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Tutti a casa


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Inviato

L'8 settembre 1943 sbanda per la penisola i resti del disciolto esercito italiano.

Il sottotenente Innocenzi (Alberto Sordi), travolto come tutti i suoi commilitoni dall'armistizio, cerca di raggiungere la sua casa, insieme a tre militari del suo reparto.

Il film di Luigi Comencini (Tutti a casa - 1960) racconta con sincerità, innestando su un tema tragico i modi della commedia di costume, il lungo viaggio, dal Veneto al Sud, di questo gruppo di sbandati, uniti dall'idea del ritorno a casa.

Fame, caos, borsa nera: è un viaggio in un paese disgregato che tuttavia non manca di mostrare la sua eterna commedia: quella, solita, dell'arte di arrangiarsi, quella, tragica, legata alla presenza della morte, quella, per un attimo etica, della scelta della Resistenza.

Alla fine, solo Innocenzi e il geniere Ceccarelli (Serge Reggiani), raggiungeranno la meta, ma il padre del sottotenente (Eduardo De Filippo) vorrebbe vederlo arruolato con i tedeschi; i due fuggono di nuovo, per finire catturati dai fascisti e mandati in un campo di lavoro a Napoli; qui Ceccarelli viene ucciso dai tedeschi e Innocenzi prende coscienza della nuova situazione creatasi in Italia e torna ad imbracciare le armi, ma questa volta contro i tedeschi, unendosi al popolo napoletano nell'insurrezione delle quattro giornate di Napoli.

petronius B)

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Inviato

In campo cartamonetario (qui vi volevo :D) il "tutti a casa" era risuonato poco meno di due mesi prima, quando nella notte del 25 luglio il Gran Consiglio del Fascismo aveva votato la sfiducia a Mussolini, ed il Re aveva fatto arrestare il duce e nominato il maresciallo Pietro Badoglio capo del governo.

Può infatti sembrare incredibile, visti i tanti e ben più gravi problemi che il nuovo governo si preparava ad affrontare, ma uno dei primi provvedimenti presi fu la cosiddetta "defascistizzazione" delle banconote con il cambio del contrassegno di Stato che, dal 1926, raffigurava il fascio littorio, in colore rosso vermiglionato......

petronius :)

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Inviato

.....con decreto del 7 agosto 1943 il fascio littorio fu sostituito dal monogramma BI (Banca d'Italia) che in realtà non è più un contrassegno di Stato, ma solo un segno distintivo; inizialmente impresso in colore rosso vermiglionato, come il precedente, assunse poi le tonalità cromatiche delle banconote su cui era stampato.

Quando Mussolini fuggì dalla sua prigione sul Gran Sasso e riparò in nord Italia, fondando la Repubblica Sociale Italiana, le banconote emesse da quest'ultima e stampate in vari stabilimenti del nord, contrariamente a quanto ci si poteva aspettare, non tornarono all'antico, ma recepirono i decreti di defascistizzazione, mantenendo il monogramma della Banca d'Italia.

ciao.

petronius B)

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