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Draco costantiniano


chersoblepte

Risposte migliori

Ciao a tutti :),

premetto che l'argomento del thread non è propiamente numismatico, ma spero interessi comunque i frequentatori di questa sezione.

Nei miei studi sul periodo costantiniano ho talvolta trovato annotato di come Costantino avesse adottato il draco (dragone) come simbolo suo e della propria dinastia: secondo alcuni di questi testi, peraltro, a ciò sarebbe stato associato la sostituzione dell'aquila con il dragone nelle insegne militari romane. Purtroppo non ricordo quali delle opere che ho consultato trattassero l'argomento, ma esse, comunque, non mi pare proponessero ad avvallo di queste informazioni passi bibliografici specifici, né, tanto meno, immagini.

Ad ogni modo, da quel che so, già durante il II secolo stendardi con in cima il draco erano stati introdotti nei reparti di cavalleria dagli ausiliari sarmati: al momento dell'attacco l'aria filtrava attraverso le fauci metalliche del "mostro" creando un potente sibilo, che contribuiva a creare confusione tra le fila nemiche.

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L'asta con testa di draco è visibile anche su alcune monete, come in quelle di Traiano Decio a commemorazione della Dacia, dove essa è in mano alla personificazione della provincia.

Traiano Decio - Dacia

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Da quanto ho capito, però, con Costantino il draco non è più solo un simbolo militare, ma segno del potere imperiale: può esserne esempio il fatto che il fastoso carro con cui Costanzo II entra a Roma nella sua unica visita alla città datata 357 sia immediatamente preceduto proprio da dragoni intessuti di porpora e scintillanti di pietre preziose: eumque post antegressos multiplices alios purpureis subtegminibus texti circumdedere dracones hastarum aureis gemmatisque summitatibus inligati, hiatu vasto perflabiles et ideo velut ira perciti sibilantes caudarumque volumina relinquentes in ventum (Ammiano Marcellino, Res Gestae; XVI, 10, 7).

Oltre a questo passo ed ai ricordi letterari sopra esposti, le mie conoscenze a riguardo non sono parecchie: non apportano contributi, per quanto ne so, neanche le testimonianze artistiche e numismatiche. Nella monetazione costantiniana il draco appare solo con una connotazione negativa: il serpente schiacciato da dall'insegna sovrastata dal cristogramma è la rappresentazione di Licinio sconfitto nel conflitto civile del 324.

Costantino - RIC VII Constantinople 19

Con la fine della dinastia di Costantino, credo che il dragone torni ad essere simbolo esclusivamente militare, anche se legato a funzionari d'alta scala gerarchica, come dimostra il fatto che compaia sugli scudi che caratterizzano la carica dei Magister Militum di entrambe le partes (qui, nell'immagine proposta, per quello dell'Impero d'Occidente).

post-1130-1171035968_thumb.jpg

Detto questo, volevo chiedervi se siete a conoscenza di altre fonti e risorse che trattino la questione del draco come figura caratterizzante della "casata" costantiniana... ho provato a fare qualche ricerca su Internet, ma in queste cose sono davvero poco ferrato.

Ringraziandovi sin da ora, vi lascio con un'altra immagine dello stendardo con drago.

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ciao Cherso confermo; da letture disparate che non saprei più citarti il dragone assume una valenza superiore a quella dell'aquila imperiale in età costantiniana.

Confermo da queste fonti che la derivazione è sarmata. Lessi anche che il dragone gonfiandosi col vento costituiva un segnale importante per la cavalleria rappresentando il precursore della "bandiera".

Alla morte di costantino ci sono dei solidi (Onorio, usurpatori...) con i braccioli del trono che vengono individuati come "wolf", cioè a testa di lupo, ma che secondo me possono riprendere l'iiconografia del drago costantiniano.

Il imbolo del drago è forte in terra gallica e soprattutto in britannia, infatti il drago dielsan giorgio pare affondi le radici nei vessilli che le legioni britanniche adottavano come segno di riconoscimento (legioni drachoniane mi sembra comunque controlla su "notitia dignitatum"). Inoltre l'onomastica dei primi re britanno-romani nella saga di king arthur parte dai nomi di ambrosius aurelianus (forse appunto re artù) e dal padre uther pendragon, il cui nome si associa strettamente alla tradizione militare romana che in Britannia adottava le insegne del dragone. L'usurpazione di Costantino III dovrebbe celare altre importanti informazioni intorno al simbolo del drago costantiniano.

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Grazie ad apostata per i consueti interessantissimi spunti e a Flavio per la segnalazione ;) : il link è ottimo, ricco di immagini e riferimenti bibliografici (me lo tradurrò ben bene)!

M'ha sempre affascinato il fatto che Costantino avesse voluto contraddistinguere la sua dinastia con un simbolo proprio più della mitologia dell'Europa settentrionale che del mondo mediterraneo...

Alla morte di costantino ci sono dei solidi  (Onorio, usurpatori...) con i braccioli del trono che vengono individuati come "wolf", cioè a testa di lupo, ma che secondo me possono riprendere l'iiconografia del drago costantiniano.

198419[/snapback]

Su un volumetto che tratta la Notitia Dignitatum (soprattutto il repertorio d'immagini fornitoci dai codici: non vi ho trovato riferimento per le legioni drachonianae, ma non avendolo ancora consultato a fondo non so quanto sia completo) l'essere rappresentato sullo scudo dell'immagine allegata in precedenza è descritto come «serpente tronco a testa d'uccello o di lupo», quindi potrebbero avvallare l'interpretazione iconografica che hai citato (una vera e propria "commistione" di simbolismi :P).

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Avendo nel mio avatar un'antica raffigurazione di S.Giorgio che infilza un drago non posso non contribuire in qualche modo a questa interessante discussione che ho notato solo ora. Lo posso fare, però, riportando quello che ho letto, non ricordo più dove e me ne scuso, a proposito della simbologia che i Cristiani hanno ricavato dall'iconografia che Costantino fece propria facendosi raffigurare nell'atto di uccidere un drago.

S. Giorgio era un ufficiale dell'Esercito Romano e proveniva dalla Cappadocia. Ricevette il martirio nel 303 sotto Diocleziano per aver reso giustizia in favore dei cristiani perseguitati e per essersi dichiarato egli stesso cristiano. Il suo culto si diffuse quasi subito, ma fu solo a partire dall' XI Sec. che l'iconografia lo rappresentò a Cavallo ed in atto di combattere contro il mostro. La forma di tale rappresentazione venne suggerita dai Crociati che a Costantinopoli ebbero la possibilità di osservare delle raffigurazioni di Costantino che appunto uccideva il drago e che erano presenti nella Chiesa di S. Sofia.

In ambito Cristiano la simbologia sottesa all'iconografia di S. Giorgio è chiarissima: lo scontro tra il Bene ed il Male e personalmente penso che molto diversa non dovesse essere nemmeno al tempo di Costantino visto che l'immagine dell'eroe o del dio cavaliere che sovrasta o distrugge un animale mostruoso era popolare in età Ellenistica fin dal III Sec. a. C.

Saluti, Enrico.

Modificato da minerva
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A pagina 48 del volume "Late roman cavalryman AD 236-565" di Simon MacDowell e' raffigurato uno di questi dragoni. Si dice che fosse stato utilizzato dai Sarmati e poco per volta utilizzato dalle truppe di Costantino.

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  • 6 mesi dopo...

L'ho notato da tempo, ma finora mi sono sempre dimenticato di proporlo in questo thread... nell'affresco della Visione della Croce (all'interno della stanza di Costantino negli appartamenti vaticani), progettato da Raffaello, in cielo è presente un drago: ricordo del draco quale simbolo della dinastia costantiniana? O sono possibili altre più semplici interpretazioni?

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Secondo parte della storiografia moderna anglosassone l'uso di designare la cavalleria britannica come dragons, nasce dall'antica introduzione, a opera dei Romani, dei cavalieri sarmati (175 d.C) nella zona di confine del Vallo di Adriano. L'immagine del drago come simbolo della cavalleria è quindi da ricondursi, secondo costoro, a tale vicenda.

Più in generale l'idea del drago (e a ben pensare il concetto di cavalleria e la tecnologia del cavaliere, come la spada lunga, l'arco a grossa tensione di curva, le staffe) comunque non appartiene alla latinità se non in epoca tarda, proprio per gli influssi barbari che sempre più permeavano l'Impero.

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Aggiungo che per la liberità dei costumi che spesso Roma garantiva alle sue truppe più fedeli e potenti, in primis i Sarmati, si dava la possibilità anche di partecipare alla battaglia con le proprie vesti e armi tradizionali. A molti fu concesso anche di usufruire del proprio stendardo ed i Sarmati essendo i più forti ne ebbero la possibilità. I Romani stessi erano così sbalorditi dalla capacità equestre dei Sarmati, che crearono (III sec.) a posta l'unità detta draconarius, ispirandosi all'immagine di superpotenza dei draghi sarmati.

Costantino I fu un buon-tempone, entrò a Roma, dopo aver ristabilito l'ordine in Britannia; sfruttò l'onda emotiva dell'immagine del drago e sfilò per le vie della supercapitale con stendardi di seta che ne rappresentavano l'immagine.

Non so se nella storia di roma fosse stato un popolo barbaro tanto considerato quanto i Sarmati. Essi furono ripetutamente battuti e sottomessi (ma in maniera sofferta quasi sempre), in genere qualche tribù per volta, ma anche i quello che semrbò l'epilogo del rapporto Roma-Sarmatia, imperante Costanzo II (358), nonostante li avesse sconfitti egli fu molto clemente e proferì che dai Sarmati altro non voleva che pace. La lealtà sarmata venne meno tanto che essi razziarono diverse regioni dell'impero negli anni 364, 374, 378, fino a che Teodosio nel 384 non li annientò.

Ricordo che in Gallia il braccio destro di Costantino III, il generale Geronzio, ebbe la sua guardia speciale che fu costituita da cavalieri Alano/Sarmati, e lo stesso imperatore Costantino fondò il corpo degli Onoriani, costituito quasi esclusivamente da Alani (cioè etnia post-Sarmata).

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