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Inviato (modificato)

Provo a proporre un tema di qualche interesse numismatico, chiedendo la collaborazione dei Venetici.
Le oselle, che pure dovevano avere una tiratura non particolarmente elevata (si è detto pari al numero dei membri del Maggior Consiglio, in realtà superiore) presentano spesso una molteplicità di conii (che si differenziano per minimi particolari), denotando un numero di esemplari coniati non propriamente basso. Non so se qualche documento riporti qualche dato sui pezzi coniati: però se ipotizziamo un numero di 5-10.000 esemplari per conio, allora un'osella che presenti, ad esempio, 3 differenti impronte di una determinata faccia può aver avuto una emissione di 10-20.000 pezzi. E' possibile che questo numero relativamente elevato possa trovare una qualche spiegazione nella gradevolezza o significato particolare di una determinata moneta, per la quale i privati hanno richiesto riconiazioni in zecca (come era legittimo fare). In alternativa la tecnologia monetaria del Sei- Settecento era così peggiorata che la durata media di un conio poteva risultare inferiore a quanto sopra indicato.

Un altro aspetto interessante che deriva dall'esame delle varianti è una miglior comprensione di come venissero "incisi" i conii. Propongo di sotto una osella anno 1755 di Francesco Loredan con 3 varianti di Rovescio (trascuro i Diritti, anch'essi presenti con un numero comparabile di differenti conii). Le differenze sono indicate con punte di freccia rosse e arancioni e riguardano la fronda che l'angelo tiene in mano (che tocca il cerchio al bordo, lo attraversa o se ne distanzia), e la posizione reciproca tra fregi e legenda (punte verdi). In basso rappresento gli elementi che sono stati impressi nel conio senza dubbio tramite l'utilizzo di 7 punzoni: uno per l'angelo, uno per il fregio inferiore e 5 per le differenti "righe" della legenda. Queste ultime presentano singole lettere che mostrano posizioni corrispondenti nei 3 conii, (dunque punzonate come singola parola) ma il loro rapporto relativo e la distanza fra le stesse appare diverso (punte rosse spesse), indicando inequivocabilmente un'operazione di impressione nel conio separata per ciascuna riga. I Diritti, che qui non illustro, sono anch'essi ricavati dall'utilizzo di punzoncini parziali. :)

Osella Loredan.jpg

Modificato da Giov60

Supporter
Inviato

Ciao Giovanni

Richiesta molto interessante che, di botto, non riesco ad esaudire.

Di certo c'è solo un dato: le oselle che costituivano il dono che il doge era tenuto a regalare annualmente ad ogni membro del Maggior Consiglio era un dato variabile, in funzione del numero degli aventi diritto a quel momento.

Sappiamo che in alcuni anni c'erano poco più di 2.000 nobili, ma ci furono periodi dove il numero era sensibilmente inferiore.

C'erano in più quelle commissionate alla zecca e pagate dal committente; quante potrebbero essere?

Nessuna informazione al riguardo - che io sappia - è pervenuta; ci sono solo speculazioni.

Che il doge (ed i suoi parenti) fossero più interessati a commissionarne, rispetto ad altri, può avere una sua logica; non dimentichiamo che le oselle degli ultimi decenni riportavano iconografie particolari che riconducevano momenti importanti del dogato e - oltre al nome del doge in chiaro - davano maggior lustro a tutto il casato.

Ha una sua logica pensare che una osella a nome di un doge Mocenigo (una delle famiglie più rappresentate nel Maggior Consiglio nel 1700) potesse avere più possibilità di essere coniata in un numero maggiore, rispetto ad una coniata a nome del doge Ruzzini.

Che ne siano state fatte coniare in alcuni momenti 5.000 o 10.000 non è dato sapere ....

Va comunque approfondito l'argomento, soprattutto per i metodi di coniazione .... devo andare a recuperare un po' di dati. ;)

saluti

luciano

 

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Supporter
Inviato

Ciao Giovanni

Come ho letto la tua discussione, me ne è venuta alla mente una simile, aperta anni fa.

Ho quindi dato una prima risposta interlocutoria per “marcare il territorio” ed avere il tempo per ritrovarla; non è stato facile, ma l'ho trovata ed è di oltre 5 anni fa, aperta dal buon Riccardo! Eccola.

I dubbi sono gli stessi e le risposte sono, a tutt'oggi ed a mio parere, attuali.

Riguardo all'osella da te postata, condivido le tue evidenze; di certo si sa che fu coniata a martello e questo procedimento è stato usato fino all'anno 1760 quando, proprio sotto il dogato di Francesco Loredan, in occasione dell'emissione dell'osella dell'anno IX, si è adottato l'uso di un torchio meccanico.

5acde8707e8af_FrancescoLoredanannoIX.thumb.jpg.e0fc893c15122ddc602ae73beb32d627.jpg

Essendo la tua coniata a martello, io sono dell'idea che più conii venissero approntati per velocizzarne la coniazione; operazione che veniva poi effettuata da più linee produttive, così da rispettare la data di elargizione, fissata nel giorno ricorrente Santa Barbara (4 dicembre).

Considerato che i dogi erano tutte persone anziane e poco in salute (salvo eccezioni), non credo che i conii dell'osella da emettere venissero approntati con largo anticipo rispetto a tale data; perché rischiare di doverli rifare se il doge passava, nel frattempo, a miglior vita?

Se il mio ragionamento logico ha valore, ritengo giustificata una differente composizione dei conii e di conseguenza l'esistenza di varianti; riguardo al fatto che possano essere 3 o 4 o più, io, purtroppo, non ho evidenze per dare certezze.

A questo punto, però, mi viene spontanea una considerazione; sappiamo che con la morte del doge le monete che riportavano il suo nome dovevano essere modificate e venivano approntati nuovi conii; quelli vecchi a nome del doge defunto dovevano essere distrutti. Per le oselle era lo stesso?

Sempre ragionando a logica; se fossi stato un familiare del doge Loredan ed avessi commissionato alla zecca il facimento di 5 oselle dell'anno IV (1755) e tale mia richiesta fosse stata fatta nel 1756 o nel 1757, che succedeva? La zecca avrebbe dovuto rifare il conio o poteva recuperare quello vecchio?

Forse i punzoni venivano conservati?

Se così fosse, potevano esserci più conii fatti a distanza di tempo.

Mi rendo conto che la tipologia dell'osella in parola non ha nulla di particolare, ma altre oselle hanno iconografie molto particolari, che ricordano uno specifico accadimento; se ne avessi richiesto degli esemplari a distanza di tempo, come avrebbe proceduto la zecca?

Penso anche alle oselle coniate in oro, sono uguali a quelle coniate in argento e riportano anche le medesime iniziali del massaro; tutte coniate entro i termini del suo mandato? Improbabile a mio vedere.

Cari saluti

Luciano

 

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Inviato

Hai rispolverato una bella discussione (cui ho anche partecipato) e te ne ringrazio. Nel tempo anch'io mi sono ri-posto il quesito di @rick2: tanti conii per troppo pochi esemplari. Fra l'altro l'analisi del conio permette di meglio definire, come dicevo sopra, i metodi di coniazione: con punzoni parziali separati per i singoli elementi iconografici e per le singole righe. Il che, almeno, aiutava a velocizzare la preparazione del conio... ;)


Supporter
Inviato
1 ora fa, Giov60 dice:

Hai rispolverato una bella discussione (cui ho anche partecipato) e te ne ringrazio. Nel tempo anch'io mi sono ri-posto il quesito di @rick2: tanti conii per troppo pochi esemplari. Fra l'altro l'analisi del conio permette di meglio definire, come dicevo sopra, i metodi di coniazione: con punzoni parziali separati per i singoli elementi iconografici e per le singole righe. Il che, almeno, aiutava a velocizzare la preparazione del conio... ;)

Certo! I punzoni preparati per gli elementi iconografici e per le singole righe sono un dato oggettivo riscontrabile dalla tua analisi.

saluti

luciano

 


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