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IGNORED

Scoperta parte di pavimentazione a mosaico a negrar valpolicella


4ndr€85

Risposte migliori

Buongiorno..notizia di qualche ora fa..scoperta parte di pavimentazione a mosaico e fondamenta di un'abitazione romana a negrar di valpolicella ..erano anni che ci provavano con carotaggi per trovarla..alcune foto..

PS non riesco a postare il link dalla rete

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Ma che spettacolo...

https://www.comunenegrar.it/c023052/zf/index.php/servizi-aggiuntivi/index/index/idtesto/20281

https://www.larena.it/territori/valpolicella/negrar/nuovi-mosaici-sotto-al-vigneto-1.7535549

Dovrebbe esser questa:

SCHEDA SINTETICA DEL SITO

Cronologia dei rinvenimenti

1887 rinvenimento casuale - reinterro

1922 scavi (parziali) Soprintendenza alle Antichità delle Venezie – reinterro

1975 scavo (parziale) Soprintendenza alle Antichità del Veneto – reinterro

Notizie storico-critiche

In seguito a vari affioramenti di laterizi, intonaco dipinto e mosaici, nel 1887 fu scoperto, a m 1,25 di profondità, un tratto di mosaico pavimentale e, con la prosecuzione dello scavo, ne emersero almeno altri tre che furono acquistati dal Comune di Verona. In seguito al rinvenimento di un altro lacerto musivo, nel corso di lavori agricoli, nel 1922 fu condotto uno scavo da parte della Soprintendenza alle Antichità, che mise in luce nuovi ambienti pavimentati a mosaico. Nel 1975 lo sbancamento per l'edificazione di un’abitazione privata, in un’area adiacente, permise di individuare un’ulteriore ambiente con pavimentazione musiva.

Interpretazione

Villa rustica, a carattere residenziale e produttivo di media età imperiale (III sec. d.C.), di cui fu esplorata solo una parte del settore residenziale (pars urbana), con la messa in luce di una grande sala rettangolare, affiancata da altri ambienti laterali e un lungo portico settentrionale. Tutti gli ambienti presentano una pavimentazione decorata a mosaico. Nella sala centrale vi erano cinque quadri figurati inseriti in riquadri geometrici: un emblema con una scena mitologica al centro, putti in veste d'auriga nei quattro riquadri laterali. I pavimenti degli altri ambienti presentavano invece pregevoli decorazioni geometriche. Sono stati rinvenuti anche numerosi lacerti di intonaco dipinto, varie monete tra cui un sesterzio di Lucio Vero (161-169 d.C.), un piccolo braccialetto, un anello e un ago da cucito in bronzo, un campanello e i piedi di una piccola figura in terracotta con tracce di doratura.

http://www.sbap-vr.beniculturali.it/news/negrar-vr-villa-romana-riscoperta-e-nuove-scoperte

https://www.academia.edu/4588975/Sofia_Piacentin_La_villa_romana_di_Negrar_storia_delle_ricerche_in_Annuario_Storico_della_Valpolicella_XXVII_2010_-_2011_pp._53_76

Ciao

Illyricum

;)

 

 
 
 
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51 minuti fa, Illyricum65 dice:

Ma che spettacolo...

https://www.comunenegrar.it/c023052/zf/index.php/servizi-aggiuntivi/index/index/idtesto/20281

https://www.larena.it/territori/valpolicella/negrar/nuovi-mosaici-sotto-al-vigneto-1.7535549

Dovrebbe esser questa:

SCHEDA SINTETICA DEL SITO

Cronologia dei rinvenimenti

1887 rinvenimento casuale - reinterro

1922 scavi (parziali) Soprintendenza alle Antichità delle Venezie – reinterro

1975 scavo (parziale) Soprintendenza alle Antichità del Veneto – reinterro

Notizie storico-critiche

In seguito a vari affioramenti di laterizi, intonaco dipinto e mosaici, nel 1887 fu scoperto, a m 1,25 di profondità, un tratto di mosaico pavimentale e, con la prosecuzione dello scavo, ne emersero almeno altri tre che furono acquistati dal Comune di Verona. In seguito al rinvenimento di un altro lacerto musivo, nel corso di lavori agricoli, nel 1922 fu condotto uno scavo da parte della Soprintendenza alle Antichità, che mise in luce nuovi ambienti pavimentati a mosaico. Nel 1975 lo sbancamento per l'edificazione di un’abitazione privata, in un’area adiacente, permise di individuare un’ulteriore ambiente con pavimentazione musiva.

Interpretazione

Villa rustica, a carattere residenziale e produttivo di media età imperiale (III sec. d.C.), di cui fu esplorata solo una parte del settore residenziale (pars urbana), con la messa in luce di una grande sala rettangolare, affiancata da altri ambienti laterali e un lungo portico settentrionale. Tutti gli ambienti presentano una pavimentazione decorata a mosaico. Nella sala centrale vi erano cinque quadri figurati inseriti in riquadri geometrici: un emblema con una scena mitologica al centro, putti in veste d'auriga nei quattro riquadri laterali. I pavimenti degli altri ambienti presentavano invece pregevoli decorazioni geometriche. Sono stati rinvenuti anche numerosi lacerti di intonaco dipinto, varie monete tra cui un sesterzio di Lucio Vero (161-169 d.C.), un piccolo braccialetto, un anello e un ago da cucito in bronzo, un campanello e i piedi di una piccola figura in terracotta con tracce di doratura.

http://www.sbap-vr.beniculturali.it/news/negrar-vr-villa-romana-riscoperta-e-nuove-scoperte

https://www.academia.edu/4588975/Sofia_Piacentin_La_villa_romana_di_Negrar_storia_delle_ricerche_in_Annuario_Storico_della_Valpolicella_XXVII_2010_-_2011_pp._53_76

Ciao

Illyricum

;)

 

 
 
 

Si esatto..era stato scoperto il sito nel 1887 la prima volta..oggi hanno eseguito un carotaggio mirato ed hanno scoperto una nuova porzione

Non so come si fa per postare il link però..quello alla notizia di oggi..come si fa ad allegarlo?

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12 minuti fa, 4ndr€85 dice:

Si esatto..era stato scoperto il sito nel 1887 la prima volta..oggi hanno eseguito un carotaggio mirato ed hanno scoperto una nuova porzione

Non so come si fa per postare il link però..quello alla notizia di oggi..come si fa ad allegarlo?

Eccolo... è uscito pochi minuti fa.

https://www.larena.it/territori/valpolicella/negrar/scoperto-a-negrar-il-pavimento-di-una-villa-romana-1.8097306

Io in questo momento lavoro da laptop per cui è facile allegare link.

Ciao

Illyricum

;)

 

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5 minuti fa, Illyricum65 dice:

Eccolo... è uscito pochi minuti fa.

https://www.larena.it/territori/valpolicella/negrar/scoperto-a-negrar-il-pavimento-di-una-villa-romana-1.8097306

Io in questo momento lavoro da laptop per cui è facile allegare link.

Ciao

Illyricum

;)

 

Ottimo..grazie..speriamo di poterlo vedere presto alla luce..

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7 minuti fa, Zenzero dice:

E le vigne?

Nell'articolo che ho letto dice che la sovraintendenza si metterà d'accordo col proprietario per fare al meglio gli scavi ecc..

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Modificato da 4ndr€85
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Adesso, Illyricum65 dice:

Non so se il mosaico verrà riportato in luce e reso fruibile o se "semplicemente" verrà documentato, lasciato in sede e ricoperto magari con qualche copertura... 

Ciao

Illyricum

Ho allegato nel post sopra cosa dice l'articolo 

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Adesso, 4ndr€85 dice:

Ho allegato nel post sopra cosa dice l'articolo 

L'ho letto dopo aver postato... infatti ho cancellato il mio in quanto inutile visto il tuo inserimento... ;)

Illyricum

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10 minuti fa, 4ndr€85 dice:

Vedremo gli sviluppi..li seguirò in quanto essendo della provincia limitrofa sono molto interessato..

Aggiorna pure... :good:

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  • 10 mesi dopo...
Supporter

Molto bello ....

ma le viti del prosecco ??non rovinatele per carità 

 

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18 ore fa, Jagher dice:

Molto bello ....

ma le viti del prosecco ??non rovinatele per carità 

 

Prosecco?è tutta zona di valpolicella..li fanno l Amarone..comunque i proprietari sono stati molto disponibili..probabilmente se riusciranno faranno un'area archeologica da visitare in loco

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Supporter

Che meravigliosi mosaici....

Penso che anche i propietari (e lo spero)ne trarranno vantaggio e visibilità.

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  • 1 anno dopo...
  • 1 anno dopo...

Apre al pubblico la villa dei mosaici di Negrar. Ogni sabato visite libere e guidate. Intanto, il Ministero dei Beni culturali ha stanziato, per quest’anno e per il prossimo, 1 milione e mezzo di euro destinati a far proseguire la campagna di scavo.
Monete, piccole lanterne, ma soprattutto mosaici elegantissimi e una struttura meravigliosa. Una grande villa romana – costruita su un’abitazione precedente – agli inizi del IV secolo d.C.
In questi anni è emerso uno straordinario tesoro, a Negrar di Valpolicella, in provincia di Verona, tra i vigneti.

 

I recenti scavi hanno permesso di capire come fosse l’edificio, che sorgeva in una zona amena e ricca di vigneti anche a quell’epoca. Uve, ricchezze e delizie. E probabilmente edifici adibiti a cantine vinicole e alla raccolta della frutta.

La villa aveva un’ampiezza di 3mila metri quadrati e si sviluppava attorno a un cortile o a un giardino di circa 400 metri quadrati. La parte interna, che si affacciava su questo giardino chiuso, era tutta circondata da un elegante portico sorretto da colonne, con caratteristiche architettoniche e decorative paragonabili alle migliori ville dell’aristocrazia romana dell’epoca. Una scalinata conduceva al settore nord, costruito su un terrazzamento sopraelevato, e alle terme domestiche, caratterizzate da vari ambienti, tra i quali una stanza originariamente pavimentata con lastre di pietra di Prun – la pietra rosa veronese, della Lessinia – e probabilmente destinato a spogliatoio, che veniva chiamato apodyterium.

Lo spogliatoio dava accesso, come zona di disbrigo, sia ai servizi igienici – costituiti da un’ampia latrina – che, dall’altro lato, a una grande sala da bagno mosaicata, collegata a una vasca rivestita con lastre in pietra per bagni con l’acqua fredda (frigidarium) e a un ambiente riscaldato con una nicchia rivestita di marmi colorati (calidarium).

L’accesso al sito archeologico sarà garantito a titolo gratuito ogni sabato mattina dalle 8,45 alle 12,45 (eventuali visite guidate a richiesta si terranno alle 9, 10 e 11). Per motivi logistici e di sicurezza la durata della visita senza guida non potrà superare 45 minuti e non saranno ammesse più di 20 persone per volta. Sarà possibile prenotare visite guidate a pagamento ogni giorno (durata 1 ora circa), condotte dagli operatori archeologici che hanno eseguito gli scavi della villa. Gruppi composti da 1 a 10 persone 50 €; gruppi composti da più di 10 persone 5 € a persona; bambini accompagnati 0-7 anni gratuito; 8-14 anni 1 €; Per i gruppi scolastici di ogni ordine e grado 30 € a classe, non superiori a 20 alunni e insegnanti compresi.

negrar-1024x512.jpg

https://www.stilearte.it/i-tesori-della-villa-romana-trovati-sotto-un-vigneto-di-negrar-scavi-scoperte-e-visite-allarea/

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  • 2 mesi dopo...

Tempio di Minerva a Marano di Valpolicella, ultime scoperte archeologiche per conoscere il paesaggio del sacro tra Reti, Celti e Romani

 
 
 
Screenshot-2023-10-25-alle-16.28.48-1068 Il Tempio di Minerva di Marano di Valpolicella, a destra, e a sinistra la chiesa di Santa Maria Valverde (nelle fonti ricordata accanto a toponimo Minerbe, che appare un chiaro riferimento)
 

Le campagne di scavo al Tempio di Minerva di Marano di Valpolicella continuano a garantire scoperte archeologiche di grande interesse per gli studiosi. In quella iniziata nell’ estate 2023 e ancora in corso il sito ha permesso di riempire molte cassette di reperti con intonaci dipinti, che rendono del tutto eccezionale questo santuario sul fianco del Monte Castelòn, in una posizione che domina il paesaggio circostante.

GUARDA IL VIDEO DELLE ULTIME SCOPERTE AL TEMPIO DI MINERVA:

 

Studio, restauro e ricostruzione degli intonaci hanno consentito negli scorsi anni di iniziare a delineare caratteristiche molto peculiari della decorazione parietale del tempio di epoca tardo-repubblicana, a cominciare dall’individuazione del primo stile pompeiano (III – II secolo a.C.), con elementi così rari (come quello della “onda corrente”) da farlo ritenere un vero caso di studio tra gli esperti, come ci racconta, con i frammenti appena usciti dallo scavo in mano, l’archeologa Carla Pagani.

Collaborazione virtuosa tra archeologia e territorio

Questo, però, è solo un aspetto del lavoro archeologico multidisciplinare che dal 2005 si sviluppa attorno a quello che chiamiamo Tempio di Minerva, ma che in realtà è molto di più. Ce lo spiega bene Brunella Bruno, la funzionaria archeologa della soprintendenza veronese che dirige lo scavo fin dalla riscoperta del sito. Riscoperta perché questa ricerca prende il via proprio dalla volontà di andare a ripercorrere i passi dello studioso veronese dell’Ottocento Giovanni Girolamo Orti Manara, che nel 1835 riuscì ad individuare il sito grazie a quello che ora definiremmo come un esempio virtuoso di ricerche di archivio e di indagini sul campo, un survey tra le marogne, ossia i muri a secco che delimitano i terrazzamenti della Valpolicella, culla delle celebri viti. Orti Manara fu in gamba, documentò i ritrovamenti grazie al pittore Giuseppe Razzetti, lasciando importante materiale di archivio per gli studiosi futuri. Ma non aveva, d’altro canto, georeferenziato il sito che, una volta recuperati reperti e iscrizioni (come quella che lo indicava proprio come tempio di Minerva), si era nuovamente perduto tra le terrazze e i ciliegeti per circa 170 anni.

Screenshot-2023-10-25-alle-16.30.18-1024 Tempio di Minerva: Gli archeologi recuperano i frammenti di intonaco dipinto di età romana

Brunella Bruno rifece, in chiave moderna, il lavoro di Orti Manara, cercando sul terreno e, soprattutto, affidandosi alla memoria storica dei vecchi contadini, che ricordavano ancora alcune tracce viste direttamente o dai parenti, nei primi decenni del Novecento. Determinanti anche riunioni in Comune propugnate dall’allora sindaco Simone Venturini, dove i racconti in dialetto degli anziani si dipanavano tra fantasie e realtà in un prezioso mosaico di conoscenze da setacciare da parte degli archeologi. Oggi la chiameremmo “archeologia pubblica”, o meglio, “archeologia partecipata”.

 

Tre fasi di culto per un paesaggio del sacro

Lo scavo e la valorizzazione di un sito così singolare e importante ha permesso di allargare, e di molto, l’orizzonte della conoscenza sia sulla frequentazione del paesaggio del sacro dell’età del Ferro, sia della romanizzazione della Cisalpina e del consolidamento del culto durante l’età imperiale. Sono infatti tre le grandi fasi individuate, finora, per il sito di Marano: un’area votiva risalente al VI secolo a.C., con terra di rogo accumulata per secoli di sacrifici; poi un tempio romano repubblicano ed infine un edificio di età imperiale.

Screenshot-2023-10-25-alle-16.34.58-1024 Uno degli anelli di bronzo ex voto ritrovati nell’area sacra dell’età del ferro a Marano di Valpolicella

Il lavoro di Brunella Bruno, con gli archeologi della SAP sul campo e  la collaborazione numerosi altri studiosi, sta indirizzando sempre di più le ricerche verso la certezza di avere individuato un santuario di lunga durata, un fanum, che si impianta in un’area da secoli sacra. Gli ex voto presenti nella terra di rogo, tra cui oltre 100 anelli in bronzo, mostrano caratteristiche “subalpine”, di confine, suggerendo frequentazione di popolazioni Retiche e Celtiche, in un punto del paesaggio dove l’osmosi tra varie culture era la regola. Ed è la posizione, infatti, a fornire elementi di “paesaggio del sacro”, sia per la posizione dominante che spazia su tutta la pianura padana fino agli Appennini, nelle giornate limpide, sia per il gorgogliare dell’acqua che, uscendo da una fenditura di roccia del Monte Castelòn, veniva incanalata (questo ci dice l’archeologia) come elemento lustrale e fondativo del luogo di culto stesso.

Poi, quando Roma si affaccia in area Cisalpina, il valore del sacro viene riconosciuto e sottolineato da importanti interventi edilizi, che rappresentano l’obiettivo di studio immediato degli studiosi, anche per capire come mai in quest’area tutto sommato periferica ci fossero strutture e tecniche di costruzione non presenti all’epoca neppure nella vicina Verona, ancora lontana dall’importante città romana di cui conosciamo le imponenti vestigia.

https://www.archaeoreporter.com/2023/10/25/tempio-di-minerva-a-marano-di-valpolicella-ultime-scoperte-archeologiche-per-conoscere-il-paesaggio-del-sacro-tra-reti-celti-e-romani/

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