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Linchmere hoard


grigioviola

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Recentemente è passata in un'asta inglese una piccola porzione di monete provenienti dal Linchmere Hoard: poco meno di una quarantina di monete (39 più una copia in resina) che erano rimaste in possesso di miss F. E. Abbott (proprietaria dei terreni in cui venne scoperto il ripostiglio) dal 1924.

Le monete in questione, battute nell'asta "Militaria, Coins & Medals" del 27 maggio 2021 della casa d'aste Lawrences Auctioneers, erano montate in un quadro-pannello espositivo:

linchmere foto.jpg

Il gruppo è stato suddiviso e le monete vendute singolarmente.

 

The Linchmere Hoard.
Contesto e storia del ritrovamento.

Nel mese di dicembre del 1924, a seguito di alcuni lavori in un campo che si trova a nord della strada che porta da Haslemere e Shotter Milll a Liphook vicino al punto in cui all'epoca si incontravano le tre contee di Hants, Surrey e Sussex, venne alla luce un vaso in terracotta contenente 812 antoniniani.

Miss F. E. Abbott e Mrs Hoyle, proprietarie del terreno e conseguentemente anche del piccolo tesoretto, decisero di consegnare il tutto al dipartimento di numismatica del British Museum consentendo così la catalogazione e lo studio di uno dei ripostigli considerati fondamentali e di riferimento per la storia della monetazione dell'usurpatore britannico Carausio.

Il ripostiglio infatti presenta una composizione alquanto singolare: degli 812 antoniniani presenti, solamente 278 sono riferibili a zecche continentali e ad autorità dell'impero centrale, mentre la restante porzione di 534 monete è composta unicamente di antoniniani di Carausio!

Il primo gruppo si presenta così suddiviso:

image.png

Della rimanente porzione di 534 monete di Carausio, la maggior parte presenta mint marks e dalla loro analisi possono essere suddivise in 488 esemplari provenienti da Londinium e 46 dalla cosiddetta C-Mint (Colchester) secondo questo schema:

image.png

Il contenitore che ospitava le monete è un vaso di produzione locale identificato come proveniente dal centro produttivo romano di Alice Holt Forest dello Hampshire. Il sito di produzione emerse durante alcuni scavi eseguiti per dei ripristini stradali nella foresta che rivelarono, oltre a discariche di manufatti e frammenti vari, anche importanti resti industriali tra cui quelli di un forno con doppia canna fumaria con base in malta, pareti in pietra e rivestimento in argilla.

image.png

Grazie ad alcune indagini archeo-magnetiche è stato possibile scoprire che nella sua ultima cottura, datata tra il 220 e il 280, questo forno era alimentato da ceppi di rovere, prevalentemente ceduo, nel camino principale e con una combinazione di legni vari nell'altro, probabilmente per favorire il controllo della temperatura.

Il ripostiglio è importante ovviamente per il suo contenuto, ma anche (e probabilmente soprattutto) per ciò che non contiene:

  • sono pressoché assenti gli antoniniani degli usurpatori gallici di Postumo e successori, che invece sono attestati frequentemente nei ripostigli che contengono emissioni di Carausio e Alletto e che conseguentemente circolavano ancora massicciamente durante il regno degli usurpatori britannici;
  • oltre alle emissioni ufficiali gallici, sono anche assenti i radiati imitativi e se questo può sembrare una logica conseguenza dell'osservazione precedente, lo è meno la completa assenza di moneta di produzione locale battuta a nome di Carausio (e che probabilmente va collocata in una fase iniziale della produzione di monete di questo imperatore in continuità produttiva con le emissioni imitative galliche probabilmente a opera dei medesimi atelier locali più importanti come volume di coniazione);
  • mancano completamente le emissioni continentali di Carausio della zecca di Rouen
  • mancano le emissioni con marca RSR di Carausio (Redeunt Saturnia Regna)
  • mancano le emissioni della cosiddetta serie Carausius et Fratres Svi con la legenda terminante con la triplice G: AVGGG 
  • mancano altri nominali quali aurei (aspetto questo comune) e denari
  • nessuna delle monete di Aureliano è precedente al 270

Il gruppo delle emissioni continentali, epurato della presenza gallica che non risulta significativa, si estende in un lasso temporale assai breve di 18 anni (270-288). Il ripostiglio, che può essere considerato coevo a quello di Little Orme, può essere datato, come chiusura e interramento, al 290 d.C. circa.

Le monete si presentano quasi tutte in ottimo stato, specialmente le emissioni di Carausio che per buona parte risultano in condizioni di zecca tuttavia erano state consegnati al British Museum intonse, così come rinvenute, presentandosi coperti da una spessa e ruvida patina verdastra che li rendeva pressoché illeggibili.

Nel laboratorio di restauro del British Museum, la pulitura è stata condotta per step progressivi. Inizialmente due monete sono state trattate con acido formico riscontrando ottimi e rapidi risultati di pulitura, ma a scapito dell'argentatura superficiale dei pezzi: le monete trattate con l'acido infatti si presentavano alla fine dell'intervento in ottimo stato di conservazione e perfettamente leggibili, ma completamente imbrunite.

Si è deciso quindi di procedere diversamente per gli altri pezzi provando degli ammolli in una soluzione alcalina molto debole a base di bicarbonato di sodio. Inizialmente le monete vennero immerse a freddo, ma i risultati non furono incoraggianti. Portando a ebollizione la soluzione invece si notarono dei miglioramenti notevoli: la patina verdastra si scioglieva e la moneta alla fine del trattamento, una volta asciugata, si presentava perfettamente leggibile ma completamente annerita. Tuttavia la patina nera che si sviluppava con questo procedimento risultava facilmente rimovibile mediante una spazzolatura energica con spazzole con setole in fili d'ottone molto morbidi rivelando alla fine del trattamento l'argentatura superficiale perfettamente conservata. Le monete furono quindi tutte trattate con questo procedimento provvedendo, in alcuni casi, a ripetere il ciclo fino a 5-6 volte per ottenere un risultato ottimale.

L'intero studio del ripostiglio con la sua catalogazione venne pubblicato da P. H. Webb nel 1925 su Numismatic Chronicle, a questo link potete leggere l'intero lavoro: https://www.forumancientcoins.com/numiswiki/view.asp?key=Linchmere Hoard

Modificato da grigioviola
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Perché vi ho parlato di questo ripostiglio? Be', innanzitutto perché non mi pareva fosse mai stato discusso in maniera dettagliata nel forum e poi perché son riuscito ad accaparrarmi una monetina che ora vi presento:

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Zecca di Mediolanum
D\ IMP C AVRELIANVS AVG, busto a destra radiato e corazzato;
R\ ORIENS AVG, /TM, il Sole stante a sinistra con mano destra alzata e globo nella sinistra. Un prigioniero legato in abito orientale sotto al piede destro dell'Imperatore mentre un secondo prigioniero in analoga posizione è appoggiato alla gamba sinistra.
RIC 150 - Webb segnala due esemplari nel ripostiglio, ma in realtà si tratta di un solo esemplare in quanto il secondo ha una differente mint mark all'esergo (/QM).

Non si tratta di un esemplare di Carausio, che è il sovrano caratterizzante l'intero ripostiglio (e che in collezione ancora mi manca con provenienza da hoard), ma si tratta pur sempre di un pezzo proveniente dal Linchmere hoard con un pedigree di tutto rispetto e che non si vede capitare nel mercato così di frequente! Un nucleo cospicuo del ripostiglio risulta ora conservato al British Museum assieme ai frammenti del contenitore mentre una decina di altri pezzi sono custoditi presso l'Haslemere Educational Museum nel Surrey.

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Supporter

Davvero interessante la storia di questo hoard. Mi hanno colpito in particolare le tecniche che hanno usato al BM per pulire le monete... anche sperimentando!

Vorrei chiedere se esiste una  spiegazione per l'assenza quasi completa di antoniniani degli usurpatori gallici e di monetazione imitativa. 

Grazie e ancora complimenti a @grigioviola

Stilicho

Modificato da Stilicho
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Webb evidenzia la stranezza dell'assenza di gallici e di moneta imitativa, ma non esprime una motivazione.

A mio avviso potrebbe trattarsi di una scelta consapevole dell'accumulatore di mettere da parte unicamente monete di buon peso, bell'aspetto e di modulo pressoché simile (si tratta di emissioni che condividono abbastanza i medesimi dati metrici sia dimensionali che ponderali) e inoltre si trattava di pezzi che son stati tesaurizzati quand'erano ancora tutti argentati.

La somma di per sé non doveva essere elevatissima seppur costituiva un gruzzoletto di tutto rispetto. Molto probabilmente doveva trattarsi di un accantonamento accuratamente scelto tra il circolante e composto da monete che dalla loro uscita dalla zecca avevano girato gran poco (specialmente le emissioni di Carausio che, a differenza delle altre, non avevano nemmeno lo scoglio della distanza "zecca di emissione-isola" da coprire per penetrare nel flusso circolante).

Ma mi riservo di verificare se trovo altri dettagli nelle pubblicazioni successive che ho sui ripostigli UK.

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