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Monete del Ducato di Castro e Contea di Ronciglione


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Inviato

Buongiorno

sto effettuando una ricerca di archivio sulla costruzione della Chiesa Collegiata di S. Andrea nel comune di Vallerano, provincia di Viterbo.

Vallerano nel XVII secolo faceva parte del Ducato di Castro e Contea di Ronciglione, sotto il dominio dei Farnese. Agli inizi del '700, i territori furono nuovamente sotto la diretta giurisdizione dello Stato Pontificio, in cambio dell'azzeramento dei debiti della famiglia Farnese.

Nel 1742, la Reverenda Camera Apostolica, l'organo finanziario dello Stato Pontificio, intraprende la costruzione della nuova Chiesa di S. Andrea, stanziando cospicui fondi in scudi romani.

L'acquisto delle case da demolire per la costruzione della nuova Chiesa fu affidato all'Arciprete Giovanni Antonio Rossetti, a cui furono dati all'inizio 900 scudi romani.

Nei documenti di acquisto delle case, la valutazione delle stesse è riportata in scudi , ma il pagamento avviene spesso in "giglietti aurei e grossi d'argento".

Ora non ho trovato in nessuna parte una indicazione relativa ai giglietti come moneta, ma guardando le monete battute dall'ex Ducato di Castro ho visto che per un certo periodo di tempo era stato coniato e battuto un ducato d'oro che su una faccia riportava quattro piccoli gigli. Non ho idea per quanto tempo questa moneta avesse corso. E' pensabile che circolasse ancora nel 1742, ammesso che la mia ipotesi di identificarla con il giglietto sia corretta?

Grazie dell'aiuto

Maurizio

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Inviato

Molte grazie. Lo conoscevo già e da quell'articolo ho derivato le poche conoscenze che ho. Purtroppo non risolve il problema di sapere se queste monete fossero ancora in circolazione nel 1742. Grazie di nuovo.


Supporter
Inviato

Buona Domenica Maurizio.

Premetto che non sono un appassionato della monetazione di Castro, però nella tua precedente c'è un dettaglio che non mi torna.

Parlare di "Grossi d'argento" nel 1742 come moneta ordinaria circolante negli stati italiani ed usata per fare pagamenti, mi sembra una forzatura.

Il "Grosso d'argento", nella sua usuale accezione corrispondente ad una "moneta grossa", è tipico di una moneta medioevale nata a Venezia a cavallo del 1200 e successivamente adottata da tanti altri stati italiani e non; questa denominazione, in Italia, viene meno nel corso del 1500, mentre in altri stati europei la si può trovare ancora nel corso del 1700.

Non vorrei che la terminologia di "giglietti aurei e grossi d'argento" sia riferita in verità ad altre monete ... forse sono termini popolari usati dalla gente; difficile credere che potessero essere ancora in corcolazione scudi d'oro e grossi d'argento conati a Castro, quando la sua zecca cessò di operare a metà del 1500.

saluti

luciano


Inviato
Il 8/12/2019 alle 06:23, Maurizio Grattarola dice:

Buongiorno

sto effettuando una ricerca di archivio sulla costruzione della Chiesa Collegiata di S. Andrea nel comune di Vallerano, provincia di Viterbo.

Vallerano nel XVII secolo faceva parte del Ducato di Castro e Contea di Ronciglione, sotto il dominio dei Farnese. Agli inizi del '700, i territori furono nuovamente sotto la diretta giurisdizione dello Stato Pontificio, in cambio dell'azzeramento dei debiti della famiglia Farnese.

Nel 1742, la Reverenda Camera Apostolica, l'organo finanziario dello Stato Pontificio, intraprende la costruzione della nuova Chiesa di S. Andrea, stanziando cospicui fondi in scudi romani.

L'acquisto delle case da demolire per la costruzione della nuova Chiesa fu affidato all'Arciprete Giovanni Antonio Rossetti, a cui furono dati all'inizio 900 scudi romani.

Nei documenti di acquisto delle case, la valutazione delle stesse è riportata in scudi , ma il pagamento avviene spesso in "giglietti aurei e grossi d'argento".

Ora non ho trovato in nessuna parte una indicazione relativa ai giglietti come moneta, ma guardando le monete battute dall'ex Ducato di Castro ho visto che per un certo periodo di tempo era stato coniato e battuto un ducato d'oro che su una faccia riportava quattro piccoli gigli. Non ho idea per quanto tempo questa moneta avesse corso. E' pensabile che circolasse ancora nel 1742, ammesso che la mia ipotesi di identificarla con il giglietto sia corretta?

Grazie dell'aiuto

Maurizio

Molto interessante la questione perche pone un quesito sulla circolazione monetaria dell’epoca. Nei possedimenti pontifici a metà Settecento vigeva lo Scudo  romano comd evidenziato nei documenti notarili. E’ sempre dagli stessi documenti che si evince che il pagamento avveniva invece in giglietti e grossi? Tali monete sembrerebbero essere quelle battute a meta’ Cinquecento ma si puo’ ipotizzate che fossero ancora in circolazione due secoli dopo? E ancora : sarebbe stato piu logico ipotizzate che la popolazione dell’ex ducato li usasse e non invece lo stato della Chiesa per pagare gli espropri ai proprietari delle case. Ipotesi un po’ ardue. 

Se invece diamo uno sguardo alle monete in circolazione all’epoca dobbiamo rifarci alla monetazione di papa Clemente XII ( Corsini) 1730-1740 e Benedetto XIV ( Lambertini ) 1740-58. 

Entrambi emisero vari tipologie di grosso per la zecca di Roma ( sul Muntoni vengono descritti ampiamente).

clemente xii conio anche un doppio zecchino, pero’ per la zecca di bologna, che ha al rovescio una croce gigliata. Mentre per i grossi l’identificazione della moneta di pagamento risulterebbe risolta per l’oro avrei difficoltà ad identificare i doppi zecchini di bologna con la croce come i ‘giglietti’ dei documenti .. 

 


Inviato

Una domanda sciocca...nel Regno di Napoli, si faceva riferimento, nelle transazioni, a monete di conto; può essere anche questo il caso?

Discussione  molto interessante.

Saluti Eliodoro 


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