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Articolo - Marco Aurelio e il mistero della Tribunicia Potestas V


Ross14

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Buongiorno a tutti,

ho appena pubblicato sul mio profilo di academia.edu un articolo che presenta una ricostruzione cronologica delle Tribuniciae Potestates assunte da Marco Aurelio. In particolare viene affrontata la problematica relativa all'allineamento del giorno di rinnovo della carica tra Marco Aurelio ed Antonino Pio, alla luce di varie evidenze numismatiche. Il tutto è preceduto da una breve introduzione sulle origini e sulla natura della Tribunicia Potestas in età imperiale. Ho infine aggiunto una tabella con l'elenco delle varie cariche ricoperte dagli imperatori Antonino Pio, Marco Aurelio e Lucio Vero. L'indicazione di ciascuna di queste cariche è corredata da una nota esplicativa.

Il titolo dell'articolo è: "Marco Aurelio e il mistero della Tribunicia Potestas V - Una revisione delle datazioni delle Tribuniciae Potestates di Antonino Pio e di Marco Aurelio"

Avevo già affrontato questo argomento in un'appendice del libro sulla monetazione di Faustina II dove, tuttavia, era presentato in modo quasi esclusivamente intutivo. In questo articolo ho voluto argomentare in dettaglio la questione così da chiarire il mio pensiero in tema.

https://independent.academia.edu/ABusseni

Resto quindi in attesa dei vostri graditissimi commenti ed opinoni.

Grazie a tutti

Alessio

 

Modificato da Ross14
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  • 2 settimane dopo...

Ciao Alessio, ho letto con piacere e vivo interesse il tuo articolo e ti faccio i complimenti per la passione (sempre più merce rara) con la quale hai approfondito la tematica.

Detto questo, essendomi occupato anch'io per motivi di ricerca dell'evoluzione della titolatura imperiale tra il III ed il IV sec., posso dirti che l'argomento è una brutta gatta da pelare, e non di rado si può giungere solo a conclusioni parziali.

Un primo appunto che vorrei muoverti, in maniera ovviamente costruttiva e per puro spirito di discussione, è il metodo con le quale arrivi alle tue conclusioni. Nello specifico, trarre delle conclusione sulla ricostruzione dell'evoluzione della titolatura ufficiale imperiale, affidandosi come fonte primaria alla documentazione numismatica, è improprio. Le testimonianze in tal senso a cui dare assoluta precedenza, come mi è stato insegnato da professori che si sono interessati per anni ed anni alla questione, è la documentazione di carattere ufficiale, ovvero quella redatta direttamente dalla cancelleria imperiale e non soggetta ad interpolazioni, certamente al corrente delle reali titolature e posizioni di diritto, attraverso la quale è ricavabile la progressione sia dei titoli che dell'iterazioni degli stessi. Nella nota di un mio articolo, per specificare sommariamente quali fossero in concreto questi documenti, ho scritto (scusa l'autocitazione, che in realtà riprende un concetto di altri esimi studiosi): "Sono annoverabili in questa categoria le costituzioni imperiali (sia che esse siano rescritti, epistole o diplomi militari) preservate dalle epigrafi o tramandate per esteso da autori contemporanei alla loro promulgazione, benché anche tale classe di documenti possa essere stata soggetta in fase di compilazione o trascrizione ad errori di vario genere. Il resto della copiosa documentazione di carattere pubblico o privato, quali ad esempio dediche di funzionari, comunità civiche o corporazioni ai sovrani, miliari, papiri e monete, può solo confermare o eventualmente integrare il dato acquisito per via ufficiale, ma non dovrebbe essere assunto per contraddirlo."

Infatti nelle monete non vi era la necessità, e quindi neanche lo scrupolo, da parte degli addetti alla loro coniazione nel trascrive correttamente e per esteso la titolatura imperiale. Nelle monete il nome del sovrano era riportato in maniera concisa, tagliando in maniera arbitraria e senza una logica coerente vari pezzi della sua titolatura. In molti casi, addirittura, nella monete venivano aggiunti epiteti estranei alla titolatura imperiali. in tal senso, tra i tanti esempi, posso citarti l'utilizzo di Dominus Noster al posto di Imperator Caesar per alcune delle emissioni a nome di Costantino e dei suoi figli soprattutto nella fase del suo regno successivo alla vittoria a Ponte Milvio, benché Dominus fosse solamente l'allocuzione usata per rivolgersi all'imperatore e non un titolo assunto dallo stesso (che infatti non compare mai nella documentazione di carattere ufficiale, come per esempio l'epistola inviata al senato Romano nel febbraio del 337, CIL VI, 40776, ove è infatti Imperator Caesar). Riguardo invece al resto della documentazione, posso riprendere il caso, da te anche citato nella nota 27 del tuo articolo, del cognomen Germanico attribuito ad Antonino, che però per l'appunto non è mai attestato nella documentazione dai crismi ufficiali, come ad esempio i diplomi militari, di cui ci sono rimasti, per nostra fortuna, diversi esemplari rilasciati sotto il regno di Antonino. E d'altronde, in più di vent'anni di regno, nessun'altra iscrizione tranne due africane (anch'esse non di carattere ufficiale secondo le categorie sopra espresse, ovvero CIL VIII, 20424 citata da te, e CIL VIII, 12513) attribuisce all'imperatore dei cognomina devictarum gentium.

Entrando nel merito della tua teoria, per la quale Antonino e Marco Aurelio non iterarono per una seconda volta la rispettiva potestà tribunizia il 10 dicembre nell'anno in cui la assunsero per la prima volta, bensì iniziarono a farlo simultaneamente per il 10 dicembre solo nell'anno 151, i diplomi militari emessi durante il regno di Antonino che, come scriveva l'epigrafista Giovanni Forni "rappresentano il più genuino, autentico e attendibile esempio di costituzione imperiale", smentiscono questa ipotesi.

Nello specifico, nel diploma militare AE 1977, 793 = AE 2006, 1870, emesso con assoluta precisione il 13 febbraio del 139 (l'anno è specificato sia dall'indicazione del secondo consolato di Antonino, giacché nel 140 assunse poi il terzo, e, soprattutto, dalla coppia consolare, ovvero Antonino stesso e Gaio Bruttio Presente Lucio Fulvio Rustico), Antonino, la cui titolatura è appunto doverosamente riportata per estesa, essendo un documento avente valore di legge, ha già acquisito la sua seconda tribunizia potestà, e questo, per quanto mi riguarda e per quello che viene accettato da tutti gli studiosi, toglie ogni dubbio sul fatto che l'imperatore l'acquisì una prima volta il 25 febbraio del 138 e la seconda il 10 dicembre dello stesso anno.

Rispetto a Marco Aurelio è invece impossibile ricorrere alla documentazione ufficiale, poiché il suo nome non compare insieme a quello di Antonio nei diplomi emessi durante il regno di quest'ultimo e ci si deve affidare a quella secondaria, come tu hai appunto fatto per le monete, che però francamente non danno, per i motivi già espressi, una reale sicurezza nel merito. Personalmente un'idea me la sono fatta sull'anomalia che tu hai correttamente evidenziato, ovvero su un'abbondanza ingiustificata di esemplari che riportano la prima tribunizia potestà per Marco Aurelio, se questa fosse durata il solo spazio di 9 giorni, ma vorrei prima approfondire con altri elementi il mio pensiero. 

Grazie per l'attenzione e sarò lieto di leggere ogni tuo commento nel merito.

Francesco

Modificato da Conservator
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3 ore fa, Conservator dice:

Ciao Alessio, ho letto con piacere e vivo interesse il tuo articolo e ti faccio i complimenti per la passione (sempre più merce rara) con la quale hai approfondito la tematica.

Detto questo, essendomi occupato anch'io per motivi di ricerca dell'evoluzione della titolatura imperiale tra il III ed il IV sec., posso dirti che l'argomento è una brutta gatta da pelare, e non di rado si può giungere solo a conclusioni parziali.

Un primo appunto che vorrei muoverti, in maniera ovviamente costruttiva e per puro spirito di discussione, è il metodo con le quale arrivi alle tue conclusioni. Nello specifico, trarre delle conclusione sulla ricostruzione all'evoluzione della titolatura ufficiale imperiale, affidandosi come fonte primaria alla documentazione numismatica, è improprio. Le testimonianze in tal senso a cui dare assoluta precedenza, come mi è stato insegnato da professori che si sono interessati per anni ed anni alla questione, è la documentazione di carattere ufficiale, ovvero quella redatta direttamente dalla cancelleria imperiale e non soggetta ad interpolazioni, certamente al corrente delle reali titolature e posizioni di diritto, attraverso la quale è ricavabile la progressione sia dei titoli che dell'iterazioni degli stessi. Nella nota di un mio articolo, per specificare sommariamente quali fossero in concreto questi documenti, ho scritto (scusa l'autocitazione, che in realtà riprende un concetto di altri esimi studiosi): "Sono annoverabili in questa categoria le costituzioni imperiali (sia che essi siano rescritti, epistole o diplomi militari) preservate dalle epigrafi o tramandate per esteso da autori contemporanei alla loro promulgazione, benché anche tale classe di documenti possa essere stata soggetta in fase di compilazione o trascrizione ad errori di vario genere. Il resto della copiosa documentazione di carattere pubblico o privato, quali ad esempio dediche di funzionari, comunità civiche o corporazioni ai sovrani, miliari, papiri e monete, può solo confermare o eventualmente integrare il dato acquisito per via ufficiale, ma non dovrebbe essere assunto per contraddirlo."

Infatti nelle monete non vi era la necessità, e quindi neanche lo scrupolo, da parte degli addetti alla loro coniazione nel trascrive correttamente e per esteso la titolatura imperiale. Nelle monete il nome del sovrano era riportato in maniera concisa, tagliando in maniera arbitraria e senza una logica coerente vari pezzi della sua titolatura. In molti casi, addirittura, nella monete venivano aggiunti epiteti estranei alla titolatura imperiali. in tal senso, tra i tanti esempi, posso citarti l'utilizzo di Dominus Noster al posto di Imperator Caesar per alcune delle emissioni a nome di Costantino e dei suoi figli soprattutto nella fase del suo regno successivo alla vittoria a Ponte Milvio, benché Dominus fosse solamente l'allocuzione usata per rivolgersi all'imperatore e non un titolo assunto dallo stesso (che infatti non compare mai nella documentazione di carattere ufficiale, come per esempio l'epistola inviata al senato Romano nel febbraio del 337, CIL VI, 40776, ove è infatti Imperator Caesar). Riguardo invece al resto della documentazione, posso riprendere il caso, da te anche citato nella nota 27 del tuo articolo, del cognomen Germanico attribuito ad Antonino, che però per l'appunto non è mai attestato nella documentazione dai crismi ufficiali, come ad esempio i diplomi militari, di cui ci sono rimasti, per nostra fortuna, diversi esemplari rilasciati sotto il regno di Antonino . E d'altronde, in più di vent'anni di regno, nessun'altra iscrizione tranne due africane (anch'esse non di carattere ufficiale secondo le categorie sopra espresse, ovvero CIL VIII, 20424 citata da te, e CIL VIII, 12513) attribuisce all'imperatore dei cognomina devictarum gentium.

Entrando nel merito della tua teoria, per la quale Antonino e Marco Aurelio non iterarono per una seconda volta la rispettiva potestà tribunizia il 10 dicembre nell'anno in cui la assunsero per la prima volta, bensì iniziarono a farlo per il 10 dicembre simultaneamente solo nell'anno 151, i diplomi militari emessi durante il regno di Antonino che, come scriveva il epigrafista Giovanni Forni "rappresentano il più genuino, autentico e attendibile esempio di costituzione imperiale", smentiscono questa ipotesi.

Nello specifico nel diploma militare AE 1977, 793 = AE 2006, 1870, emesso con assoluta precisione il 13 febbraio del 139 (l'anno è specificato sia dall'indicazione del secondo consolato di Antonino, giacchè nel 140 assunse poi il terzo, e, soprattutto, dalla coppia consolare, ovvero Antonino stesso e Gaio Bruttio Presente Lucio Fulvio Rustico), Antonino, la cui titolatura è appunto doverosamente riportata per estesa, essendo un documento avente valore di legge, ha già acquisito la sua seconda tribunizia potestà, e questo, per quanto mi riguarda e per quello che viene accettato da tutti gli studiosi, toglie ogni dubbio sul fatto che l'imperatore l'acquisì una prima volta il 25 febbraio del 138 e la seconda il 10 dicembre dello stesso anno.

Rispetto a Marco Aurelio è invece impossibile ricorrere alla documentazione ufficiale, poiché il suo nome non compare insieme a quello di Antonio nei diplomi emessi durante il regno di quest'ultimo e ci si deve affidare a quella secondaria, come tu hai appunto fatto per le monete, che però francamente non danno, per i motivi già espressi, una reale sicurezza nel merito. Personalmente un'idea me la sono fatta sull'anomalia che tu hai correttamente evidenziato, ovvero su un'abbondanza ingiustificata di esemplari che riportano la prima tribunizia potestà per Marco Aurelio, se questa fosse durata il solo spazio di 9 giorni, ma vorrei prima approfondire con altri elementi il mio pensiero. 

Grazie per l'attenzione e sarò lieto di leggere ogni tuo commento nel merito.

Francesco

Ciao Francesco,

Ti ringrazio e sono felice dei tuoi commenti competenti, dettagliati e precisi.

Su Antonino Pio non conoscevo questa fonte ed infatti l'anno di anticipo al 10 dicembre era solamente un'ipotesi senza alcuna prova, come ho specificato chiaramente nell'articolo e ti ringrazio nuovamente per la precisazione (alla fine di tutto farò una seconda edizione dove non mancherò certamente di citarti e ringraziarti).

Su Marco Aurelio sono convintissimo di quanto scritto, ovviamente fino a sicura prova contraria, e che l'allineamento avvenne più tardi della TR P I (dopo la V o al massimo la IV). Il perché sia stato fatto in quell'anno non lo so ma vari indizi lo fanno supporre.

Mi ero accorto di alcune discordanze già con lo studio della cronologia dei figli di Faustina: anche qui spostare l'allineamento rende tutto più logico e sensato. 

Grazie ancora

Alessio

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  • 1 mese dopo...

Buon anno a tutti!

Spero di iniziarlo nel migliore dei modi informandovi che ho appena pubblicato sul mio profilo di academia.edu la nuova revisione deil'articolo in oggetto "Marco Aurelio e il mistero della Tribunicia Potestas V - Una revisione delle datazioni delle Tribuniciae Potestates di Antonino Pio e di Marco Aurelio".

Questa seconda edizione, rispetto alla precedente, presenta una modifica della cronologia delle Tribuniciae Potestates di Antonino Pio, nuovi elementi a supporto della tesi finale ed un arricchimento dei riferimenti epigrafici.

Il link è sempre lo stesso:

https://www.academia.edu/40820890/Marco_Aurelio_e_il_mistero_della_Tribunicia_Potestas_V_-_Una_revisione_delle_datazioni_delle_Tribuniciae_Potestates_di_Antonino_Pio_e_di_Marco_Aurelio

Un ringraziamento speciale a @Conservator

Grazie a tutti coloro che saranno interessati ad approfondire l'argomento discusso.

 

 

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