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Denarii suberati


laguardiaimperial

Risposte migliori

Buongiorno, spero come di consueto, quando apro una discussione, di non porre una domanda trita e ritrita o ingenua.

Quando si vede in vendita, anche da commercianti prestigiosi, un denario suberato, come si fa a sapere se questo è stato coniato dallo stato o piuttosto da un falsario privato se non ci sono indicazioni a riguardo? 

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Non ci sono ancora prove e dimostrazioni che i denari suberati siano stati emessi anche dallo stato stesso. Nessun die matches definitivo è stato dimostrato, quindi , fino ad allora , vanno attribuiti a falsari. 

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10 minuti fa, Tinia Numismatica dice:

Non ci sono ancora prove e dimostrazioni che i denari suberati siano stati emessi anche dallo stato stesso. Nessun die matches definitivo è stato dimostrato, quindi , fino ad allora , vanno attribuiti a falsari. 

Avevo letto, vatti a ricordare dove, che alcune emissioni erano fortemente attribuibili, sulla base di considerazioni stilistiche, a Zecche ufficiali. A te risulta?

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14 minuti fa, Afranio_Burro dice:

Avevo letto, vatti a ricordare dove, che alcune emissioni erano fortemente attribuibili, sulla base di considerazioni stilistiche, a Zecche ufficiali. A te risulta?

Fortemente simili, ma un die matching preciso con esemplari ufficiali non mi risulta ancora. 

Poi magari sono rimasto indietro....

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43 minuti fa, Tinia Numismatica dice:

Fortemente simili, ma un die matching preciso con esemplari ufficiali non mi risulta ancora. 

Poi magari sono rimasto indietro....

No no, le considerazioni erano puramente stilistiche. Nessun match preciso

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Su questo argomento c'è un approfondimento sul sito della Moruzzi in cui l'autore afferma testualmente che "Il fatto che i denari suberati siano stati in buona parte prodotti dallo stato e non da falsari privati è ormai appurato senza ombra di dubbio", spiegandone subito dopo le ragioni. Siccome l'argomentazione mi sembrava abbastanza convincente ed io non sono affatto un esperto, mi è venuto spontaneo porre il quesito di cui sopra

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5 ore fa, laguardiaimperial dice:

Su questo argomento c'è un approfondimento sul sito della Moruzzi in cui l'autore afferma testualmente che "Il fatto che i denari suberati siano stati in buona parte prodotti dallo stato e non da falsari privati è ormai appurato senza ombra di dubbio", spiegandone subito dopo le ragioni. Siccome l'argomentazione mi sembrava abbastanza convincente ed io non sono affatto un esperto, mi è venuto spontaneo porre il quesito di cui sopra

puoi inserire il testo o il link?

 

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35 minuti fa, Tinia Numismatica dice:

Non mi risulta che sia mai stato trovato un denario suberato realizzato con conii di zecca....a voi risulta?

 

A me personalmente, no. Come detto, avevo letto di valutazioni basate unicamente su criteri stilistici. Ma ci tengo a precisare che non ho mai studiato approfonditamente l'argomento.

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Su questo argomento, ancora molto discusso, lo studio forse più completo e recente è quello del mio amico Debernardi, pubblicato sulla prestigiosa Revue Numismatique nel 2010:

Debernardi 2010-Plated_Coins.pdf

dove conclude che in molti casi i denari suberati furono prodotti nella zecca ufficiale....

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Nel mio studio appena pubblicato sulla monetazione di Cornuficia, ad esempio ho trovato tre esemplari per la combinazione dei conii 07/R12, due in buon argento (Parigi e Roma) e uno suberato recentemente apparso in asta:

Parigi, BN 10036 - 3,73 g

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Roma, MNR Gnecchi 85350 - 3,65 g

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NAC 100/2017, 1659 (suberato) - 2,50 g

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Apparentemente i conii, che poi si situano verso la fine della sequenza della produzione dei denari di Cornuficio, erano piuttosto usurati quando sono stati usati per fare il denario suberato, abbastanza consunto. Non mi sembra in questo caso che sia un falso d'epoca fatto da un privato partendo dal calco (su terracotta ?) di una moneta originale in buon argento....

In ogni caso ho notato che alla fine della serie di Cornuficio trovo praticamente solo denari suberati, con nuovi conii molto conformi allo stile usato nella zecca ufficiale (a Utica). Per esempio:

Combinazione O9/R8 = Berlino 18251161 - 2,96 g

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Combinazione O9/R13 = Vienna RO 1784 - 2,78 g

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A me sembra che, nel caso di Cornuficio, che era governatore di Africa Vetus ed era un esponente del partito senatoriale (che stava appoggiando allora i cesaricidi), in guerra col vicino governatore di Africa Nova, Tito Sestio, che era invece un cesariano, fedele a M. Antonio, la sua produzione man mano che procedeva incontrava sempre maggiori difficoltà di reperimento del metallo prezioso per la coniazione, producendo alla fine denari suberati....

Rimando i dettagli al libro che spero sia di vostro interesse e gradimento, con un'ampia trattazione anche storica.

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10 ore fa, acraf dice:

Nel mio studio appena pubblicato sulla monetazione di Cornuficia, ad esempio ho trovato tre esemplari per la combinazione dei conii 07/R12, due in buon argento (Parigi e Roma) e uno suberato recentemente apparso in asta:

Parigi, BN 10036 - 3,73 g

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Roma, MNR Gnecchi 85350 - 3,65 g

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NAC 100/2017, 1659 (suberato) - 2,50 g

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Apparentemente i conii, che poi si situano verso la fine della sequenza della produzione dei denari di Cornuficio, erano piuttosto usurati quando sono stati usati per fare il denario suberato, abbastanza consunto. Non mi sembra in questo caso che sia un falso d'epoca fatto da un privato partendo dal calco (su terracotta ?) di una moneta originale in buon argento....

In ogni caso ho notato che alla fine della serie di Cornuficio trovo praticamente solo denari suberati, con nuovi conii molto conformi allo stile usato nella zecca ufficiale (a Utica). Per esempio:

Combinazione O9/R8 = Berlino 18251161 - 2,96 g

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Combinazione O9/R13 = Vienna RO 1784 - 2,78 g

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A me sembra che, nel caso di Cornuficio, che era governatore di Africa Vetus ed era un esponente del partito senatoriale (che stava appoggiando allora i cesaricidi), in guerra col vicino governatore di Africa Nova, Tito Sestio, che era invece un cesariano, fedele a M. Antonio, la sua produzione man mano che procedeva incontrava sempre maggiori difficoltà di reperimento del metallo prezioso per la coniazione, producendo alla fine denari suberati....

Rimando i dettagli al libro che spero sia di vostro interesse e gradimento, con un'ampia trattazione anche storica.

Ma i suberati non erano fatti partendo da monete ricavate con falsi coniati in terracotta, ma coniandoli con conii imitativi. I “core” dei suberati che si ritrovano senza argentatura, sono chiaramente coniati, lo si vede dagli esemplari arrivatici in cui la lavorazione non era terminata , se non, addirittura, per i suberati delle monete italiche preromane, coniati direttamente su nucleo in rame già rivestito in sfoglia di argento a forte spessore. 

Probabilmente più in avanti si va nel tempo più sottile è la bagnatura, ma, di conseguenza, era ancora più necessario che il disegno sottostante fosse ben definito , quindi è più facile che fosse coniato. 

Probabilmente qualche falso di bassa qualità realizzato rivestendo una moneta ottenuta in conchiglia ci sarà anche stato, frutto di iniziativa sporadica, ma i suberati classici hanno uno spessore del rivestimento talmente alto, nel periodo repubblicano e precedente, che l’unico sistema per ottenere quella definizione è coniare il rame già rivestito con la sfoglia di argento. E di monete così realizzate che abbiano una corrispondenza con i conii ufficiali non ce ne sono. Anche le cornuficie citate sono differenti morfologicamente dai pochi originali ritrovati,quindi direi che anch’esse sono realizzate con conii imitati. 

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Prima di tutto, ringrazio @acraf per aver citato il suo libro sulle monete cornuficie che erano due anni che attendevo. 

Niente, volevo partecipare alla discussione, ma non avendo le conoscenze da esperto, mi limito a mettere la foto del mio vittoriato suberato (malconcio :cray:)

 

VITTO (2).jpg

VITTO (1).jpg

Modificato da Ser. Broccolo
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Sicuramente l'argomento dei denari suberati è molto complesso e si potrebbe anche concordare con la nota affermazione di Crawford che TUTTI i denari suberati erano falsi d'epoca, con anima di bronzo coniata con rivestimento di argento. Punto.

Però sarebbe comunque opportuno meditare sul lavoro di Debernardi che avevo allegato. Colpisce una considerazione. Studi abbastanza approfonditi hanno permesso di concludere che circa il 5% dei denari romani repubblicani è suberato. Una percentuale veramente alta se applicata al grande numerario prodotto da Roma. Ad esempio, si sa che il dollaro è una valuta ampiamente falsificata. Da estrapolazioni matematiche è stato affermato che nell'antica Roma repubblicana la falsificazione d'epoca, ammettendo che tutti i denari suberato erano falsi d'epoca, era di circa 1000 volte superiore alla falsificazione del dollaro...

Allora in pratica doveva essere fiorentissima in antico la falsificazione mediante suberatura, nonostante che rispetto ad oggi i falsari correvano rischi ben maggiori (se scoperti, venivano condannati a morte). A fronte della dimensione di un simile problema forse servirebbe una maggiore attenzione sull'affermazione che i suberati erano SEMPRE fatti con conii imitativi. E' vero che è molto difficile trovare esemplari in buon argento e quelli suberati che abbiano gli stessi conii, ma ciò dipende anche dall'elevato numero dei conii usati nelle zecche ufficiali e ancora scarseggiano veri Corpora che analizzino una determinata emissione in tutti i conii noti. Di solito i suberati sopravvissuti fino ad oggi hanno condizione spesso modesta (come d'altra parte anche non pochi denari in buon argento) e non è sempre facile riconoscere i conii...

Ci sono comunque emissioni che hanno pochissimi suberati e altre emissioni, non necessariamente più comuni, che invece sono ricchi di suberati e guarda caso hanno generalmente un'alta percentuale di denari in buon argento che sono stati contromarcati dai saggiatori. 

Allego due immagini tratte dall'articolo di Debernardi

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32 minuti fa, acraf dice:

Sicuramente l'argomento dei denari suberati è molto complesso e si potrebbe anche concordare con la nota affermazione di Crawford che TUTTI i denari suberati erano falsi d'epoca, con anima di bronzo coniata con rivestimento di argento. Punto.

Però sarebbe comunque opportuno meditare sul lavoro di Debernardi che avevo allegato. Colpisce una considerazione. Studi abbastanza approfonditi hanno permesso di concludere che circa il 5% dei denari romani repubblicani è suberato. Una percentuale veramente alta se applicata al grande numerario prodotto da Roma. Ad esempio, si sa che il dollaro è una valuta ampiamente falsificata. Da estrapolazioni matematiche è stato affermato che nell'antica Roma repubblicana la falsificazione d'epoca, ammettendo che tutti i denari suberato erano falsi d'epoca, era di circa 1000 volte superiore alla falsificazione del dollaro...

Allora in pratica doveva essere fiorentissima in antico la falsificazione mediante suberatura, nonostante che rispetto ad oggi i falsari correvano rischi ben maggiori (se scoperti, venivano condannati a morte). A fronte della dimensione di un simile problema forse servirebbe una maggiore attenzione sull'affermazione che i suberati erano SEMPRE fatti con conii imitativi. E' vero che è molto difficile trovare esemplari in buon argento e quelli suberati che abbiano gli stessi conii, ma ciò dipende anche dall'elevato numero dei conii usati nelle zecche ufficiali e ancora scarseggiano veri Corpora che analizzino una determinata emissione in tutti i conii noti. Di solito i suberati sopravvissuti fino ad oggi hanno condizione spesso modesta (come d'altra parte anche non pochi denari in buon argento) e non è sempre facile riconoscere i conii...

Ci sono comunque emissioni che hanno pochissimi suberati e altre emissioni, non necessariamente più comuni, che invece sono ricchi di suberati e guarda caso hanno generalmente un'alta percentuale di denari in buon argento che sono stati contromarcati dai saggiatori. 

Allego due immagini tratte dall'articolo di Debernardi

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Resta pur sempre il fatto che delle migliaia e migliaia di denari in buon argento presenti nelle collezioni e nei musei e abbondantemente repertoriati, in condizioni anche ottimali di conservazione, invertendo l’ordine degli elementi, non si è mai trovato un suberato fatto con gli stessi conii, e questo esclude, di fatto, la variabile conservazione nel problema del die matching tra le due emissioni. 

Interessante il calcolo percentile, ma è un dato presuntivo e non effettivo. 

E se invece fosse, molto più intenzionalmente , un discorso di “teste di legno”? Ovvero, io, Stato, non mi posso permettere di “sputtanarmi” se mi beccano con le mani nella marmellata a emettere suberati, quindi appalto a te, l’incombenza di farlo al posto mio, perché economicamente mi è necessario, e, a tal proposito ti permetto di usare le mie maestranze per eseguire dei conii SIMILI MA NON PERFETTAMENTE UGUALI a quelli ufficiali, di modo che, io, in caso di necessità, possa sempre tirarmi fuori da un possibile scandalo potendo dimostrare che non sono usciti dai miei conii. 

La vedo più aderente ai metodi spregiudicati dei governanti dell’epoca ( o dei monetari) e più ragionevole sia della ipotesi della totale privata iniziativa, che dell’emissione statale ufficiale. 

Modificato da Tinia Numismatica
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8 ore fa, Tinia Numismatica dice:

Resta pur sempre il fatto che delle migliaia e migliaia di denari in buon argento presenti nelle collezioni e nei musei e abbondantemente repertoriati, in condizioni anche ottimali di conservazione, invertendo l’ordine degli elementi, non si è mai trovato un suberato fatto con gli stessi conii, e questo esclude, di fatto, la variabile conservazione nel problema del die matching tra le due emissioni. 

Interessante il calcolo percentile, ma è un dato presuntivo e non effettivo. 

E se invece fosse, molto più intenzionalmente , un discorso di “teste di legno”? Ovvero, io, Stato, non mi posso permettere di “sputtanarmi” se mi beccano con le mani nella marmellata a emettere suberati, quindi appalto a te, l’incombenza di farlo al posto mio, perché economicamente mi è necessario, e, a tal proposito ti permetto di usare le mie maestranze per eseguire dei conii SIMILI MA NON PERFETTAMENTE UGUALI a quelli ufficiali, di modo che, io, in caso di necessità, possa sempre tirarmi fuori da un possibile scandalo potendo dimostrare che non sono usciti dai miei conii. 

La vedo più aderente ai metodi spregiudicati dei governanti dell’epoca ( o dei monetari) e più ragionevole sia della ipotesi della totale privata iniziativa, che dell’emissione statale ufficiale. 

Questa teoria mi ispira, penso davvero che non sia del tutto sbagliata...

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Intanto grazie ad @acraf (sono impaziente di leggere il tuo volume sulla Cornuficia, se non erro ci anticipasti qualche passaggio proprio in una discussione qui sul forum) e a @Tinia Numismatica.

Appena avrò un attimo di tempo per concentrarmi, leggerò l'articolo di Debernardi. Nel frattempo trovo piuttosto accattivante l'ipotesi di Alessandro. Una domanda: le fonti antiche, a proposito dei suberati, ci dicono qualcosa?

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Sicuramente l'ipotesi di Alessandro merita di essere presa in considerazione. Ancora non ho capito come un falsario semplice possa effettuare una coniazione come quella dei suberati, che non reputo essere una cosa semplicissima sul piano tecnologico. Nulla vieta che possa esserci lo zampino dello Stato in determinate situazioni con una sorta di subappalto con parziale coinvolgimento di proprio personale con conii molto simili ma non identici. Forse questo si scontra con la particolare mentalità del romano, che non ama molto i sotterfugi e gli inganni, che loro attribuivano allo straniero (come nel caso di Annibale, sul piano militare).

Non posso fare a meno di pensare però come Roma abbia creato durante la seconda guerra punica una nuova moneta in argento, del valore di un dracma dell'epoca, come il vittoriato, imponendo però un titolo più basso, intorno al 70%, che è quello ottimale della lega eutettica di argento e rame. Annibale era un maestro degli inganni nelle battaglie militari, ma sul piano monetario ha sempre preteso la massima purezza in argento per le sue monete di simile valore, comunemente indicate come mezzi shekel. Una moneta con simile lega eutettica, appena coniata, è praticamente indistinguibile da una moneta in buon argento (90-98% di AR), anche se poi col tempo (non molti anni) emerge la componente di rame, come ad esempio la tendenza a virare verso un colore verdastro e ad ossidarsi....

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10 ore fa, acraf dice:

Sicuramente l'ipotesi di Alessandro merita di essere presa in considerazione. Ancora non ho capito come un falsario semplice possa effettuare una coniazione come quella dei suberati, che non reputo essere una cosa semplicissima sul piano tecnologico. Nulla vieta che possa esserci lo zampino dello Stato in determinate situazioni con una sorta di subappalto con parziale coinvolgimento di proprio personale con conii molto simili ma non identici. Forse questo si scontra con la particolare mentalità del romano, che non ama molto i sotterfugi e gli inganni, che loro attribuivano allo straniero (come nel caso di Annibale, sul piano militare).

Non posso fare a meno di pensare però come Roma abbia creato durante la seconda guerra punica una nuova moneta in argento, del valore di un dracma dell'epoca, come il vittoriato, imponendo però un titolo più basso, intorno al 70%, che è quello ottimale della lega eutettica di argento e rame. Annibale era un maestro degli inganni nelle battaglie militari, ma sul piano monetario ha sempre preteso la massima purezza in argento per le sue monete di simile valore, comunemente indicate come mezzi shekel. Una moneta con simile lega eutettica, appena coniata, è praticamente indistinguibile da una moneta in buon argento (90-98% di AR), anche se poi col tempo (non molti anni) emerge la componente di rame, come ad esempio la tendenza a virare verso un colore verdastro e ad ossidarsi....

Onesti e retti moralmente si, scemi no.....quando la necessità di stato si impone , gli scrupoli diventano un lusso. 

La guerra o la corsa al potere fanno fare scelte sciagurate anche oggi , da qualcuno avremo pur imparato....

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Forse la migliore risposta al quesito dei denari suberati è insita nel buon articolo di Pedroni del 1996:

Pedroni 1996 intenzionalità di errore nei falsi repubblicani.pdf

Dove viene sì confermata la notevole diffusione dei denari suberati, ma evidenzia come esistano esemplari piuttosto rozzi e chiaramente fuori di ogni officina ufficiale ed esemplari di ottimo conio, praticamente indistinguibili dalle monete ufficiali in buon argento. In questi casi il denario suberato può provenire dalle officine monetarie statali, ma la falsificazione dovrebbe essere pianificata da operai all'interno della zecca e non direttamente da autorità statali (ad es. Senato). Allego un paio di passaggi del suddetto articolo:

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Qui parla di conii molto simili a quelli ufficiali, ma modificati. Dal momento che i conii ufficiali dovevano essere controllati e venivano forse riposti in appositi contenitori alla fine di ogni giornata lavorativa, è più facile che a coniare i suberati con conii molto simili a quelli ufficiali dovevano essere gli operai privi di scrupoli. Sfugge un pò come la suberatura si potesse fare all'interno di una officina statale, a meno di ipotizzare una più vasta connivenza da parte dei funzionari della zecca, forte del fatto che "nessuno avrebbe mai potuto dimostrare che una moneta falsa era uscita dall'officina della zecca o essere stata realizzata con conii ufficiali e quindi incolpare le maestranze". La storia dell'uomo insegna che resta sempre forte il ricorso alla truffa (ancora adesso)....

Appare ovvio che quando una simile truffa (un denario con minore contenuto di argento, quindi con minore valore intrinseco, rispetto al denario ufficiale), magari avvallata episodicamente da alte sfere politiche, assume una grossa dimensione si crea una crisi economica, per certi versi simile alla presenza di attuali titoli spazzatura o derivati. Si genera autentica preoccupazione e infatti furono promulgare varie leggi contro la falsificazione, come ad esempio la famosa "Lex Cornelia testamentaria nummaria", detta anche volgarmente "Lex de falsis", emessa da Silla nell'81 a.C. A quel tempo la dimensione dei falsi suberati era infatti particolarmente cospicua. Il fatto stesso che le autorità romane si siano preoccupate di promulgare leggi contro i falsi d'epoca, come i suberati, li dovrebbe assolvere da una responsabilità diretta sul fenomeno della suberatura.

Quindi, concludendo, appare difficile che il Senato o i consoli romani abbiano scientemente voluto la vasta produzione di suberati falsi, che però molto spesso possono essere stati prodotti anche all'interno di officine ufficiali, ma ad opera di personale corrotto. Il discorso diventa più complesso e sfuggente in situazioni molto particolari e soprattutto verso la fine della Repubblica romana, quando ad emettere le serie monetali non erano responsabili solo i monetari designati con regolare elezione (triumviri monetali) ed entrati in carica ai primi di dicembre, ma i vari comandanti "imperatoriali" che potevano avere i mezzi per emettere le monete a proprio nome. 

Nel caso di Cornuficio mi sembra che non sia stato un semplice caso di truffa ad opera di personale all'interno della zecca di Utica, ma magari con autorizzazione dello stesso governatore sempre più a corto di mezzi.... In questo caso si dovrebbe parlare di "falsi ufficiali", anche se sembra un controsenso....

Modificato da acraf
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11 ore fa, acraf dice:

Forse la migliore risposta al quesito dei denari suberati è insita nel buon articolo di Pedroni del 1996:

Pedroni 1996 intenzionalità di errore nei falsi repubblicani.pdf

Dove viene sì confermata la notevole diffusione dei denari suberati, ma evidenzia come esistano esemplari piuttosto rozzi e chiaramente fuori di ogni officina ufficiale ed esemplari di ottimo conio, praticamente indistinguibili dalle monete ufficiali in buon argento. In questi casi il denario suberato può provenire dalle officine monetarie statali, ma la falsificazione dovrebbe essere pianificata da operai all'interno della zecca e non direttamente da autorità statali (ad es. Senato). Allego un paio di passaggi del suddetto articolo:

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Qui parla di conii molto simili a quelli ufficiali, ma modificati. Dal momento che i conii ufficiali dovevano essere controllati e venivano forse riposti in appositi contenitori alla fine di ogni giornata lavorativa, è più facile che a coniare i suberati con conii molto simili a quelli ufficiali dovevano essere gli operai privi di scrupoli. Sfugge un pò come la suberatura si potesse fare all'interno di una officina statale, a meno di ipotizzare una più vasta connivenza da parte dei funzionari della zecca, forte del fatto che "nessuno avrebbe mai potuto dimostrare che una moneta falsa era uscita dall'officina della zecca o essere stata realizzata con conii ufficiali e quindi incolpare le maestranze". La storia dell'uomo insegna che resta sempre forte il ricorso alla truffa (ancora adesso)....

Appare ovvio che quando una simile truffa (un denario con minore contenuto di argento, quindi con minore valore intrinseco, rispetto al denario ufficiale), magari avvallata episodicamente da alte sfere politiche, assume una grossa dimensione si crea una crisi economica, per certi versi simile alla presenza di attuali titoli spazzatura o derivati. Si genera autentica preoccupazione e infatti furono promulgare varie leggi contro la falsificazione, come ad esempio la famosa "Lex Cornelia testamentaria nummaria", detta anche volgarmente "Lex de falsis", emessa da Silla nell'81 a.C. A quel tempo la dimensione dei falsi suberati era infatti particolarmente cospicua. Il fatto stesso che le autorità romane si siano preoccupate di promulgare leggi contro i falsi d'epoca, come i suberati, li dovrebbe assolvere da una responsabilità diretta sul fenomeno della suberatura.

Quindi, concludendo, appare difficile che il Senato o i consoli romani abbiano scientemente voluto la vasta produzione di suberati falsi, che però molto spesso possono essere stati prodotti anche all'interno di officine ufficiali, ma ad opera di personale corrotto. Il discorso diventa più complesso e sfuggente in situazioni molto particolari e soprattutto verso la fine della Repubblica romana, quando ad emettere le serie monetali non erano responsabili solo i monetari designati con regolare elezione (triumviri monetali) ed entrati in carica ai primi di dicembre, ma i vari comandanti "imperatoriali" che potevano avere i mezzi per emettere le monete a proprio nome. 

Nel caso di Cornuficio mi sembra che non sia stato un semplice caso di truffa ad opera di personale all'interno della zecca di Utica, ma magari con autorizzazione dello stesso governatore sempre più a corto di mezzi.... In questo caso si dovrebbe parlare di "falsi ufficiali", anche se sembra un controsenso....

Emettere una legge che condanna un comportamento mi pare che sia sempre stato un ottimo escamotage per continuare a fare il proprio comodo pur apparendo , al popolo , come dei censori. La politica attuale docet. 

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salve a tutti, discussione veramente interessante; allego le foto di un piccolo bronzo con patina nera lucida, mm. 17,50, g. 2,56, potrebbe essere il "core" coniato di un vittoriato suberato non portato a termine ? Grazie per eventuali pareri..

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9 ore fa, joannes carolus dice:

salve a tutti, discussione veramente interessante; allego le foto di un piccolo bronzo con patina nera lucida, mm. 17,50, g. 2,56, potrebbe essere il "core" coniato di un vittoriato suberato non portato a termine ? Grazie per eventuali pareri..

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Il core veniva coniato insieme altrimenti sarebbe stato praticamente impossibile dare alla moneta una aspetto genuino. Se fosse come dici tu, avrebbero coniato l'anima, poi rivestita con le due lamine di argento e poi coniato nuovamente.

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53 minuti fa, Massenzio dice:

Il core veniva coniato insieme altrimenti sarebbe stato praticamente impossibile dare alla moneta una aspetto genuino. Se fosse come dici tu, avrebbero coniato l'anima, poi rivestita con le due lamine di argento e poi coniato nuovamente.

non sono esperto in procedimenti tecnici, mi riferivo al post n.13 di Tinia Numismatisca ...

 

Il 30/3/2018 alle 11:51, Tinia Numismatica dice:

i suberati non erano fatti partendo da monete ricavate con falsi coniati in terracotta, ma coniandoli con conii imitativi. I “core” dei suberati che si ritrovano senza argentatura, sono chiaramente coniati, lo si vede dagli esemplari arrivatici in cui la lavorazione non era terminata , se non, addirittura, per i suberati delle monete italiche preromane, coniati direttamente su nucleo in rame già rivestito in sfoglia di argento a forte spessore. 

Probabilmente più in avanti si va nel tempo più sottile è la bagnatura, ma, di conseguenza, era ancora più necessario che il disegno sottostante fosse ben definito , quindi è più facile che fosse coniato. 

 

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