Vai al contenuto

Risposte migliori

Inviato

Il trattato di Firenze del 1557 e la successiva pace di Cateau-Cambrésis del 1559, che ponevano termine alla lunga guerra fra gli Asburgo e i Valois, videro, nella stesura dei nuovi confini degli Stati, la costituzione, su ex possedimenti della Repubblica di Siena, dello Stato dei Presìdi, una piccola entità territoriale comprendente Orbetello, Porto Ercole, Porto S. Stefano, Talamone e, dal 1603, Porto Longone (l’odierno Porto Azzurro dell’Isola d’Elba), che il re Filippo II di Spagna volle riservarsi per il controllo navale della costa tirrenica e per garantire approdi sicuri alle sue navi. Dominio diretto della corona spagnola, il piccolo Stato fu affidato per l’amministrazione al viceré di Napoli. Al periodo della dominazione spagnola si deve un forte sviluppo delle strutture e delle fortificazioni militari nel territorio sopravvissute fino ai nostri giorni. La dominazione spagnola fu interrotta nel trentennio 1707-1737, anni delle guerre di successione austriaca e polacca, che videro la momentanea sovranità austriaca. Quando Carlo di Borbone si impadronì del Regno di Napoli, anche i Presìdi passarono sotto la corona borbonica (1738), seguendone le sorti fino al 1801, anno dell’invasione napoleonica dell’Etruria. Il trattato di Versailles del 1815 sancì l’annessione dell’ex Stato dei Presìdi al Granducato di Toscana dei Lorena. Sotto Ferdinando IV di Borbone fu battuta l’unica monetazione destinata al piccolo dominio toscano.

Essendo un territorio di limitate dimensioni, crocevia di commerci e di genti, al confine fra il Granducato e lo Stato Pontificio, vi circolavano monete di varie zecche e di diverse unità di misura, creando gran confusione e difficoltà nei ragguagli. Le monete napoletana e romana la facevano da padrone, la prima per ragioni politiche e finanziarie, in quanto moneta “ufficiale”, la seconda per gli scambi e i rapporti commerciali con gli abitanti delle viciniori province laziali di Roma e di Viterbo. La documentata circolazione di valuta genovese, spagnola, napoletana, toscana, pontificia è indice di un’intensa attività commerciale e produttiva in Orbetello e dintorni. Ma se il ducato romano e napoletano costituivano le monete di riferimento per il commercio all’ingrosso e gli affari finanziari, tra il popolino si faceva di conto con la lira toscana e i suoi derivati. I pezzi più piccoli (aliquote di soldi e denari) erano molto usati nella vendita al minuto di merci dell’uso quotidiano. Se ne deduce che questo settore fosse predominio dei mercanti toscani, con un fitto interscambio con i Presìdi fatto di esportazione di prodotti agricoli, legna, carbone, pesce fresco e salato. Per questi motivi a Napoli si ritenne opportuno battere i pezzi in rame per i Reali Presìdi secondo il sistema monetario toscano e non quello napoletano. Ferdinando IV di Borbone, in tre diverse emissioni (1782, 1791 e 1798) fece coniare questo quattrino del medesimo valore dell’ordinario in corso nel Regno, pari alla 400esima parte di un ducato. Nei tagli di quattro, due e un quattrino, i pesi erano dunque rispettivamente identici alle monete da un grano, da un tornese e da tre cavalli circolanti nel Regno di Napoli.

La serie dei quattrini coniata per i Reali Presidi vede come costante al diritto dei tre nominali il profilo di Ferdinando IV di Borbone volto a destra, lungo il bordo l’iscrizione Ferdinando IV per grazia di Dio Re delle Due Sicilie e in basso la sigla P (1 e 2 quattrini) o B P (4 quattrini) quale firma dell’incisore Bernardo Perger per la serie del 1782, mentre la P o D P delle emissioni del 1791 e 1798 sono riferite ovviamente al figlio Domenico, essendo Bernardo morto nel 1786. Il rovescio presenta in alto la corona reale sovrastante la scritta REALI PRESIDII, il nominale QVATTRINI, il valore espresso in numeri romani inserito tra le cifre arabe dell’anno di emissione. Solo nei pezzi da 4 quattrini le iscrizioni del rovescio sono circondate da due rami di lauro legati in basso da un fiocco. Ai lati della corona compaiono le iniziali dei direttori della zecca: C. C. per il Cesare Coppola (emissioni del 1782) in carica fino al 1790; A. P. sono le iniziali di Antonio Planelli (emissioni del 1791) mentre la sigla R. C., impressa sui nominali del 1798, designa la Regia Corte, ovvero la monetazione battuta a benefizio della Corte ed in particolare della regina Maria Carolina. Particolari rarità di questa monetazione sono due esemplari di 4 quattrini 1782, l’uno ribattuto su una prova in rame del 6 ducati di Carlo III, attestato dal CNI, e l’altro ribattuto su un grano del 1719 di Carlo VI d’Asburgo, inedito e, infine, un esemplare di 4 quattrini 1798 ribattuto su un grano da 12 cavalli di Ferdinando IV (mai apparso).

_4 quattrini 1782.jpg

  • Mi piace 9

Inviato

Bellissime monete! La tua collezione è veramente unica!

  • Grazie 1

Inviato

@Reale Presidio queste monete hanno un fascino irresistibile, vederne tante così belle tutte insieme è un piacere per gli occhi grazie per averle postate, non ho più avuto molto tempo da dedicare al forum e mi sono rimaste indietro un paio di monete da un quattrino che hanno circolato sulla mia isola assieme a quelle mie da uno e quattro quattrini che già postai anni addietro, si avvalora forse l'ipotesi che circolassero anche a Portolongone? il materiale è comunque un po scarso per dirlo con certezza e per di più 3 su 4 provengono da ritrovamenti al di fuori del comprensorio di Longone anche di una trentina di chilometri, tu cosa pensi al riguardo?


Inviato

Come non ricordare a questo punto quando Riccardo Martina venne a parlare a Milano di queste monete nel workshop di Quelli del Cordusio nel 2018 ? Fu un gran bel momento e un successo che ricordo con piacere con questa immagine 

966845C7-9770-4692-B5C6-E0DDE29DBD3A.jpeg

  • Mi piace 2
  • Grazie 1

Inviato

Complimenti!! Collezione stupenda!! 

  • Grazie 1

Inviato

Grazie Mario @dabbene stasera con calma finisco di guardarmi il video che, causa impegni, ho seguito solo per 5 min. 

  • Mi piace 1

Inviato
Il 17/7/2020 alle 00:20, margheludo dice:

si avvalora forse l'ipotesi che circolassero anche a Portolongone? il materiale è comunque un po scarso per dirlo con certezza e per di più 3 su 4 provengono da ritrovamenti al di fuori del comprensorio di Longone anche di una trentina di chilometri, tu cosa pensi al riguardo?

Ben ritrovato caro Giovanni! Grazie per i complimenti innanzitutto. Sì, sono convinto che circolassero anche a Portolongone, forse in misura ridotta rispetto ai Presidi del Sud per ovvie ragioni logistiche e di popolamento. Proprio perché coniati nel sistema monetario toscano, potevano essere accettati anche negli Stati confinanti con i Presidi. Da un documento letto si ricava che i sacchetti con i quattrini appena coniati a Napoli furono trasportati nei Presidi mediante nave e nulla esclude che una parte fosse destinata anche all'Elba. Agli scarsi ritrovamenti non darei troppa importanza, sono troppo casuali e forse i quattrini di Longone potrebbero essere stati ritirati e fusi in modo più sistematico rispetto a quelli (molto più numerosi) circolanti a Orbetello, Argentario e Talamone.

  • Mi piace 1

Inviato
20 ore fa, margheludo dice:

Eccole.

2020-07-18_16.16.05.jpg

Affascinanti! La seconda è del tipo R.-C: se vedo bene. Quindi molto più rara rispetto al tipo R.-C. Mi interesserebbe molto sapere se è stata trovata anche questa in zona, sarebbe un elemento utilissimo ad avvalorare l'ipotesi formulata dal Magliocca sulla coniazione dei quattrini 1798 (4 senza sigle, 2 con SICIL.: e 1 con C:) durante la Repubblica del 1799!

  • Mi piace 1

Inviato (modificato)

Grazie Riccardo @Reale Presidio, ritengo corretta la tua osservazione sul fatto che potessero essere accettati su tutta l'isola, anche se sembra abbastanza ovvio non lo avevo considerato. In quanto ai due punti credo che ci siano ma sono un pò più bassi rispetto alla "C" se confrontati con quelli che vedo sul tuo catalogo giusto? L'allineamento disassato sembra invece lo stesso e, se può servirti, è un po concava tipo scodellato. La moneta è stata rinvenuta con certezza nella zona di San Piero così come il mio quattrino 1791 che ho ereditato dalla famiglia di Mamma originaria del paese collinare ed anche il 4 quattrini sempre del "91, quello della prima foto proviene invece da un terreno agricolo nel comune di Portoazzurro. Se possibile sai dirmi su cosa si fonda l'interessante ipotesi del Magliocca?  A seguire confronto sull'allineamento dei 2 punti. Buona notte a tutti.

2020-07-19_22.43.32.jpg

Modificato da margheludo
  • Grazie 1

Inviato

Sì, avevo notato anche io l'"interlinea" più bassa dei due punti del tuo esemplare rispetto agli altri noti: curiosità da approfondire sicuramente, probabilmente un secondo conio!

Il maestro Magliocca, @Rex Neap mi correggerà se non riuscirò ad esprimere compiutamente il suo studio, nel suo manuale sulle monete borboniche, alla luce dell'assenza nella coniazione repubblicana dei pezzi da 1 grano, 1 tornese e 3 cavalli, ipotizza che al loro posto furono coniati quattrini dei reali presidi con i coni del 1798. Gli addetti della zecca, per rendere riconoscibili i pezzi repubblicani, avrebbero avuto la scaltrezza di modificare i coni con piccole varianti: così, secondo questa suggestiva ricostruzione (improbabile ma non impossibile, a mio modesto parere), al posto del grano da 12 cavalli, nella "liberata" del 1799, vennero coniati 4 quattrini senza le sigle R.-C., al posto del tornese da 6 cavalli i 2 quattrini con SICIL.: (invece che SICIL..) e al posto del 3 cavalli, il quattrino con R.-C: invece che R.-C.

Sicuramente ciò spiegherebbe i motivi per cui l'emissione dei quattrini del 1798 sia caratterizzata da pezzi molto rari con le suddette particolarità (che non riscontriamo negli analoghi del 1782 e del 1791). Io, da profano, mi permetto di dissentire per un motivo molto pratico: il popolino napoletano era avvezzo a manipolare e a riconoscere i quattrini dei Reali Presidi? La massaia analfabeta che al mercato del pesce che si vedeva dare di resto 4 quattrini invece che il solito grano, avrebbe riconosciuto senz'altro il volto benevolo di Ferdinando IV, ma quelle strane iscrizioni al rovescio, cosa volevano dire? Era moneta buona da accettare ad occhi chiusi? Butto lì questo esempio banale perché io stesso mi chiedo se il popolo avrebbe avuto familiarità con queste monete destinate alla circolazione toscana.
Quindi, tornando al tuo quattrino rinvenuto in zona, la domanda sorge spontanea: un quattrino battuto nel 1799 durante l'effimera repubblica, ha avuto il tempo di raggiungere e circolare addirittura sull'isola d'Elba? Se così fosse, questi quattrini "giacobini" hanno avuto davvero un gran successo!

To be continued...

  • Mi piace 2

Inviato (modificato)

 

4 ore fa, Reale Presidio dice:

Quindi, tornando al tuo quattrino rinvenuto in zona, la domanda sorge spontanea: un quattrino battuto nel 1799 durante l'effimera repubblica, ha avuto il tempo di raggiungere e circolare addirittura sull'isola d'Elba? Se così fosse, questi quattrini "giacobini" hanno avuto davvero un gran successo!

To be continued...

Buona sera a tutti, Riccardo @Reale Presidio Tutto molto interessante e nuovo per me grazie per il tempo che ci hai dedicato, non posso comunque esprimermi  perché non sono preparato sull'argomento, posso solo dire che sei mesi circa (se non ricordo male giusto ?) potrebbero essere un arco temporale sufficiente, sicuramente il tempo per un quattrino di imbarcarsi per l'isola nascosto sul fondo sdrucito di un tascapane di un fante e scivolare fuori alla prima occasione, che sia questa un accampamento o un pellegrinaggio presso i luoghi di culto sparsi su tutta l'isola, ho sempre pensato che queste monete possano aver avuto nei soldati ed i loro spostamenti il principale veicolo. P.S. mi scuso per l'anacronismo del disegno che segue (1704)  ma è per rendere l'idea degli accampamenti e del via vai di truppe nelle campagne a ridosso del forte S.Giacomo in Porto Longone .

2020-07-20_23.51.14.jpg

Modificato da margheludo
  • Mi piace 1

Inviato
9 ore fa, margheludo dice:

 

Buona sera a tutti, Riccardo @Reale Presidio Tutto molto interessante e nuovo per me grazie per il tempo che ci hai dedicato, non posso comunque esprimermi  perché non sono preparato sull'argomento, posso solo dire che sei mesi circa (se non ricordo male giusto ?) potrebbero essere un arco temporale sufficiente, sicuramente il tempo per un quattrino di imbarcarsi per l'isola nascosto sul fondo sdrucito di un tascapane di un fante e scivolare fuori alla prima occasione, che sia questa un accampamento o un pellegrinaggio presso i luoghi di culto sparsi su tutta l'isola, ho sempre pensato che queste monete possano aver avuto nei soldati ed i loro spostamenti il principale veicolo. P.S. mi scuso per l'anacronismo del disegno che segue (1704)  ma è per rendere l'idea degli accampamenti e del via vai di truppe nelle campagne a ridosso del forte S.Giacomo in Porto Longone .

2020-07-20_23.51.14.jpg

Bellissima questa stampa! Molto probabile che queste monete siano andate in giro per la maggior parte con i fanti che si spostavano da un presidio all'altro. Saluti! 

  • Mi piace 1

Inviato

Ovviamente i trasferimenti dei militari erano il veicolo principale della circolazione monetaria, oltre al commercio. Lasciatemi il beneficio del dubbio sulla possibilità che gli ipotetici quattrini repubblicani del 1799 (coniati con i conii del 1798) da Napoli - dove, ricordo, avrebbero dovuto circolare al posto di grani, tornesi e 3 cavalli - abbiano avuto il tempo di raggiungere passando di mano in mano (e non appositamente trasportati in sacchetti come le emissioni degli anni precedenti!)  non solo i Presidi del Sud (assediati dai Francesi prima nell'aprile-maggio 1799 e poi definitivamente occupati nell'aprile-maggio del 1801) ma soprattutto Portolongone, che capitolò il 26 aprile 1801. In effetti due anni sono tanti, ma sono anche anni in cui immagino pochi movimenti di soldati e di navi fra Napoli e l'enclave toscana, e quei pochi, nel caso, più sulla direttrice Presidi-Napoli che viceversa: in quel periodo i Presidi non erano certo di interesse strategico, anzi, la loro sorte venne lasciata in balia degli eventi, per cui ogni risorsa era impegnata a difendere i confini del Regno e Napoli stessa.

Sarebbe invece molto più semplice giustificare la presenza a Longone del quattrino R.-C: come parte della regolare emissione del 1798 e regolarmente trasportato all'Elba in una quota ad hoc per essere immesso in circolazione insieme ai suoi fratelli da 4 e da 2. E spesso, nella storia come in altre discipline, l'ipotesi più semplice spesso è anche la più verosimile...

Comunque, in mancanza di nuovi documenti, di ulteriori ritrovamenti o di altri contributi, il discorso rimane aleatorio e anodino, mentre affascinante ed entusiasmante rimane la commistione inscindibile fra storia e numismatica!

  • Mi piace 2

  • 3 settimane dopo...
Inviato (modificato)
Il 16/7/2020 alle 22:19, Reale Presidio dice:

 

_4 quattrini 1798+.jpg

pres.jpg.a0636e16e8880517a0c6e534de10d840.jpg

Posto il mio 4 quattrini del 1798.Le condizioni non sono delle migliori ma rappresenta un alto contenuto storico.

 

 

 

Modificato da Fidelio
  • Mi piace 2

Unisciti alla discussione

Puoi iniziare a scrivere subito, e completare la registrazione in un secondo momento. Se hai già un account, accedi al Forum con il tuo profilo utente..

Ospite
Rispondi a questa discussione...

×   Hai incollato il contenuto con la formattazione.   Rimuovere la formattazione

  Only 75 emoji are allowed.

×   Il tuo collegamento è stato incorporato automaticamente.   Mostra come un collegamento

×   Il tuo contenuto precedente è stato ripristinato..   Cancella editor

×   You cannot paste images directly. Upload or insert images from URL.

Caricamento...
×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.