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L’obiettivo è quello di elencare la raffigurazione della Madonna, Vergine Maria, nelle Oselle veneziane cercando di rispettare la tempistica temporale degli esemplari in funzione dei dogati tempo per tempo vigenti.

In primis, merita però di essere segnalata la c.d. Medaglia Osella Anonima, epiteto derivante dal fatto che essa non porta alcun nome di Doge, né una data, né altra qualsiasi indicazione che possa far precisare il tempo e la finalità della sua coniazione. Ora, al di là della questione sorta circa se considerare l’esemplare una Osella o meno, il Diritto di questa Osella Anonima è stato così descritto:
Sopra due troni posti uno di fronte all’altro, stanno la Vergine Maria e il Redentore; la mano di questo posa la corona sul capo della Vergine, Ai piedi di ciascuna figura è un angelo; e in alto una colomba, circondata da teste alate d’altri angioletti. L’iscrizione, che gira il complesso delle figure, è assai strana per la sua ortografia, di un latino… molto discutibile. Eccola: .REDENTOR. (sic) .MVNDI. .REGINA CELI. (sic) .

Doge NICOLO’ CONTARINI (1630-1631)

Anno 1630 – Osella Ia

Rovescio:

Rappresenta un ricco tempio, sopra il quale è la figura della Vergine che tiene in braccio il Bambino; dinanzi al tempio sta inginocchiato il Doge, avente ai piedi il berretto ducale. Attorno leggesi: IN TRIBVLATIONE DILATASTI MIHI .

Quest’Osella nel suo rovescio è allusiva alla famosa peste di quell’anno 1630, che infierì a Venezia come in gran parte d’Italia; e per la liberazione dal flagello fu decretata dal Senato Veneto l’erezione del tempio della Salute, eretto poi di fatto lungo il Canal Grande, su fastoso progetto dell’architetto Baldassarre Longhena. La scritta significa: “Tu m’ hai dato sollievo nel dolore”.

Doge FRANCESCO ERIZZO (1631-1646)

Anni dal 1631 al 1645 corrispondenti ad altrettante numero di Oselle, pari a quindici, partendo dalla Ia.

In tutte queste Osella, il Rovescio raffigura un albero ricco di fronde, sulla cima del quale sta un’immagine della Vergine col Bambino: ai lati dell’albero sono due teste soffianti. Attorno leggesi: DEDI SVAVITATEM ODORIS .

Tale Rovescio allude alla salubrità dell’aria di Venezia, dopo cessata la famosa peste del 1630; e attribuisce alla Vergine la riacquistata sanità. La frase “Dedi svavitatem odoris”, tolta dall’Ecclesiaste, significa appunto che dolci e salubri effluvi avevano sostituito in Venezia per grazia della Vergine, le fetide emanazioni della peste.

Doge DOMENICO CONTARINI (1659-1675)

Anno 1667 e 1668 (Osella IXa e Xa).

Rovescio:

Vi è rappresentata la Madonna col Bambino, posti nel centro di una grande stella. L’iscrizione è la seguente: SIT TVTA HOC SIDERE CRETA .

Essendo venuto meno a Venezia, nella guerra contro i Turchi, l’aiuto della Francia, in questa Osella si è voluto mostrare come la Repubblica non dovesse più far conto che sull’aiuto divino. Le parole del rovescio significano infatti: “Così è sicura, affidandosi a questa stella”.

Doge ALVISE III MOCENIGO (1722-1732)

Anno 1723 – Osella IIa.

Rovescio:

Vi è rappresentata la Vergine tra le nubi, circondata di raggi e di stelle. In basso si scorge una figura rappresentante Venezia con lo scettro in mano; vicino a lei è il leone alato, e presso a questo un corno ducale. La scritta all’ingiro dice: DOMIN: REGIT ME ET NIH. MIHI DEERIT .

Il rovescio allude ai sentimenti profondamente religiosi del Doge, alla sua fede nella protezione di Dio e della Vergine; il motto appunto significa: “Dio mi regge, e nulla mi mancherà”.

Doge ALVISE III MOCENIGO (1722-1732)

Anno 1731 – Osella Xa.

Rovescio:

La Vergine col Bambino, circonfusa da una grande aureola di raggi, da nubi e da stelle, ha sopra il capo lo Spirito Santo. Ai suoi piedi sorgono altre nubi fra le quali si scorge un serpente attorcigliato ad una mezza luna. All’ingiro la scritta: AB IPSA SALVS .

L’immagine della Vergine riprodotta in questo Rovescio è tratta da quella che dall’isola di Candia i Veneziani avevano portata alla loro città, ponendola sull’altare maggiore di quel tempio della Salute che appunto cento anni prima dell’anno 1731 era stato eretto per pubblico decreto in ringraziamento per la liberazione dalla peste del 1630. Il Doge volle comunque ricordare su questa Osella il centenario dall’erezione del tempio. Il motto significa: “Da lei la salvezza”.

Doge PIETRO GRIMANI (174-1752)

Anno 1751 – Osella XIa.

Diritto:

Sono rappresentati effigiati S. Marco e il Doge, entrambi in atto di adorazione dinanzi ad un tabernacolo nel centro del quale è raffigurata la scena dell’Annunciazione di Maria Vergine.

Il Diritto si riferisce al Giubileo bandito in quell’anno, e che per Venezia cominciò appunto il 25 marzo, giorno dell’Annunciazione.

Doge FRANCESCO LOREDAN (1752-1762)

Anno 1752 – Osella Ia.

Diritto:

Sopra un alto piedistallo è una figura rappresentante la Vergine col Bambino; a destra è inginocchiato il Doge, che in terra presso di sé ha il berretto della sua carica; a sinistra S. Marco che appoggia il Vangelo presso la statua della Vergine e stende la destra verso un calamaio con la penna che è a terra presso di lui. Sotto il piedistallo, sul pavimento a dadi marmorei, è sdraiato il leone.

Il Doge Loredan, facendo derivare il suo nome di famiglia da Loreto, dov’è il celebre Santuario della Vergine, fece imprimere in questa Osella l’immagine sacra, come segno di omaggio verso la divina protettrice della sua casa e della Repubblica.

Anno 1753 – Osella IIa.

Diritto:

S. Marco e il Doge che pregano davanti ad una immagine della Vergine che è raffigurata in un piccolo quadro nel centro di una specie di altare cui sostengono figure d’angeli e che è sormontato da ornati e vasi. Accosciato sul pavimento è il leone.

Anche in questa Osella, il diritto esprime la devozione del Doge alla Vergine, a cui egli raccomanda sé e la patria.

Anno 1755 – Osella IVa.

Diritto:

Nel quadro, chiuso tra colonne, archi e fregi di stile Rinascimento, è raffigurata la nascita di Cristo. Ai piedi del quadro sono in atto di preghiera San Marco e il Doge; fra essi il leone.

Il Diritto non è altro che una delle consuete dimostrazioni di fede religiosa del Doge.

Anno 1756 – Osella Va.

Diritto:

Vi è raffigurato un vaso, sormontato da una immagine della Madonna, e dentro il vaso sono scritte le parole: VAS ONORABILE. All’intorno, figure d’angeli volanti, alcuni dei quali suonano la tromba; al di sotto, S. Marco in atto di riposo, col leone alato, e il Doge pregante col berretto a terra.

Anche questo Diritto manifesta la devozione grandissima del Doge per la Vergine, glorificata col simbolo di una delle allegorie che la Chiesa ha ideato in onore della Madre di Dio, che si riscontra nelle litanie.

Anno 1757 – Osella VIa.

Diritto:

Vi è impressa un’arca, sostenuta da un angelo e sormontata dalla figura della Vergine; entro l’arca sono le parole FOEDERIS ARCA. Ai lati, arcate e colonnati; in basso, S. Marco col leone, in atto di benedire il Doge genuflesso col berretto ai piedi.

Questa Osella afferma la pietà religiosa e la devozione particolare che il Doge Loredan ebbe sempre per la Vergine, e ritrae il soggetto del Diritto da uno dei titoli con cui la Chiesa invoca la Vergine nelle sue litanie.

Anno 1758 – Osella VIIa.

Diritto:

La Vergine Maria è il soggetto del Diritto di questa Osella sulla quale si vede un quadro rappresentante l’Immacolata Concezione. Il quadro è chiuso in una cornice a foggia di baldacchino, sostenuto da due angioletti a volo; in basso si scorgono le due figure di S. Marco in piedi e del Doge in ginocchio; fra essi il leone, e presso il leone il berretto del Doge.

Doge Alvise IV Mocenigo (1763-1779)

Anno 1763 – Osella Ia.

Diritto:

Si vede rappresentata la Vergine col Bambino in braccio, in mezzo alle nubi. La scritta dice GENS MARIANA. SVMVS .

Con l’apporre alla sua prima Osella l’immagine della Vergine, questo Doge volle, come già alcuni suoi predecessori, rammentare la grande devozione sua e della città alla Madre di Dio. La scritta significa: “Noi (Veneti) siamo una gente devota a Maria”.
 
Anno 1764 – Osella IIa.

Diritto:

Rappresentato un tabernacolo sorretto da un gradinata con due parapetti ai lati e ornato di panneggiamenti e di fregi; nel centro sta un quadro con l’effige della Madonna. Intorno sono le parole: SANTA MARIA DELLA PACE .

Secondo alcuni, questo Diritto si riferisce alle trattative di pace che si stavano negoziando in quel tempo tra Venezia e i Bey di Tripoli, Algeri e Tunisi, allo scopo di far cessare le incursioni dei pirati che infestavano il Mediterraneo e causavano gravissimi danni al commercio veneziano. Altri, invece, riferiscono il Diritto di questa Osella al restauro di un quadro della Madonna della Pace, ordinato in quell’anno dal Senato.

Anno 1776 – Osella XIVa.

Diritto:

Un’immagine della Vergine con Bambino, librata fra le nubi; ai suoi piedi il Doge, a capo scoperto, orante; più sotto il leone alato. Attorno si legge: DOMINA. MATERQ: NOSTRA .

Affermazione personale del Doge circa la propria fede religiosa nella Vergine, cui son rivolte le parole: “Nostra Signora e Madre”. Si può tuttavia considerare anche questa Osella come allusiva al giubileo emanato in quel tempo da Papa Pio VI.

Doge Lodovico Manin (1789-1797)

Anno 1793 – Osella Va.

Diritto:

Rappresenta la Vergine che scende dal cielo col capo coronato di stelle, e allontana da Venezia, allargando le braccia, una nave. La scritta dice: NEC NVPER DEFECI .

Grazie ad opportuni provvedimenti, Venezia fu in quell’anno tenuta immune dal flagello della peste; una nave straniera infetta, per poco non la diffuse fra i cittadini, e fu a tempo mandata in quarantena a Poveglia. Il fatto fu attribuito per intercessione della Vergine, dalla quale, secondo la rappresentazione del Diritto, verrebbero proferite le parole: “Né pur ora mancai”.

 

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