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IGNORED

Solidarietà al popolo francese


Liutprand

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Si compiono cent'anni dalla conferenza di Kienthal quando Vladimir Ilich Lenin denunciò che ogni guerra è un crimine commesso contro i popoli del mondo, invitando i soldati a impugnare le armi contro coloro che volevano la guerra e a usarle per difendere il proprio popolo. Fu l'inizio della Rivoluzione. Nobilissima nel suo inizio, poi purtroppo tradita e vilipendiata da Stalin. Forse il socialismo è utopico: ma io credo che oggi più che mai abbiamo bisogno di utopie nelle quali credere e per le quali batterci con le armi della pace.

Cosa c'entra con questa discussione? C'entra, c'entra, eccome che c'entra!

Quando l'esercito russo in grande maggioranza fece proprio l'invito di Vladimir Ilich e rivolse le armi contro coloro che gli comandavano di uccidere altri uomini, che avevano i loro stessi sentimenti, nelle cui vene correva il loro stesso sangue, anche se parlavano una lingua diversa, avevano un'altra religione e un'altra divisa, scrissero una delle più belle pagine della Storia dell'umanità. Non della Russia: dell'umanità intera.

La vera Rivoluzione di quei soldati fu che scoprirono l'empatia nei confronti di coloro che gli erano stati additati quali "nemici".

 

 

 

 

Ma per favore, ma quale nobile inizio, quale "tradimento": Lenin era un miserabile pinificatore di morte come i suoi successori e discepoli, un uomo che scriveva e ordinava: "Finche' non applicheremo il terrore, magari con una pallottola in testa sul posto, non otterremo nulla".

Ha teorizzato, pianificato, attuato e ordinato ogni sorta di repressione, uccisione di massa, sterminio etnico e di classe, carestia, campo di concentramento.

E' stato un ottimo maestro per Stalin.

 

All'inferno non c'è abbastanza carbone, per arrostirlo come merita

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La nostra libertà non è finita con i fatti di Parigi(pensiero di Sallusti che condivido), sono già alcuni anni che per non offendere le altre religioni stiamo nascondendo i simboli della nostra ultramillenaria cultura cristiana,rinunciamo alle recite di natale dei nostri figli e invochiamo a gran voce la laicità dello Stato, come se i valori cristiani non coincidessero con i valori universali dell'umanità intera.Sapete cosa disprezzano di più queste persone?proprio la laicità, se fossimo più cristiani ci rispetterebbero sicuramente di piu.Insistiamo ancora sul fatto che si tratta di un manipolo di fondamentalisti, e che non tutti i musulmani sono così, salvo venire smentiti da 50000 "moderati"che allo stadio di Istanbul durante il minuto di silenzio per le vittime degli attentati al grido di "allah è grande" hanno suonato la carica a suon di fischi contro l'occidente strizzando l'occhio all'isis.Per quanto riguarda le politiche di democratizzazione messe in atto dagli USA e dai suoi alleati, per quanto sicuramente sbagliate, credo che abbiano solo accelerato gli eventi anticipandoli di qualche decennio.

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Mi spiace che Druso Galerio si sia fermato al mio giudizio positivo su Lenin, tema marginale del post, anziché cogliere la parte centrale di quanto scrissi: "nella conferenza di Kienthal Lenin denunciò invitò i soldati a impugnare le armi contro coloro che volevano la guerra". E' quello che dovremmo fare tutti. Impugnare le armi contro chiunque voglia la guerra: non le armi della violenza, ma quelle della ragione, dell'impegno, dell'esempio.

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La nostra libertà non è finita con i fatti di Parigi(pensiero di Sallusti che condivido), sono già alcuni anni che per non offendere le altre religioni stiamo nascondendo i simboli della nostra ultramillenaria cultura cristiana,rinunciamo alle recite di natale dei nostri figli e invochiamo a gran voce la laicità dello Stato, come se i valori cristiani non coincidessero con i valori universali dell'umanità intera.

 

Da non cristiano, concordo pienamente sul fatto che così come la carta europea giustamente sottolinea la radice cristiana della cultura delle Nazioni che formano la UE, è giusto mantenere e proporre (non imporre) i simboli anche esteriori di questa cultura, senza per questo rinunciare alla laicità, altro aspetto fondamentale della cultura di queste stesse Nazioni. Non ha senso rinunciare a celebrazioni che fanno parte della tradizione nazionale, o modificare gli alimenti nelle mense scolastiche. Chi non desidera celebrarlo o chi non desidera usufruire dei servizi delle mensa scolastica, libero di astenersi: ma non di pretendere che sia abolito o modificato a suo piacimento.

 

 

 

Insistiamo ancora sul fatto che si tratta di un manipolo di fondamentalisti, e che non tutti i musulmani sono così, salvo venire smentiti da 50000 "moderati"che allo stadio di Istanbul durante il minuto di silenzio per le vittime degli attentati al grido di "allah è grande" hanno suonato la carica a suon di fischi contro l'occidente strizzando l'occhio all'isis.

 

Se la partita di calcio fosse stata giocata a Ardebil, capitale del Kurdistan, nessuno avrebbe fischiato ma avrebbero rispettato il silenzio. Ma l'Occidente non aiuta il Kurdistan per non "irritare" la Turchia, alleato dell'Occidente, che appoggia sin dall'inizio l'Isis poiché la Turchia sta attraversando una pericolossima deriva verso l'estremismo islamico. Ma Erdogan continua ad essere un "amico" dell'Occidente perché consente agli USA di avere basi militari sul Mar Nero, ovviamente in funzione anti-russa. Così come siscitano giusto orrore le pena applicate dall'Isis: decapitazioni, mutilazioni delle mani, crocifissioni, lapidazioni. Eppure queste stesse pene sono comminate ad ogni piè sospinto dai tribunali islamici dell'Arabia Saudita, teocrazia dove si applica la shariah (legge islamica) e dove i giudici sono gli stessi iman: ma l'Arabia Saudita è un amico dell'Occidente perché consente agli USA di avere le sue basi militari e quindi di fronte a questi orrori si chiudono gli occhi.

 

Chi non chiudono gli occhi, sono giovani mussulmani di seconda e di terza generazione in cui genitori hanno davvero creduto nei valori di una Società laica, integrandosi: questi giovani vedono tutta l'ipocrisia di questo comportamento occidentale, la falsità ttra enunciati e applicazioni, e allora matura l'odio e tra coloro che odiano, purtroppo, ci sono anche alcuni che decidono di sfogare nel modo più terribile il loro odio verso l'Occidente e la sua ipocrisia e partino per arruolarsi nelle bande del terrore dalla bandiera nera.

 

Grande quel padre che di fronte al cadavere della figlia disse ai carnefici dell'Isis: "non avrete mai il mio odio!".

 

Invece di tante parole scontate di solidarietà con la Francia (perché non anche con gli altri morti non francesi? libanesi, siriani, kenioti, nigeriani, russi, iracheni: non capisco perché loro vengono ignorati), servono gesti concreti.

Denunciare l'ipocrisia dell'Occidente, esigere ai governi che cessino di intervenire nei Paesi del Terzo mondo imponendo la loro volontà e dominio finanziario, è un modo di recuperare credibilità agli occhi di quei giovani che (giustamente) ce la negano e, in questo modo, di lottare davvero contro la violenza di pochi, possibile perché il silenzio di molti la permette.

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Questo per due motivi : primo,  perchè la frasi che evidenzi, che potrebbe essere nobile, è ributtante nelle labbra di Lenin: un invito contro la guerra nella bocca di un uomo responsabile di infiniti eccidi, nemico della libertà e del suo stesso popolo. Ravvisarvi ipocrisia è il minimo.

 

Il secondo, perchè credo che la guerra sia un male ineliminabile, connaturato al comportamento umano, che cultura ed etica possono lenire, talvolta evitare, per tempi lunghi o meno.

 

Ma l'umanità è un legno storto, e non cambierà mai, e ritengo irrealistico ( e visti certi precedenti, un male anche maggiore) inseguire utopie volte a cambiarla.

 

PIù che eliminare la guerra dalla Storia, dobbiamo limitare, evitare, ma se costretti vincere, le singole guerre che si presentano nel tempo.

 

Ma questo non è il pur triste tema della discussione, e rischiamo di andare troppo in là, e magari di discutere quando proprio non è il caso.

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......Ma l'umanità è un legno storto, e non cambierà mai, e ritengo irrealistico ( e visti certi precedenti, un male anche maggiore) inseguire utopie volte a cambiarla.

PIù che eliminare la guerra dalla Storia, dobbiamo limitare, evitare, ma se costretti vincere, le singole guerre che si presentano nel tempo.

 

 

 

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Dedicato a tutte le vittime innocenti alle quali nulla importa sapere quale fosse la mano che lanciò la bomba che stroncò le loro vite.

 

Uno dei brani sacri più toccanti. Pensate che Mozart, nemmeno quindicenne, lo ascoltò nel 1770 a Roma e ne rimase così folgorato che lo trascrisse....a memoria, come era solito fare.

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L'ipocrisia dell'Occidente: tuona contro l'Isis ma non fa nulla per fermarlo.

L'Isis esporta 40.000 barili di petrolio al giorno, quasi tutti attraverso la Turchia, al terminale petrolifero di Ceyhan, dove viene mischiato con il greggio proveniente da fonti legittime e poi venduto in Occidente. Operazione che lascia un gtrande guadagno alle imprese petrolifere del terminale, poiché lo comprano a meno della metà del suo prezzo e lo vendono a prezzo intero. Le principali imprese che gestiscono il terminale e comprano il petrolio dell'Isis sono le seguenti: BP (Regno Unito) 30%, SOCAR (Usa-Azerbaigjan) 25%, Chevron (Usa) 9%, Statoil (Norvegia) 9%, Turkiye Pterolleri (Turchia) 7%, ENI (Italia) 5%, Total (Francia) 5%.

La forma più effettiva di combattere l'Isis non è bombardare i civili nelle città, ma i depositi e i trasporti di petrolio. Questo è quanto stanno facendo i bombardamenti russi, anche se i media occidentali non lo spiegano, e nel primo giorno di raid hanno 116 camion, numerodi depositi e hanno interrotto il flusso di petrolio e con esso la principla efonte di finanziamento dell'Isis.

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Colpevoli come lo erano i ragazzi che stavano a teatro a Parigi, sui quali scaricavano e ricaricavano le armi.

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...non voglio assolutamente alimentare un'altro "calderone"....Vorrei solo una semplice risposta ad una domanda che non riesco a non fare.

 

Ho appena saputo che il Consiglio Francese per il Culto Islamico farà leggere in tutte le moschee francesi un "proclama" solenne,

con cui si condanna tutto questo massacro.

 

E in Italia? Come si sono espressi i Musulmani italiani?

Modificato da Georg
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Certamente, Liutprand: infatti io le metto tutte su uno stesso piano le vittime, a prescindere dalla loro fede, nazionalità o colore della pelle.

M'infastidisce chi, invece, considera solamente le vittime di "serie a" e ignora quelle che considera di "serie b".

 

Da quello che sto leggendo, Georg, in Italia si stanno comportando come in Francia. la grossa differenza è che in Francia la comunità mussulmana è stabilita ormai da quasi un secolo ed è molto organizzata, con strutture gerarchizzate e un vertice unitario che è in grado di parlare a nome di tutti. In Italia la comunità è poco organizzata, priva di strutture gerarchiche, per cui ogni gruppo parla a nome proprio.

Tuttavia non darei molto peso alle dichiarazioni roboanti, troppo obbligate, forse.

Ho apprezzato molti di più il fatto che in una scuola calabrese bambini cristiami e mussulmani si siano uniti a pregare insieme per tutte le vittime del terrorismo e che a Parigi giudei e islamici abbiano celebrato una funzione religiosa congiunta.

 

Sono in contatto con gruppi pacifisti israeliani dove, insieme, ci sono arabi cristiani, arabi islamici ed ebrei: insieme lottano contro le profonde ingiustizie che si sono commesse e si continuano a commettere nei confronti dei palestinesi, contro il terrorismo di Hamas (poiché di uin'organizzazione terroristica si tratta) e contro il governo di ultradestra di Netanyahu. Ciò che conta davvero è che i pacifisti sono tutti insieme, non divisi per credo: purtroppo i mass media danno tanto risalto agli eposodi di violenza e tanto poco ai "costruttori di pace".

Modificato da antvwaIa
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Iniziative che lasciano il tempo che trovano: i musulmani "pacifisti" avranno ottime intenzioni, ma i terroristi hanno dalla loro il Corano e l'esempio di Maometto, che per chi pratica la religione islamica sono vincolanti anche rispetto alla sensibilità personale:

 

"Vi è stato ordinato di combattere, anche se non lo gradite. Ebbene, è possibile che abbiate avversione per qualcosa che invece è un bene per voi, e può darsi che amiate una cosa che invece vi è nociva? Allah sa e voi non sapete."(C.2:216)"

 

"Se non vi lancerete nella lotta, vi castigherà con doloroso castigo e vi sostituirà con un altro popolo, mentre voi non potrete nuocerGli in nessun modo." (C.9:39)

 

E si sentono deresponsabilizzati, perchè:

 

"Non siete certo voi che li avete uccisi: è Allah che li ha uccisi. Quando tiravi non eri tu che tiravi, ma era Allah che tirava, per provare i credenti con bella prova. In verità Allah tutto ascolta e conosce." (C.8:17)

 

Finchè, nonostante l'evidenza, non si vorrà prendere atto che la ragione principale del terrorismo islamico E' l'Islam, e che le altre questioni sono contingenze relative a qualunque conflitte, non si risolverà mai nulla, posto che i musulmani sono le prime vittime di un simile culto.

 

Purtroppo, decenni di cinismo ci impediscono di renderci conto che - nonostante l'evidenza - esistono persone decise ad uccidere per motivi religiosi, come se questa non fosse una ragione sufficientemente convincente, e lo fossero solo le questioni economiche.

E' un pregiudizio di origine marxista, quello di ridurre la realtà al suo aspetto economico, che rende ciechi di fronte al fatto che il principale motore delle azioni umane non è solo un astratto utilitarismo razionale (che pure conta, ovviamente!), ma spesso irrazionalissime ragioni culturali e sentimentali, non riducibili a mera "patina".

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...Ho appena saputo che il Consiglio Francese per il Culto Islamico farà leggere in tutte le moschee francesi un "proclama" solenne,

con cui si condanna tutto questo massacro.

 

E in Italia? Come si sono espressi i Musulmani italiani?

 

In Italia un tutte le mosche gli iman si stanno pronunciando senza se e senza ma per condannare il terrorismo del Daesh (Isis) e domani a Roma e a Milano i mussulmani scenderanno in piazza per manifestare pubblicamente il loro ripudio al Daesh e la loro solidarietà alle vittime degli attentati.

Su un altro fronte, sempre in Italia, un quotidiano ha dimostrato uno straordinario acume e impegno contro ogni forma di violenza uscendo con questo titolo:

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Credo che ogni commento sia supefluo.

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In Italia un tutte le mosche gli iman si stanno pronunciando senza se e senza ma per condannare il terrorismo del Daesh (Isis) e domani a Roma e a Milano i mussulmani scenderanno in piazza per manifestare pubblicamente il loro ripudio al Daesh e la loro solidarietà alle vittime degli attentati.

Su un altro fronte, sempre in Italia, un quotidiano ha dimostrato uno straordinario acume e impegno contro ogni forma di violenza uscendo con questo titolo:

2uh2xqc.jpg

Credo che ogni commento sia supefluo.

da un giornale del genere, se giornale si può chiamare, cosa puoi aspettarti se non questo?
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Il terrorismo, qualunque matrice abbia, è quanto di più difficile ci sia da combattere, perché è irriconoscibile se non dopo che ha colpito.

Il rischio è che l'odio di una parte del mondo nei confronti di un'altra parte del mondo, il mondo povero contro il mondo ricco, esploda in un terrorismo generalizzato e degerarchizzato: giustamente papa Francesco parla della terza guerra mondiale combattuta tra il sud e il nord del mondo.

Ho scritto "degerarchizzato" perché ciò costituisce il nocciolo del problema "militare". I terroristi sparsi in tutto il mondo non sono i componenti di u'enorme organizzazione terroristica diffusa nel territorio, ma sono folli esasperati dall'odio che organizzano propri gruppi, quasi in franchising, per dare sfogo al loro odio.

Ora si nascondono dietro una matrice islamica perché hanno trovato quella: ma avrebbero potuto trovarne qualunque altra. A questi assassini non importa nulla dell'islam: solo importa sfogare il loro odio.

Combatterli è estremamente difficile, poiché è quasi impossibile scorgerli.

Quello che si può e si deve fare è da un lato togliere loro forza risolvendo progressivamente le cause dell'odio, o almeno mostrando che ci si comincia a muovere nella direzione della ricerca reale di risolvere l'enorme iniquità nord-sud. Dall'altro, buttare sempre acqua sul fuoco, evitando di ragire sconsideratamente e domandandosi sempre se stiamo facendo le cose giuste per raffreddare gli animi.

Esattamente il contrario di quanto fatto con quel titolo di un quotidiano che sta facendo il gioco del terrorismo.

A complicare ancora di più le cose vi è il fatto che oltre ai terroristi, vi sono gruppi che non hanno nulla a che vedere con il terrorismo, ma che sperano di ottenere vantaggi dall'esasperazione dello scontro.

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Quello che si può e si deve fare è da un lato togliere loro forza risolvendo progressivamente le cause dell'odio, o almeno mostrando che ci si comincia a muovere nella direzione della ricerca reale di risolvere l'enorme iniquità nord-sud. Dall'altro, buttare sempre acqua sul fuoco, evitando di ragire sconsideratamente e domandandosi sempre se stiamo facendo le cose giuste per raffreddare gli animi.

 

Il problema è che noi "comuni mortali" non possiamo fare niente..

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Dire "ma tanto noi non ci possiamo fare nulla" è un ottimo alibi per non fare nulla.

 

Possiamo fare due cose importantissime:

aprire la nostra mente alla diversità, che non vuol dire condividerla né tanto meno farla nostra, ma ascoltarne le ragioni e sforzarsi per comprenderle;

evitare di gettare benzina sul fuoco.

 

Non importa quanto sia lunga una strada: sempre inizia compiendo un primo passo.

Modificato da antvwaIa
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"Il mondo a cui noi occidentali apparteniamo fin dalla nascita è il risultato di un percorso lungo e faticoso. Ci sono voluti secoli di scontri non solo dialettici per approdare a una società capace di separare la sfera statale da quella religiosa e di mettere la Costituzione davanti alla Bibbia. Non vogliamo tornare indietro. Chi viene a vivere qui è bene accetto, ma a sua volta deve accettare le regole di convivenza che ci siamo conquistati e che riguardano il diritto di divertirci come ci pare e di rispettare le donne e gli omosessuali. Nessuno pretende che i nuovi arrivati brucino le tappe [...]. Però sarebbe un primo passo in avanti straordinario se oggi in piazza, oltre a prendere le distanze dall’Isis, i musulmani prendessero esempio dall’elettrotecnico francese di religione islamica Bassem Breiki, che in un video ha detto chiaro e tondo come la Costituzione della Repubblica debba sempre venire prima del Corano".  (da Gramellini, La Stampa).

 

Impossibile non essere d'accordo con queste parole: ma la conquista di una cultura laica in Occidente è stata raggiunta, non ancora pienamente, grazie a un doloroso processo duranto due secoli: e vediamo quanto perorso resta ancora da fare (l'intolleranza di genere, la negazione del diritto all'eutanasia, ecc.) Ci si aspetta, invece, che il mondo islamico faccia proprio il pensiero laico nell'arco di una o due generazioni....

Napoleone, un dittatore assoluto ma imbevuto di laicismo, ha esportato in tutta l'Europa Occidentale gli ideali della Rivoluzione Francese, laica e illuminista per antonomasia. Nel mondo arabo c'erano dittatori certamente assai poco misericordiosi, ma laici, che portavano avanti il rinnovamento laico nei loro Paesi e l'uguaglianza dei sessi: ma l'Occidente gli ha destabilizzati con le cosiddette "primavere" arabe che, invece, sono dei terribili inverni), quando non con le bombe e i carriarmati, per poi lasciar sorgere al loro posto il caos di gruppi teocratici che fanno a gara d'intolleranza. E questo solo per motivazioni economiche, non certamente per "esportare la democrazia" e la libertà. Ora l'Occidente paga i suoi errori, ma da essi non impara poiché continua a ripeterli, e temo che siamo solo all'inizio.

 

Il terrorismo di Al Qaeda e di Daesh rischiano di essere una sorta di apripista di un terrorismo internazionale addirittura peggiore e più diffuso: quello dei disadattati già presenti in Occidente, non perché immigrati o figli di immigrati, ma perché occidentali essi stessi, i quali stanno vedendo quanto sia facile compiere un attentato. Questo rischio fu paventato dal Club di Roma sin dagli anni '70, quando prevedeva che nei primi decenni del II millennio la crisi economica sarebbe diventata totale e ingovernabile in quanto il sistema socio-economico sorto ne XX secolo si basava su due premesse insostenibili nel tempo: l'incremento costante della produzione e del consumo di materie prime. Il primo impossibile a mantenersi in quanto che il mercato si sarebbe inevitabilmente saturato; il secondo, in quanto le materie prime non sono rinnovabili se non in piccola parte e la capacità del Pianeta di tollerare l'inquinamento è limitata.

Cosa succederà quando la disoccupazione si farà ancora maggiore, quando non ci saranno più disponibilità di sussidi, quando la disperazione dilagherà in buona parte della popolazione che osserverà i pochi privilegiati dell'elite vivere in un mondo a parte, magari circondato dalle mura (Sao Paulo, in Brasile, ha circondato con mura impenetrabili il quartiere dove vive l'élite e a Buenos Aires si sta facendo lo stesso).? Siete sicuri che in seno ai diseredati, dove l'odio si farà crescente, non sorgerà la tentazione di giocare la carta della violenza per la violenza? la violenza che non persegue nessuno scopo utilitario, ma solo dare sfogo all'odio accumulato nel tempo?

 

Il terrorismo si combatte costruendo la giustizia e l'uguaglianza: se non verrà data giustizia, coloro che soffrono l'ingiustizia e la disuguaglianza non daranno la pace.

 

Fate attenzione che "sud" e "nord" non sono solamente indicazioni geografiche: il sud del mondo prolifera nelle periferie urbane e in esso gli immigrati sono solo un'esigua minoranza.

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Infatti dobbiamo prendercela con il Corano e con Maometto.

E'incredibile che siano proprio le persone che dicono "non analizziamo il fenomeno superficialmente", a ridurre il tutto alla mera variabile economica.

Basterebbe rileggersi un classico come "L'etica protestante e lo spirito del capitalismo" di Weber per capire che è la cultura ad influenzare le variabili economiche, e non viceversa.

Ma a parte questo, basterebbero i recenti fatti di Parigi a smentire l'idea che il terrorismo nasca dal disagio sociale: gli assassini erano tutti giovani integrati e con un lavoro. Mi chiedo perché siano stati loro ad uccidere, e non alcuni dei tanti disoccupati autoctoni...

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La connessione Islam-violenza è evidente nella dottrina e nella prassi e i fatti recenti e passati lo hanno dimostrato più volte. I terroristi stessi lo dichiarano. Riproporre vecchi stereotipi da sociologia anni 70 impedisce di prendere atto della realtà.

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Infatti dobbiamo prendercela con il Corano e con Maometto.

E'incredibile che siano proprio le persone che dicono "non analizziamo il fenomeno superficialmente", a ridurre il tutto alla mera variabile economica.

Basterebbe rileggersi un classico come "L'etica protestante e lo spirito del capitalismo" di Weber per capire che è la cultura ad influenzare le variabili economiche, e non viceversa.

Ma a parte questo, basterebbero i recenti fatti di Parigi a smentire l'idea che il terrorismo nasca dal disagio sociale: gli assassini erano tutti giovani integrati e con un lavoro. Mi chiedo perché siano stati loro ad uccidere, e non alcuni dei tanti disoccupati autoctoni...

I passi più frequentemente citati dal Corano per incriminare l'Islam... sono passi biblici!

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