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Inviato

Ho notato una curiosa carratteristica comune a sia i ducatoni sia ai doppi e tripli ducatoni emessi dalla zecca di Piacenza per Alessandro Farnese 1588-90 con emissioni postume 1593-99

Ho visto tre o quattro esemplari dal vivo e ho esaminato molte illustrazioni: molti di questi hanno la fronte del busto di Alessandro screpolata o perfino frantumata, nulla di sorprendente perché si tratta probabilmente (?) di coni diffettosi. Tuttavia, moltissimi esemplari sembrano avere un tipo di aggiunta sulla fronte come se la screpolatura fosse stata riempita... Mi domando se questo rappresenti un tentativo di riparazione contemporanea di questi pezzi o un tentativo odierno mirato al mercato numismatico?

Ho consultato la rilevante letteratura (CNI, G. Crocicchio, Le monete dei Farnese: La zecca di Piacenza 1545-1731, etc.) ma non ho trovato nulla in merito.

Forse qualche eruditissimo lamonetario??

In allegato: (1) immagine di un ducatone con screpolatura sulla fronte

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Inviato

2° allegato: immagine del D. di un ducatone con la fronte riparata (?)

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Inviato

3° allegato: immagine di un triplo ducatone con la fronte riparata (?)

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Inviato

Credo, che la ragione stia, come ha fatto notare Lei nella qualità del conio, e presumo anche nella amalgama della lega di argento.

I doppi ed i tripli ducatoni, soprattuto questi ultimi erano meno destinati alla circolazione ordinaria, eppure presentano non solo il problema della fronte ma anche il mancanze di metallo generalizzate nel tondello, dei veri e propri buchi o falle di metallo. Si direbbe quindi una produzione poco curata in contrasto con l'importanza della moneta. In quel periodo a coniare dei simili massimali in argento erano assai poche zecche. Milano ad esempio si avvicinò alla coniazione del doppio ducatone solo nel secolo successivo, Roma non l'ebbe mai a coniare.

Genova lo faceva abitualmente ma era moneta destinata alla circolazione ordinaria ed aveva regole di zecca completamente come diverse. Non v'è n'è traccia in altre zecche importanti quali Firenze. Rarissimi sono quelli piemontesi. A Venezia il multiplo in argento dello scudo della croce o del ducato è rarissimo e mi pare anche in questo caso più tardo. Napoli non ricordo ci siano state coniazioni di multiplo in argento.

Immagino, ripeto immagino che ci fossero delle oggettive difficoltà di coniazione, e probabilmente il risultato non era soddisfacente da motivarne la fatica.

Le riparazioni (se di ciò si tratta) non mi pare siano moderne, anche perchè generalmente l'artista non si sarebbe limitato alla fronte; non avrebbe resistito ad altri interventoi chirurgici .... già che ci sono.

Potrebbero, ed uso sempre il condizionale, essere coeve sul conio o sul prodotto finito.


Inviato

parlo da osservatore perche non conosco la moneta , ma vedo ( almeno mi sembra ) che ha dei rilievi molto pieni , quindi credo che , come dice picchio , il fattore lega sia il principale indiziato , perche nei punti di maggior rilievo nel mezzo dei campi , mi pare che la lega sia collassata a causa della pressione crepandosi , fatto che forse poi a portato al rinnego della coniazione delle principali zecche , questa ipotesi porta poi al fatto che incisori meno esperti abbiano fatto una serie di imprecisioni nella preparazione dei coni , si notano leggende non ben allineate cosi come la perlinatura dei bordi , inoltre mi par di vedere che su almeno una moneta il conio sia saltato leggermente creando un effetto come di ribattitura ( non so se poi e' normale per le monete dell'epoca ) .

ciao

Domenico


Inviato

Il mosso di conio è abbastanza comune per la monetazione coniata a martello, prima del torchio. Soprattutto per i grandi nominali.


Inviato
Il mosso di conio è abbastanza comune per la monetazione coniata a martello, prima del torchio. Soprattutto per i grandi nominali.

166111[/snapback]

Anche nei piccoli, buona parte della mia (modesta) collezione di monete mantovane (tutte monete basse) presenta le legende più o meno mosse o sdoppiate... secondo me gli operai della zecca erano soliti farsi un buon bicchiere prima di mettersi al lavoro... :rolleyes:


  • 13 anni dopo...
Inviato

Ad avercele le monete di medio e grande modulo, una zecca stupenda con dei rovesci da favola. Una zecca da nicchia.


Inviato

Ciao @Scudo1901, un triplo ducatone di Alessandro Farnese (peso 95.24 gr) è passato al pubblico incanto nell'asta Nomisma 40, ex collezione Vitalini al lotto 1388. Classificato RRR e in conservazione BB, è stato aggiudicato alla base a 20.000 euro, diritti esclusi. Purtroppo non riesco a fornirti le immagini... 

Michele 

 

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Supporter
Inviato (modificato)

Ciao @Scudo1901  sicuramente il tuo amico dovrebbe cercare il libro più importante sulla monetazione Piacentina che è Zecche e monete a Piacenza di Crocicchio/Fusconi.

Per quanto riguarda il triplo ducatone del 1599 è classificato R4, ti allego la classificazione (la differenza è che manca la lupa a lato della figura femminile) esiste anche un solo esemplare conosciuto di quadruplo ducatone. 

 

img794.jpg

img795.jpg

 

img796.jpg

Modificato da palpi62

Staff
Inviato
14 ore fa, ZuoloNomisma dice:

Ciao @Scudo1901, un triplo ducatone di Alessandro Farnese (peso 95.24 gr) è passato al pubblico incanto nell'asta Nomisma 40, ex collezione Vitalini al lotto 1388. Classificato RRR e in conservazione BB, è stato aggiudicato alla base a 20.000 euro, diritti esclusi. Purtroppo non riesco a fornirti le immagini... 

Michele 

 

Le ho salvate nel mio database :) 

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