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Monete delle grandi battaglie


carmhack

Risposte migliori

Buon pomeriggio a tutti!
L'idea per questa discussione è nata qualche settimana fa, quando mi sono imbattuto nella serie russa dei 5 rubli commemorativi dedicati alle capitali liberate dalle truppe sovietiche.
Guardando quelle monete che celebrano battaglie per la liberazione di città, mi sono chiesto: "Esistono altre monete che raccontano grandi battaglie?".
Naturalmente la discussione è aperta a monete di qualsiasi epoca. Mi piacerebbe poterle raccogliere tutte qui. Se vi va, insieme alle monete, sarebbe bello raccontare anche qualcosa della battaglia (o della guerra), per poterne capire il valore storico e celebrativo.

Non ho idea di quante monete esistano di questo genere, ma spero venga fuori qualcosa di interessante. Anzi, ne sono sicuro.

Com'è consuetudine, inizio io con una moneta da 50p del 2016 che celebra i 950 anni dalla battaglia di Hastings.

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Casus belli
Dal 1042 regnava in Inghilterra l'anglosassone Edoardo il confessore, che però non aveva eredi. Di madre normanna, era stato educato in Normandia e aveva mantenuto ottimi rapporti con la famiglia ducale, tanto da promettere a Guglielmo il Bastardo la successione al trono inglese.
Per rinnovare la sua promessa Edoardo mandò in Normandia nel 1064 il più potente tra i nobili anglosassoni, Aroldo figlio di Godwin, che nutriva delle aspirazioni al trono. Guglielmo il conquistatore venne a conoscenza delle intenzioni del suo rivale sassone e, con grande opportunismo, lo nominò immediatamente suo cavaliere così da potersi assicurare la sua "legale" sottomissione in quanto era diventato un suo vassallo.
Alla morte del re Edoardo, avvenuta il 5 gennaio 1066, Aroldo venne eletto suo successore dall'assemblea dei nobili sassoni. All'arrivo di questa notizia Guglielmo decise di far valere i suoi diritti, riconosciutigli anche dall'imperatore Enrico IV e dal papa Alessandro II, che gli inviò in dono, prima della sua partenza per l'isola britannica, uno stendardo consacrato.

La battaglia
La battaglia avvenne il 14 ottobre 1066 tra le truppe di Aroldo II e Guglielmo Il Conquistatore, per il controllo dell'Inghilterra.
Lo scontro durò dalle 9 del mattino fino al tramonto. I primi sforzi dei normanni per rompere le linee di Aroldo II ebbero scarso effetto; quindi, fingendo una ritirata, riuscirono a sorprendere la fanteria anglosassone. Aroldo II morì in battaglia e questo portò alla sconfitta e alla ritirata del suo esercito. Guglielmo fu incoronato re il giorno di Natale del 1066.
Con la battaglia di Hastings Guglielmo il Conquistatore invase con successo l'Inghilterra, ma da quel giorno in poi l'isola non conobbe più, per il resto della storia, alcun tipo di invasione, nonostante i tentativi spagnoli, napoleonici e tedeschi.

Una preziosa testimonianza di questa battaglia è l'arazzo di Bayeux, un ricamo ad ago tracciato con fili di lana di colori diversi.
Vi sono rappresentati ben 626 personaggi: 250 tra cavalli e muli, 550 animali di ogni genere, oltre a castelli, chiese e navi, per un totale di 1500 figure. L'opera fu compiuta probabilmente tra il 1070 e 1077, forse su ordinazione di Oddone vescovo di Bayeux e fratellastro dello stesso Guglielmo il Conquistatore, per narrare la conquista dell'Inghilterra. L'arazzo infatti descrive con grande accuratezza tutte le fasi dello scontro, fino alla morte di Aroldo, dandoci soprattutto le raffigurazioni dettagliate delle attrezzature usate e delle tattiche seguite in quella storica battaglia.
Nel dettaglio dell'arazzo che allego qui sotto è rappresentata la morte di Aroldo II.

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Supporter

Complimenti a @carmhack per la scelta tematica. Si prospetta una bella discussione. Provo a dare anch'io il mio contributo parlando di una delle monete forse più celebri coniata in occasione di un'importante successo militare. Mi riferisco all'iconico marengo della Repubblica Subalpina. L'esemplare che riporto qui di seguito, per chi non lo sapesse, è stato aggiudicato nell'asta Nomisma 60 per la bellezza di 12.000 euro più diritti ed è tuttora considerato come il migliore della tipologia. 

image00243.jpg

Antefatti

Dopo il clamoroso successo ottenuto nella campagna d'Italia (1796-1797), che permise ai francesi di estendere la propria sfera d'influenza su vaste aree del Nord Italia, l'Austria stipulò un trattato di pace (Trattato di Campoformio), determinando formalmente la fine della Prima Coalizione. A quel punto, rimasta soltanto la Gran Bretagna da dover fronteggiare, Napoleone decise d'intraprendere un'ambiziosa campagna militare in Egitto. L'obiettivo era chiudere alle navi commerciali inglesi la rotta che collegava il Mediterraneo alle Indie orientali, provocando così un duro colpo all'economia dei nemici d'oltremanica.
Napoleone, poi, non nascondeva di certo la propria ammirazione per i grandi condottieri del passato, come Alessandro Magno e Cesare. Conquistare l'Egitto gli avrebbe dato un prestigio tale da portarlo al pari dei grandi nomi della Storia.
L'impresa, tuttavia, non riuscì. La flotta francese venne ben presto distrutta nella baia di Abukir dalle navi di Horatio Nelson (lo stesso di Trafalgar...). L'esercito, invece, dopo i primi successi militari, fu logorato dalle condizioni avverse, dalle pestilenze, dalla mancanza di rifornimenti e dalle incursioni dei mammelucchi. 
Napoleone dovette, quindi, ritornare in patria dove venne, comunque, accolto trionfalmente. D'altronde non era di certo tornato a mani vuote: anche in Egitto (come in Italia) fece incetta di tesori e bottini di guerra. L'oggetto più significativo da un punto di vista archeologico fu la Stele di Rosetta, rinvenuta casualmente da un ufficiale francese. 
Napoleone tornò in Francia anche per una questione politica: il Direttorio era sempre più inadeguato e la Francia necessitava di un uomo forte per difendere i propri confini dai continui attacchi dei suoi nemici. Ecco allora che i tempi erano maturi per organizzare un colpo di Stato (18 brumaio 1799). 

L'inadeguatezza del Direttorio si dimostrò soprattutto in Italia, dove le vittorie di Napoleone furono rapidamente cancellate dall'inesorabile avanzata degli eserciti della Seconda Coalizione, guidati dal generale russo Suvorov. Questi, non soltanto furono in grado di liberare il Nord Italia dalla presenza francese, ma arrivarono, addirittura, a minacciare direttamente i confini meridionali della Francia. 

La Seconda Campagna d'Italia

Napoleone, divenuto ora Primo Console, guidò il contrattacco, valicando col proprio esercito le Alpi al passo del Gran San Bernardo (celebre è il quadro che lo immortala). Lo scopo era prendere di sorpresa gli austriaci, chiudendoli in una morsa ora che erano occupati nell'assedio di Genova. Difesa dalle truppe del generale Massena, la città fu, però, costretta alla resa prima che Napoleone giungesse in supporto. Ciò sembrò, in un primo momento, rovinare i piani dei francesi ma Napoleone non si arrese.
Fu così che il 14 giugno 1800 i due eserciti si affrontarono a Marengo.
Gli austriaci, dopo essere stati precedentemente sconfitti alla battaglia di Montebello, presero l’iniziativa, sferrando un attacco a sorpresa alle truppe francesi che, trovandosi in inferiorità numerica, si videro in un primo momento sopraffatte.
Si stava preannunciando un'inevitabile disfatta francese, quando nel pomeriggio giunsero i rinforzi guidati da Desaix. 
Questi permisero a Napoleone di contrattaccare e sbaragliare gli austriaci, ribaltando le sorti di una battaglia ormai avviata verso una sconfitta quasi certa. Si dice che, una volta giunto sul campo di battaglia, Desaix abbia detto ai propri soldati: 
"Questa battaglia è completamente perduta, ma sono le 2.00 e vi è il tempo per vincerne un'altra" 

Il miracoloso intervento di Desaix, che purtroppo morì proprio durante questa gloriosa battaglia, permise a Bonaparte di consolidare la propria immagine di grande stratega e decretò la fine del dominio austriaco nel Nord Italia fino al 1814.

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Ciao a tutti, visto l'argomento del thread, ripropongo questo testone della mia raccolta, che già avevo presentato qualche tempo fa nella sezione Monete Pontificie:

Pio V (1566-1572), Roma - Testone (Munt 3, CNI 5).

D/: Stemma ovale in cornice, chiavi con impugnatura ovale e doppi cordoni. 

.PIVS. V._.PONT.MAX.

R/: Il papa inginocchiato a sinistra davanti ad una croce; in basso a sinistra la tiara. 

ABSIT. NISI._.IN.TE.GLORIARI. 

Esergo: ROMA ©   Peso: 9.66 gr

Il motto al rovescio si traduce in "Solo in te è la nostra gloria" (Galati VI, 14). Pio V nel 1570 indisse il giubileo per unire i cristiani nella lotta contro i Turchi che avevano violato i patti stretti con la Repubblica di Venezia e avevano invaso Cipro dichiarando guerra alla cristianità. Nel concistoro del maggio 1571 si sancì l'alleanza tra le potenze cristiane di Roma, Venezia e Spagna a cui si unirono diverse città italiane. La flotta navale pontificia, veneziana e spagnola, unita sotto il comando generale di Giovanni d'Austria, il 7 ottobre 1571 ottenne la strabiliante vittoria a Lepanto. Al comando della flotta pontificia fu Marcantonio Colonna che ottenne gli onori in patria. Questa sconfitta fu l'inizio del declino del potere marittimo ottomano. 

Per chi volesse approfondire, rimando a Wikipedia:

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Battaglia_di_Lepanto

Michele 

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Partecipo anche io con questa meravigliosa moneta commemorativa.

1 rublo del 1914, coniato sotto Nicola II, per il 200° anniversario della battaglia di Gangut. 

Dr. Busto di Pietro a d. laureato, drappeggiato e corazzato. Rv. Aquila imperiale.

La battaglia fu uno scontro navale avvenuto il 7 agosto 1714, nel corso della grande guerra del nord, tra le flotte dell'impero svedese e del Regno russo. Quest'ultima riportò la prima grande vittoria della sua storia.

https://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_di_Gangut?wprov=sfla1

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Ero sicuro che questa discussione avrebbe regalato contenuti interessanti. Le monete postate fino ad ora sono stupende, così come i vostri interventi.

Vorrei postare una moneta tratta dalla collezione citata ad inizio discussione.
5 rubli 2016 dedicati alla liberazione di Praga da parte delle truppe sovietiche.

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Premessa doverosa è che l'8 maggio del 1945 fu firmata la resa senza condizioni della Wehrmacht su tutti i fronti. La guerra, per i tedeschi, era già finita e persa. I sovietici avevano già occupato Berlino.

L'offensiva di Praga è considerata l'ultima grande battaglia avvenuta in Europa durante la Seconda Guerra Mondiale. Fu combattuta dal 5 al 12 maggio del 1945 tra le truppe tedesche e quelle sovietiche. Da sottolineare che proprio il 5 maggio era iniziata anche una controffensiva della resistenza ceca all'occupazione tedesca (Rivolta di Praga).

Dopo l'8 maggio e la resa tedesca, fu comunicato al maresciallo tedesco Schörner il cessate il fuoco per le truppe di Praga. Schörner, ricevuto l'ordine, abbandonò il comando e provò a dirigersi in Austria, dove però fu arrestato dagli americani.
Alle porte di Praga, le truppe tedesche continuarono la loro lotta contro i sovietici. Fu lanciato un ultimatum alle forte tedesche. Alla scadenza di quest'ultimo, alle ore 23:00 dell'8 maggio, le armate sovietiche iniziarono la fase finale dell'offensiva. La manovra di accerchiamento di Praga si concluse alle ore 12:00 del 9 maggio (data riportata anche sulla moneta).
Il 12 maggio le ultime resistenze della Wehrmacht si arresero, ponendo fine alla guerra in Europa.

Per darvi qualche numero, stiamo parlando di più di 2 milioni di soldati per le forze sovietiche contro circa 900mila soldati tedeschi.

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2 euro commemorativi dei 2500 anni dalla Battaglia delle Termopili (emessa in Grecia nel 2020)

2020 - Grecia - 2€ UNC "Battaglia delle Termopili" - MARVIN S.p.A.

La battaglia delle Termopili fu uno degli scontri bellici più famosi della storia dell’umanità. I motivi sono tanti e riguardano non solo lo scontro impari fra le forze in campo, ma anche il fatto che la posta in gioco non era solo la conquista di un territorio. C’era in ballo anche la difesa della giovane democrazia ateniese, che avrebbe in seguito influenzato lo sviluppo della democrazia in Occidente. Inoltre la Battaglia delle Termopili, fu uno scontro eroico fra l’avanguardia spartana, composta da 300 soldati, mentre le retrovie formavano un contingente di settemila uomini, e l’esercito dell’impero persiano che all’epoca dominava il mondo.

MOTIVI CHE PORTARONO ALLA GUERRA:

La guerra fu combattuta nel 480 a.C. e vide come protagonisti il re spartano Leonida, il comandante ateniese Temistocle e il re persiano Serse. I motivi che portarono i persiani a marciare verso la Grecia risalivano a molti anni prima, quando i greci inviarono venti navi da guerra per sostenere la ribellione delle colonie della Ionia che si erano ribellate ai persiani. L’impero persiano comprendeva un territorio che andava dall’India fino all’Egitto, era il regno più ricco e potente dell’antichità. Il suo fondatore, re Ciro II, lo aveva diviso in venti territori comandati da altrettanti satrapi, che fungevano da governatori con ampi poteri in ambito amministrativo e giudiziario. Tuttavia, i popoli non venivano schiavizzati e asserviti totalmente alla volontà dei persiani, ma potevano mantenere il loro credo religioso e le loro principali tradizioni. Ovviamente dovevano versare un tributo al governo centrale e accettare il potere del satrapo, che però in alcuni ambiti lasciava una certa autonomia alle consuetudini del popolo conquistato. Queste concessioni, rare nel mondo antico, non furono però sufficienti ai popoli della Ionia, che decisero di ribellarsi ai persiani durante il regno di Dario, pronipote di Ciro II. L’invio delle navi da parte degli ateniesi venne visto come un’offesa e un atto di guerra e pertanto Dario decise di vendicarsi ad ogni costo. La sua vendetta si realizzò con la prima guerra persiana, culminata con la battaglia di Maratona. Vinta, però, dai greci. La seconda invasione, invece, fu ordinata dal figlio di Dario, Serse, che con un esercito di 300.000 uomini e una flotta di 1000 navi, nel 480 a.C. decise di distruggere Atene. Il governo ateniese venne avvertito dei piani di Serse dal messaggio di una spia e chiese aiuto alle altre città stato. All’epoca la Grecia era divisa in tante città stato che spesso erano in lotta fra loro. I due principali antagonisti erano Sparta e Atene. Gli spartani, come era loro consuetudine, chiesero, prima di accettare l’alleanza con Atene, un verdetto all’oracolo di Delfi. L’oracolo si espresse dicendo che solo la morte di un re spartano avrebbe impedito che le loro case fossero bruciate dai persiani. Leonida, all’epoca re degli spartani, ritenne di essere lui il predestinato a contrastare Serse. Decise pertanto di inviare il suo esercito contro l’imperatore Serse, ma siccome si era nel periodo delle Carnee, una festa religiosa durante la quale era vietato agli spartani di andare in guerra o di svolgere alcun addestramento militare, Leonida poté radunare solo i 300 uomini della sua guardia personale. Li scelse personalmente e optò solo per coloro che già avevano un figlio maschio. Non si può sapere se Leonida ritenesse quella missione un suicidio; tuttavia, un fatto certo è che nella cultura spartana morire combattendo era una morte giusta.

LA BATTAGLIA:

 

La principale difesa all’invasione persiana era lo stretto delle Termopili che, secondo gli accordi presi con Atene e gli altri alleati, sarebbe stato difeso dagli spartani. La Battaglia delle Termopili prende il nome proprio dallo stretto: all’epoca questo non era più lungo di quindici metri e pertanto rappresentava un problema per l’immenso esercito persiano che aveva bisogno di maggior spazio di manovra. Questo era il vantaggio che Leonida sperava di sfruttare per sé. La sua avanguardia era formata da trecento uomini mentre le retrovie erano formate da settemila uomini che rappresentavano le città di Tegea, Flio, Corinto, Mantinea, Orcomeno, Thespies, Micene e Tebe.

La conoscenza del terreno ed una tattica militare appropriata alle condizioni del luogo, avrebbero concesso un iniziale vantaggio all’esercito spartano se i soldati persiani si fossero mossi senza cavalleria. L’entrata delle Termopili aveva poi un ulteriore vantaggio, perché da un lato c’era uno strapiombo di 91 metri sul mare e dall’altro il monte Kalidromo che era alto 1500 metri. Pertanto, sfruttando il movimento, si poteva costringere la fanteria persiana ad un corpo a corpo che limitasse la loro forza numerica. Quando i persiani raggiunsero il passo, il primo gesto di Serse fu quello di negoziare la resa dei greci. Di fronte ad una risposta negativa e ferma di Leonida, Serse minacciò di abbattere i soldati lacedemoni con 5000 frecce che avrebbero oscurato il Sole. La risposta fu sprezzante: “Meglio così, combatteremo all’ombra”, disse uno dei soldati di Leonida. Ma il vero problema per gli arcieri di Serse non era la quantità di frecce da lanciare ma il fatto che i loro archi erano fatti di legno di palma, che permetteva una gittata più limitata. Infatti le frecce che raggiunsero i greci non riuscirono a penetrare le armature e i caschi dei greci, rendendo di fatto nulla la prima mossa di Serse. Subito dopo vennero inviati diecimila soldati della fanteria leggera, i quali dovettero scontrarsi con la famosa falange greca.

NUMISMATICO 007

 
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Partecipo con questa moneta da 2 grivne 1998 dell'Ucraina, che commemora l'80° anniversario della Battaglia di Kruty .

Battaglia che la storia non ricorda come "grande" e  sconocsiuta al grande pubblico, ma di fondamentale importanza per la storia dell'Ucraina.

Qui un estratto dal sito "Ucraini in Italia" .

In questi giorni gli ucraini celebrano l’anniversario di una delle battaglie più importanti della la guerra della giovanissima Repubblica Nazionale Ucraina (UNR) contro le truppe della Russia bolscevica. Il 29 gennaio del 1918 le truppe ucraine si scontrarono con quelle russe nei pressi della stazione ferroviaria Kruty. Nonostante il vantaggio numerico schiacciante dei bolscevichi (l’unità ucraina fu composta da 520 soldati, mentre i bolscevichi contavano 4800 uomini), i giovani ucraini riuscirono a trattenere il nemico per 4 giorni permettendo alle forze principali ucraine di riorganizzarsi e prepararsi alle battaglie successive.


Al dritto:  soldati armati dietro emblema dello Stato, andanti verso il centro della moneta

Al rovescio : a sinistra figure statiche di soldati come personificazione della difesa dell'Indipendenza dell'Ucraina, a destra un braccio teso che dirige l'attacco delle truppe a cavallo come allegoria dell'intervento dei Bolscevichi

80-РІЧЧЯ БОЮ ПІД КРУТАМИ ( 80 ° anniversario della Battaglia di Kruty)

2 gryvne 1998 d.JPG

2 gryvne 1998 r.JPG

Modificato da Saturno
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Aggiungo questo rublo sovietico del 1987, commemorativo della battaglia di Borodino del 1812.

Al rovescio: soldati russi, marcianti al rullo di tamburo verso la battaglia (si nota , a sinistra, alla fine del gruppo, una donna, forse una "vivandiera")

La leggeda : 175 ЛЕТ СО ДНЯ БОРОДИНСКОГО СРАЖЕНИЯ 1812, dice : 175° anniversario della Battaglia di Borodino

Conosciuta nella storiografia francese come "battaglia della Moscova"  (7 settembre 1812), venne combattuta tra la Grande Armata di Napoleone e l'esercito russo guidato dal generale Michail Kutuzov vicino al villaggio di Borodino e fu una delle più grandi e sanguinose battaglie delle guerre napoleoniche; coinvolse oltre 250.000 soldati delle due parti, con la perdita, tra morti e feriti, di circa 80.000 uomini. Napoleone la definì "la più terribile delle mie battaglie".

 

 

 

1 rublo 1987 Borodino d.JPG

1 rublo 1987 Borodino r.JPG

Modificato da Saturno
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Sto giusto leggendo Guerra e pace dove alla battaglia di Borodino sono dedicate parecchie pagine con descrizione molto particolareggiata degli scontri.

Arka

Diligite iustitiam

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Supporter
21 minuti fa, Arka dice:

Sto giusto leggendo Guerra e pace dove alla battaglia di Borodino sono dedicate parecchie pagine con descrizione molto particolareggiata degli scontri.

Arka

Diligite iustitiam

Recentemente ho visto un video in inglese proprio su questa sanguinosa battaglia. Entrambi gli schieramenti diedero veramente il tutto per tutto per vincere: i francesi non volevano cedere e tornare in patria dopo tutti gli sforzi fatti. I russi, invece, non volevano lasciare Mosca all’invasore. Alla fine, la vittoria fu di Napoleone ma le perdite furono tali che, a conti fatti, si rivelò una sconfitta tattica. Ora la Grande Armée era debole e vulnerabile al rigido inverno russo e alle implacabili cariche dei cosacchi.

 

Modificato da lorluke
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Un'altra moneta delle guerre napoleoniche.

3 marchi 1913 della Prussia, 100 anni dopo la battaglia di Lipsia, conosciuta anche come battaglia delle nazioni.

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Sul dritto è presente la scritta "DER KÖNIG RIEF UND ALLE ALLE KAMEN / MIT GOTT FÜR KÖNIG UND VATERLAND", che vuol dire "IL RE HA CHIAMATO E TUTTI VENGONO / CON DIO PER IL RE E IL PADRE". Al centro è raffigurato il re Prussiano Friedrich Wilhelm III a cavallo in mezzo a soldati e cittadini.

Sul rovescio è raffigurata un'aquila con un serpente tra gli artigli.

 

La battaglia

L’esercito francese, che aveva occupato parte della Germania, fu sconfitto da una coalizione composta da Russia, Austria, Prussia e Svezia.

La battaglia durò dal 16 al 19 ottobre e rappresentò la terza sconfitta consecutiva per l’esercito napoleonico, dopo la fallimentare campagna di Russia del 1812 e quella di occupazione della Spagna e del Portogallo, conclusa nel maggio del 1813.

Napoleone, nonostante la sua difficile situazione strategica complessiva, fu in grado inizialmente di concentrare più rapidamente le forze e sferrò una serie di attacchi il 16 ottobre che misero in forte difficoltà le armate austro-russo-prussiane schierate a sud di Lipsia, ma l'afflusso continuo di nuove truppe dei coalizzati da nord, nord-est ed est, impedì una vittoria decisiva francese il primo giorno di battaglia. Nei giorni seguenti i francesi pur battendosi validamente in tutti i settori vennero progressivamente respinti verso Lipsia dalle preponderanti forze coalizzate. Il 19 ottobre Napoleone ordinò la ritirata generale durante la quale i francesi subirono forti perdite di uomini soprattutto a causa della distruzione prematura del ponte sul fiume Elster.

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