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IGNORED

Richiesta lettura legenda pronvinciale


Risposte migliori

Salve a tutti,

Necessito dell'aiuto dei navigati in provinciali per aiutarmi a ricostruire la legenda di questo bronzo di Severus Alexander.

Alexandria, Troas
Diametro 23 mm
Peso 7 gr

Ho cercato referenza qui https://rpc.ashmus.ox.ac.uk/ ma non ho trovato nessuna identificazione che trovi corrispondenza al diritto ed al rovescio, per cui mi viene da pensare che forse ho sbagliato io a leggere la moneta.

D/ io leggerei "[...]VERV[...] ALEXANDRVS AV"
R/ COL ALE TRO (ma sembra molto più frequente COL AVG, possibile? A me sembra una E la lettera finale)

Vediamo se con le vostre opinioni qualcosa ne esce!

Grazie mille, allego foto.

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1 hour ago, Massenzio said:

M AVR SEVERV ALEXANDRVS AV

Grazie mille, ho attribuito RPC 4014, non perfettamente accurato ma il pù simile che ho trovato.

Buon weekend a tutti e due!

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DE GREGE EPICURI

Sembra strano, ma nella Troade il nome ALEXANDER era diventato effettivamente ALEXANDRUS. Secondo me, pur essendo una colonia, di veterani ex-legionari che masticassero davvero il latino ce n'eran pochi.

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Sarebbe interessante vedere se effettivamente esistono casi simili nella stessa zecca!?

15 minuti fa, gpittini dice:

DE GREGE EPICURI

Sembra strano, ma nella Troade il nome ALEXANDER era diventato effettivamente ALEXANDRUS. Secondo me, pur essendo una colonia, di veterani ex-legionari che masticassero davvero il latino ce n'eran 

 

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Forse, senza saperlo, ho in mano una moneta interessante allora! Forse!

Grazie mille a tutti come sempre per la vostra gentilezza.

Ma quindi non si tratta da una vera e propria provincia? Mi sembra di aver visto che l'area ricade nella Provincia Asia Minor, Troas quindi è da considerarsi solo come area geografica, non politica?

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DE GREGE EPICURI

Hai visto bene, però all'interno delle diverse province potevano esserci delle città (in questo caso, Alessandria nella Troade) che avevano lo statuto di Colonie, oppure di Municipi. Le colonie generalmente erano fondate da un imperatore che inviava lì un gruppo di veterani, assegnando a ciascuno delle terre alla fine del servizio militare. In questo caso, la lingua ufficiale era il latino e non il greco, anche sulle monete; inoltre, le istituzioni locali ricalcavano quelle romane. Invece, nelle normali città delle province, permaneva la lingua locale (in oriente  il greco), anche sulle monete, e in genere erano mantenute le istituzioni locali precedenti, se compatibili.

  • Grazie 1
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14 minutes ago, gpittini said:

DE GREGE EPICURI

Hai visto bene, però all'interno delle diverse province potevano esserci delle città (in questo caso, Alessandria nella Troade) che avevano lo statuto di Colonie, oppure di Municipi. Le colonie generalmente erano fondate da un imperatore che inviava lì un gruppo di veterani, assegnando a ciascuno delle terre alla fine del servizio militare. In questo caso, la lingua ufficiale era il latino e non il greco, anche sulle monete; inoltre, le istituzioni locali ricalcavano quelle romane. Invece, nelle normali città delle province, permaneva la lingua locale (in oriente  il greco), anche sulle monete, e in genere erano mantenute le istituzioni locali precedenti, se compatibili.

In una domanda ha risposto anche alla seconda che volevo porre. Ecco spiegato perchè alcune provinciali sono in greco altre mantengono la legenda in latino. Interessantissimo argomento! 

Ora, altra questione! Sappiamo il valore e la denominazione delle imperiali (quasi certa perlomeno fino all'introduzione del nummus), mentre per le provinciali rimane un'area molto grigia. Dato che sia imperiali che provinciali venivano coniate nello stesso arco di tempo, viene logico pensare che le diverse monetazioni circolassero per tutto l'Impero sotto forma di commercio. Ciò significa che se mi fossi presentato in una bottega di Roma a prendere il pane con un radiato dalla Moesia (quindi appartenente ad una monetazione non imperiale) la moneta sarebbe stata accettata oppure no?

 

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20 ore fa, gabriel_ dice:

In una domanda ha risposto anche alla seconda che volevo porre. Ecco spiegato perchè alcune provinciali sono in greco altre mantengono la legenda in latino. Interessantissimo argomento! 

Ora, altra questione! Sappiamo il valore e la denominazione delle imperiali (quasi certa perlomeno fino all'introduzione del nummus), mentre per le provinciali rimane un'area molto grigia. Dato che sia imperiali che provinciali venivano coniate nello stesso arco di tempo, viene logico pensare che le diverse monetazioni circolassero per tutto l'Impero sotto forma di commercio. Ciò significa che se mi fossi presentato in una bottega di Roma a prendere il pane con un radiato dalla Moesia (quindi appartenente ad una monetazione non imperiale) la moneta sarebbe stata accettata oppure no?

 

Non è uno degli esempi migliori perché in Moesia nel IIII sec. per un certo periodo fu attiva una zecca imperiale a viminacium quindi i radiati argentati sarebbero stati presi senza problema ovunque. :)

Le zecche coloniche potevano battere solo moneta bronzea destinata al commercio locale ma sono state rinvenute anche in contesti con monete delle zecche imperiali quindi sicuramente qualcosa veniva accettato e utilizzato, comunque monete sporadiche o piccole quantità.

Considerando che si trattava di moneta bronzea di poco valore (equivalente ad assi e sesterzi) non era in realtà così facile che tali monete uscissero dal contesto locale, anche ricchi e facoltosi commercianti non solo avrebbero viaggiato con un aureo piuttosto che con 100 sesterzi ma avrebbero richiesto sicuramente un pagamento in moneta nobile per i loro scambi. Queste monete locali venivano usate per le spese di tutti i giorni e per il commercio al dettaglio.

Aureliano poi mise tutto in ordine con la sua riforma non consentendo più emissione di monete locali.

  • Grazie 1
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2 hours ago, Massenzio said:

Non è uno degli esempi migliori perché in Moesia nel IIII sec. per un certo periodo fu attiva una zecca imperiale a viminacium quindi i radiati argentati sarebbero stati presi senza problema ovunque. :)

Le zecche coloniche potevano battere solo moneta bronzea destinata al commercio locale ma sono state rinvenute anche in contesti con monete delle zecche imperiali quindi sicuramente qualcosa veniva accettato e utilizzato, comunque monete sporadiche o piccole quantità.

Considerando che si trattava di moneta bronzea di poco valore (equivalente ad assi e sesterzi) non era in realtà così facile che tali monete uscissero dal contesto locale, anche ricchi e facoltosi commercianti non solo avrebbero viaggiato con un aureo piuttosto che con 100 sesterzi ma avrebbero richiesto sicuramente un pagamento in moneta nobile per i loro scambi. Queste monete locali venivano usate per le spese di tutti i giorni e per il commercio al dettaglio.

Aureliano poi mise tutto in ordine con la sua riforma non consentendo più emissione di monete locali.

Grazie Massenzio per la piacevole ed interessante spiegazione, ora tutto ha un senso :)

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