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IGNORED

Mezza moneta


gigiobiondo

Risposte migliori

dovrebbe tratarsi di un asse repubblicano...si usava di frequente dimezzare questo nominale, chi dicie per scopi cultuali, chi per mncanza i materia prima...ma di preciso non so il perchè.

come ho già scritto in altre discussioni devo fare una ricerca sull'argomento...se qualcuno intanto ne sa qualcosa...

ciao

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Assolutamente, è una moneta romana repubblicana (non preromana) tagliata intenzionalmente.

E' estremamente probabile che si tratti di un asse, ma per dirlo con certezza bisognerebbe sapere qualcosa di più (per esempio il peso oppure cosa si vede sul diritto).

Poi ci racconterai dove vai a fare i tui picnic :D .

Perché tagliata?

Non lo so, sono più di vent'anni che mi riprometto di approfondire questo aspetto, ma al momento non saprei cosa dire.

Di sicuro in contesti cultuali se ne trovano, ma direi anche in contesti di abitato (però a occhio direi meno).

Fra le ipotesi (oltre alla idea della "smonetizzazione", cioè della volontà di rendere la moneta inutilizzabile in relazione a motivi cultuali) potrebbe esserci anche quella della "moneta di emergenza" (ma non ci credo tanto) oppure anche quella della creazione sbrigativa di un "divisionale".

Di solito il taglio è netto e ragionevolmente a metà, però esistono anche casi di pezzi decisamente irregolari (non riconducibili apparentemente ad una frazione esatta), talora si vede bene che la divisione è stata fatta con due azioni distinte, prima un taglio con uno strumento del tipo di una sega o meglio di una lama di acciaio, poi le due parti risultano essere state spezzate lungo il solco preparato.

Interessante :) .

Mi raccomando, comportarsi bene :P .

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L'argomento delle monete dimezzate in età tardo repubblicana è stato oggetto di un articolo in due parte di Antonio Morello comparso su Monete Antiche alla fine del 2003 (n.11 e 12).

Provo a riassumere qualche passo a mio avviso significativo sperando di non commettere grossolani errori di interpretazione.

L’autore dedica molto spazio ai ritrovamenti di monete dimezzate provenienti dal fiume Garigliano e forse lì gettate quando alla fine non servirono più oppure come ex-voto, tra il I secolo a.C. ed il I secolo d.C.; al contempo fa una interessante trattazione generale dell’argomento.

Morello sottolinea come le monete dimezzate (a volte quarti) siano state nel passato considerate monete di serie B, sia dai collezionisti che dagli archeologi e solo di recente sono state rivalutate in relazione al periodo storico in cui furono dimezzate, ossia "un periodo storico ben definito in cui la circolazione di moneta minuta, quale era quella in bronzo, si basò sulle vecchie emissioni monetali nonostante alcuni tentativi dei governanti, del decennio tra il 45 ed il 36 a.C., di sopperire a una certa esigenza di moneta spicciola da parte dei piccoli mercati al dettaglio e, dunque, del popolo. (....) Dopo la cessazione dell'emissione di moneta di bronzo da parte dello Stato intorno all'82 a.C."

In generale il periodo riguarda l'arco di tempo che va dall'82 a.C. al periodo Augusteo.

Morello cita una pubblicazione della prof. Cesano (vedi dopo). I suoi studi si basarono su un ripostiglio rinvenuto a Terni e hanno permesso di stabilire che questa consuetudine era in uso già nel 42 a.C.”. (gruzzolo interrato poco dopo il 42 a.C.).

I dati raccolti ed esposti portano alla conclusione che i frammenti in questione avevano la stessa funzione di moneta, ebbero cioè corso come quelle aventi valori di metà e quarti a secondo della loro divisione. Vista la vastità geografica (anche nelle regioni d’oltralpe) dei ritrovamenti di monete dimezzate è lecito supporre che il governo centrale per lo meno tollerasse tale usanza, ma non si hanno prove certe in merito.

E’ probabile che l’usanza di tagliare le monete in bronzo in due parti si protrasse in Gallia molto più a lungo che in Italia. A Roma sembra terminare “appena Augusto pose mano alla riorganizzazione della moneta di bronzo facendone riprendere dai suoi funzionari la emissione. Fu allora emessa in corso per più anni consecutivi uan quantità straordinaria di moneta enea, buona parte della quale consistente in nominali inferiori all’asse.”

"Il pessimo stato di conservazione in cui si rinvengono le monete dimezzate ci fa comprendere il lungo periodo in cui esse circolarono: gli assi onciali emessi nella prima metà del II sec. a.C. circolarono per quasi due secoli trovando nei suoi ultimi anni di ricolazione lo scalpello di colui che aveva bisogno di moneta spicciola per i suoi acquisti."

Il fenomeno è per certi versi simile e parallelo all’emissione non ufficiale di piccole monete raffiguranti disegni spesso rozzi e di cattivo conio, rozzamente imitative oppure emissioni di privati cittadini con lo scopo di sopperire la mancanza di spiccioli, anche se in questo caso sembra più destinato ad un ambito locale (Campania settentrionale e Lazio: vedi i lavori di Stannard).

L’operazione di taglio veniva fatta generalmente cercando di non deturpare per quanto possibile le raffigurazioni; ecco che molte di questi dimezzamenti interessano quelle monete che anche tagliate in due, mantenevano una caratteristica identificativa dell’origine e da cui fosse possibile derivare il valore risultante. Ad esempio assi con Giano bifronte, le monete di Sesto Pompeo, assi di Vienna o le monete di Nemausus con i due busti Agrippa ed Augusto.

La Cesano cita anche frammenti usati per scopi diversi dall'uso monetale e ricorda che "questi frammenti servirono secondo il modo di ritrovamento ora come offerta alle divinità delle fonti o dei fiumi, ora come obolo di Caronte che il defunto doveva portare seco, ora come pegno di amicizia, di ospitalità, segno o tessera di riconoscimento"

I casi di dimezzamento su monete imperiali sono forse anche da attribuire a damnatio o ai casi appena citati, più che a una necessità di moneta spicciola. L'illustrato sesterzio di Treboniano Gallo è tagliato quasi nel senso ore 3 ore 9, in modo da rendere il profilo irriconoscibile. Un asse di Caligola è tagliato invece in direzione ore 12 ore 6.

L’articolo cita una discreta bibliografia sia nel testo che in calce: Cesano, Buttrey, Crawford, Stannard, Martini, Grueber, etc. In particolare due che mi interesserebbe leggere, ma ai quali purtroppo non ho accesso:

- Lorenzina Cesano, Contributo allo studio delle monete antiche dimezzate. Ripostiglio di Terni, in RIN 1915 pp 11-38.

- T.H.V. Buttrey, Halved Coins, The Augustan Reform and Horace, Odes F. 3 in A.J.A., 1972 pp. 73-78.

http://links.jstor.org/sici?sici=0002-9114...%3E2.0.CO%3B2-G

Luigi

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  • 11 anni dopo...
5 ore fa, [email protected] dice:

LE MONETE TAGLIATE COME I DENARI TAGLIUZZATI LO FACEVANO CON DECRETO DEL IMPERATORE DELL PERIODO LI TAGLIAVANO X CREARE ALTRE MONETE VISTO CHE LE CAVE ERANO IN CRISI E LIDEA DI TAGLIARE LE MONETE E PIACIUTO ALL IMPERATORE .

Ciao, è possibile conoscere la fonte di questa affermazione? 

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  • 3 mesi dopo...
  • 2 settimane dopo...

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