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IGNORED

Grosso a. II, Giulio III, 1550-55, Roma


Philippus IX

Risposte migliori

Salve a tutti,

ho fatto una piccola ricerca e risulta che tale tondello non è ancora apparso nelle discussioni di La.Moneta.it.

Questo tondello è entrato nella mia collezione parecchi anni fa, soprattutto perché ero particolarmente incuriosito dall'ara che appare nel verso:

D/ . IVLIVS . III . P . M . AN . II; stemma ovale in cornice

R/ PROVIDENTIA; nel campo, al centro, ara; a sinistra dell'ara AC; sotto in esergo . ROMA .

Il grosso in questione (diametro: 2,1 cm; peso: 1,3 g) è stato coniato durante il pontificato di Giulio III (1550-55), ossia Giovanni Ciocchi del Monte, e presenta una bellissima patina leggermente scura e una piegatura che ne deturpa la conservazione. Tuttavia il tondello mi sembra ancora collezionabile, soprattutto per il suo grado di rarità, ossia R2 o R3.

Attendo, quindi, i vostri commenti, soprattutto in relazione al significato dell'ara, di cui non ho trovato nulla.

Grazie, saluti...

DSC01352.JPG

DSC01362.JPG

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Il CNI recita: Ara cubica ornata di patera e lituo

La patera era una coppa per versare liquidi durante i sacrifici.

Il lituo era un bastone ricurvo in cima che veniva usato durante i riti romani come strumento di culto per ottenere auspici favorevoli.

Cosa chiedere meglio della Provvidenza?

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È una moneta certamente rara, non se addirittura R3.... peccato che abbia circolato parecchio e sia credo sottopeso. Comunque è una moneta che non si vede spesso e se ti piace è sempre un ottimo acquisto, saluti.

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Rarissima non c'è che dire,non se ne vedono molte in giro.

Anche se la conservazione non è un granché,secondo me è meglio comprare monete molto rare e in pessima conservazione che comprarne altre superiori allo SPL ma molto comuni.

Tornando a questo esemplare, @Philippus IX le faccio i miei complimenti!

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Grazie @monetiere, credo che la conservazione si aggiri intorno al MB/MB+, peccato per la piegatura abbastanza evidente.

Inoltre vorrei chiedere agli esperti della monetazione di Giulio III a cosa corrisponde la sigla AC (probabilmente si tratta del coniatore), accanto all'ara, ed inoltre se esistono più varianti relative a tale grosso dell'anno II (ad esempio ho visto che le A sono ottenute da V girate).

Saluti!

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Nelle monete di questo periodo,gli incisori,mettevano la propria "firma" sottoforma di piccoli stemmi o simboli di loro invenzione chiamati armette.

Tra gli incisori più importanti,volevo ricordare Tommaso Mercandetti che come armetta aveva la seguente:(quella cerchiata)

Chi sia l' incisore di questo grosso di Giulio III non lo so dato che ancora ho molto da imparare...:blush:

 

IMG_20161102_194207.jpg

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12 ore fa, Philippus IX dice:

Inoltre vorrei chiedere agli esperti della monetazione di Giulio III a cosa corrisponde la sigla AC (probabilmente si tratta del coniatore), accanto all'ara, ed inoltre se esistono più varianti relative a tale grosso dell'anno II (ad esempio ho visto che le A sono ottenute da V girate).

Le lettere "A-C", con croce al centro, costituiscono la "firma" dello zecchiere Bartolomeo Canobio.

Quanto alle varianti, il Muntoni classifica solo questa tipologia (M. 33-CNI 60), senza ulteriori varianti di conio.

Ciao, RCAMIL.

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Grazie @rcamil,

avevo chiesto se esistono varianti poiché nell'asta numismatica Ranieri n. 5: http://www.astanumismatica.it/it/asta_numismatica_ranieri_n_5_471/monete_italiane_regionali__471/grosso_a_ii__408_.aspx, ho notato un esemplare con la legenda del dritto . IVLIVS . III . P . M . A . II ., mentre sul mio compare la legenda . IVLIVS . III . P . M . AN . II .. Inoltre, come ho già spiegato, l'esemplare dall'asta Ranieri presenta le A normali con il trattino, mentre le A sul mio sono costituite da V girate.

Da questo sono arrivato alla conclusione che potrebbero esistere due varianti...

Saluti!

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Hai ragione, ho avuto modo di verificare che le due varianti esistono e sono state censite in passato dal Serafini (vol. 1 pag. 254).

Come in altri casi il Muntoni le ignora, citando solo il tipo con "AN . II" (Ser. 99-100) e tralasciando quello con "A . II" (Ser. 101 e 103-105).

Il Serafini cita anche coniazioni con l'anno III e IIII, ma mancando le immagini è difficile dire se si tratti di una errata interpretazione di salti di conio che hanno "raddoppiato" le legende, o coniazioni effettive.

Sul sito della Biblioteca Apostolica Vaticana, dove stanno procedendo alla pubblicazione dell'intero Medagliere Vaticano, tutte le monete sono indicate R3, per cui non sono per il momento di aiuto nella catalogazione, e per ora mancano anche qui le immagini.

Ciao, RCAMIL.

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