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IGNORED

Gettoni commemorativi


apollonia

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Supporter

Salve

Se qualcuno è interessato alla tipologia del titolo, può trovare una panoramica dei gettoni commemorativi di 56 Nazioni all’indirizzo

https://colnect.com/it/tokens/countries/usage/102-Commemorativi

Le più recenti emissioni dell’Italia sono quelle dell’Expo 2015 in tre versioni

https://colnect.com/it/tokens/list/country/2001-Italia/series/214652-Expo_2015/usage/102-Commemorativi

Qui c’è la nostra serie di 20 pezzi dedicata ai grandi protagonisti del Millennio

https://colnect.com/it/tokens/list/country/2001-Italia/series/153035-I_Grandi_Protagonisti_del_Millennio/usage/102-Commemorativi

Qui ce ne sono 19 nazionali che commemorano eventi vari

https://colnect.com/it/tokens/list/country/2001-Italia/series/132677-Commemorativi/usage/102-Commemorativi

 

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Che cosa sono questi tondelli ? Emissioni private ? Io credevo che i gettoni (tipo quelli telefonici per chi se li ricorda, o quelli delle sale giochi)  dovessero essere spendibili in qualche modo.

Questi lo sono ?

Nel sito vedo che nei gettoni ci mettono anche le riproduzioni di monete e le medaglie. Praticamente allora vanno bene anche i sassi, le biglie e i tappi di bottiglia.

Che confusione, fortuna che non colleziono gettoni!

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Supporter

Ma è così difficile recepire che un gettone può anche commemorare un evento (basti pensare alla moltitudine di quelli dei sovrani che si sono succeduti sul trono di Francia) come una medaglia e non deve essere necessariamente spendibile come una moneta? E che i gettoni commemorativi possono essere anche coniazioni ufficiali come quelli dell’Expo 2015, realizzati da due grandi nomi dell’arte della moneta come Laura Cretara e Luc Luycx?

Il fatto poi che un evento o un personaggio può essere più o meno importante è un altro discorso.

Uno può non condividere, ma non negare la realtà. A meno che non voglia contestare per partito preso chi questa realtà rende palese. A questo punto evito di discutere ulteriormente, secondo i punti 7. e 9. delle mie linee guida:

7.Se tu discuti con uomo di mala fede, quanto più avrai ragione, tanto più ti sentirai dar torto. (Arturo Graf)

9.In materia di discussione, chiamo avversari onorevoli, quelli che non vogliono tanto «aver ragione» quanto migliorare la loro organizzazione mentale – che preferiscono la loro mente al loro amor proprio. (Paul Valéry)

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Supporter

Gettoni commemorativi dell’entrata in guerra nel 1915 emessi dalla Croce Rossa Italiana.

Tra le svariate iniziative della Croce Rossa Italiana per raccogliere fondi quando l’Italia entrò nel primo conflitto mondiale figurò anche il conio di un ‘gettone di guerra’ in oro, argento e bronzo. Questo è il mio esemplare di bronzo (10,2 g, 30 mm).

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Per la descrizione delle raffigurazioni si rimanda alla scheda sul forum.

 

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Supporter

Mio esemplare del gettone d’argento (12,4 g, 30 mm).

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Per la descrizione delle raffigurazioni si rimanda alla scheda sul forum.

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Il gettone nel metallo più nobile era posto in vendita al costo di 10 volte quello del gettone d’argento e 50 volte quello del gettone di bronzo, come si vede dal manifesto dell’epoca che in quel di Padova pubblicizzava tutte le iniziative prese dalla Croce Rossa per raccogliere fondi nell'imminenza del conflitto.

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Supporter

IL GETTONE COMMEMORATIVO DELLA VITTORIA emesso nel 1918

Come si legge in Galazzetti A. e Lombardi F. Decorazioni e distintivi della Croce Rossa Italiana, Collana di Monografie Storiche – Numero Speciale – Pavia 2003, Con il termine delle ostilità, i compiti della Croce Rossa non vennero meno; semplicemente, mutarono la loro natura. Piuttosto che il soccorso ai feriti, che pure continuò ancora per molto tempo, divenne prioritario l’impegno profuso per l’assistenza ai familiari delle vittime di guerra e per il reinserimento sociale e nel mondo del lavoro della marea d’uomini che, smobilitati o rientrati in Patria dopo anni di prigionia, si ritrovavano catapultati in una società ed in un’economia molto diverse da quelle che li avevano visti partire. Così, visto il successo riscosso col gettone commemorativo del 24 maggio – il ricavato della vendita era stato di circa un milione di lire dell’epoca, corrispondenti ad oltre un milione e mezzo di Euro – il Comitato di Propaganda della Croce Rossa di Milano fece coniare, sempre dalla Johnson e sempre nei precedenti metalli, un gettone commemorativo della vittoria. Il gettone d’oro era posto in vendita a 200 lire, quello d’argento a 25 lire e quello di bronzo a 10 lire.

Un indice dell’incremento dei prezzi in quell’epoca, passati nell’arco di tre anni da 100 a 200 lire per l’emissione in oro, da 10 a 25 lire per l’emissione in argento e da 2 a 10 lire per l’emissione in bronzo.

La riproduzione dell’annuncio apparso sulla Domenica del Corriere n. 51 del 22-29 dicembre 1918, dal titolo che è un’ulteriore testimonianza del riconosciuto status di gettone di queste emissioni (se ce ne fosse ancora bisogno) è tratta dal testo citato.

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Per quanto concerne le caratteristiche tecniche delle tre versioni del gettone del 1918, si possono consultare le rispettive schede del forum dedicate alla Numismatica italiana.

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Supporter
Inviato (modificato)

E’ fuori di dubbio che la Croce Rossa Italiana ha voluto chiamare le sue emissioni del 1915 Gettoni di guerra, dimostrando con la specificazione che si trattava di gettoni commemorativi, senza contropartita nè in denaro né in merce o servizi. Solo l’anno precedente la stessa Istituzione aveva emesso una medaglia militare in bronzo al merito umanitario, e se avesse voluto fare una cosa analoga nel 1915, non avrebbe certamente parlato di gettoni ma di medaglie. Se poi la storia dei gettoni fosse finita qui, nessuno si sarebbe mai sognato in seguito di chiamarli con un altro nome. Invece la storia è andata com’è andata: la CRI ha pensato di rendere portativi questi gettoni con delle montature specifiche e tanto di nastrino tricolore, cosicchè uno poteva esibirli come una medaglia o una decorazione invece di tenerli in tasca o nell’album. Chiamarli medaglie a questo punto è accettabile, ma pensare che per questo si possano considerare medaglie anche in origine è arbitrario e contrario allo spirito con cui l’Istituzione ha progettato i suoi conî per aiutare la Patria. Come pure è arbitrario, per non dire ridicolo, parlare di gettoni monetali o di medaglie monete. O addirittura di Monete Regno d’Italia Croce Rossa 1915, come capita di trovare sulla baia con tanto di perizia NIP.

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Modificato da apollonia
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Buon giorno, Apollonia. Ti chiedo un lume sull'essenza del "gettone", in quanto non sono sicuro di quali siano gli elementi certi per definire un dischetto metallico con questo termine.

Ritengo da sempre che un gettone sia una sorta di sostituto della moneta corrente, che dia adito all'accesso a beni e servizi ed è superfluo addurre degli esempi che certamente conosci molto meglio di me.

Anche quelli - molto belli - che hai mostrato obbediscono in fondo a questa logica : potevano essere venduti per raccogliere fondi e quindi un "uso pratico" lo avevano.

Come tu dici, se uno gettone della CRI veniva reso portativo, con tanto di nastrino, poteva anche essere esibito come medaglia e allora in casi come questo - largamente minoritari - in pratica è l'uso per cui viene impiegato a rendere predominante una delle due definizioni, "gettone" o "medaglia". 

Incontrando una persona che porti sul petto il gettone della CRI appeso al suo nastro, è ovvio che parleremo di una medaglia, ma se assistessimo ad una cerimonia di raccolta fondi, in cui la CRI o altro Ente dessero come ricevuta di una oblazione una spilletta oppure un gettone, come tale  lo definiremmo.

Più semplicemente : c'è un'area ristretta in cui il confine tra una medaglia ed un gettone è più o meno esile, per cui è forse inutile da parte mia aspirare ad una definizione chiara e certa quando, appunto, in realtà non può esserci. 

Grazie, saluti.

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Supporter
Inviato (modificato)

Buongiorno Sandokan.

Per essere un sostituto della moneta corrente, il gettone deve riportare il valore della moneta che rimpiazza. Il buono da 2 Lire della Fiera di Milano del 1928, per es., riporta questo valore per dire che all’interno dell’esposizione questo gettone era equivalente a una moneta corrente da 2 Lire. Idem per il gettone da 20 cent. dell’Esposizione di Milano del 1906. Lo stesso dicasi per i gettoni che davano accesso a beni o servizi: la specificazione è fondamentale. Ma tornando ai gettoni cosiddetti ‘monetali’, cioè traducibili in moneta corrente in un determinato ambito, queste emissioni della Croce Rossa non avevano questa caratteristica. Chi acquistava un gettone d’argento pagandolo 2 Lire, non è che poi potesse usarlo come moneta da 2 Lire. Secondo me, tutto è nato dall’accostamento arbitrario del gettone di bronzo al 10 centesimi Regno perché aveva quel prezzo e del gettone d’argento al 2 Lire Regno per lo stesso motivo. Allora, per coerenza, il gettone d’oro che costava 100 Lire doveva essere abbinato non al 50, ma al 100 Lire d’oro. Il discorso può essere esteso ai tre gettoni della Pace vittoriosa del 1918.

Naturalmente questo discorso è per chi parla di gettoni monetali o di monete medaglie. Per il resto sono d'accordo con te.

Ciao,

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Supporter
Inviato (modificato)

Aggiungo che il significato commemorativo (unitamente al fine umanitario) attribuito dalla nostra Croce Rossa a questi gettoni ed espresso dalla specificazione ‘di guerra’ (come pure ‘di pace’ per i successivi del 1918) è supportato da ragioni storiche, anche se alcuni (non mi riferisco a sandokan, sia ben chiaro) fanno fatica a recepire il fatto. Eppure non serve andar troppo lontano: basta cliccare sui post di Jerònimo Martinez in questa sezione, in questa stessa pagina e nella precedente, e risalire dal gettone all’evento commemorato.

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Supporter

Dato che siamo in tema per concludere, si può prendere atto dei possibili usi di un gettone consultando un vocabolario della Lingua italiana come il Treccani.

Gettone.

Pezzo di metallo a forma di moneta, usato dapprima per eseguire conti, poi come contrassegno da scambiarsi in denaro o derrate, come strenna, per commemorare avvenimenti, a ricordo di matrimoni, ecc. I gettoni furono coniati in rame, giallo o rosso, in argento, più raramente in oro e in piombo, con tipi e leggende svariatissimi secondo l’uso al quale erano destinati.

Pezzo di metallo, d’avorio di osso, di bachelite e sim., a forma discoidale, rettangolare, ecc., al quale si dà un valore convenuto e che nel gioco si adopera in sostituzione della moneta da pagare o da ricevere a gioco finito; più comunemente detto, con termine francese, fiche.

Pezzo di metallo a forma di moneta che si lascia cadere in apposita apertura dell’apparecchio telefonico a pagamento per ottenere la comunicazione, o che serve per azionare certe macchine, dette appunto macchine a gettone, come quelle che distribuiscono biglietti ferroviari, certe bilance pesapersone, lavabiancheria automatiche, ecc.

Pezzo di metallo o di altra sostanza che si dà come contrassegno per ritirare una merce, una data quantità di denaro, un assegno e simili, allo sportello di una banca, o presso l’amministrazione di un’azienda.

Gettone di presenza: gettone che si dà a membri di commissioni pubbliche o private, ad amministratori di aziende, ai deputati e ai senatori che intervengono alle sedute indette, per calcolare poi le indennità dovute a ciascuno; per estensione, l’indennità stessa.

Anche, compenso corrisposto a personaggi per la loro partecipazione straordinaria, in qualità di ospiti, a trasmissione radiofoniche, televisive e simili. Nello sport, la locuzione si adopera talora per indicare la partecipazione attiva di un atleta a una gara.

 

Per quanto concerne i gettoni commemorativi, chi è interessato può trovare una cinquantina di pagine ad essi dedicate al link

https://colnect.com/it/tokens/list/currency/346-T_-_Gettoni/usage/102-Commemorativi/page/44

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  • 1 mese dopo...
Supporter

Ho completato il trittico con l’esemplare d’oro dell’asta Varesi 72, definito in didascalia “Medaglia 1915 in oro della Croce Rossa Italiana, avente il modulo del 50 Lire”.

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Accetto la denominazione di medaglia per il gettone inserito nella montatura originale predisposta dalla Croce Rossa per renderlo portativo, cioè adattarlo a medaglia. Ciò non toglie che per me rimane un gettone nel DNA e un ‘gettone geneticamente modificato’ nella montatura.

Mi è capitata tra le mani una medaglia commemorativa del terremoto calabro-siculo del 1908, che fu istituita con deliberazione del consiglio direttivo della Croce Rossa Italiana il 21 aprile 1909 e concessa a coloro che avevano partecipato alle opere di soccorso.

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Non c’è da meravigliarsi se la Croce Rossa ha chiamato gettoni le emissioni commemorative del 1915 destinate non alla riconoscenza di chi ha già prestato aiuto come la medaglia del 1909, ma a richiedere aiuto sotto forma di denaro a tutta la popolazione italiana, a seconda delle proprie disponibilità. E si chiamano gettoni nei manifesti della CRI che illustrano altre vie per dare un contributo, nei giornali dell’epoca che pubblicizzano questa iniziativa umanitaria, nelle schede tecniche che ne riportano le caratteristiche fisiche, ecc.

Secondo me, non considerarli gettoni è arbitrario e in contrasto con lo spirito dell’autorità emittente, che è poi il loro ‘genitore’. Se la Croce Rossa non avesse progettato quella montatura, chi mai li avrebbe chiamati con un nome diverso da “gettoni”? Invece la montatura è stata creata, ma come una moneta rimane moneta anche in una montatura che la rende portativa, non vedo per quale motivo la stessa cosa non debba valere per un gettone. Invece, che un gettone possa essere considerato una moneta della zecca Johnson di Milano, di valore commisurato al metallo di cui è composto, è una vera… montatura!

 

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  • 4 mesi dopo...
Supporter

Nel catalogo Gigante 2019 in rete, cliccando sull’ultimo link della pagina https://www.catalogogigante.it/autorita/regno-ditalia/2

si può prendere visione immediata dei sei gettoni della Croce Rossa coniati regnando Vittorio Emanuele III di Savoia (1900-1946).

 

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Per come la vedo io un gettone che non riporta il valore e non è spendibile non si può definire tale, soprattutto per quanto concerne la definizione di gettone nel senso più vicino alla parente numismatica. Per me quella della croce rossa è una medaglia con o senza montatura e il fatto che sia stata data in cambio di un offerta non le fa svolgere funzione di gettone altrimenti bisognerebbe definire gettone qualsiasi cosa data in cambio a una somma di denaro (quindi anche un nastro, una foglia secca o una noce)

Dunque a mio parere un gettone per essere tale deve avere due caratteristiche imprescindibili: Valore e spendibilità, doti non presenti nel tondello della Croce Rossa che resta una medaglia, un oggetto simbolico di ringraziamento, dato in cambio di una donazione. I tondelli utilizzati per giocare a bigliardino nelle sale giochi hanno più valore di gettone di questa della CRI

 

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Supporter

Sulla definizione di gettone se ne è ampiamente discusso in passato, qui nel sito.

In alcuni casi infatti la classificazione non è immediata  e di condivisione collettiva, talvolta coesistono pareri  differenti.

Personalmente la penso come Erdruckt : un gettone è un mezzo sostitutivo della moneta legale in corso con il quale possono essere acquistati beni o servizi.  Non è indispensabile che rechi il controvalore nella valuta corrente, come in molti casi avviene : sopra vi può figurare una scritta come "Buono per autolavaggio" , "Buono per una libbra di pane" , "Buono per una seggiola[in chiesa]" e via discorrendo.

Il costo di un autolavaggio può anche variare nel tempo, vuol dire che l'acquirente del gettone lo pagherà ad un prezzo superiore ma il gettone non finisce fuori corso, è sempre valido, idem per quanto riguarda quelli in uso per le macchine automatiche da gioco, o dispensatrici di cibi e bevande, telefoni, ecc.

 

D'altra parte, quelli della Croce Rossa forniti di appiccagnolo e nastro hanno o tutte le caratteristiche di medaglie, anche se medaglie propriamente non sono.

Esistono insomma ed continueranno ad esistere alcuni pezzi la cui definizione non sarà automatica e accettata da tutti ma sui quali resterà una certa opinabilità soggettiva.

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Mi sembra d’aver spiegato nel corso di questa discussione che il concetto di valore e spendibilità come caratteristiche imprescindibili di un gettone è restrittivo, in quanto un gettone può anche commemorare un evento (basti pensare alla moltitudine di 'jeton' dei sovrani che si sono succeduti sul trono di Francia e di 'token' dei monarchi inglesi) come una medaglia e non deve essere necessariamente spendibile come una moneta. I gettoni commemorativi possono essere anche coniazioni ufficiali come quelli dell’Expo 2015, realizzati da due grandi nomi dell’arte della moneta come Laura Cretara e Luc Luycx.

Ma venendo nello specifico, chi considera medaglie queste emissioni della Croce Rossa mi deve spiegare perché l’autorità emittente – che di medaglie ne ha emesse non poche! - li ha chiamati e propagandati come gettoni. Forse il Comitato di Propaganda della CRI era un consesso di incompetenti?

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Il nome di gettone rimane per le emissioni successive del 1918 pubblicizzate sui giornali.

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E un secolo dopo sempre gettoni li chiama Fabio Gigante nel suo catalogo in rete, nome che si trova anche nelle singole schede tecniche delle sei tipologie. Quindi, per come la vede Erdrückt, anche Fabio Gigante sbaglia perché non li considera medaglie?

 

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4 ore fa, apollonia dice:

Mi sembra d’aver spiegato nel corso di questa discussione che il concetto di valore e spendibilità come caratteristiche imprescindibili di un gettone è restrittivo, in quanto un gettone può anche commemorare un evento (basti pensare alla moltitudine di 'jeton' dei sovrani che si sono succeduti sul trono di Francia e di 'token' dei monarchi inglesi) come una medaglia e non deve essere necessariamente spendibile come una moneta. I gettoni commemorativi possono essere anche coniazioni ufficiali come quelli dell’Expo 2015, realizzati da due grandi nomi dell’arte della moneta come Laura Cretara e Luc Luycx.

Ma venendo nello specifico, chi considera medaglie queste emissioni della Croce Rossa mi deve spiegare perché l’autorità emittente – che di medaglie ne ha emesse non poche! - li ha chiamati e propagandati come gettoni. Forse il Comitato di Propaganda della CRI era un consesso di incompetenti?

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Il nome di gettone rimane per le emissioni successive del 1918 pubblicizzate sui giornali.

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E un secolo dopo sempre gettoni li chiama Fabio Gigante nel suo catalogo in rete, nome che si trova anche nelle singole schede tecniche delle sei tipologie. Quindi, per come la vede Erdrückt, anche Fabio Gigante sbaglia perché non li considera medaglie?

 

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Esiste una "zona oscura".....! Neanche uno squilibrato salderebbe un appiccagnolo ad un gettone telefonico, ci farebbe passare dentro un nastro e se lo appenderebbe sul petto, mentre invece qualcuno lo avrà fatto con questi gettoni della Croce Rossa, magari appendendolo al bavero assieme ad altre medaglie della C.R.I. che come giustamente ricordi non le ha lesinate.

Io concordo sulla definizione di gettoni, ne abbiamo anche già parlato, ma resto anche nella convinzione che un gettone come quello bellissimo che hai mostrato abbia una nascita un po'….equivoca, in quanto sembra più una medaglia che un gettone e infatti come medaglia è stato anche usato materialmente, senza provocare lo stupore che avrebbe invece destato un gettone della TIMO appeso ad un nastrino !

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@sandokan

Ti dico l’idea che mi sono fatto in merito a queste emissioni, il cui scopo era quello di sensibilizzare tutti gli strati della popolazione a dare un contributo a seconda delle proprie disponibilità economiche, in modo da raccogliere la maggior quantità possibile di fondi nell’imminenza dell’entrata in guerra del Paese. Non c’è bisogno di scomodare Jacques de la Palice, a volte modernizzato in Lapalisse, per convenire che se la Croce Rossa avesse voluto coniare medaglie per realizzare il suo obiettivo come in altre occasioni, non li avrebbe di certo chiamati gettoni, termine che – piaccia o no - è rimasto ufficiale (o, se vogliamo, non smentito dalla CRI, dalle schede tecniche e dal Gigante) anche dopo un secolo. Anche la popolazione meno abbiente poteva acquistare un gettone da tenere nell’album o nel cassetto o appeso alla parete incorniciato, a testimonianza del proprio amor patrio. Però il comitato organizzatore ha tenuto conto del fatto che alcune signore avrebbero esibito volentieri questi gettoni, e quindi ha provveduto a renderli portativi come le medaglie commissionando a Johnson anche delle montature artistiche specifiche per i tre metalli che, nel caso del gettone in rame, costavano di più del gettone stesso. E facendo leva sulla vanità femminile, la raccolta di fondi con queste emissioni ha raggiunto livelli di tutto rispetto.

 

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Perfettamente d'accordo. Le Signore le usavano anche come medaglie…...anche se erano gettoni, una cosa che non si verifica spesso !

Ma sicuramente sono gettoni.

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  • 2 mesi dopo...
Supporter

Sfogliando il testo di Galazzetti e Lombardi ‘Decorazioni e distintivi della Croce Rossa Italiana’, ho trovato questa medaglia commemorativa dell’evento:

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Lo stesso testo illustra il gettone dell’entrata in guerra, emesso con la stessa data e per lo stesso evento nei tre metalli, a scopo sia commemorativo sia per sopperire alle crescenti necessità economiche connesse all’evento. Nella descrizione si legge che pur se non destinati ad essere portati, si trovano frequentemente gettoni, specialmente in argento, inseriti in montature e appesi al nastro della medaglia al merito C.R.I.

Quindi la Croce Rossa aveva le idee ben chiare sulla distinzione tra le due emissioni.

Se poi qualcuno vuole … sparare sulla Croce Rossa per convinzioni personali sui gettoni, affari suoi!

 

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Anche le delegazioni all’estero coniarono medaglie patriottiche di propaganda finalizzati a raccogliere fondi fra gli emigrati italiani a favore dell’attività della Croce Rossa.

Questa è la medaglia della delegazione di Montevideo (Argentina), datata MCMXV (dal citato testo di Galazzetti e Lombardi).

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Preannuncio l'acquisizione di due gettoni commemorativi della Pace Vittoriosa che descriverò in seguito.

 

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Gettone d'argento.

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REGNO D’ITALIA
Vittorio Emanuele III, 1900-1943.
Medaglia-Moneta emessa a favore della Croce Rossa italiana - 3 Novembre 1918 2 Lire.
Ag
gr. 11,08 mm 30,00
Dr. Campo di opulenti spighe tagliate da una fascia che reca la dicitura “Croce Rossa Italiana” e nel disco del sole che sorge si legge la data fatidica dell’occupazione di Trento e Trieste
Rv. Austera figura di donna col ramo d’alloro e la fiaccola della fede nelle mani; sullo sfondo, tra la veduta di due grossi cannoni, di reticolati e di aeroplani si profilano le caratteristiche Dolomiti.
Mont. 739.
Molto Rara.
q. FDC
Medaglia-moneta fatta coniare dal Comitato di Propaganda della Croce Rossa di Milano, per commemorare la vittoria del primo conflitto mondiale, ideato dal prof. Adolfo Padovan, direttore del medesimo Comitato. La medaglia qui proposta è stata composta e ideata dallo sculture Giannino Castiglioni e fatto coniare dalla ditta Johnson: il gettone in oro costava 200 lire, quello in argento 25 lire e quello in bronzo 10 lire, presso lo stesso Comitato in piazza della Scala al n. 3, su prenotazione.

 

 Non concordo con la definizione di "Medaglia-Moneta" attribuita nella didascalia.

 

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La moneta si può definire come un disco metallico coniato che serve da mezzo di pagamento e presenta titolo, peso e valore garantiti da uno Stato. Nelle emissioni della Croce Rossa del 1918, come pure nelle precedenti del 1915, non vedo né il valore nè la garanzia dello Stato.

Scrive Fabio Gigante nel suo catalogo in rete https://www.catalogogigante.it/

Spesso questo gettone, nelle sue tre varianti metalliche, è impropriamente associato alle monete da 50 lire (quello d'oro), da 2 lire (quello d'argento) e da 10 centesimi (quello di bronzo). Tale indicazione è riportata da Nascia [1984, p. 17] che, tuttavia, non cita alcuna fonte e non fornisce nessuna spiegazione in merito. L'infondatezza di tale affermazione è documentata dai prezzi di vendita del gettone in oggetto nelle sue tre varianti metalliche.

Per la precisione, il gettone d’oro fu posto in vendita a 200 lire, quello d’argento a 25 lire e quello di bronzo a 10 lire.

Anche la didascalia nel post precedente si conclude parlando di gettone, nonostante la definizione di medaglia-moneta tre righe sopra e anche più su.

 

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