimane ne salta fuori una più bella... metto in vendita quella che ho e intanto acquisto la più bella...Oggi mettere in vendita una moneta con visibilità di tutto il globo terreste è un gioco da ragazzi, una buona foto, una buona descrizione e via...

Negli anni '80 come si faceva??

Forum, gruppi si entra in un mondo dove le occasioni di scambiare, acquistare e vendere è nella quotidianità. Negli anni '80 (per fare un esempio) quanti convegni si organizzavano ogni anno? Quante aste c'erano in un anno?

Mi sembra che adesso siamo pieni di eventi commerciali... Al giorno d'oggi l'offerta è pubblicizzata e tutti i collezionisti ne sono a conoscenza, probabilmente una volta lo erano di meno... Non penso che la numismatica sia in declino... conosco collezionisti giovani che abituati alla numismatica della nuova era sono appagati dal loro hobby stando davanti al pc, pensieri, valutazioni, informazioni, acquistano monete, scambiano monete molto più spesso di quello che io facevo alla loro età. 

Il rovescio della medaglia è che nei convegni, sempre più spesso si nota un declino generalizzato, vuoi per le organizzazioni da terzo mondo... vuoi perchè si sovrappongono con altri eventi... vuoi perchè alla fine i soldi sono finiti prima del convegno... vuoi perchè ci sono tanti eventi commerciali, la domanda supera l'offerta.

Anzi penso che al giorno d'oggi, numericamente ci siano più collezionisti rispetto a 30-40 anni fa...

La numismatica è cambiata, siamo in una nuova era.

Modificato da maxxi
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Ahia iahiai Maxxi

Che con le tue acute riflessioni stai esattamente ribaltando le sensazioni espresse fino a qui ( con inevitabile seguito di lamentele/ recriminazioni / erano belli gli anni '70 - ma quando mai ? - et etc.

Ma e se per un momento pensassimi chevtu avessi ragione ?

Proviamo a vedere ...

Il commercio e' un multiplo di quello che era negli anno '60, '70, '80 e forse gia' anche '90

Qualcuno dice che oggi c'e' in hiro una quantita' immensa di monete per collezione. Vero. E che ci sia uno squilibrio enorme tra domanda e offeta. Falso. Se c'e' maggiore offerta e ' perche' c'e' una domanda che l'assorbe. Il numero esponenziale di vendite all'asta, on line, operatori - di cui moltissimi nuovo - ne e' prova diretta.

I libri e gli articoli : oggi si pubblica molto di piu' che negli anni Sessanta/ Settanta. Non ci piove. Se facciamo in confronto con i titoli apparsi in quegli anni e quelli sfornati a ripetizione oggi non vi e' confronto. Il problema e' un altro: come riuscire a tenere dietro a tutte le novita' bibliografiche e L'amico Piergi puo' tenerci una lezione su questo !

Che poi le tirature siano rimaste sui 300/400 o - crederei - ancora meno per certi titoli questo probabilmente e' proprio cosi .

Le riviste ? Sara' sparito il Gazzettino ma in compenso e' arrivata Monete Antiche che e' una rivista che offre contributi eccellenti. Il Bollettino del Circolo Partenopeo non fa rimpiangere le cessate pubblicazioni di quello del Circolo Napoletano . Sono arrivate le rivisre digitali. Addirittura anche il forum si e' dotato del suo organo di pubblicazioni.

I convegni sono poco frequentati? A parte esempi eccellenti in controtendenza come quello di Francesco77 che ha saputo letteralmente resuscitare un paziente ormai dato per morto ( mostrando che con ottima organizzazione , professionalita' ed entusiasmo si riescono a fare missioni impossibili) , non teniamo conto che tali eventi - in un'epoca digitale - lo vogliamo oppure no - sono stati rimpiazzati dalla rete dove l'arena virtuale di scambio fa dei volumi sensazionali ( non sto dicendo che tutto sia buono e bello ma semplicemente che e' grande)

Studiosi :

Le torri eburnee degli anni '70 hanno lasciato spazio - attraverso la rete - ad un processo di democratizzazione inarrestabile oltre ad una diffusione capillare della divulgazione.

Mai cosi tanto materiale oggi e' cosi tanto accessibile.

Negli anni '70 cari a qualcuno per un articolo o un testo occorreva andare in biblioteca farselo fotocopiate ( a caro prezzo) con un gigantesco spreco di tempi. Oggi con migliaia di studiosi che mettono a disposizione gratuitamente in rete i loro studi vi e' una condivisione fantastica del sapere

Cero non vi puo' essere tutto altrimenti chi comprerebbe piu' un libro pero' vi e' moltissimo e soprattutto del passato. Grazie alla digitalizzazione testi sltrimenti introvabili sono oggi comodamente registrati nei ns archivi - fatto impensabile 20-30-40 anni fa.

Anche la corrispondenza e' cambiata. Ricordo ancora gli scambi epistolari - necessariamente spaziati nel tempo - con studiosi numismatici sparsi un po' ovunque . Oggi grazie all'email ( chd non ha ovviamente lo stesso fascino e ponderazione di una lettera ...) scambiamo un volume impressionante di dati , i formazioni etc ( e spesso anche tante sciocchezze :))

Infine i giovani : basterebbe postare una foto di Taormina per ricredersi sul fatto che i giovani non siamo appassionati di numismatica. Mai visti tanti giovani amanti della storia delle monete.

Caro Maxxi non so se anche tu la vedi cosi e se intendevi tutto questo ma io penso che spesso tendiamo ad essere poco obiettivi con il presente illudendoci che il passato sia sempre migliore.

Negli anni '70 probabilmente sognavamo i dorati '50 e nei '50 i tesori e gli eccellenti studi degli anni ante- guerra ... :)

Ogni epoca puo' offrire molto se siamo pronti a coglierla . Numismaticamente mi sentirei di dire che oggi non stiamo vivendo un brutto periodo.. anzi...

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Beh, dopo questo intervento rassicurante, mi sentirei di interloquire direttamente con il Dott. Morello al quale invierei l'invito a rettificare nel prossimo numero di M.A. l'Editoriale da cui Mario era partito al post introduttivo di questa discussione.

 

Caro Dott. Morello, quando Lei scrive:

 

"E' difficile sintetizzare le cause di questa crisi che deve ricercarsi in un insieme di motivazioni che andrebbero commentate una a una ;

 

Lei sta rappresentando una realtà distorta, che non trova alcuna corrispondenza in ciò che oggi accade effettivamente nella Numismatica italiana;

 

quando Lei ancora scrive nel Suo Editoriale che:

 

"tuttavia, ad alcune di esse si potrebbe porvi qualche rimedio se ci fosse una unità di intenti da parte di tutte le componenti della numismatica che comunque soffrono, perchè legate l'una all'altra : se mancano i collezionisti c'è meno interesse per la materia, se muore l'editoria si perde la diffusione culturale, se eventi culturali si " chiudono " negli ambienti accademici non c'è apertura verso il sapere collettivo, se c'è un'interpretazione restrittiva sulle norme dei beni culturali c'è abbandono di interesse verso il collezionismo, per certi versi, formativo per questa materia ; insomma se ognuno continua a " coltivare il proprio orticello " e a essere meno "aperto" verso nuove proposte, si avrà un inevitabile declino della numismatica."

Lei riporta un Suo punto di vista palesemente errato e smentito dai fatti. Rispetto al passato, invero, il numero dei collezionisti e degli affari numismatici è aumentato esponenzialmente mentre l'editoria, la diffusione culturale ed il sapere collettivo numismatico non hanno conosciuto tempi migliori di quelli che viviamo oggi.

 

Lei scrive ancora, infondatamente, che:

"Eventi culturali e commerciali, più o meno ben organizzati, dovrebbero far aprire ancor di più gli occhi verso la necessità di unire le forze, in un coro unanime, per tentare di migliorare la situazione affinché professionisti, studiosi, editori, sodalizi di settore possano ciascuno offrire un prezioso contributo per avere un ritorno positivo per tutta la collettività."

 

non essendosi evidentemente accorto che mai come oggi l'unione delle forze numismatiche sia tanto coesa ed autorevole.

 

Per quanto sopra, sarebbe molto opportuno che Lei, in un prossimo Editoriale, dopo aver fatto pubblica ammenda per il Suo errore di valutazione, rettificasse la Sua negativa ed infondata disamina sullo stato attuale della Numismatica italiana, evidenziando correttamente come la situazione attuale della stessa, specialmente sotto il profilo culturale, non sia mai stata così florida ed appaia tutt'altro che in crisi.

 

Saluti :hi:

Michele

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Diciamo che fa piacere che ci sia comunque un dibattitto e con posizioni differenti o anche molto differenti, se no che dibattito sarebbe....sarebbe solo noia....o la festa del pensiero unico.

Mi sono permesso di riportare uno stralcio del dott. Morello perché lo conosco, persona pacata, molto riflessiva, un grande divulgatore, sempre pronto ad aiutare i giovani....diciamo che sono stato sempre sulla sua lunghezza d'onda....

Se scrive un editoriale così ( ma anche Ganganelli con posizioni più sfumate ne parla spesso ....) dei motivi ci saranno e Morello le varie componenti della numismatica le conosce bene.

Ma soffermiamoci sui punti che cita esattamente Morello per tenere la discussione sulla strada giusta :

1) se mancano i collezionisti c'è meno interesse per la numismatica

2) se muore l'editoria si perde la diffusione culturale ( e qui chi può rispondere meglio se non Morello o Ganganelli con la chiusura del cartaceo GDN o editori del settore presenti sul forum....)

3) se eventi culturali si " chiudono " negli ambienti accademici non c'è apertura verso il sapere collettivo ( e qui rientrano anche i divulgatori....)

4) se c'è un'interpretazione restrittiva sulle norme dei beni culturali c'è abbandono di interesse verso il collezionismo, per certi versi, formativo per questa materia.

Mi sembrano quattro pilastri, direi macigni...., certamente questo lo posso dire tranquillamente perché ho i numeri.... i nostri circoli sono in grande difficoltà, i giovani che ci sono escono dal forum, questo è evidenza e pragmatismo, Lamoneta i numeri li ha come li ha un circolo virtuoso e recente che si muove bene anche sullo stesso forum che è un fenomeno in totale controtendenza....

Certamente il mondo e anche la numismatica è comunque cambiata, internet è stata una rivoluzione, chi la usa e la userà ne trarrà probabilmente un vantaggio, nel contempo il proliferare di offerte numismatiche su piattaforme informatiche o con aste on line sono anche figlie di internet, questo lo sappiamo, ma i 4 punti di Morello sono lì chiari e precisi....su cui riflettere....

Modificato da dabbene
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qui si parla spesso di inappellabili colpe dei divulgatori(editori, autori, accademici ecc. ecc.), ma non sarà forse il caso di parlare anche di quelle degli auditori? degli interessati o pseudo tali?

non si pretenderà che il livello culturale si abbassi per poter venire incontro all'auditore poco attento. è l'auditore che deve "alzarsi" a livello della conferenza che si propone. il percorso è più difficile, ma almeno non permette di scendere nella mediocrità e di abbassare il livello culturale in maniera esponenziale.

 

la situazione di oggi è frutto dello spreco del passato.

non ci sono soldi, perché in passato qualcuno non ha saputo utilizzarli bene.

certo se l'utilizzo di volontari a tutti i livelli è una soluzione plausibile e piaciuta, allora siamo nell'età dell'oro della numismatica/epigrafia/storia ecc. ecc.

 

ognuno ha la sua opinione, ma considerare l'oggi come un periodo florido mi pare paradossale.

molti giovani c'erano a Taormina, ma chi erano? alcuni hanno goduto di borse di studio, altri hanno goduto di un sostegno famigliare non derivato dai beni numismatici, pochi facevano parte di istituzioni locali. e tutti quelli formati nelle università, con specializzazioni numismatiche, a spasso, che sono rimasti a casa? questi erano la maggioranza.

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Beh, dopo questo intervento rassicurante, mi sentirei di interloquire direttamente con il Dott. Morello al quale invierei l'invito a rettificare nel prossimo numero di M.A. l'Editoriale da cui Mario era partito al post introduttivo di questa discussione.

Caro Dott. Morello, quando Lei scrive:

"E' difficile sintetizzare le cause di questa crisi che deve ricercarsi in un insieme di motivazioni che andrebbero commentate una a una ;

Lei sta rappresentando una realtà distorta, che non trova alcuna corrispondenza in ciò che oggi accade effettivamente nella Numismatica italiana;

quando Lei ancora scrive nel Suo Editoriale che:

"tuttavia, ad alcune di esse si potrebbe porvi qualche rimedio se ci fosse una unità di intenti da parte di tutte le componenti della numismatica che comunque soffrono, perchè legate l'una all'altra : se mancano i collezionisti c'è meno interesse per la materia, se muore l'editoria si perde la diffusione culturale, se eventi culturali si " chiudono " negli ambienti accademici non c'è apertura verso il sapere collettivo, se c'è un'interpretazione restrittiva sulle norme dei beni culturali c'è abbandono di interesse verso il collezionismo, per certi versi, formativo per questa materia ; insomma se ognuno continua a " coltivare il proprio orticello " e a essere meno "aperto" verso nuove proposte, si avrà un inevitabile declino della numismatica."

Lei riporta un Suo punto di vista palesemente errato e smentito dai fatti. Rispetto al passato, invero, il numero dei collezionisti e degli affari numismatici è aumentato esponenzialmente mentre l'editoria, la diffusione culturale ed il sapere collettivo numismatico non hanno conosciuto tempi migliori di quelli che viviamo oggi.

Lei scrive ancora, infondatamente, che:

"Eventi culturali e commerciali, più o meno ben organizzati, dovrebbero far aprire ancor di più gli occhi verso la necessità di unire le forze, in un coro unanime, per tentare di migliorare la situazione affinché professionisti, studiosi, editori, sodalizi di settore possano ciascuno offrire un prezioso contributo per avere un ritorno positivo per tutta la collettività."

non essendosi evidentemente accorto che mai come oggi l'unione delle forze numismatiche sia tanto coesa ed autorevole.

Per quanto sopra, sarebbe molto opportuno che Lei, in un prossimo Editoriale, dopo aver fatto pubblica ammenda per il Suo errore di valutazione, rettificasse la Sua negativa ed infondata disamina sullo stato attuale della Numismatica italiana, evidenziando correttamente come la situazione attuale della stessa, specialmente sotto il profilo culturale, non sia mai stata così florida ed appaia tutt'altro che in crisi.

Saluti :hi:

Michele

Vedo che siamo ripassati al Lei... basta decidersi ...

capisco che a certe persone il mio intervento possa dar fastidio a qualcuno.

Per fortuna ho un ottimo rapporto con Antonio Morello del quale sono un grande sostenitore.

Normalmente tendo al l'ottimismo per natura. Nelle situazioni complesse invece di piangersi addosso cerco piuttosto di vedere se è' possibile fare qualcosa.

Preciso inoltre che L'analisi espressa era rivolta ad un esame della situazione della numismatica in generale piuttosto che limitarsi al solo caso italiano .

Modificato da numa numa
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Diciamo che fa piacere che ci sia comunque un dibattitto e con posizioni differenti o anche molto differenti, se no che dibattito sarebbe....sarebbe solo noia....o la festa del pensiero unico.

Mi sono permesso di riportare uno stralcio del dott. Morello perché lo conosco, persona pacata, molto riflessiva, un grande divulgatore, sempre pronto ad aiutare i giovani....diciamo che sono stato sempre sulla sua lunghezza d'onda....

Se scrive un editoriale così ( ma anche Ganganelli con posizioni più sfumate ne parla spesso ....) dei motivi ci saranno e Morello le varie componenti della numismatica le conosce bene.

Ma soffermiamoci sui punti che cita esattamente Morello per tenere la discussione sulla strada giusta :

1) se mancano i collezionisti c'è meno interesse per la numismatica

2) se muore l'editoria si perde la diffusione culturale ( e qui chi può rispondere meglio se non Morello o Ganganelli con la chiusura del cartaceo GDN o editori del settore presenti sul forum....)

3) se eventi culturali si " chiudono " negli ambienti accademici non c'è apertura verso il sapere collettivo ( e qui rientrano anche i divulgatori....)

4) se c'è un'interpretazione restrittiva sulle norme dei beni culturali c'è abbandono di interesse verso il collezionismo, per certi versi, formativo per questa materia.

Mi sembrano quattro pilastri, direi macigni...., certamente questo lo posso dire tranquillamente perché ho i numeri.... i nostri circoli sono in grande difficoltà, i giovani che ci sono escono dal forum, questo è evidenza e pragmatismo, Lamoneta i numeri li ha come li ha un circolo virtuoso e recente che si muove bene anche sullo stesso forum che è un fenomeno in totale controtendenza....

Certamente il mondo e anche la numismatica è comunque cambiata, internet è stata una rivoluzione, chi la usa e la userà ne trarrà probabilmente un vantaggio, nel contempo il proliferare di offerte numismatiche su piattaforme informatiche o con aste on line sono anche figlie di internet, questo lo sappiamo, ma i 4 punti di Morello sono lì chiari e precisi....su cui riflettere....

Mario

Non so se questi siano esattamente i punti espressi da Morello ma sono certamente d'accordo con il quarto punto .

Per il primo la sensazione che ho ( di nuovo parlo a livello europeo - non solo italiano ) è' che i collezionisti sono aumentati. La riprova è' il maggior numero di operatori commerciali . Se la domanda fosse diminuita non potrebbero sopravvivere.

L'editoria è' in evoluzione ma credo di non sbagliare dicendo che il numero di libri oggi pubblicati sia superiore al passato. Se vi sono piu' libri ( e parlo di titoli fisici - non digitali ) giocoforza che vi sia dietro un'edditoria che non è' morta.

Per le riviste il discorso è diverso. Il digitale le ha messe in crisi così come ha messo in crisi i giornali. Oggi si vendono molti meno giornali ( fisici) che un tempo, anche se è' invece aumentata la consultazione e vendita dei quotidiani in line. Il Soke24 Ore - molti non lo sanno - ma è' divenuto il primo quotidiano per tiratura in Italia ( testa a testa con Corsera) ma una parte importante delle vendite è' oggi costituita dagli abbonamenti on line.

Si assiste quindi ad una profonda evoluzione in questo settore con l'insorgenza di nuovi operatori e le difficolta' degli incombente a rischio di sparizione se non comprendono la necessità' di rinnovamento

D'altra parte proprio l'editoria ha gia' vissuto profonde trasformazioni. Come pensare si sentisse l'artigiano amanuense quando la stampa a caratteri mobili in pochi decenni - alla meta' del XV secolo ha spazzato via un'intera industria ( quella dei copisti e miniatori)?

I cambiamenti non possono essere ignorati vanno riconosciuti e - se possibile- cavalcati.

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Non condivido l'opinione troppo elitaria di Umberto Eco su internet (dice che si è data la stura agli imbecilli), ma sottolineo la potenziale inaffidabilità della rete.

 

Un esempio.

Giorni fa, su una nota enciclopedia (che usiamo un po' tutti), mi imbatto nella voce su un tributarista e fiscalista di livello nazionale (Victor Uckmar) e tra le sue opere trovo un testo dal titolo "Un bomber per professore, Chiaravalle BIAGIOT, 1962".

 

Un po' incuriosito (dal termine bomber, dal fatto che sia utilizzato da un giurista e che lo sia stato nel 1962), svolgo un minimo di ricerche e mi risulta che la casa editrice BIAGIOT non è mai esistita  e che un bombardiere inglese ha il nome di Victor  (Victor bomber), proprio come il professore.

 

E' probabilmente una bufala.

 

Tra quanto tempo diverrà una verità (il testo potrebbe essere ripreso da altri siti, un altro giocherellone potrebbe postare un abstract del libro ...) 

 

Quante altre bufale ci potrebbero essere?

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Si ok, ma gli studiosi di numismatica raramente si rivolgono alle enciclopedie...piuttosto ai libri digitalizzati del passato e questa è una grandissima risorsa prima impensabile. Del resto le novità in materia di pubblicazione digitalizzate le troviamo sul sito curato da Incuso. E li bufale non ce ne sono di certo.

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"Vedo che siamo ripassati al Lei... basta decidersi ..."
 
Beh, dal momento che nel mio precedente intervento mi rivolgevo al Dott. Morello...di cui ho molta stima ma che non conosco personalmente, il quale non è intervenuto in questa discussione; e mi riferivoi a quanto da Lui scritto nell'Editoriale, non mi sembrava corretto usare la forma colloquiale del "tu".
 
Peraltro non mi sono mai rivolto a lui dandogli del "tu" e dunque non capisco il senso della Tua osservazione, secondo cui sarei "ripassato al Lei".
 
Probabilmente non Ti sei neanche accorto che le parti del discorso che ho riportato in corsivo ed alle quali aggiungevo le considerazioni erano quelle dell'Editoriale del Dott. Morello e non le parti dei Tuoi interventi.
 
Quindi non so da dove Tu abbia tratto il convincimento che io sia "ripassato al Lei"....e sarebbe veramente carino che ce lo spiegassi.
 
"Preciso inoltre che L'analisi espressa era rivolta ad un esame della situazione della numismatica in generale piuttosto che limitarsi al solo caso italiano .
 
Per quello che è sembrato a me. l'Editoriale del Dott. Morello (ma anche l'opinione espressa in altra occasione dal Direttore Ganganelli) doveva intendersi riferita alla situazione italiana.

 

Se poi, invece, la lamentata "crisi" rilevata da questi autorevoli Osservatori andava riferita alla situazione generale della Numismatica, allora forse sarebbe il caso che ciò venisse meglio precisato dagli Autori.

 

A questo punto però (e mi rivolgo in particolare a Mario che ha aperto questa discussione) mi pare che prima ancora di individuare i possibili correttivi ad una situazione di crisi, bisognerebbe innanzitutto decidersi se la "crisi" esista davvero o sia un'invenzione di coloro che si piangono addosso per abitudine.

 

Perché è chiaro che se il problema non esiste e tutto va bene, non ha alcun senso:

 

a. confrontarsi intorno ad un'inesistente "crisi" attuale della Numismatica (italiana);

 

b. ricercare rimedi ad una situazione che, in realtà, è tutt'altro che critica; anzi....è molto migliorata rispetto al passato.

 

Quindi la discussione, così come è stata impostata, dovrebbe quanto meno ripartire riconsiderando la fondatezza dell'affermazione iniziale, che ha dato per scontata che la Numismatica italiana sia in crisi. 

 

Altrimenti rischiamo di scrivere fiumi di parole intorno ad un problema che in realtà non esiste o che esiste solo nella testa di alcuni osservatori distratti e pessimisti.

 

M.

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Certamente si, se di crisi dobbiamo parlare dobbiamo avere i numeri e la percezione reale di questa, sempre che effettivamente ci sia e che risulti anche ad altri, sul forum abbiamo tante anime che volendo possono rispondere ognuno per le proprie competenze.

Certamente i quattro punti evidenziati dal dott. Morello sono quelli, riportati qui integralmente, parola, per parola, su questo non ci sono dubbi...io ripeto avendo potuto visionare la situazione Circoli Italiani posso dire tranquillamente che è indubbiamente molto preoccupante, sulle vendite di riviste, libri, monete, sulla divulgazione di eventi scientifici e accademici, sullo stato a oggi del collezionismo italiano e sulle sue prospettive e in particolare sulla situazione italiana legislativa è giusto che poi ognuno dica la sua.....poi eventualmente passeremo ad un altro step...

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"Mi sono permesso di riportare uno stralcio del dott. Morello perché lo conosco, persona pacata, molto riflessiva, un grande divulgatore, sempre pronto ad aiutare i giovani....diciamo che sono stato sempre sulla sua lunghezza d'onda....
Se scrive un editoriale così ( ma anche Ganganelli con posizioni più sfumate ne parla spesso ....) dei motivi ci saranno e Morello le varie componenti della numismatica le conosce bene
.

 

Mah, a questo punto mi viene il dubbio che il Dott. Morello nel Suo Editoriale ed il Dott. Ganganelli non intendessero riferirsi alla crisi della Numismatica italiana ma a quella di qualche altra Nazione.

 

O magari non volevano neanche parlare di crisi della Numismatica ma di qualche altra crisi......?

 

Non so, non si è neppure d'accordo fra noi collezionisti e studiosi sul dato di partenza e cioè sull'esistenza di una situazione di crisi della Numismatica italiana....mi chiedo - date queste premesse - come si possa anche solo pensare di individuare le criticità e di proporre dei correttivi condivisi?

 

Com'era il titolo della discussione?

 

Ah, già...."Per una Numismatica unita....."

 

Si vabbè...... :crazy:

 

M.

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Sicuramente il collezionismo vivacchia, magari ha delle impennate repentine grazie alla novità dell'euro...la numismatica invece mi pare un leone morente: ormai sono i soliti quattro gatti.....siamo...Taormina non fa testo...è come parlare della canzone italiana e poi ricondurla tutta a Sanremo....Taormina come Sanremo sono delle vetrine, delle passerelle, sicuramente con i loro importanti contenuti, ma pur sempre passerelle, con tanto di sponsor e compagnia cantando....ma se guardiamo le piccole realtà quotidiane allora la numismatica mi pare bella e spacciata...

 

Del resto...se non è riuscito a sopravvivere neppure il Giornale della Numismatica, un mensile, mica un settimanale...mi sembra evidente che dei problemi ci siano.

Modificato da elledi
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Secondo me i problemi irrisolti della numismatica sono due:  quadro legislativo in cui opera il collezionista (leggi sequestri) e il continuo proliferare delle falsificazioni.

 

Se non si mette mano a questi due problemi "strutturali", è perfettamente initile parlare di divulgazione, convegni,  internet e quant'altro

Modificato da caiuspliniussecundus
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Se si parla di crisi nella numismatica, intesa come studio e scrivere libri, credo di poter affermare da quel che leggo e da quel che vedo che sia molto certo questo dato.

Se si parla di numismatica come forma di collezionismo e di fiere numismatiche o di aste delle monete possiamo dire che il fenomeno é in aumento.

Come scritto anche in altri topic del forum tempo fa, credo che il collezionismo numismatico se fatto ad ock sia un bene di rifugio e di bellezza cosa che oggi non avviene più per molti altri settori quali l edilizia e i prodotti finanziari, che rendono poco ma qualcosa pur sempre rendono questi ultimi.

Credo che detto questo si possa anche affermare che i veri numismatici come intesi da molti di voi che scrivono e pubblicano anche libri, sono stati pochi e saranno sempre pochi, SONO STUDIOSI.

Il resto dell italia non sono studiosi o scrittori di testi e quindi l altra faccia che sta emergendo tramite il web é il restante 80 %.

C é comunque chi colleziona solo per lucro e chi colleziona per passione, amore chi fa il numismatico per lucro e chi per passione.

Chi commerciante ecc..

Io dico sempre:

Non é tanto quel che fai, ma come lo fai!!!!!

Ricordiamoci anche che molti nobili non erano studiosi o scrittori ma semplici collezionisti.

Insomma la nicchia rimarrà pur sempre una nicchia, una passione nello scrivere, nello studiare.(valutando sempre quel che uno scrive!!)

Saluti

Fofo

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Beh, credo che il commerciante la possa valutare in termini di vendite di monete, l'editore di libri o riviste vendute, chi organizza un evento culturale in termini di spettatori, un Presidente di un Circolo, Associazioni,Società in numero di iscritti, poi ci sarà chi dirà anche piccolo è bello, l'importante è la qualità, certo conta anche quello.... ma anche i numeri contano....perché se poi chiudi....chiudi....

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Il mondo della numismatica e' molto vasto e racchiude settori che non possono andare sempre d'accordo e in simbiosi tra loro . per me è solo lo specchio del mondo che avanza e che cambia continuamente. Oggi crescono i collezionisti....questo è un dato di fatto, crescono le aste....avete il conto esatto di quante siano??? Io poco....tutto ciò è reso possibile dalla nascita e crescita esponenziale di internet che ha reso un hobby di nicchia alla portata dei più.... Calano le vendite dei giornali/pubblicazioni numismatiche...ma questa è una crisi generale del settore dell'editoria....calano le presenze ai convegni...vero ma ai convegni oggi bisogna spostarsi, sono spesso organizzati male ed hanno prezzi in genere superiori alle aste o a internet. Un amico perito per una moneta d'oro mi diceva che al convegno doveva vendermela a 100 euro di più.....esempio purtroppo non isolato.... L'unica grande paura che ho è che i falsi si stanno avvicinando in modo pauroso alle monete autentiche...questo mi fa' paura...Per il resto non dobbiamo sempre e solo lamentarci per ciò che non va'....ma solo riconoscere che nulla sarà mai come prima perché ogni periodo storico porta con sé novità che procederanno con o senza di noi....

Daniele

Modificato da lele300
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sarebbe opportuno anche assumersi delle responsabilità, oltre a dare la colpa ad altro e altri.

una buona pubblicazione numismatica/epigrafica/storica ha dei costi per fare le opportune ricerche. anche esosi. e queste si riversano sul prezzo finale della pubblicazione.

spesso allora si preferisce acquistare o leggere opere a titolo gratuito su internet che spesso vengono smerciate di valore e prestigio assoluto.

spesso si incensano riviste che non ha alcuna base scientifica, facendole passare come piccole bibbie.

 

è sufficiente leggere qualche commento agli articoli di una rivista o qualche recensione a qualche libro(anche qui sopra), nel quale si fanno complimenti ad amici solo in quanto tali, mentre si entra poco in argomento. si premia e si esalta l'impegno e non il risultato che ha poco peso anche se mediocre.

 

il livello dell'editoria così è destinato a scendere sempre di più. altro che paradiso.

 

Anche così si contribuisce alla fine della numismatica e di altre scienze umanistiche. sempre che interessi a qualcuno cosa di cui comincio seriamente a dubitare.

e questo discorso si può riversare anche alle conferenze, che devono attrarre più persone possibili, ma senza abbassare il livello.

Modificato da MAP
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Secondo me i problemi irrisolti della numismatica sono due: quadro legislativo in cui opera il collezionista (leggi sequestri) e il continuo proliferare delle falsificazioni.

Se non si mette mano a questi due problemi "strutturali", è perfettamente initile parlare di divulgazione, convegni, internet e quant'altro

Queste mi sembrano le cose più' sensate dette da un bel po' di interventi a questa parte..

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Secondo me i problemi irrisolti della numismatica sono due:  quadro legislativo in cui opera il collezionista (leggi sequestri) e il continuo proliferare delle falsificazioni.

 

Se non si mette mano a questi due problemi "strutturali", è perfettamente initile parlare di divulgazione, convegni,  internet e quant'altro

 

 

Queste mi sembrano le cose più' sensate dette da un bel po' di interventi a questa parte..

 

Quello legislativo riguarda relativamente o per nulla il numismatico non collezionista.

Quello delle falsificazioni riguarda la capacità del numismatico di saperli riconoscere per i suoi studi, ma per nulla l'aspetto economico, in quanto le monete il numismatico può anche solo studiarle e non necessariamente comprarle.

 

non mi sembra che a Taormina ci sia state vendita di monete o si sia trattato di problemi relativi alla vendita/acquisto. eppure si è potuto parlare di numismatica lo stesso. e da come ci viene raccontato anche ad altissimo livello.

numismatica unitaria? leggendo qui sopra, pura utopia.

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Passerella ... Sanremo .... ?

Si , tra un po' chiameremo ad intervenire Claudio Villa ..

Oh poveri noi

Ognuno è libero di pensare ed esprimere il proprio pensiero liberamente ed ognuno è libero di ascoltare o meno. 

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