uzifox Posted May 24, 2020 Share #1 Posted May 24, 2020 (edited) Ciao a tutti, in un suo nuovo articolo su Cronaca Numismatica il sempre ottimo Ganganelli commenta un vecchio articolo del 1902 riguardante la Regia Zecca di Roma in pratica il resoconto di un giornalista dell'epoca in visita appunto alla Zecca del Regno (che altro non era se non la vecchia Zecca Pontificia). L'articolo era già conosciuto a chi si interessa delle vicende monetarie del Regno d' Italia, infatti potete trovare e leggere l'originale nella sezione biblioteca del forum: Però tra le varie considerazioni ho trovato molto interessante il paragrafo sul “signoraggio” (ossia la differenza tra il valore nominale di una moneta e il suo valore intrinseco e costo effettivo di produzione: ciò che, in sostanza, costituisce il margine di profitto dell’autorità emittente, in questo caso il Regno d’Italia.) Alla data in esame (1902) Se, si legge nell’articolo de Il Secolo XX, “in un pezzo da 20 lire c’è un valore effettivo di 19 lire e 70 centesimi”; un pezzo da una lira d’argento ha un valore effettivo di appena 45 centesimi (il 55% di signoraggio!) le cose vanno un po’ meglio, ma non molto, per lo scudo da 5 lire che è coniato a 900 millesimi e non a 835. Boccanegra tace, invece, sulle monetine fatte di nichel e di rame, quasi del tutto “fiduciarie”. Sarebbe interessante capire durante il Fascismo con la ripresa delle coniazioni in oro e argento a quanto ammontasse questo signoraggio. Sulla monetazione in oro è sicuro che la cifra di vendita fosse già molto più alta del nominale (in questo momento non ricordo quanto di preciso). Però riguardo la monetazione circolante da 5, 10 e 20 lire (con oltretutto il cambio del titolo dal 20 lire "Littore" all' "Elmetto") il discorso si potrebbe fare più interessante. Qualcuno si vuole cimentare o ha già dati a disposizione? Saluti Simone PS Qui potete leggere l'articolo di Ganganelli: https://www.cronacanumismatica.com/in-regalo-per-voi-un-viaggio-nel-tempo-alla-zecca-di-roma/ Edited May 24, 2020 by uzifox 4 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Liutprand Posted May 24, 2020 Share #2 Posted May 24, 2020 Interessante. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
dux-sab Posted May 24, 2020 Share #3 Posted May 24, 2020 questi in pratica sono i costi di produzione, in pratica coniare un centesimo o 20 centesimi ha un costo-tempo simile. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Cernobil Posted May 24, 2020 Share #4 Posted May 24, 2020 Quello del signoraggio è un eterno argomento, spesso usato dai complottisti. Immagino che venga citato qui per discuterne eventuali oscure sfaccettature (altrimenti non vedo perchè sollevarlo). Il termine "margine di profitto" non è appropriato: non vi è un utile per lo stato, all'attivo viene fatto corrispondere un debito un po' come in una partita doppia. La zecca (banca centrale ) emette moneta in cambio di titoli di debito. Il valore dei titoli è lo stesso del valore nominale della massa monetaria emessa. Il plusvalore dato dal signoraggio è incluso nel debito pubblico. Che poi si voglia far pesare il suddetto debito sui cittadini giustificando un impedimento ad emettere ulteriore debito, come avviene nel meccanismo monetario stabilito dall'UE, risulta essere un nonsenso in termini economici, ma vabbè. Ciò che risulta essere un signoraggio a scopo di lucro è il cosiddetto signoraggio secondario operato dalle banche, ovvero quando la banca genera moneta elettronica a cui non viene fatta corrispondere un'effettiva massa monetaria a deposito. 1 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
uzifox Posted May 24, 2020 Author Share #5 Posted May 24, 2020 (edited) 1 ora fa, Cernobil dice: Quello del signoraggio è un eterno argomento, spesso usato dai complottisti. Immagino che venga citato qui per discuterne eventuali oscure sfaccettature (altrimenti non vedo perchè sollevarlo). ALLARME! GOMBLOTTO DA SGOMINARE! ? Te lo sei vissuto male sto lockdown eh... ? Iscritto il 6 febbraio, 6 contenuti e di questi contenuti uno è il "pippone" di cui sopra assolutamente fuori luogo visto che si parla di roba di 100 anni fa e in cui ti permetti pure di sindacare su quali argomenti si debba o meno sollevare. Se sei "indinniato" puoi farlo tranquillamente da un'altra parte, ignora la discussione e procedi oltre che qui fino ad ora la figura del complottista l'ha fatta qualcun'altro... Grazie ? Edited May 24, 2020 by uzifox 1 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Cernobil Posted May 24, 2020 Share #6 Posted May 24, 2020 19 minuti fa, uzifox dice: ALLARME! GOMBLOTTO DA SGOMINARE! ? Te lo sei vissuto male sto lockdown eh... ? Iscritto il 6 febbraio, 6 contenuti e di questi contenuti uno è il "pippone" di cui sopra assolutamente fuori luogo visto che si parla di roba di 100 anni fa e in cui ti permetti pure di sindacare su quali argomenti si debba o meno sollevare. Se sei "indinniato" puoi farlo tranquillamente da un'altra parte, ignora la discussione e procedi oltre che qui fino ad ora la figura del complottista l'ha fatta qualcun'altro... Grazie ? Ciao, anche io ti voglio bene ? 1 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
uzifox Posted May 24, 2020 Author Share #7 Posted May 24, 2020 (edited) 2 ore fa, dux-sab dice: questi in pratica sono i costi di produzione, in pratica coniare un centesimo o 20 centesimi ha un costo-tempo simile. Sì probabilmente stiamo lì, idem anche un marengo, uno scudo o qualsiasi altra moneta. In pratica però l'articolo dell'epoca e anche Ganganelli pongono l'attenzione sul fatto che 20 lire di moneta d'oro avessero effettivamente un contenuto d'oro di quasi 20 lire e non solo 5 lire o 10 lire d'oro. Invece su 5 lire di moneta d'argento il Regno si limitasse a nemmeno un 50% di intrinseco. Sulla moneta di metallo vile non ne parliamo. Sarebbe da capire invece quanto valore intrinseco ci fosse nelle 5 lire aquilino, 10 lire biga e 20 lire littore prima e elmetto poi. Magari scopriamo che era molto più o molto meno di quel 50% sopra citato oppure alla fine sempre la stessa quota. Saluti Simone . Edited May 24, 2020 by uzifox Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Cernobil Posted May 24, 2020 Share #8 Posted May 24, 2020 6 minuti fa, uzifox dice: Sì probabilmente stiamo lì, idem anche un marengo, uno scudo o qualsiasi altra moneta. In pratica però l'articolo dell'epoca e anche Ganganelli pongono l'attenzione sul fatto che 20 lire di moneta d'oro avessero effettivamente un contenuto d'oro di quasi 20 lire e non solo 5 lire o 10 lire d'oro. Invece su 5 lire di moneta d'argento il Regno si limitasse a nemmeno un 50% di intrinseco. Sulla moneta di metallo vile non ne parliamo. Sarebbe da capire invece quanto valore intrinseco ci fosse nelle 5 lire aquilino, 10 lire biga e 20 lire littore prima e elmetto poi. Magari scopriamo che era molto più o molto meno di quel 50% sopra citato oppure alla fine sempre la stessa quota. Saluti Simone . Ovvio, il 20 lire non era prettamente destinato alla circolazione bensì alla tesaurizzazione. Il meccanismo del signoraggio serve unicamente laddove lo scopo primario è generare scambi economici e non garantire il sistema di cambi, poichè s enon lo sai all'epoca vigeva il gold standard. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Cernobil Posted May 24, 2020 Share #9 Posted May 24, 2020 Ho fatto due conti per rispondere alla tua domanda riguardo il periodo fascista. Nel 1923 il quantitativo d'oro contenuto nel 20 lire valeva circa 103,5 lire, il quantitativo nel 100 lire valeva circa 500 lire. Questo potè avvenire perchè nel 1923 l'Italia aveva abbandonato il gold standard e dunque poteva possedere una massa monetaria non proporzionata alla riserva in oro. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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