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Articolo zecca clandestina


Cromio di Aitna

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Sulla scia delle discussioni precedenti riguardanti la falsificazione e il commercio di materiale numismatico antico, posto qui di seguito un breve articolo apparso nel volume "L'Arma per l'Arte. Beni Culturali di Sicilia recuperati dal Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale", edito nel 2010 dalla Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Palermo.

 

Articolo zecca clandestina.pdfArticolo zecca clandestina.pdf

 

Più specificatamente, l'articolo oggetto della discussione riguarda il famoso falsario operante a Centuripe,  conosciuto nell'ambiente del collezionismo numismatico come "Ogliolaro" o "Ugghiularu". Un articolo simile a questo, ma molto più dettagliato e con un maggior numero di immagini, venne pubblicato successivamente nel volume n. 58 degli Annali dell'Istituto Italiano di Numismatica del 2012, a firma del Capitano Giuseppe Marseglia.

Oltre all'articolo, posto una serie di immagini emblematiche che raccolsi diverso tempo fa, le quali mostrano alcuni degli oggetti metallici sequestrati all'interno della zecca clandestina, come alcune cuspidi di lance protostoriche e piccoli frammenti bronzei pronti per la fusione.

 

reperti 1.jpgreperti 2.jpg

 

Per ultimo ribadisco nuovamente che l'Ogliolaro non è di Centuripe ma di Paternò, infatti proprio tale soggetto è stato negli anni '80 uno dei capostipite della cosiddetta "scuola paternese". Centuripe invece pur non disdegnando la falsificazione di monete antiche è più nota per la produzione di ceramica e coroplastica falsa.

 

 

 

 

 

 

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Articolo di notevole interesse ed ancor più inquietante delle foto delle decine di conii moderni postate una decina di giorni fa nella sezione falsi.

 

 

14 ore fa, Cromio di Aitna dice:

Da quello che si dice in giro è stato sempre attivo, anche dopo il sequestro.

Direi che è altamente credibile che abbia continuato la sua attività, del resto temo che alle spalle di certi singoli individui e dei loro "apprendisti" ci siano sempre organizzazioni altamente ramificate (tombaroli, chimici, "spacciatori" dei falsi riprodotti e chi più ne ha più ne metta..).

..tagliato un ramo ne ricresce un altro, segato il tronco restano le radici ....

Spaventoso l'insieme delle "tecniche" messe in campo in ogni caso!

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Pur presenti in un'altra discussione, allego lo stesso le seguenti immagini, affinchè il quadro della questione possa risultare in maniera più esaustiva possibile.

http://www.regione.sicilia.it/beniculturali/dirbenicult/info/carabinieri/immagini/foto-conii-2.jpg

 

http://www.regione.sicilia.it/beniculturali/dirbenicult/info/carabinieri/immagini/foto-conii-1.jpg

Modificato da Cromio di Aitna
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Ringrazio per l'articolo, molto interessante, anche se il materiale sequestrato risale a alcuni anni fa.

Per inciso, l'ultima immagine dei conii del famoso tetradramma di Aitna compare in Forgerynetwork, ove risulta che sono stati venduti via ebay dal solito "soldatoconfederato".....

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4 ore fa, acraf dice:

Ringrazio per l'articolo, molto interessante, anche se il materiale sequestrato risale a alcuni anni fa.

Per inciso, l'ultima immagine dei conii del famoso tetradramma di Aitna compare in Forgerynetwork, ove risulta che sono stati venduti via ebay dal solito "soldatoconfederato".....

Un tetra falso da Aitna ( credo - con buona approssimazione - da questi coni )  era stato presentato anche sul forum in una discussione di parecchi anni fa. 

Ricordo che lo segnalai subito attirandomi le ire naturalmente del forumista che l'aveva presentato sostenendone invece la plausibilita' . Diciamo che li il gioco era abbastanza facile ( c'e' ancora chi e' convinto che neppure l'unico es conosciuto sia in effetti originale...)

evidentemente c'era una bella attinenza con il materiale sequestrato riportato sopra :)

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post 5  27/08/2016

riprendo in calce l'immagine della "copia " dell'unicum in Bruxelles , particolare tra gli altri falsi .

Da secoli , importanti , anche nobili , collezionisti , hanno ricercato esemplari di estrema rarità , meglio se unici .

Da secoli , bravi artigiani , in assenza di unici originali , per venire incontro a queste esigenze , ne  hanno prodotti , magari inventando .

 

Due anni or sono , la comparsa di un secondo esemplare dell' ( ex ) unicum tetradramma di Siracusa  Boheringer 1 , questo in museo a Berlino  da inizio novecento .

Sfavorevolmente valutato da alcuni forumer il secondo , a suo tempo giudicato un falso da G. Rizzo l'unicum : in ipotesi , un falso di un falso ?

Un anno fa , in discussione gli estremamente rari stateri incusi di Pal-Mol .

5 esemplari noti da inizio ottocento , unitamente ad un conio falso per quella tipologia .

Per i 5 , grandi collezionisti e poi grandi musei : 2 esemplari ritenuti originali , 3 esemplari probabilmente falsi .

 

E dunque , copie dell'unicum  tetradramma di Aitna : anch'esso da grande collezionista a grande museo , anch'esso sfiorato da dubbi .

 

 

 

foto-conii-2.jpg

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4 ore fa, VALTERI dice:

E dunque , copie dell'unicum  tetradramma di Aitna : anch'esso da grande collezionista a grande museo , anch'esso sfiorato da dubbi .

 

 

 

Come giustamente sottolinea Valteri, il famoso tetradramma di Aitna prima di confluire nella collezione di Lucien De Hirsch per poi passare a quella della Biblioteca reale del belgio, apparteneva al padre dello scrittore Giovanni Verga.

Tempo fa in una discussione relativa alla possibile identificazione di Aitna-Inessa, risposi ad un utente del forum dove molto probabilmente era stato rinvenuto il famoso tetradramma di Bruxelles, aggiungendo che nello stesso sito erano state scoperte diverse litrai della stessa zecca e - secondo voci di corridoio - alcuni esemplari di questo raro tetradramma.

Purtroppo la questione nel suo complesso risulta abbastanza complicata per la presenza di problemi di carattere storico-archeologico, a cui vanno ad aggiungersi quelli generati da tombaroli e falsari, i qualli hanno aggravato ulteriormente la situazione.

 

 

 

Modificato da Cromio di Aitna
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3 ore fa, Cromio di Aitna dice:

Come giustamente sottolinea Valteri, il famoso tetradramma di Aitna prima di confluire nella collezione di Lucien De Hirsch per poi passare a quella della Biblioteca reale del belgio, apparteneva al padre dello scrittore Giovanni Verga.

Tempo fa in una discussione relativa alla possibile identificazione di Aitna-Inessa, risposi ad un utente del forum dove molto probabilmente era stato rinvenuto il famoso tetradramma di Bruxelles, aggiungendo che nello stesso sito erano state scoperte diverse litrai della stessa zecca e - secondo voci di corridoio - alcuni esemplari di questo raro tetradramma.

Purtroppo la questione nel suo complesso risulta abbastanza complicata per la presenza di problemi di carattere storico-archeologico, a cui vanno ad aggiungersi quelli generati da tombaroli e falsari, i qualli hanno aggravato ulteriormente la situazione.

 

 

 

Non conosco i "problemi di carattere storico-archeologico" cui si fa riferimento.

Né sono a conoscenza - pur frequentando gente bene addentro a questo settore - di altri esemplari del famoso tetra rinvenuti (diciamo che in questo ambiente prima o poi se una cosa c'è veramente si viene a sapere - idem per i famosi deka di Akragas di cui si conoscevano solo sei esempalri fino a gli anni Novanta - poi miracolosamente raddoppiati - tutti in collezioni private beninteso..).

Posso pero' dire di aver visto una litra di Aitna con il medesimo tipo di diritto del tetra in questione (al rovescio vi era la rappresentazione di un fulmine) sicuramente autentica e con patina perfettamente cristallizzata. Lo stile era altissimo (la esaminai assieme a Silvia Hurter che ne rimase affascinata) e lontanissimo dagli obbrobbri che girano attualmente (sia tetra che litre di fattura rozza e grossolana. Questo non significa che se esiste la litra automaticamente esiste anche il tetra, ma almeno sappiamo che quella particolare  raffigurazione del Sileno almeno non è un'invenzione di qualche falsario...

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C'è cmq da chiedersi,  al di là di quanti esemplari ne siano stati coniati al tempo, le motivazioni cmq di una produzione così limitata, e normalmente sono molto legati a particolari avvenimenti storici. Poi si può pensare o meno alla non autenticità.

Strano, stranissimo,  che a noi ne sia arrivato cmq un solo esemplare,  ed anche nelle vecchie collezioni non mi sembra ne esistano raffigurati ( penso al paruta o al Torremuzza)..  un Po come per l'argento siracusano con sileno e chicchi descritto dalla dr.ssa Biucchi) 

 

Skuby 

 

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Come sempre.... rispettoso delle opinioni altrui, leggendo i vari messaggi sul dilemma che in tanti si continuano a porre sul tetradramma di Aitna ........e o non è  genuino ? .

Tutto nasce dall'essere unico , come e successo per il tetradramma arcaico di Syra con il sileno di faccia, o come il tatradramma di Segesta Pure di faccia nella vendita Moretti, o come ancora un tetradramma di Aitna sempre della coll. Moretti , con Atena su quadriga .

4 Syrakosion Tetradramma arcaico unico.jpg

10a Segesta tetradramma UNICO del 405 con ninfa Aigestes di faccia.jpg1b Aitna tetradramma del 475 a.C. UNICO.jpg

Purtroppo essere unici fa sempre diffidare collezionisti, commercianti , studiosi tutte le volte che esce fuori in unicum , 

Nel caso del Tetradramma di Aitna, sarebbe opportuno osservarlo da foto in HD e usando la logica , si può percepire se la moneta e genuina o e dubbiosa.

Nel caso del Sileno di Aitna , per via della alta conservazione , che qualcuno alita sospetto di autenticità .

Personalmente la ritengo più che genuina e si possono commentare le varie opinioni .

UNICAMENTE STUPENDA. Scaricatela e studiate i dettagli , i bordi, la barba, l'occhio, lo scarabeo, l'etnico , il perlinato e poi rivedetelo acora questo dritto e poi ancora , fino a ché capirete perché e genuina.

Dritto del Tetradramma di Aitna con la testa del Sileno.png

 

 

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Bisogna stare attenti all'assioma pezzo unico = pezzo dubbio o falso.

Sicuramente bisogna stare sempre molto attenti davanti a un pezzo unico, soprattitto se privo di contesto archeologico. Che sia poi noto fin dall'Ottocento non è garanzia di autenticità. Anzi in quel secolo furono attivi diversi falsari, alcuni molto valenti e con esemplari coniati e non solo fusi. Ma esistono anche molte ragioni per cui non sono più comparsi nel frattempo nuovi esemplari.

Una emissione potrebbe essere molto limitata fin dall'origine e quindi essere sopravvissuto fino ad oggi un solo esemplare. Neppure io ho mai sentito parlare dell'esistenza di altri esemplari del famoso tetradramma di Aitna, a parte i vari falsi moderni, che sono tutti di fattura ben lontana dal pezzo esistente a Bruxelles. Il curatore di Bruxelles, De Callatay, mi ha accennato che periodicamente salta fuori uno che sostiene la sua non autenticità, ma è da almeno trent'anni che sta ancora aspettando una valida e argomentata motivazione. Lui è certo della sua autenticità, anche se la sua ovviamente resta sempre una opinione, anche se molto qualificata. Poi è veramente difficile immaginare un falsario così bravo, anche se potrebbe starci lo zampino del famoso orefice e antiquario Alessandro Castellani, che era poi quello che lo vendette al Barone Lucien De Hirsch, sembra dopo averlo preso sulla piazza di Londra dalla collezione che gli eredi Verga avevano colà portato. Ma Castellani pare che non avesse competenze per fare false monete antiche siceliote, mentre non disdegnava di falsificare gioielli e oggetti soprattutto etruschi.

Castellani: orafi italiani (1827-1909)
Fortunato Pio (1794 – 1865) nel 1814 aprì un proprio laboratorio a Roma specializzato nella creazione di gioielli imitanti quelli antichi che venivano alla luce nelle necropoli dell’Etruria e negli scavi di Pompei ed Ercolano. Il sodalizio col duca Michelangelo Caetani, cultore di belle arti e disegnatore egli stesso di gioielli, permise a Fortunato Castellani di divenire in breve l’orafo delle più illustri famiglie aristocratiche romane ed europee.
I figli Augusto e Alessandro continuarono l’attivita; il figlio Guglielmo, invece, si dedicò alla ceramica. La parte creativa fu affidata ad Alessandro e a Michelangelo Caetani, mentre Augusto si interessò soprattutto degli aspetti economici. Nel 1859 i Castellani si dedicarono per cinque mesi al restauro e alla catalogazione della Collezione Campana; ebbero l’opportunità pertanto di perfezionare le loro osservazioni sulla tecnica della granulazione e della filigrana e di giungere ad un accettabile livello di riproduzione.
Nella seconda metà del XIX secolo le oreficerie Castellani conquistarono un ruolo di primo piano nel mercato europeo. Alessandro, che era riparato in Francia per motivi politici nel 1860, aprì con grande successo nuove sedi anche a Parigi e a Napoli, nelle quali si commerciavano antichità, soprattutto etrusche. Fra i clienti si annoveravano anche Napoleone III, il Museo del Louvre e il British Museum diretto da Newton. Analisi chimiche recenti su alcuni reperti antiquari venduti dai Castellani, al museo di Berlino, hanno permesso di stabilire che Alessandro Castellani talora ha venduto anche dei reperti falsi.
Morto Alessandro (1883) dal temperamento avventuroso, gioventù patriottica e progressista per cui fu anche arrestato, il fratello Augusto trasformò la bottega in una specie di museo privato. L’attività continuò ancora con i nipoti Alfredo e Torquato, figli rispettivamente di Augusto e di Alessandro; il primo fu orafo, il secondo ceramista. La morte di costoro, avvenuta negli anni trenta del novecento, rappresentò la fine dell’attività.
I Castellani hanno conservato e donato allo stato italiano i gioielli da loro creati nel corso della loro attività centenaria e rimasti in loro possesso. Ora esposti nel Museo nazionale di Villa Giulia. Augusto, che aveva donato al Museo Capitolino e al Museo artistico-industriale di Roma una grande collezione di pezzi rari, lasciò alla sua morte al figlio Alfredo la sua collezione di vasi greci, italioti ed etruschi, di bronzi, di avori, gioielli e monete. Alfredo, ultimo discendente maschio dei Castellani, donò la quasi totalità della collezione allo Stato italiano con due sole eccezioni: una coperta di evangeliario in oro, zaffiri, perle e avorio, e una corona votiva in oro, perle e rubini lasciate, per volontà testamentarie, alla Basilica di San Pietro in Vaticano ove sono esposte presso il Museo del Tesoro della Basilica.

Noto che il parere di Gionnysicily, apparso poco prima di me, coincide con la mia opinione personale.

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Grazie Alberto , quanto si apprende con i tuoi interventi, storie realmente vissute .
Non dimentichiamo che anche nel Rinascimento ci furono grandi incisori, ma che nulla hanno a che vedere con l'arte incisoria delle Città Siciliane , del periodo Greco Arcaico e Classico .
Lasciamo a Cesare , quel che è di Cesare.

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Sempre difficile fare comparazioni estetiche di valore assoluto tra epoche/ tecniche diverse . Anche in arte tutto e' relativo e resta un esercizio discutibile stabilire  gia' una classifica se sia piu' apprezzabile come pittore Leonardo o Raffaello che appartengono alla stessa epoca e utilizzano tecniche pittoriche   simili, figuriamoci comparare opere e artisti di epoche diverse che esprimono contenuti completamente diversi. 

La ricerca introspettiva dell'artista rinascimentale che riesce a riprodurre, magistralmente , anche il carattere del personaggio che sta raffigurando sono naturalmente sconosciuti in epoca greco-classica dove le raffigurazioni riprendono soggetti mitologici o naturali. Di contro la maestria e il livello di raffinatezza delle incisioni siceliote classiche cj ha lasciato dei capolavori perfetti dove la forza espressiva e la perfezione plastica di certe raffigurazioni possiamo dire abbia ben pochi paragoni nella produzione monetale e puo' essere avvicinata per certi esemplari e tenuto conto delle differenze di medio e proporzioni ad alcune produzioni della statuaria classica. 

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Relativamente il al tetradramma di Aitna , segnalo l'interessante lavoro della Dr.ssa Caltabiano:

Maria CACCAMO CALTABIANO: Why is there the head of a Silenus on the Aitna tetradrachm?

E' scaricabile da accademia.edu

skuby

 

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