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Le monete raccontano


Cristian97

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Oggi ricordiamo il compleanno ma soprattutto i 400 anni dalla morte di William Shakespare



 



William Shakespeare nato a Stratford-upon-Avon il 23 aprile 1564 e morto a Stratford-upon-Avon, 23 aprile 1616 è stato un drammaturgo e poeta inglese, considerato come il più importante scrittore in lingua inglese e generalmente ritenuto il più eminente drammaturgo della cultura occidentale.



Spesso considerato il poeta più rappresentativo del popolo inglese. Delle sue opere ci sono pervenuti, incluse alcune collaborazioni, 37 testi teatrali, 154 sonetti e una serie di altri poemi. Le sue opere teatrali sono state tradotte in tutte le maggiori lingue del mondo e sono state inscenate più spesso di qualsiasi altra opera; molte delle sue espressioni linguistiche sono entrate nell'inglese quotidiano.



Capace di eccellere sia nella tragedia sia nella commedia, fu in grado di coniugare il gusto popolare della sua epoca con una complessa caratterizzazione dei personaggi, una poetica raffinata e una notevole profondità filosofica. Benché fosse già popolare in vita, divenne immensamente famoso dopo la sua morte e i suoi lavori furono esaltati e celebrati da numerosi e importanti personaggi nei secoli seguenti. La scarsità di documenti pervenutici riguardanti la sua vita privata ha fatto sorgere numerose congetture riguardo al suo aspetto fisico, alla sua sessualità, al suo credo religioso e persino all'attribuzione delle sue opere.



 



La moneta da 2 pound coniata quest’anno dalla royal mint per celebrare la scomparsa del poeta raffigura il profilo della regina e un teschio celebre simbolo della commedia di William legato alla frase “Essere o non essere, questo è il dilemma”

 


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Il 24 aprile 1916 ha inizio la rivolta di Pasqua

La Rivolta di Pasqua fu una ribellione avvenuta in Irlanda nella settimana di Pasqua del 1916.
A partire dall'Atto di Unione del 1800, tramite il quale Irlanda e Gran Bretagna andarono a formare il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda, l'opposizione a questa unificazione aveva preso due forme distinte: una basata sull'attività parlamentare, l'altra sulla resistenza armata. 
La rivolta fu un tentativo dei militanti repubblicani irlandesi di ottenere l'indipendenza dal Regno Unito con la forza delle armi. Fu la più significativa ribellione in Irlanda sin dal 1798. La Rivolta, che fu per gran parte organizzata dalla Irish Republican Brotherhood, durò dal 24 al 30 aprile 1916. Membri dei Volontari irlandesi, guidati dal poeta, insegnante e avvocato Pádraig Pearse, si unirono alla più piccola Irish Citizen Army di James Connolly, occuparono punti chiave e simbolici di Dublino e proclamarono la Repubblica irlandese indipendente dalla Gran Bretagna.
La Rivolta costituì anche un banco di prova per l'impiego, per la prima volta nella storia, dei carri armati, da lì a pochi mesi utilizzati anche nelle operazioni della Prima guerra mondiale. La Rivolta fu sedata in sei giorni, ed i suoi leader furono processati dalla corte marziale e giustiziati. Nonostante il suo insuccesso militare e il giudizio iniziale negativo della popolazione civile, l'episodio è oggi considerato uno dei punti saldi per la futura creazione dell'attuale Repubblica d'Irlanda.

La moneta da 2€ emessa dall’Irlanda quest’anno commemora i 100 anni della rivolta. Il disegno raffigura la statua di Hibernia posta sull'edificio dell'ufficio postale centrale, la cui occupazione nel 1916 segna l'inizio della rivolta di Pasqua. Hibernia è un simbolo dell'Irlanda. Il suo nome deriva dal termine usato in greco antico per riferirsi all'Irlanda

 

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La moneta da 2 pound coniata quest’anno dalla royal mint per celebrare la scomparsa del poeta raffigura il profilo della regina e un teschio celebre simbolo della commedia di William legato alla frase “Essere o non essere, questo è il dilemma”

 

Ha il suo preciso motivo, ma un teschio su una moneta non mi piace proprio...

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Il 25 aprile 1342 inizia la Sede Vacante a seguito della morte di Benedetto xii



 



Benedetto XII, nato con il nome di Jacques Fournier a Saverdun nel 1285 e morto ad Avignone il 25 aprile 1342, fu il 197º papa della Chiesa cattolica dal 1334 alla morte.



Nato da una famiglia modesta della contea di Foix, divenne un monaco cistercense a Boulbonne, e in seguito a Fontfroide da suo zio, Arnaud Nouvel, che lo inviò a studiare a Parigi al collegio Saint-Bernard. Maestro di teologia, successe a suo zio come abate di Fontfroide nel 1311.



Vescovo di Pamiers nel 1317, perseguì attivamente la lotta contro i seguaci del Catarismo. Fu allora che praticò di persona una politica inquisitoria molto attiva contro gli eretici. I registri dei suoi interrogatori, che teneva scrupolosamente, serviranno allo studio dei comportamenti e delle mentalità. Nel 1326, diventò vescovo di Mirepoix e cardinale.



Soprannominato il cardinale bianco, poiché aveva mantenuto la sua veste da cistercense, fu un uomo austero e ardente, che intervenne con autorità in tutti i dibattiti teologici del momento: povertà evangelica, fraticelli, visione beatifica.



Eletto papa il 20 dicembre 1334 alla morte di papa Giovanni XXII, raggiunse la pace con l'imperatore Luigi IV, che era stato precedentemente scomunicato.



Tentato di riportare la sede pontificia a Roma (in quanto si trovava ad Avignone in seguito alla cattività avignonese) nel 1335, alla fine si accontentò di dimorare ad Avignone, dove costruì il primo palazzo pontificio, la cui austerità architettonica ne riflesse la personalità. Non rifiutò comunque di dare un certo decoro all'edificio, motivo per cui chiamò presso di sé il noto pittore senese Simone Martini.



 



La moneta un denaro paparino rappresenta una croce patente e la chiavi di S. Pietro



(immagine dal catalogo Lamoneta.it)

 

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Modificato da Cristian97
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Oggi festeggia 1895 anni Marco Aurelio



 



Marco Aurelio nato a Roma il 26 aprile 121 e morto a Sirmio il 17 marzo 180, è stato un imperatore, filosofo e scrittore romano.



Su indicazione dell'imperatore Adriano, fu adottato nel 138 dal futuro suocero e zio acquisito Antonino Pio che lo nominò erede al trono imperiale.



Nato come Marco Annio Catilio Severo, divenne Marco Annio Vero, che era il nome di suo padre, al momento del matrimonio con sua cugina Faustina, figlia di Antonino, e assunse quindi il nome di Marco Aurelio Cesare, figlio dell'Augusto durante l'impero di Antonino stesso.



Marco Aurelio fu imperatore dal 161 sino alla morte, avvenuta per malattia nel 180 a Sirmio secondo il contemporaneo Tertulliano. Fino al 169 mantenne la coreggenza dell'impero assieme a Lucio Vero, suo fratello adottivo nonché suo genero, anch'egli adottato da Antonino Pio. Dal 177, morto Lucio Vero, associò al trono suo figlio Commodo. È considerato dalla storiografia tradizionale come un sovrano illuminato, il quinto dei cosiddetti "buoni imperatori" ; il suo regno fu tuttavia funestato da conflitti bellici, da carestie e pestilenze.



Marco Aurelio è ricordato anche come un importante filosofo stoico, autore dei Colloqui con se stesso. Alcuni imperatori successivi utilizzarono il nome "Marco Aurelio" per accreditare un inesistente legame familiare con lui.



 



La moneta uno splendido sesterzio raffigura l’autoritari profilo dell’imperatore e il dio romano Marte

 


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Il 27 aprile 2014 in piazza San Pietro a Roma papa Francesco canonizza Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII
 
Entrambi 2 papi che hanno profondamente cambiato la chiesa uno con gli innumerevoli viaggi per stare vicino alle persone, ai poveri e con l'invenzione della giornata mondiale della gioventù mentre l'altro per l'illuminazione del concilio vaticano II che ha finalmente fatto uscire la chiesa da quella chiusura di 2000 anni e che l'ha fatta avvicinare alle persone
 
Le monete inserite nelle serie proof del Vaticano 2014 raffigurano entrambe lo stemma di papa Francesco, e quella in argento Giovanni XXIII mentre quella in oro Giovanni Paolo II
 
 

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Il 29 aprile 1519 nasce Jacopo Robusti meglio noto come Tintoretto



 



Jacopo Robusti nato a Venezia il 29 aprile 1519 e morto a Venezia il 31 maggio 1594, è stato un pittore italiano, uno dei più grandi esponenti della scuola veneziana e probabilmente l'ultimo grande pittore del Rinascimento italiano.



Il soprannome "Tintoretto" gli derivò dal mestiere paterno, tintore di stoffe.



Per la sua energia fenomenale nella pittura è stato soprannominato "Il furioso" ed il suo uso drammatico della prospettiva e della luce lo ha fatto considerare il precursore dell'arte barocca.



Jacopo utilizza fin da piccolo i colori che trova nel laboratorio del padre, tanto che questi lo invia ben presto a bottega da Tiziano (1530). Qui il pittore, a quanto si narra, veduto un disegno del giovane allievo, per timore di future concorrenze lo fa cacciare su due piedi. Sembra che nel 1539 Tintoretto si potesse già fregiare del titolo di maestro, con uno studio indipendente presso campo san Cassiàn, nel sestiere di San Polo. Nel 1541, appena ventitreenne, riceve dal nobile Vettor Pisani l’incarico di realizzare, in occasione delle sue nozze, 16 tavole raffiguranti le Metamorfosi di Ovidio. Nella circostanza si reca al Palazzo Te di Mantova per studiare gli affreschi di Giulio Romano.



Nel 1566 dipinge cinque tele allegoriche da collocare nella Saletta degli Inquisitori nel Palazzo Ducale. Pur impegnato con il Palazzo Ducale e con la Scuola Grande di San Rocco, Tintoretto accetta nel 1579 l’invito di Guglielmo Gonzaga e realizza otto grandi tele per il Palazzo Ducale di Mantova in cui si esaltano le gesta della famiglia Gonzaga. Nel 1588, alla morte di Veronese, subentra a quest’ultimo nella decorazione della parete della Sala del Maggior Consiglio. L’opera che ne risulta, una immensa tela di più di 7 metri di altezza e 24 di lunghezza, raffigura il Paradiso con al centro il Cristo Pantocratore. Tintoretto muore all’età di settantacinque anni dopo aver realizzato tre ultime opere per la Basilica di San Giorgio Maggiore: gli Ebrei nel deserto e la caduta della manna, l'Ultima Cena e laDeposizione nel sepolcro



 



La moneta coniata per il 400° Anniversario della morte di Tintoretto

 


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Buon primo maggi a tutti, buona festa del lavoro

 

La festa ricorda le battaglie operaie, in particolare quelle volte alla conquista di un diritto ben preciso: l'orario di lavoro quotidiano fissato in otto ore.

L'11 novembre del 1887 a Chicago , quattro operai, quattro organizzatori sindacali e quattro anarchici furono impiccati per aver organizzato il 1º maggio dell'anno precedente lo sciopero e una manifestazione per le otto ore di lavoro.

L'allora presidente Grover Cleveland ritenne che la festa del primo maggio avrebbe potuto costituire un'opportunità per commemorare questi episodi.

La data del primo maggio fu adottata in Canada nel 1894 sebbene il concetto di festa del lavoro sia in questo caso riferito a precedenti marce di lavoratori tenute a Toronto eOttawa nel 1872 e più tardi in quasi tutti i paesi del mondo.

In Europa la festività del primo maggio fu ufficializzata dai delegati socialisti della Seconda Internazionale riuniti a Parigi nel 1889 e ratificata in Italia due anni dopo. 

 

La moneta da 500 lire coniata dal San Marino nel 1978

 

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Complimenti anche da parte mia :good:
Quando ne realizzi qualcuna su qualche spicciolo di euro comune, in buona sostanza quelle monetine che ci troviamo giornalmente in tasca, magari la inserisci pure qui:
http://www.lamoneta.it/topic/129463-iconografia-delleuro/page-4

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Oggi 2 maggio nel 1519 moriva Leonardo da Vinci



 



Leonardo di ser Piero da Vinci nato a Vinci il 15 aprile 1452 e morto ad Amboise il 2 maggio 1519 è stato un pittore, ingegnere e scienziato italiano.



Uomo d'ingegno e talento universale del Rinascimento, incarnò in pieno lo spirito della sua epoca, portandolo alle maggiori forme di espressione nei più disparati campi dell'arte e della conoscenza. Si occupò di architettura e scultura, fu disegnatore, trattatista,scenografo, anatomista, musicista, progettista e inventore. È considerato uno dei più grandi geni dell'umanità.



Leonardo Da Vinci era affascinato dai colori, la cosa che lo colpiva maggiormente era l'effetto che aveva l'atmosfera sui colori dei soggetti più distanti. Una delle teorie pittoriche affinate da Leonardo Da Vinci è l"Inazzurrimento dei lontani" che consiste nell'aumentare la percentuale di azzurro nei soggetti terzo piano per dare una maggiore illusione di profondità nelle opere. Questo effetto è dato dalla sovrapposizione dei vari strati dell'atmosfera che dona una colorazione sempre più azzurrina man mano che l'occhio umano si allontana dai soggetti in primo piano.



"Omo sanza lettere" sta per uomo che non conosce il latino: ma non gli occorre la conoscenza del latino perché «Io ho tanti vocaboli nella mia lingua materna, ch'i' m'ho piuttosto da doler del bene intendere le cose, che del mancamento delle parole, colle quali bene esprimere il concetto della mente mia»; e se il volgare ha piena capacità di esprimere ogni concetto, il problema resta quello della verità di ciò che si argomenta.



Secondo il pensiero di Leonardo, una prima verità si trae dall'esperienza diretta della natura, dall'osservazione dei fenomeni.



Disse che le leggi che regolano la natura si esprimono mediante la matematica.



Il contributo di Leonardo a quasi tutte le discipline scientifiche fu decisivo: anche in astronomia ebbe intuizioni fondamentali, come sul calore del Sole, sullo scintillio delle stelle, sulla Terra, sulla Luna, sulla centralità del Sole, che ancora per tanti anni avrebbe suscitato contrasti e opposizioni.



Durante la sua vita, Leonardo ideò numerosi concept, alcuni di essi, come la macchina volante, furono dei veri e propri prototipi. I suoi appunti contengono numerose invenzioni in campo militare



L'insaziabile desiderio di conoscere, di capire tutto ciò che vedeva, portava Leonardo a esplorare ogni cosa. Anche il corpo umano l'affascinava, quale macchina perfetta e ben più complicata delle macchine fatte di ingranaggi. Leonardo voleva capire cosa c'era dentro, come funziona e cosa succede quando si ferma definitivamente con la morte.



 



La banconota raffigura Leonardo e lo skyline del suo paese natale Vinci

 


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Nel 1469 nasceva Niccolò Machiavelli
 
Niccolò di Bernardo dei Machiavelli nato a Firenze il 3 maggio 1469 e morto a Firenze 21 giugno 1527 è stato uno storico, filosofo, scrittore, politico e drammaturgo italiano.
Per Machiavelli la storia è il punto di riferimento verso il quale il politico deve sempre orientare la propria azione. La storia fornisce i dati oggettivi su cui basarsi, i modelli da imitare, ma indica anche le strade da non ripercorrere. Machiavelli si basa su una concezione ciclica della storia.
Il più importante trattato di Machiavelli intitolato “Principe” descrive i comportamenti che il sovrano deve tenere per reggere lo stato. Atteggiamento principesco dovrà l'essere metaforicamente sia "volpe" che "leone", in modo da potersi difendere dalle avversità sia tramite l'astuzia (volpe) che tramite la violenza (leone).
Spesso gli viene anche associata la frase "il fine giustifica i mezzi", che - invece - mai enunciò. Questo perché la parola "giustifica" evoca sempre un criterio morale, mentre Machiavelli non vuole "giustificare" nulla, vuole solo valutare, in base ad un altro metro di misura, se i mezzi utilizzati sono adatti a conseguire il fine politico, l'unico fine da perseguire è il mantenimento dello Stato.
 
La moneta coniata per commemorare i 500 anni della stesura del “Principe”
 
 

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https://www.facebook.com/lemoneteraccontano/

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195 anni fa moriva Napoleone Bonaparte



 



Napoleone Bonaparte nato ad Ajaccio il 15 agosto 1769 morto sull’ Isola di Sant'Elena il 5 maggio 1821 è stato un politico e militare francese, fondatore del Primo Impero francese.



Ufficiale d'artiglieria e quindi generale durante la rivoluzione francese, divenne famoso come principale generale della Francia rivoluzionaria. Dopo il colpo di Stato del 18 brumaio (9 novembre 1799) assunse il potere in Francia. Imperatore dei francesi, con il nome di Napoleone I dal 2 dicembre 1804 al 14 aprile 1814 e nuovamente dal 20 marzo al 22 giugno1815. Fu anche presidente della Repubblica Italiana dal 1802 al 1805, re d'Italia dal 1805 al 1814.



La sua riforma del sistema giuridico (confluita nel Codice Napoleonico), introdusse chiarezza e semplicità delle norme e pose le basi per la moderna giurisdizione civile.



La disastrosa campagna di Russia nel 1812, segnò il tramonto del suo dominio sull'Europa. Sconfitto nella battaglia di Lipsia dagli alleati europei nell'ottobre del 1813, Napoleone abdicò il 4 aprile 1814, e fu esiliato nell'isola d'Elba. Nel marzo del 1815, abbandonata furtivamente l'isola, sbarcò a Golfe Juan, vicino ad Antibes e rientrò a Parigi senza incontrare opposizione, riconquistando il potere per il periodo detto dei "cento giorni", finché non venne definitivamente sconfitto dalla settima coalizione nella battaglia di Waterloo, il 18 giugno 1815. Trascorse gli ultimi anni di vita in esilio all'isola di Sant'Elena, sotto il controllo dei britannici. Dopo la sua caduta il congresso di Vienna ristabilì in Europa i vecchi regni pre-napoleonici.



Sposò Giuseppina di Beauharnais nel 1796, e in seconde nozze l'arciduchessa Maria Luisa d'Austria, l'11 marzo 1810, dalla quale ebbe l'unico figlio legittimo, Napoleone Francesco.



 



Allego la celebre poesia “5 maggio” di Manzoni



 



Ei fu. Siccome immobile,



dato il mortal sospiro,



stette la spoglia immemore



orba di tanto spiro,



così percossa, attonita



la terra al nunzio sta,



muta pensando all'ultima



ora dell'uom fatale;



né sa quando una simile



orma di piè mortale



la sua cruenta polvere



a calpestar verrà.



Lui folgorante in solio



vide il mio genio e tacque;



quando, con vece assidua,



cadde, risorse e giacque,



di mille voci al sònito



mista la sua non ha:



vergin di servo encomio



e di codardo oltraggio,



sorge or commosso al sùbito



sparir di tanto raggio;



e scioglie all'urna un cantico



che forse non morrà.



Dall'Alpi alle Piramidi,



dal Manzanarre al Reno,



di quel securo il fulmine



tenea dietro al baleno;



scoppiò da Scilla al Tanai,



dall'uno all'altro mar.



Fu vera gloria? Ai posteri



l'ardua sentenza: nui



chiniam la fronte al Massimo



Fattor, che volle in lui



del creator suo spirito



più vasta orma stampar.



La procellosa e trepida



gioia d'un gran disegno,



l'ansia d'un cor che indocile



serve, pensando al regno;



e il giunge, e tiene un premio



ch'era follia sperar;



tutto ei provò: la gloria



maggior dopo il periglio,



la fuga e la vittoria,



la reggia e il tristo esiglio;



due volte nella polvere,



due volte sull'altar.



Ei si nomò: due secoli,



l'un contro l'altro armato,



sommessi a lui si volsero,



come aspettando il fato;



ei fè silenzio, ed arbitro



s'assise in mezzo a lor.



E sparve, e i dì nell'ozio



chiuse in sì breve sponda,



segno d'immensa invidia



e di pietà profonda,



d'inestinguibil odio



e d'indomato amor.



Come sul capo al naufrago



l'onda s'avvolve e pesa,



l'onda su cui del misero,



alta pur dianzi e tesa,



scorrea la vista a scernere



prode remote invan;



tal su quell'alma il cumulo



delle memorie scese.



Oh quante volte ai posteri



narrar se stesso imprese,



e sull'eterne pagine



cadde la stanca man!



Oh quante volte, al tacito



morir d'un giorno inerte,



chinati i rai fulminei,



le braccia al sen conserte,



stette, e dei dì che furono



l'assalse il sovvenir!



E ripensò le mobili



tende, e i percossi valli,



e il lampo dè manipoli,



e l'onda dei cavalli,



e il concitato imperio



e il celere ubbidir.



Ahi! Forse a tanto strazio



cadde lo spirto anelo,



e disperò; ma valida



venne una man dal cielo,



e in più spirabil aere



pietosa il trasportò;



e l'avviò, pei floridi



sentier della speranza,



ai campi eterni, al premio



che i desideri avanza,



dov'è silenzio e tenebre



la gloria che passò.



Bella Immortal! Benefica



Fede ai trionfi avvezza!



Scrivi ancor questo, allegrati;



ché più superba altezza



al disonor del Gòlgota



giammai non si chinò.



Tu dalle stanche ceneri



sperdi ogni ria parola:



il Dio che atterra e suscita,



che affanna e che consola,



sulla deserta coltrice



accanto a lui posò.



 



La moneta un bellissimo marengo di Napoleone (immagine dal catalogo lamoneta.it)

 


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Il 6 maggio 1506 avviene il sacco di Roma allora sotto il governo dello stato pontificio, nella battaglia morirono numerosi guerrieri dello stato pontificio: le guardie svizzere che ogni 6 maggio ricordano questo evento con la cerimonia del giuramento delle nuove reclute



 



La Guardia svizzera pontificia è un corpo armato fedelmente al servizio del papato dal 22 gennaio 1506. Si tratta dell'unico corpo di guardie svizzere ancora operativo.



Il 22 gennaio 1506, un gruppo di 150 mercenari elvetici al comando delcapitano Kaspar von Silenen, del Canton d'Uri, attraversando porta del Popolo entrò per la prima volta nello Stato Pontificio per servire papa Giulio II.



Le guardie svizzere non furono solo impiegate come scorta personale del papa, ma parteciparono a numerose battaglie, prima fra tutte quella avvenuta il 6 maggio 1527 durante il sacco di Roma da parte delle milizie di Carlo V, permettendo con il loro sacrificio a papa Clemente VII di avere salva la vita. Dei 189 svizzeri se ne salvarono solo quarantadue, cioè quelli che all'ultimo momento avevano accompagnato Clemente VII nella fuga lungo il Passetto di Borgo, il passaggio che collega il Vaticano a Castel Sant'Angelo. Il 5 giugno Clemente VII si arrendeva. Per aver salva la vita dovette accettare pesanti condizioni.



La guarnigione papale fu sostituita con mercenari spagnoli e lanzichenecchi. Il papa ottenne che gli svizzeri sopravvissuti fossero inclusi nella nuova Guardia, ma solo 12 di essi accettarono. Durante la presa di Roma da parte delle truppe italiane nel1870, le guardie svizzere rimasero a difesa personale di papa Pio IX nei suoi alloggi.



Papa Pio X nel 1914 decise di fissare il numero dei militi che compongono questo speciale corpo a 100, più sei ufficiali, tra cui il comandante che ha il grado di colonnello.



Con la nascita nel 1929 dello Stato Vaticano le Guardie svizzere divennero la milizia ufficiale del nuovo Stato. Durante la Seconda guerra mondiale papa Pio XII ampliò temporaneamente il corpo delle guardie svizzere che fu portato a oltre 300 effettivi, sia per dare rifugio ai molti sfollati sia per dare una maggiore stabilità alla Città del Vaticano.



La Guardia svizzera pontificia si occupa della vigilanza, della sicurezza e della protezione del papa all'interno del Palazzo Apostolico e durante i suoi viaggi, oltre che dei servizi d'onore durante le udienze e i ricevimenti.



La Guardia svizzera presiede, congiuntamente con il Corpo della Gendarmeria dello Stato della Città del Vaticano, alle cerimonie nella basilica di San Pietro e nell'aula Paolo VI; si occupa inoltre del controllo degli accessi in Vaticano e, durante la sede vacante, della protezione del collegio cardinalizio.



 



La moneta da 2€ coniata dal Vaticano nel 2006 per ricordare i 500 anni dal tragico episodio raffigura una guardia svizzera durante il giuramento

 


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per chi volesse assistere alle cerimonia di giuramento oggi alle 17:00 è in diretta a questo link:https://www.youtube.com/watch?v=t51WxRgoZJE

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L’11 maggio 1948 viene eletto il secondo presidente della Repubblica Luigi Einaudi



 



Luigi Einaudi nato a Carrù il 24 marzo 1874 e morto a Roma il 30 ottobre 1961 è stato un economista, accademico, politico e giornalista italiano, secondo Presidente della Repubblica Italiana.



Intellettuale ed economista di fama mondiale, Luigi Einaudi è considerato uno dei padri della Repubblica Italiana.



Vice Presidente del Consiglio dei ministri, Ministro delle finanze, del tesoro e del bilancio nel IV Governo De Gasperi, tra il 1945 e il1948 fu Governatore della Banca d'Italia. Dal 1948 al 1955 fu Presidente della Repubblica Italiana.



Nominato Governatore della Banca d'Italia, ricopre l'incarico dal 5 gennaio 1945 all'11 maggio 1948. Per la sua competenza nelle materie economiche, viene nominato componente della Consulta Nazionale dal 1945 al 1946. Il 24 maggio 1946, alla vigilia del referendum istituzionale, Luigi Einaudi dichiara pubblicamente la sua preferenza per la monarchia sul quotidiano L'Opinione, in un articolo a quattro colonne dal titolo Perché voterò per la monarchia.



Viene eletto deputato all'Assemblea Costituente nel 1946.



La sua politica economica di quegli anni, caratterizzata da una diminuzione della tassazione interna e dei dazi doganali, pose le basi per il boom economico degli anni cinquanta e sessanta.



 Fu eletto Presidente della Repubblica l'11 maggio 1948, al quarto scrutinio, con 518 voti su 872 (59,4%).



 



La moneta commemora il centenario della Banca d’Italia e reca l’immagine di Einaudi per molti anni suo presidente.

 


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Il 12 maggio 113 viene inaugurata la colonna traiana
 
La Colonna Traiana è un monumento innalzato a Roma per celebrare la conquista della Dacia da parte dell'imperatore Traiano: rievoca infatti tutti i momenti salienti di quella espansione territoriale. Era collocata nel Foro di Traiano.
La colonna coclide fu inaugurata nel 113, con un lungo fregio spiraliforme che si avvolge, dal basso verso l'alto, su tutto il fusto della colonna.
 L'iscrizione dei Fasti ostienses ci ha tramandato anche la data dell'inaugurazione, il 12 maggio.
La colonna aveva una funzione pratica accogliere le ceneri dell'imperatore dopo la sua morte.
La colonna è del tipo "centenario", cioè alta 100 piedi romani (pari a 29,78 metri, 39,86 metri circa se si include l'alto piedistallo alla base e la statua alla sommità).
La colonna è del tipo "centenario", cioè alta 100 piedi romani (pari a 29,78 metri, 39,86 metri circa se si include l'alto piedistallo alla base e la statua alla sommità).
I 200 metri del fregio istoriato continuo si arrotolano intorno al fusto per 23 volte, come se fosse un rotolo di papiro o di stoffa, e recano circa 100-150 scene animate da circa 2500 figure. L'altezza del fregio cresce con l'altezza, da 0,89 a 1,25 metri, in maniera da correggere la deformazione prospettica verso l'alto.
 
La moneta raffigura il profilo di Traiano e la colonna
 
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Il 14 maggio 1643 sale al trono Luigi XIV
 
Luigi XIV di Borbone, detto il Re Sole nato a Saint-Germain-en-Laye il 5 settembre 1638 e morto a Versailles il 1º settembre 1715, fu il terzo re di Francia e di Navarra della casata dei Borbone; regnò per oltre settanta anni, dal 14 maggio 1643, quando aveva meno di cinque anni, fino alla morte nel 1715.
Per la sua durata, il regno di Luigi XIV è al 12º posto nella classifica dei regni più lunghi della Storia. Fu il primogenito di Luigi XIII e di Anna d'Austria.
Convinto assertore di una monarchia di tipo assolutistico, regnò comunque sempre nell'interesse della Francia.
Fece costruire la famosissima reggia di Versailles in cui accolse molti nobili di Parigi in modo da poter governare liberamente senza vincoli portati dagli aristocratici.
Negli affari interni, Luigi XIV riuscì a far divenire la Corona francese sempre più potente e gloriosa a scapito dell'aristocrazia e del clero. 
Luigi XIV revocò l'Editto di Nantes firmato da Enrico IV di Francia nel 1598 con il quale si garantiva la tolleranza religiosa agli ugonotti.
Luigi XIV morì di gangrena a una gamba. Pare che, alla notizia della sua morte, la Francia intera esultò e festeggiò, accendendo dei fuochi di gioia; il suo feretro, trasportato a Saint-Denis, fu oltraggiato da sputi e fango che lanciava la folla: il suo regno era stato troppo lungo per poterlo rimpiangere. Il suo corpo fu sepolto nella basilica di Saint-Denis ma il 14 ottobre 1793 durante la rivoluzione, la sua tomba venne profanata e i suoi resti furono dispersi dai rivoluzionari.

 

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Il 17 maggio 1814 la Norvegia firma la sua Costituzione



 



La Costituzione della Norvegia fu firmata e datata il 17 maggio 1814. Fu considerata una delle costituzioni democratiche più radicali al mondo in quel periodo. Il 17 maggio è ora la Festa nazionale norvegese.



La costituzione della Norvegia fu ispirata dalla dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti del 1776, dalla rivoluzione francese del 1789 e dalle successive costituzioni statunitense e francese.



 



La moneta coniata dalla Norvegia nel 2014 per commemorare i 200 anni della costituzione

 


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Il 19 maggio 1678 nasce Francesco Farnese
 
Francesco Farnese nato a Parma il 19 maggio 1678 morto a Piacenza il 26 febbraio 1727 fu il settimo duca di Parma e Piacenza dal 12 dicembre 1694 alla morte. Grazie alla sua opera i Farnese rientrarono a pieno titolo nel centro della grande politica.
Francesco era figlio di Ranuccio II Farnese e di Maria d'Este. Successe al padre nel governo del Ducato di Parma e Piacenza a soli 16 anni nel dicembre 1694. Era timido e balbuziente, ma dotato di un'intelligenza vivace e della spregiudicatezza politica di tutti i grandi della famiglia.
La situazione finanziaria del ducato era disastrosa. Per cercare di sanarla, Francesco tagliò tutte le spese inutili della corte licenziando gran parte della servitù, dei musici, dei buffoni e nani. Abolì inoltre, spettacoli, feste di corte e banchetti.
Il suo fu un regno illuminato. Costruì un'opera idraulica per difendere la città di Piacenza dall'erosione del Po. Favorì l'ampliamento dell'Università di Parma e del Collegio dei Nobili, incoraggiando lo studio del diritto pubblico, della storia, delle lingue e della geografia. Nel 1712 diede il via ai lavori di ristrutturazione della rocca di Colorno, terminati nel 1730.
 
La moneta un testone, raffigura Francesco visto di profilo e San Vitale
 
 

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Nel 15 a.c. in questo giorno nasceva Germanico Giulio Cesare
 
Germanico Giulio Cesare nato a Anzio nel 15 a. C. e morto ad Antiochia nel 19 d. C. Figlio di Druso Maggiore e di Antonia Minore; adottato da Tiberio , sposò Agrippina Maggiore. Iniziò una serie di spedizioni in Germania per riscattare la sconfitta di Varo e liberare l'Impero dal pericolo costituito da Arminio. Fu inviato con poteri straordinarî in Oriente, dove attuò importanti provvedimenti; si urtò tuttavia con Calpurnio Pisone, proconsole della Siria.
Poco dopo la partenza di Pisone, Germanico cadde malato ad Antiochia e morì il 10 ottobre dopo lunghe sofferenze; prima di spirare, lo stesso Germanico confessò la propria convinzione di essere stato avvelenato da Pisone, e rivolse un'ultima preghiera ad Agrippina affinché vendicasse la sua morte. Officiati i funerali, dunque, Agrippina tornò con le ceneri del marito a Roma, dove grandissimo era il compianto di tutto il popolo per il defunto. Tiberio, tuttavia, evitò di manifestare pubblicamente i suoi sentimenti, e non partecipò neppure alla cerimonia in cui le ceneri di Germanico furono riposte nel mausoleo di Augusto. In effetti Germanico potrebbe essere deceduto di morte naturale, ma la popolarità crescente enfatizzò molto l'avvenimento.
Subito, però, si manifestò il sospetto, alimentato dalle parole pronunciate da Germanico morente, che fosse stato Pisone a causarne la morte avvelenandolo. Si diffuse dunque anche la voce di un coinvolgimento dello stesso Tiberio, quasi fosse il mandante del delitto di Germanico, avendo lo stesso scelto personalmente di inviare Pisone in Siria: quando dunque lo stesso Pisone fu processato, accusato anche di aver commesso numerosi reati in precedenza, l'imperatore tenne un discorso particolarmente moderato, in cui evitò di schierarsi a favore o contro la condanna del governatore. A Pisone non poté comunque essere imputata l'accusa di veneficio, che appariva, anche agli accusatori, impossibile da dimostrare; il governatore, tuttavia, certo di dover essere condannato per gli altri reati che aveva commesso, decise di suicidarsi prima che venisse emesso un verdetto.
 
La moneta è un bel dupondio di Caligola che raraffigura il padre Germanico sulla biga
 
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Il 26 maggio 1986 la comunità europea adotta la bandiera europea
 
La bandiera dell'Europa raffigura dodici stelle dorate disposte in cerchio su campo blu.
Le dodici stelle non rappresentano i paesi membri dell’Unione, ma tutti i popoli d'Europa, uniti in un cerchio, simbolo di unità.
Anche se la bandiera viene comunemente associata all'Unione europea venne inizialmente adottata dal Consiglio d'Europa
La bandiera venne ufficialmente adottata dall'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, approvando la formale proposta dell'araldo capo irlandese Gerard Slevin, il 25 ottobre 1955 e dal Comitato dei Ministri a Parigi l'8 dicembre dello stesso anno.
L'Unione europea, istituita con il trattato di Maastricht nel 1992 dai medesimi membri della Comunità europea, adottò contestualmente anch'essa la bandiera europea con le dodici stelle dorate su campo blu.
Da allora la bandiera rappresenta congiuntamente sia il Consiglio d'Europa, che l'Unione europea.
 
La moneta da 2€ coniata nel 2015 dagli stati che emettono monete euro commemora il 30° anniversario della bandiera

 

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  • 9 mesi dopo...

Il 28 febbraio di 15 anni fa salutavamo le care vecchie lire per passare a una nuova moneta l'euro

La storia della lira inizia quando nel 269 a.C. viene attribuito alla “libra” romana un peso definito circa 320 grammi, diventando così l’unità di misura fondamentale anche per il peso delle monete, passando nel 780-790 d.C. per la riforma di Carlo Magno che definiva un sistema monetario basato sì sulla lira, ma in cui la lira non venne mai coniata; fino a quando finalmente si concretizzò fisicamente con la “lira Tron” fatta battere dal doge di Venezia Nicolò Tron nel 1472, e, attraverso i primi biglietti di Stato della storia italiana del 1746, fino ancora alle prime lire decimali, questa volta per la prima volta con il nome della valuta visibile sulla moneta, sotto Napoleone (1806-1807), alle prime lire del Regno d’Italia (1861), e alle monete della Repubblica del 1946 nella “lega povera” in alluminio detta “italma”. Fino all’euforica consacrazione nel 1959 come moneta più stabile d’Europa, il cosiddetto“Oscar della Lira”.

Le foto ripercorrono le varie tipologie di Lira 
Infine il monumento alla Lira eretto a Rieti. Per realizzare il monumento, occorsero tre tonnellate di vecchie monete “bronzital” da 200 lire e il tondello interno delle 500 lire, che erano state acquistate in grande quantità, circa 11 tonnellate, dalla “rottamazione” del Ministero del Tesoro. Il monumento rappresenta l'Italia turrita che tiene nelle mani alzate una grande moneta da una Lira con i dritti della prima e dell'ultima Lira coniata; sulla sua veste c'è scritta: "L'Italia per la Lira".

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