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Al CCNM: il multiplo d'oro di Giustiniano rubato a Parigi. - Milano 18 settembre 2018


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Era noto un solo esemplare del multiplo d'oro (36 solidi!) di Giustiniano I, conservato a Parigi nel Cabinet des Médailles des Rois, e rubato durante il famoso furto del 1831, con successiva probabile fusione di tutte le monete d'oro, che non furono più ritrovate. Il medaglione in questione rappresentava l'imperatore a cavallo, in una complessa iconografia (grande elmo piumato, ecc.) che anticipa in parte la successiva arte bizantina. Per fortuna ne erano stati fatti dei calchi, e ci restano ora alcune copie in galvanoplastica, che  consentono di ammirarne la bellezza e di studiarne le particolarità.

Giustiniano è figura essenziale nella storia dell'Oriente bizantino: non solo per il Codex Iuris Civilis Iustinianei, ma perchè fu l'ultimo a tentare seriamente una ricomposizione della romanità, riconquistando l'Occidente.

Di tutto questo ci parlerà al CCNM, martedì 18 settembre alle 20.45 (Via Terragio 1, Milano) Andrea Torno Ginnasi, che presso l'Università degli Studi di Milano si occupa di Storia dell'Arte Medievale e Bizantina, con particolare interesse per i temi imperiali e per la numismatica.

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Credo che ne esista quanto meno una a Parigi (Bibliothèque Nationale de France) e una al British Museum, però non ti so dire se sono visibili in rete. Forse potremmo "anticipare" un'immagine qui prima dell'incontro, se il conferenziere è d'accordo: glielo chiederò.

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Ci sono due splendide foto delle copie in galvanoplastica sul n. 53 (2016) della "Rivista di studi bizantini e neo-ellenici", edita dall'Univ. di Roma, in un articolo appunto di Torno Ginnasi, ma non riesco ad estrarre le immagini. Chiedo direttamente a lui.

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Ci sono due splendide foto delle copie in galvanoplastica sul n. 53 (2016) della "Rivista di studi bizantini e neo-ellenici", edita dall'Univ. di Roma, in un articolo appunto di Torno Ginnasi, ma non riesco ad estrarre le immagini. Chiedo direttamente a lui.


Grazie Gianfranco per l'interessamento. L'articolo è disponibile in formato elettronico? È possibile scaricarlo?

Intanto ho appuntato in agenda l'evento..
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Le notizie più dettagliate sul regno di Giustiniano ( e della potente moglie Teodora) ci provengono dalla "Storia delle Guerre" di Procopio di Cesarea, che descrive le guerre persiane, vandaliche e gotiche.

Un aspetto singolare della narrazione è che, fino agli eventi del 540 d.C., vengono espressi giudizi sostanzialmente favorevoli verso l'imperatore, mentre dopo quella data l'atteggiamento dello storico cambia: prima in modo velato, poi sempre più esplicito, le critiche diventano molto pesanti. Si sono fatte varie ipotesi:  scarsa soddisfazione di Procopio (che era personaggio importante a corte) per la "carriera"; insuccessi effettivi nella politica giustinianea; rancore verso Teodora.  Verso il 550 Procopio scrisse infine le "Carte Segrete", rese pubbliche diversi secoli più tardi, che sono una vera invettiva contro il regno di Giustiniano e Teodora, con giudizi estremamente negativi, che non salvano quasi nulla.

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Quel che colpisce al primo sguardo è sicuramente il copricapo dell'imperatore: un elmo crestato, con decorazione probabilmente di penne di pavone, denominato TOUPHA (ΤΥΦΑ), presente anche in molte altre raffigurazioni imperiali romane e bizantine, da Costantino in poi, ma qui di straordinaria dimensione e bellezza.

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Ma Luca, l'hanno rubato durante il regno di Luigi Filippo (quello che "non era re di Francia, ma solo re dei francesi"), quasi 200 anni fa!  E' stato sicuramente fuso...pesava mezza libbra d'oro.

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  • 4 settimane dopo...

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Sicuramente, l'elmo cerimoniale (TOUPHA) che compare al diritto del multiplo di Giustiniano ha dei punti di contatto con l'elmo di Costantino dell'arcinoto medaglione di Ticinum del 315 (che, ricordiamolo, alcuni illustri studiosi continuano a ritenere una mistificazione, considerandolo una produzione rinascimentale). Ci sono però anche delle differenze, diciamo che l'elmo di Giustiniano sembra a me più accurato nei dettagli, fino a sfociare in una sorta di artificiosità, naturalmente ricercata e voluta.

E' possibile dare qualche definizione generale di: che cosa cambia, nell'arte, nell'iconografia, nell'uso ufficiale delle immagini, fra la tarda romanità e il mondo bizantino? Posto che cambi davvero qualcosa! @Poemenius(e non solo!), che cosa ne pensi?

6.Medaglione 315, diritto.png

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Si il medaglione fu fuso

@gpittini bellissima domanda,  voglio darti una bella risposta quindi mi servirà un pc... Che ora al mare non ho... :)

Prometto di risponderti a modo appena riesco

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  • 2 settimane dopo...

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In attesa del desiderato contributo di @Poemenius, mi farebbe piacere sentire se anche altri hanno opinioni in proposito (@eliodoro,  @Legio II Italica? @Cippal...) Comincio con qualche considerazione, anche se mi sembra di dire cose un po' banali.

Mi pare che l'epoca bizantina (intendo con ciò, numismaticamente, da Anastasio in poi) accentui ulteriormente quanto si era già visto nel IV e V secolo: scomparsa quasi completa o completa degli aspetti fisiognomici (prima si vedeva almeno qualche barba...) e quindi totale indistinguibilità dei ritratti. Inoltre, mi pare ci sia un aumento degli aspetti rituali e ieratici: globi crucigeri...più avanti, Cristo con aureole, ecc. Nella fissità dei tipi, alcuni elementi non mancano mai: la dichiarazione esplicita del valore della moneta (parlo dei bronzi), la zecca, l'anno di regno. Molta precisione nel rispetto delle gerarchie: se ci sono due teste, una è più grossa o più alta dell'altra, e così via.  Ma qui mi fermo.

Modificato da gpittini
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eccomi!!!!

allora, vado per  ordine....

il medaglione d'argento è stato oggetto di numerosi articoli, e dovrei ricostruire la bibliografia, ma su lamoneta si trova tutto, comunque il mio personale parere, dato qua tra amici, è che ci siano punti sospetti come sostiene qualcuno... non ne ho mai avuto in mano uno e a definirlo un falso sarei pretenzioso, ma di certo chi ha sollevato alcune questioni, non lo ha fatto a mio avviso a sproposito....diciamo...non tutto torna... o almeno i dubbi sono leciti...

il medaglione d'oro racchiudeva molte significatività, il volto frontale, la vittoria che lo precede e lo guida, insomma, uno spot in piena regola....

 

e poi...cosa cambia nella rappresentazione...

io vedo il tardoantico come un mondo di continuità, fatto di piccole rotture... i bizantini come sappiamo si chiamavano "romani"... e già questo ci parla di una rottura "inventata" dalla storiografia moderna già nei termini....

l'imperatore non era certamente più l'uomo con il quale potevi aver combattuto sul campo di battaglia, come furono Massimino il Trace o molti altri, ma era ormai una figura ieratica che doveva apparire lontana e immersa in un aura "distante"...volutamente

questo non avvenne in un lustro, ricordiamo che in Aureliano si legge già "dominus et deus" ... insomma, fu un cammino

così come un "cammino" è quello dell'arte nell'esprimere i  volti... dire "non erano  più in grado" è riduttivo.... quando faccio qualche  seminario presento sempre un'immagine di un bell'aureo di Pertinace, poi un solido di VIII secolo... e spiego che dire che gli incisori non erano  più in grado di rendere quella forza espressiva, è come dire che Picasso dipinse Guernica perché non era più in grado di dipingere come Caravaggio...

il simbolo del potere e il modo in cui il popolo lo recepisce, cambia nel tempo.... inoltre... il messaggio di questo medaglione era di certo rivolto a pochi "eletti", capaci di leggere un messaggio diverso ancora... qua il messaggio non era "di massa" ,  ma "d'elite"...per forza....

quel volto di Giustiniano sarà poi ripreso da Costantino IV e in parte da Tiberio III

questo retro è ispirato a molte monete del passato, anche  "vili" come gli ae4 di Teodosio II

che dire della legenda al  retro... quasi "scontata e banale" nel suo essere in continuità

nel grande collo del busto forse c'è  anche una reminiscenza di Costantino I...perché no...

insomma... io vedo sempre continuità, e piccoli balzi saltuari, raramente vere rotture, che sono proprie della storiografia più che della storia... ovviamente parliamo  di un parere strettamente personale...

saluti

Alain

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Intervento molto bello , Alain, che condivido.

Riprendo solo questo passaggio per argomentare che ogni espressione artistica e‘ figlia del tempo e della congerie che contribuisce a produrla. 

 

Anche l‘agiografia monetale risente - inevitabilmente - dell‘evoluzione della capacità di interpretare e rappresentare i simboli dell‘autoritA‘ che appunto dovevano essere riportati sulle monete. 

La vivacità‘ e veridicità della ritrattistica romana imperiale era espressione precisa dell‘auctoritas imperiale, che naturalmente era ben diversa ad esempio dalla ieraticita‘ bizantina. Senza peraltro togliere a quest‘ultima grande espressività in molte delle sue interpretazioni . 

Ma e‘ come paragonare fiori tra loro diversi. Ambedue bellissimi ma con forme colori e profumi ben distinti.

così come un "cammino" è quello dell'arte nell'esprimere i  volti... dire "non erano  più in grado" è riduttivo.... quando faccio qualche  seminario presento sempre un'immagine di un bell'aureo di Pertinace, poi un solido di VIII secolo... e spiego che dire che gli incisori non erano  più in grado di rendere quella forza espressiva, è come dire che Picasso dipinse Guernica perché non era più in grado di dipingere come Caravaggio...

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Ciao @gpittini, grazie per avermi interpellato , provo a dare qualche risposta iniziando dal rancore di Procopio contro Giustiniano e Teodora , rancore incomprensibile nella lettura delle tre guerre narrate da Procopio dove si leggono solo encomi verso l' Imperatore , ma Procopio stesso nella sua ultima opera Storia Segreta , spiega molto bene il motivo di questo cambiamento radicale di opinione verso Giustiniano .

Per brevita' riporto quanto benissimo scritto e condensato su Wikipedia senza andarmi a rileggere il testo : "

Nella prefazione l'autore afferma di aver scritto quest'opera in modo che le iniquità di Giustiniano non venissero dimenticate dalle generazioni future; lo scopo dell'opera è dunque esporre tutte le iniquità dell'Imperatore che l'autore dovette tacere nella Storia delle guerre per paura di essere ucciso da sicari.

Procopio accusa Giustiniano e Teodora di aver rovinato deliberatamente l'Impero romano, facendo di tutto per opprimere e impoverire i sudditi: con l'aumento delle tasse, con l'aumento della corruzione, con innovazioni che portarono solo rovina, garantendo l'immunità alla fazione degli Azzurri, con le guerre di conquista che causarono la morte di milioni di persone, con la confisca di beni ai senatori ecc. Procopio afferma addirittura che Giustiniano non sarebbe un essere umano ma il principe dei demoni incarnatosi in un imperatore per rovinare l'Impero; e narra pure delle dicerie che confermerebbero la sua tesi (tipo che Giustiniano sarebbe stato visto girare di notte per il palazzo senza testa oppure che un tale disse di aver visto seduto sul trono non Giustiniano ma il principe dei demoni, oppure Teodora sognò che si sarebbe sposata con il principe dei demoni). Questo servì a Procopio per attribuire a Giustiniano anche la peste, i terremoti e le inondazioni che afflissero l'Impero sotto il suo regno.

L'opera si conclude così:

« Sono state avanzate varie ipotesi su che fine abbiano fatto le ricchezze dei Romani. Alcuni sostengono che sono finite nelle mani dei barbari, altri ritengono che l'Imperatore le tenga custodite in molte stanze del tesoro. Quando Giustiniano morirà, sempre che sia umano, o quando rinuncerà alla sua esistenza incarnata nel caso sia il principe dei demoni, i superstiti scopriranno la verità. »

(Storia Segreta, 30)

La struttura dell'opera Storia Segreta , è la seguente:

Capitoli 1-5: sono dedicati a Belisario e Antonina e il ritratto di Belisario che ne esce da questa opera è opposto a quello della Storia delle guerre. Se infatti nella Storia delle guerre viene dato un ritratto molto positivo di Belisario, dipinto come un uomo virile, magnanimo con i vinti e vittorioso in guerra, nella Storia segreta Belisario è un uomo talmente innamorato della moglie (anche adultera) da esserne schiavo; inoltre viene anche criticato per non aver mosso un dito per aiutare il figliastro Fozio, perseguitato da Teodora, per aver anteposto gli interessi familiari al successo della spedizione contro la Persia e per aver impedito che la figlia Giovannina sposasse il nipote di Teodora, assecondando il volere della moglie di cui, a dire di Procopio, continuava ad essere schiavo. Viene anche accusato di aver depredato gli Italici e di non aver avuto il coraggio di affrontare Totila con grosso danno per i Bizantini.

Capitoli 6-8: famiglia e carattere di Giustiniano.

Capitoli 9-10: infanzia di Teodora. Viene narrato come un'attrice prostituta sia diventata un'imperatrice.

Capitoli 11-14: avarizia, persecuzioni e atti ingiusti di Giustiniano. Perseguita gli eretici, scatena le lotte tra gli Azzurri e i Verdi ecc.

Capitoli 15-17: Crimini e iniquità dell'Imperatrice Teodora, che rinchiude le prostitute in un convento costringendole con la violenza a una vita di penitenza, protegge le adultere e costringe delle nobildonne a sposare controvoglia degli uomini rozzi.

Capitolo 18: Giustiniano con le sue guerre causa milioni di morti, mentre i territori dell'Impero nei Balcani e in Oriente vengono saccheggiati da Slavi, Persiani e Saraceni. Molte persone vengono uccise da terremoti, peste e altre catastrofi naturali, anch'esse attribuite a Giustiniano.

Capitoli 19-23: viene criticata l'amministrazione finanziaria.

Capitoli 24-26: Giustiniano opprime l'esercito, i mercanti, le professioni, il proletariato.

Capitoli 27-29: Altri atti iniqui di Giustiniano, accusato di corruzione.

Capitolo 30: Giustiniano riforma la corte. I senatori sono costretti a dirsi suoi schiavi e a chiamare Giustiniano e Teodora "Signore" e "Signora" invece di "Imperatore" e "Imperatrice

Essendo Procopio riconosciuto come uno storico serio e attendibile , anche per il motivo che fu testimone diretto dei fatti narrati : guerre e vita di corte , dobbiamo ritenere i suoi scritti come fondamentalmente veritieri , solo la Storia Segrete potrebbe in teoria contenere delle esagerazioni nate a causa del rancore personale verso Giustiniano e Teodora .

Circa il Medaglione , questo e' una tipica espressione di "esagerazione scenica" bizantineggiante , tipica di un mondo che ormai di Romano non ha piu' nulla o quasi , tranne il nome , dove i personaggi imperiali sono ormai figure ieratiche , incarnazione in Terra di Cristo come loro intendono essere riconosciuti e  raffigurati su monete in metalli nobili tipiche delle classi ricche , mentre nei popolari bronzi o bronzetti le raffigurazioni imperiali sono piu' semplici e sbrigative , come se il popolo fosse un organo dello Stato di secondo ordine . 

Questa fatale trasformazione dell' Impero Romano non inizia certamente con Giustiniano ma ha radici piu' lontane , forse ad iniziare in modo costante da Diocleziano , anche se le avvisaglie di questo mutamento di apparenza degli Imperatori iniziarono pochi decenni prima di Diocleziano quando la religione mitraica di origine orientale persiana invase la religione pagana e cristiana dell' occidente romano , apportando insieme al mitraismo anche usi e costumi orientali .

 

Modificato da Legio II Italica
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  • 2 settimane dopo...

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@Legio II ItalicaTuttavia, non si può non essere perplessi. Un grande storico, autore di una storia ad ampio respiro delle guerre condotte da Giustiniano, in quest'opera esprime giudizi positivi o molto celebrativi di questo imperatore. Anni dopo, morto l'imperatore, in un'opera che per sua stessa volontà deve rimanere a lungo segreta, dice tutto il contrario, e di Giustiniano e moglie racconta delle nefandezze di ogni tipo, alcune poi chiaramente ispirate da idee superstiziose e del tutto incredibili. Ci si chiede: perchè questo viraggio a 180°?  D'accordo, sarà stato deluso in  molte sue aspettative a corte.  Ma una giravolta del genere non è un po' troppo? E, se alcune perplessità le aveva fin dall'inizio, nel periodo più "glorioso" e di maggior potere dell'imperatore, non poteva trovare il modo di introdurle nelle opere precedenti, almeno sotto forma velata, con allusioni,  vaghi accenni, ecc. (come hanno fatto altri storici in tutte le epoche dell'autoritarismo regio)?

Insomma, a questo punto non sappiamo bene che cosa pensare nè di Giustiniano, nè di Procopio!

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  • uzifox in primo piano e ha impostato come importante questo topic

Ciao @gpittini , hai perfettamente ragione nell' esporre le tue perplessita' nel comportamento poco chiaro di Procopio nei riguardi del suo Imperatore ; comunque a sua parziale discolpa dobbiamo credere a quanto ci narra , cioe' che scrivendo quelle notizie private su Giustiniano e Teodora ancora in vita avrebbe corso un grave pericolo per la sua incolumita' , quindi preferi' scriverle nelle sua opera , pubblicata postuma , Storia Segreta , il nome del libro gia' dice tutto , opera che usci' dopo la morte di Procopio , per casualita' o per volontà esplicita di Procopio ?

L' opera non e' tanto una accusa contro le presunte nefandezze private di Giustiniano e in particolare di Teodora , quanto piuttosto una accusa , a suo parere , contro Giustiniano per "avere rovinato" l' Impero Romano , a proposito di questa accusa sembra esserci una conferma in base ad una accorata lettera di Belisario inviata a Giustiniano , tratta dal De Bello Gothico a proposito del suo secondo invio in Italia per porre fine alla guerra gotica : "Sono arrivato in Italia senza uomini , cavalli , armi , o soldi . Le province non possono fornire entrate , sono occupate dal nemico ; e il numero delle nostre truppe è stato ridotto da larghe diserzioni ai Goti . Nessun generale potrebbe aver successo in queste circostanze . Mandatemi i miei servitori armati e una grande quantità di Unni e di altri Barbari , e inviatemi del denaro"

In questa accusa di Procopio nei riguardi di Giustiniano influi pesantemente anche il trattamento riservato al suo amico Belisario quando fu richiamato a Costantinopoli per essere sostituito da Narsete nella conclusione della seconda guerra gotica in Italia . Nel periodo che rimase a Costantinopoli , tra alti e bassi , Belisario , per motivi oscuri venne accusato di tradimento e secondo una leggenda , vera o falsa che sia , Giustiniano avrebbe ordinato di accecarlo riducendolo ad un mendicante e lo avrebbe condannato a chiedere l' elemosina per le vie di Costantinopoli , oppure, secondo una variante , presso la Porta Pinciana a Roma dove esiste un grande busto di Belisario incorniciato in un ovale ; quindi motivi di rancore contro Giustiniano a Procopio non mancavano certamente e per rincuorare la dose vi aggiunse anche fatti privati .

In foto la famosa Porta Pinciana a Roma ancora con l' originale arco in bianco travertino , testimone di tante battaglie e sortite tra Bizantini e Goti avvenute presso le mura e il grande ovale di Belisario posto sulle mura pochi metri dopo la Porta a ricordo del suo impegno in difesa di Roma contro i Goti , in particolare di Totila .

 

Porta Pinciana.jpg

Belisario a Porta Pinciana.jpg

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@Legio II Italica, quanta storia!! al fianco di questo arco bisognerebbe mettere una targa a ricordo delle battaglie che ha vissuto. purtroppo la gente passa indifferente anche perchè le stesse amministrazioni non fanno niente per ricordarcele. non sarebbe bello una volta l'anno fare una rievocazione storica di questa battaglia con i costumi dell'epoca? mettere due eserciti a fingere di combattere o come si fa per il 2 giugno una bella sfilata di Romani ?

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12 minuti fa, dux-sab dice:

@Legio II Italica, quanta storia!! al fianco di questo arco bisognerebbe mettere una targa a ricordo delle battaglie che ha vissuto. purtroppo la gente passa indifferente anche perchè le stesse amministrazioni non fanno niente per ricordarcele. non sarebbe bello una volta l'anno fare una rievocazione storica di questa battaglia con i costumi dell'epoca? mettere due eserciti a fingere di combattere o come si fa per il 2 giugno una bella sfilata di Romani ?

Ciao @dux-sab , simili idee possono venire solo agli appassionati di storia antica , romana in questo caso ; figuriamoci se gli Amministratori delle moderne Citta' con tutti i problemi attuali che hanno da risolvere possono distrarsi con queste rievocazioni di fatti avvenuti 15 secoli fa' , anzi mi meraviglio che oltre un secolo fa' qualcuno pose nelle mura quel bel medaglione ovale con busto ricordandosi di un certo Belisario che nei paraggi della Porta Pinciana , Flaminia e Salaria , tutte vicine tra loro , difese Roma e tento' di riconquistarla a Totila quando era in mano ai Goti ; ma erano altri tempi , per alcuni aspetti migliori degli attuali . 

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@Legio II Italica, cosa ne dici si potrebbe proporre al sindaco-a una rievocazione annuale del ritorno trionfale di Cesare su biga  con un centinaio di comparse in costume Romano con seguito di prigionieri Galli. dal circo massimo  passare sotto l'arco di Costantino e girare su via dei fori imperiali fino a piazza Venezia con lancio di fiori dal pubblico. credo che diventerebbe un richiamo per i turisti e un ricordare al mondo la grandezza di Roma antica. penso che la spesa sia in fondo minima anche perchè i costumi si riutilizzerebbero ogni anno.  sai in che giorno avvenne l'ingresso di Cesare a Roma ?

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39 minuti fa, dux-sab dice:

@Legio II Italica, cosa ne dici si potrebbe proporre al sindaco-a una rievocazione annuale del ritorno trionfale di Cesare su biga  con un centinaio di comparse in costume Romano con seguito di prigionieri Galli. dal circo massimo  passare sotto l'arco di Costantino e girare su via dei fori imperiali fino a piazza Venezia con lancio di fiori dal pubblico. credo che diventerebbe un richiamo per i turisti e un ricordare al mondo la grandezza di Roma antica. penso che la spesa sia in fondo minima anche perchè i costumi si riutilizzerebbero ogni anno.  sai in che giorno avvenne l'ingresso di Cesare a Roma ?

L' idea sarebbe anche buona ma difficilmente realizzabile per vari motivi logistici ; pensa inoltre come ai Francesi una simile manifestazione storica lederebbe la loro "grandezza" :cray:; a Roma esistono delle Associazioni storico culturali che si occupano anche di manifestazioni di minor impegno , tra cui la piu' importante e' : http://www.gruppostoricoromano.it/gruppo-storico-romano/

Cesare torno a Roma dopo la prima invasione della Gallia verso la fine del 55 e furono decretati venti giorni di festa in suo onore .

Modificato da Legio II Italica
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@PoemeniusTornando ad aspetti prettamente numismatici,chiedo (@Poemenius, ma anche ad altri): multipli di solido erano frequenti o eccezionali, nella monetazione bizantina di VI e VII secol?

Modificato da gpittini
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