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La conquista Talebana dell'Afghanistan - Riflessione sulle motivazioni geopolitiche.


azaad

Risposte migliori

1 ora fa, Brios dice:

Non ti sembra strano che i regimi totalitari Putin, Xi Jinping, Gheddafi, Saddam Hussein abbiano ucciso meno persone e scatenato meno guerre rispetto al regime democratico degli Stati Uniti?

No, perché le due cose non sono direttamente collegate, anche se il fatto ti fa pensare!

1 ora fa, Brios dice:

Come si combina con i valori liberali europei? 

Sono la persona meno adatta a rispondere, viste le mie tendenze illiberali, ma non antidemocratiche.

Non capisco cosa volevi dire con

1 ora fa, Brios dice:

italiani indigeni 

Potresti riformulare la domanda?

Credo di aver compreso il senso generale della domanda, ma questo passaggio non lo comprendo.

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"Numeri sballati e mezze verità sul Nation building: ecco cosa non quadra nel discorso di Biden sull’Afghanistan. La Cina? Non manderà lì un solo soldato ma eserciti di minatori”

L'INTERVISTA - Claudio Bertolotti, ricercatore Ispi: "Per ragioni anagrafiche il presidente Usa non potrà correre per un secondo mandato: è quindi l'uomo più adatto per chiudere l'esperienza afgana. Quello che è stato completamente sbagliato sono però le modalità del ritiro. Non è vero che Kabul può contare su 300mila soldati altamente addestrati. Ed è falso che gli Stati Uniti non fossero lì per costruire una nazione"

Quello sull’Afghanistan tenuto ieri dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden è stato un discorso freddo e cinico. Quasi spietato se si considerano le scene che in contemporanea giungevano da Kabul. Vice presidente durante gli 8 anni dell’amministrazione di Barak Obama, Biden è sempre stato fortemente contrario all’aumento dei militari impegnati nell’operazione  “Enduring fredoom”, ma i toni e le argomentazioni utilizzate dal presidente hanno stupito molti osservatori e creato disorientamento tra gli alleati. Ne abbiamo parlato con Claudio Bertolotti, direttore e responsabile della ricerca della società di consulenza Start InSight, ricercatore Ispi ed autore del  libro  “Afghanistan  contemporaneo. Dentro la guerra più lunga“.

 

Dottor Bertolotti, anche Lei è stupito dalle parole del presidente statunitense?

Voglio fare una premessa. Per ragioni anagrafiche e di salute Biden non potrà correre per un secondo mandato. È quindi l’uomo più adatto per chiudere l’esperienza afgana che, obiettivamente, per gli Stati Uniti non ha più molta ragion d’essere e verso cui l’opinione pubblica americana ha maturato una crescente disaffezione. Anche perché al contribuente statunitense è stato chiesto molto, visto che questa guerra è costata almeno 2mila miliardi di dollari. Quello che è stato completamente sbagliato sono però le modalità del ritiro, oltre ai toni e alle argomentazioni usate da Biden. È stata una figuraccia internazionale e questi errori avranno un costo, in termini di gradimento interno e percezione internazionale dell’ affidabilità di Wasghington.

Torniamo alle argomentazioni utilizzate dal presidente. Cosa in particolare non l’ha convinta?

Nel discorso di Biden ci sono  parecchie inesattezze e alcune mezze verità. Innanzitutto il presidente ha completamente  ignorato gli altri attori della vicenda, a cominciare dagli alleati della Nato, menzionati di sfuggita. Eppure, a loro volta, questi paesi hanno sopportato perdite umane e costi importanti per essere al fianco degli Stati Uniti in quella che era fondamentalmente  una loro guerra. Il presidente è stato  ingeneroso anche nei confronti delle  forze afgane. Ha affermato che Kabul può contare su 300mila soldati altamente addestrati. Ma questo non è vero, né per quanto riguarda la cifra, né per quanto concerne le caratteristiche. Esercito e forze dell’ordine afgane contavano in tutto 270mila effettivi, tuttavia di questi almeno un terzo erano reclute prive di addestramento che avevano sostituito caduti e/o feriti, chi aveva disertato o si era congedato. Per di più, tra questi, esisteva una quota che possiamo definire  “fantasma”,  soldati che non si presentavano ma la cui assenza non veniva denunciata dai superiori che, grazie a queste omissioni, continuavano a riceverne gli stipendi. Un rapporto del Sigar (Special Inspector General for Afghanistan Reconstruction) ha chiaramente evidenziato come solo il 10% delle forze regolari afgane fosse in grado di compiere azioni militari in autonomia. Detto ciò non va dimenticato come le forze speciali afgane si siano distinte in passato per azioni particolarmente audaci e di successo nella riconquista di alcuni centri che, una volta liberati e affidati alle autorità, sono stati rapidamente restituiti ai talebani.

“In Afghanistan non abbiamo portato né libertà né democrazia. Il 90% dei soldi è stato speso a fini militari, questo è il grande fallimento Usa”

Nelle parole di Biden c’è anche un totale disconoscimento delle scelte compiute dalle precedenti amministrazioni…

Anche su questo il discorso non brilla per onestà intellettuale. Biden afferma che quella in Afghanistan non è mai stata una missione di “Nation building” (costruzione di uno Stato, ndr) ma di semplice contrasto al terrorismo. Purtroppo le parole dei suoi predecessori contraddicono completamente questa tesi. George W. Bush, il presidente che ha iniziato l’operazione nell’ottobre del 2001, scrive nel suo libro di memorie che quella in Afghanistan è stata “l’ultima missione statunitense di Nation building”. Lo stesso presidente Obama ha molto insistito su questo aspetto della campagna che, anzi, durante il suo mandato, si è cercato di accelerare come premessa per il ritiro. Infine il presidente scarica sul predecessore Donald Trump la responsabilità di aver firmato con i Talebani gli accordi per il ritiro statunitense. Questo è vero ma è anche vero che la firma è avvenuta nell’ambito di colloqui avviati sotto l’amministrazione Obama. Inoltre in questa intesa ci sono diverse condizioni, a cominciare dall’impegno talebano a non ricorrere alla violenza. Clausola chiaramente calpestata in questi giorni. Se avesse voluto farlo Biden avrebbe avuto la possibilità di ignorare quell’accordo.

Così facendo la Casa Bianca si pone in contrasto anche con il Pentagono, o sbaglio?

No, è così. Il Pentagono si è sempre opposto al ritiro e ha cercato di rimandarlo il più possibile. Obama scelse di ascoltare i generali e di ignorare la posizione del suo vice. Ora qui si contrappongono due visioni su quella che dev’essere la postura statunitense sullo scenario internazionale. I militari, in particolare il generale David Petraeus che ha codificato le sue tesi nella direttiva Fm3-24 del 2006, la intendono come un’azione di counter insurgency (contro guerriglia con l’uso di forze armate tradizionali su larga scala, ndr). Biden sposa una linea più minimalista, di counter-terrorism, che si esaurisce con l’eliminazione delle minacce. Questo pone problemi anche a noi alleati, visto che tutte le operazioni in atto, compresa quella nel Sahel (area dell’Africa subsahariana che include il Mali dove è in corso un’operazione a guida francese che includono contingenti italiani e di altri paesi europei, con obiettivi di stabilizzazione, ndr) partono dal modello dottrinale della counter-insurgency per diventare SFA – Security Foirce Assistance. Personalmente penso che servirebbe un approccio più pragmatico, con risposte da valutare caso per caso.

Afghanistan, le promesse dei talebani: “Le donne studieranno e non dovranno usare il burqa. Vittoria-lampo? La gente sta con noi”

Gli Stati Uniti ormai se ne sono andati. Verranno rimpiazzati dalla Cina?

No. La Cina non ha nessuna intenzione, saggiamente, di avventurarsi con uomini e mezzi in un paese che si è dimostrato quasi impossibile da governare. Andrebbe ad impantanarsi. Pechino ragiona in un’ottica di medio lungo termine, guardando da qui a 30 anni. In questa prospettiva ha certamente interesse ad una stabilizzazione dell’Afghanistan che le permetta di sfruttarne le grandi risorse minerarie su cui ha già fatto investimenti importanti. Ma non vedremo un solo soldato cinese varcare il confine, vedremo invece in futuro degli eserciti ma saranno eserciti di minatori e ingegneri. Aggiungo che un Afghanistan destabilizzato produce un Pakistan destabilizzato, paese in cui la Cina sta investendo molto anche in chiave di contrasto all’India.

C’è poi la questione degli Uiguri, la minoranza di religione islamica che abita le zone del nord ovest cinese e che crea molti grattacapi alle autorità. La Cina peraltro è accusata di diverse violazioni di diritti umani perpetrate a danno di queste popolazioni.

La grande paura cinese è che le logiche della Jihad contamininoo queste aree, che prenda piede la suggestione di un Islam che si afferma. Non dimentichiamo che gruppi jihadisti uiguri hanno combattuto in Afghanistan insieme ai Talebani. E non dimentichiamo neppure il fatto che, già nel 2015, Pechino accolse ufficialmente una delegazione talebana per discutere anche di tale questione. All’epoca la richiesta cinese fu quella di un’eliminazione delle forze Uigure che si battevano al loro fianco.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/08/18/numeri-sballati-e-mezze-verita-sul-nation-building-ecco-cosa-non-quadra-nel-discorso-di-biden-sullafghanistan-la-cina-non-mandera-li-un-solo-soldato-ma-eserciti-di-minatori/6293782/

  • Grazie 1
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"Credo che non dovremmo diffondere il segnale di poter accogliere tutti coloro che sono in difficoltà». Parole di uno xenofobo? No, del candidato della Cdu, Armin Laschet, erede di Merkel. E sentite ancora qui: «Bisogna proteggersi contro i flussi migratori irregolari importanti». Marine Le Pen? No, il presidente Macron, durante l'allocuzione sull'Afghanistan. E questi sono i cosiddetti buoni, perché poi ecco quelli veramente «cattivi»: Austria e Ungheria, ritrose ad accogliere i profughi, mentre Erdogan, il più esposto, intende farsene carico, dietro congruo compenso sembra, e non prima di aver eretto muri con la Siria. 

https://amp.ilgiornale.it/news/cronache/impossibile-accogliere-tutti-i-rifugiati-1969661.html

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53 minuti fa, Scudo1901 dice:

popolazioni alla fine abbiano bisogno più di dittature che di democrazie. Orribile affermazione, me ne rendo conto, ma i fatti, crudeli e

No, è che hanno un altro modo di pensare, di vivere, ... quindi è naturale che vogliano vivere con una forma di governo differente da quello Occidentale!

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Supporter

Passati 5 giorni dalla caduta di Kabul, le informazioni che cominciano a trapelare da varie parti contribuiscono a chiarire la dinamica dei fatti.

Da quanto ho avuto modo di leggere (e le fonti citate mi sono sembrate affidabili) gli Stati Uniti erano perfettamente consci che il sistema statale che avevano creato e foraggiato in 20 anni sarebbe caduto entro pochi mesi dal ritiro Americano.

Questa evidenza pare spiegare il terribile cinismo (altro volto del pragmatismo) Americano che fin dai colloqui di Doha, lo scorso anno 2020, si è limitato a includere i rappresentati dei Talebani, escludendo del tutto, e quindi delegittimando del tutto, il governo ufficiale Afghano. 

Mi ha lasciato profondamente interdetto scoprire che la principale sorpresa di Biden sia stata constatare che il governo ufficiale Afghano fosse caduto in meno di una settimana, invece dei circa 3 mesi che gli USA avevano previsto.  Detto in altre parole, gli Americani si aspettavano che l'esercito Afghano si facessero massacrare, nel migliore dei casi, per circa 3 mesi prima di soccombere comunque ai Talebani. Nei piani USA questo avrebbe permesso agli occidentali di andare via con comodo.

Se queste erano le attese, credo che i militari Afghani abbiano fatto bene, se non benissimo, ad abbassare le armi. Hanno evitato, in base alla lettura USA che non gli dava la benché minima possibilità di vittoria, solo un'inutile massacro, il loro.

Biden ha anche detto che la missione in Afghanistan non ha mai puntato a costruire un nuovo stato democratico ma solo per estirpare il terrorismo.

Purtroppo all'opinione pubblica Italiana ed Europea per 20 anni era stata propinata la "supercazzola" della missione di pace per "esportare" un modello democratico di vita in Afghanistan. 

Sebbene io sia perfettamente conscio che i motivi reali delle guerre e delle occupazioni militari siano spesso diverse da quelli che vengono narrate all'opinione pubblica, da Italiano che ha pure pagato le tasse per finanziare tale missione mi sento vagamente preso per i fondelli, in quanto la missione militare poteva, se accettiamo la narrazione fatta proprio da Biden, concludersi nel 2011 con la morte di Osama Bin Laden. Diciamo che, probabilmente, Biden avrebbe potuto preparare un discorso migliore.

Ciò detto, va' sicuramente riconosciuto a Biden un insolito pragmatismo e realismo nella sua comunicazione, capace di squarciare il velo di ipocrisia costruito dietro questa operazione militare e difeso strenuamente negli anni da varie amministrazioni occidentali. Meglio la triste verità che un velo melenso di ipocrisia. 

Gli americani, nei due secoli della loro storia, hanno alternato periodi di isolamento domestico a periodi di politica estera aggressiva. Non è escluso che nei prossimi anni se ne stiano buoni a casa loro. I cocci che hanno lasciato in Afghanistan, a ben vedere, li riguardano ma non in maniera eccessiva. 

Di fatto, col ritiro, gli USA ottengono 5 possibili obiettivi. 

1) I talebani in Afghanistan possono diventare una mina vagante per la Cina, qualora si mettessero in testa di aiutare l'indipendentismo Uiguro. (I cinesi non sono scemi e credo gestiranno la situazione a loro vantaggio)

2) I talebani in Afghanistan possono essere una mina vagante anche per le repubbliche ex-societiche centro-asiatiche legate alla Russia. (ma nemmeno i Russi sono scemi, e infatti hanno cominciato da subito a rapportarsi col nuovo regime).

3) risparmiano un pozzo di soldi andando a concentrarsi su questioni geopolitiche più importanti e rinunciando all'influenza (irrealistica) sull'asia centrale. 

4) L'Iran si ritroverebbe al confine di nord-est una nazione di cultura Wahabita, storicamente ostile e sarebbe invaso da profughi ingestibili che certamente farebbe fluire verso ovest. 

5) Ulteriore destabilizzazione politica dell'UE. La politica estera Europea è certamente inesistente, ma già immagino da qui fino al 2022 ulteriori liti tra ungheresi e polacchi, tedeschi e Italiani, ecc. ecc. a causa della pressione dell'immigrazione dall'Afghanistan (ne arriveranno centinaia di migliaia). Un'UE forte non è utile per nessuno (tranne agli Europei che però paiono non capirlo).

I profughi, probabilmente centinaia di migliaia che, giustamente, sognano una vita migliore di quella che potranno avere in Afghanistan, ancora una volta busseranno in Europa. Ma dov'è l'Europa in questo momento? Al momento mi risulta non pervenuta, come in tante altre occasioni.

 

 

 

 

 

 

 

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3 ore fa, azaad dice:

ma già immagino da qui fino al 2022 ulteriori liti tra ungheresi e polacchi, tedeschi e Italiani, ecc. ecc. a causa della pressione dell'immigrazione dall'Afghanistan

C'è un pochino (pure troppo) di pregiudizio su Polonia ed Ungheria:

per la precisione il 5 agosto, i ministri degli Interni di Germania, Austria, Danimarca, Belgio, Paesi Bassi e Grecia avevano inviato una lettera alla Commissione europea sostenendo come «fosse sbagliato fermare i rimpatri forzati verso l’Afghanistan. 

Poi certamente Austria ed Ungheria hanno mobilitato l'esercito ai confini, ma i "buoni" invece cosa fanno? Prima dicono di rimandarli indietro e poi correggono il tiro dicendo che bisogna ospitare gli afghani nei Paesi limitrofi? 

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Supporter
41 minuti fa, ARES III dice:

C'è un pochino (pure troppo) di pregiudizio su Polonia ed Ungheria:

per la precisione il 5 agosto, i ministri degli Interni di Germania, Austria, Danimarca, Belgio, Paesi Bassi e Grecia avevano inviato una lettera alla Commissione europea sostenendo come «fosse sbagliato fermare i rimpatri forzati verso l’Afghanistan. 

Poi certamente Austria ed Ungheria hanno mobilitato l'esercito ai confini, ma i "buoni" invece cosa fanno? Prima dicono di rimandarli indietro e poi correggono il tiro dicendo che bisogna ospitare gli afghani nei Paesi limitrofi? 

In realtà la citazione dei paesi europei era avulsa da ogni giudizio sulla loro visione politica riguardo l'immigrazione. Era giusto per dire che noi Europei finiamo per litigare e che questi litigi possono solo aumentare con la crisi afghana. 

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11 minuti fa, azaad dice:

noi Europei finiamo per litigare 

Il problema nasce dalla "generosità" finta di alcuni che pretendono e vogliono obbligare gli altri ad adeguarsi alla loro visione del mondo: ad esempio con l'immigrazione ci sono quelli che dicono che bisogna fare entrare tutti, e poi che bisogna ridistribuirli. Ma se tu Stato X vuoi gli immigrati (cosa ammirevole sulla carta) perché non li vai a prendere direttamente senza fargli fare dei viaggi mortali e te li porti a casa? Ma perché pretendi che anche gli altri se li dovrebbero prendere? Poi diciamocela tutta, il problema è che non siamo capaci di rimpatriare quelli irregolari che non hanno diritto all'asilo e poi vorremmo che altri se li portassero a casa!

Certamente è brutta tutta la vicenda ma la realtà è questa.

Mi domando i Paesi musulmani "ricchi" perché non hanno voglia di prendersi una fetta di immigrati ? Eppure hanno molte più cose in comune fra loro che con noi, quindi una loro eventuale integrazione sarebbe anche molto più semplice.....

L'UE per sopravvivere dovrà per forza di cose modificare il proprio assetto istituzionale ed i suoi progetti, rimodulandoli su forme e progetti più semplici e condivisibili, permettendo di lasciare liberi tutti di decidere sulle politiche riguardanti i diritti civili, famiglia, immigrazione, .... L'attuale assetto è troppo farraginoso, complicato, ed invasivo.

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Supporter

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Modificato da azaad
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Il 20/8/2021 alle 16:21, azaad dice:

Di fatto, col ritiro, gli USA ottengono 5 possibili obiettivi. 

1) I talebani in Afghanistan possono diventare una mina vagante per la Cina, qualora si mettessero in testa di aiutare l'indipendentismo Uiguro. (I cinesi non sono scemi e credo gestiranno la situazione a loro vantaggio)

2) I talebani in Afghanistan possono essere una mina vagante anche per le repubbliche ex-societiche centro-asiatiche legate alla Russia. (ma nemmeno i Russi sono scemi, e infatti hanno cominciato da subito a rapportarsi col nuovo regime).

3) risparmiano un pozzo di soldi andando a concentrarsi su questioni geopolitiche più importanti e rinunciando all'influenza (irrealistica) sull'asia centrale. 

4) L'Iran si ritroverebbe al confine di nord-est una nazione di cultura Wahabita, storicamente ostile e sarebbe invaso da profughi ingestibili che certamente farebbe fluire verso ovest. 

5) Ulteriore destabilizzazione politica dell'UE. La politica estera Europea è certamente inesistente, ma già immagino da qui fino al 2022 ulteriori liti tra ungheresi e polacchi, tedeschi e Italiani, ecc. ecc. a causa della pressione dell'immigrazione dall'Afghanistan (ne arriveranno centinaia di migliaia). Un'UE forte non è utile per nessuno (tranne agli Europei che però paiono non capirlo).

I profughi, probabilmente centinaia di migliaia che, giustamente, sognano una vita migliore di quella che potranno avere in Afghanistan, ancora una volta busseranno in Europa. Ma dov'è l'Europa in questo momento? Al momento mi risulta non pervenuta, come in tante altre occasioni.

 

Ottimo spunto di discussione. Col post che ho quotato ti sei praticamente risposto da solo.

Gli USA sono entrati in Afghanistan proprio per verificare la possibilità di formare un governo stabile filo-occidentale a protettorato USA, ma dopo anni di tentativi hanno capito che l'impresa è impossibile: l'Afghanistan è troppo arretrato, troppo instabile e troppo fragile per poter costituire non solo uno stato filo-occidentale ma anche solo uno stato serio. Come altrove la tradizione tribale del paese è ancora troppo viva e determinante per gli equilibri interni perchè chiunque possa mettere in piedi un paese con un futuro di relativa normalità. Come se non bastasse fra i paesi confinanti il Pakistan pensa di avere molto da guadagnare dall'avvento al potere dei talebani e ne è uno dei principali sostenitori. Inoltre l'Afghanistan dipende in gran parte da aiuti esterni e strangolarlo economicamente è facile, in quanto la produzione di oppio da sola non basta a tenere in piedi tutto il paese.

E' vero, per gli USA l'Afghanistan non è strategicamente indispensabile, non è necessario "morire per l'Afghanistan": la soluzione ideale era di aspettare il momento giusto per mollare il paese in mano ai talebani, ovvero a fazioni di psycho-fanatici che si spartiscono il territorio, spesso combattendo fra di loro per i proventi delle attività criminali con cui in parte si finanziano (droga, schiave ecc.), e quando non lo fanno mettono in piedi regimi che nel migliore dei casi incentivano il casino totale in cui versano i territori controllati da loro. Ovviamente i talebani cercheranno di farsi riconoscere internazionalmente come governo legittimo (ne hanno bisogno per sopravvivere, per questo fanno i moderati e fingono di avere forse un pochino a cuore i diritti della gente) e di dare un apparente assetto unitario all'Afghanistan... ma prima o poi cominceranno a guardarsi attorno. Alcune fazioni "ribelli," come i  i tagiki del Panjshir, hanno già fatto capire che loro di governo talebano non ne vogliono sapere e non mi stupirei se scoppiasse già a breve termine una guerra civile.

Sui tuoi punti:

1) Esatto, ma devono stare molto attenti perchè non conoscono bene le dinamiche dell'aera medio-orientale e in generale islamica.

2) Anche questi altri dovranno stare attenti: purtroppo per loro niente più americani & alleati NATO a perdere vite e soldi in quel "buco nero", ma ricordano ancora bene che grana gli hanno piantato i ceceni, e anche di quando in Afghanistan ci stavano loro.

5) Parole sante, le tue. L'Europa come sempre conta poco e niente perchè è più comodo stare tutti "sovrani" ad abbaiare: a dirigere il mondo ci pensano gli altri. Basta rimanere attaccati alla gonnella di mamma USA e fare i bravi bambini, poi possiamo abbaiare quanto vogliamo. Ormai siamo abituati a pensarla così, pur senza ammetterlo apertamente, e solo un miracolo ci potrà salvare.

Alle tue considerazioni aggiungerei:

6) Il Pakistan si sfrega le mani, tutto è andato come voleva, ma anche questo paese deve stare attento a impedire che l'instabilità afghana si trasmetta oltreconfine, il che non sarà semplice anche considerandosi grandi amiconi dei taliban. Lo stesso Pakistan ha delle zone tribali al confine con l'Afghanistan che di fatto sono quasi indipendenti.

7) In qualche modo la faccenda interessa anche la Turchia, i cui fanatici integralisti non vedono l'ora d'iniziare una proficua collaborazione col nuovo Afghanistan.

Modificato da ART
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Ci siamo accorti tutti che non è un genio, ma sentite questa considerazione di alcuni anni fa:

Bin Laden, in una lettera del 2010, dettava la linea ad Al Qaeda: "Non uccidete Biden, porterà gli Stati Uniti alla crisi"

Nel documento, il leader terrorista indicava come obiettivi primari l'ex presidente Obama e l'allora capo della Cia David Petraeus

In una lettera inviata nel maggio del 2010, il fondatore di Al Qaeda Osama Bin Laden aveva avvertito i componenti del movimento di non prendere di mira l'attuale presidente degli Stati Uniti Joe Biden, all'epoca vice di Obama, perché in caso di successione si sarebbe rivelato "totalmente impreparato per ricoprire quel ruolo e avrebbe portato la nazione in stato di crisi". Il documento è stato reso pubblico dal Combating Terrorism Center. 

Obama come obiettivo - Nelle 49 pagine inviate da Bin Laden e indirizzate al successore del terrorista Mustafa Abu’l-Yazid, in occasione della morte di quest'ultimo, erano indicati come bersagli l'allora presidente degli Stati Uniti Barack Obama e l'ex capo nella Cia David Petraeus. In un passaggio inerente alle visite dei rappresentanti americani in Afghanistan e in Pakistan, veniva esplicitamente chiesto di "non colpire le visite del vice presidente Biden", perché convinti che "uccidendo Obama, l'America avrebbe eletto Biden per il resto del mandato", rivelando così la sua incapacità e alterando l'andamento della guerra.

https://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/bin-laden-in-una-lettera-del-2010-dettava-la-linea-ad-al-qaeda-non-uccidete-biden-portera-gli-stati-uniti-alla-crisi_37179667-202102k.shtml

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Supporter
13 ore fa, ARES III dice:

Ci siamo accorti tutti che non è un genio, ma sentite questa considerazione di alcuni anni fa:

Bin Laden, in una lettera del 2010, dettava la linea ad Al Qaeda: "Non uccidete Biden, porterà gli Stati Uniti alla crisi"

Nel documento, il leader terrorista indicava come obiettivi primari l'ex presidente Obama e l'allora capo della Cia David Petraeus

In una lettera inviata nel maggio del 2010, il fondatore di Al Qaeda Osama Bin Laden aveva avvertito i componenti del movimento di non prendere di mira l'attuale presidente degli Stati Uniti Joe Biden, all'epoca vice di Obama, perché in caso di successione si sarebbe rivelato "totalmente impreparato per ricoprire quel ruolo e avrebbe portato la nazione in stato di crisi". Il documento è stato reso pubblico dal Combating Terrorism Center. 

Obama come obiettivo - Nelle 49 pagine inviate da Bin Laden e indirizzate al successore del terrorista Mustafa Abu’l-Yazid, in occasione della morte di quest'ultimo, erano indicati come bersagli l'allora presidente degli Stati Uniti Barack Obama e l'ex capo nella Cia David Petraeus. In un passaggio inerente alle visite dei rappresentanti americani in Afghanistan e in Pakistan, veniva esplicitamente chiesto di "non colpire le visite del vice presidente Biden", perché convinti che "uccidendo Obama, l'America avrebbe eletto Biden per il resto del mandato", rivelando così la sua incapacità e alterando l'andamento della guerra.

https://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/bin-laden-in-una-lettera-del-2010-dettava-la-linea-ad-al-qaeda-non-uccidete-biden-portera-gli-stati-uniti-alla-crisi_37179667-202102k.shtml

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Stavo cercando di trovare le fonti primarie, oltre a quelle giornalistiche che stanno proponendo lo scoop. Non vorrei fosse un fake costruito da qualche oppositore a Biden. Mi sembra strano che Trump non abbia utilizzato questo documento per attaccare Biden durante la sua campagna elettorale contro Biden per le elezioni. 

 

 

Modificato da azaad
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2 ore fa, azaad dice:

Non vorrei fosse un fake costruito da qualche oppositore a Biden.

Tutto può essere, ma le gaffes di Biden sono famose e memorabili, anche quando era vice presidente. Quindi anche se questa notizia fosse ritoccata o inventata di sana pianta, la situazione non cambierebbe: in Afghanistan ha fatto una ritirata disastrosa e scoordinata......ed i risultati sono alla vista di tutti!

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5 ore fa, Arka dice:

Trump non avrebbe fatto meglio

Può essere, però Trump è sempre stato preso di mira per la sua "incompetenza" mentre Biden osannato come grande politico e stratega, quindi le aspettative sono differenti molto alte.

 

https://ilmanifesto.it/welcome-biden-attentato-dei-talebani-almeno-15-morti/

https://ilmanifesto.it/afghanistan-biden-nel-dubbio-prende-tempo-ma-ne-ha-poco/

https://ilmanifesto.it/afghanistan-biden-non-passero-questa-guerra-a-un-quinto-presidente/

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Biden ha semplicemente fatto quel che andava eseguito secondo la strategia USA per l'Afghanistan di cui abbiamo già parlato. Avrebbe potuto anche anticiparlo Trump ma forse non l'ha fatto perchè si sarebbe preso il demerito formale della ritirata, sicuramente perchè era troppo impegnato con i suoi problemi all'interno.

Modificato da ART
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13 minuti fa, ART dice:

Biden ha semplicemente fatto quel che andava eseguito secondo la strategia USA

Che si prendessero anche i migranti afghani allora, invece di lasciarli solo all'Europa!

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Trump l'avrebbe fatto?

Comunque o Trump o Biden siamo noi europei che abbiamo scelto di non contare niente, e ci va bene così, quindi è inutile lamentarsi.

Modificato da ART
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Supporter

Ho sovente l'impressione che gli USA, da qualche tempo, abbiano delle difficoltà a trovare una leadership efficace. 

Guardando ai democratici, sia Hillary Clinton che ora Biden mi hanno sempre dato l'impressione di essere leader poco convincenti, non autorevoli e bisognosi di essere guidati dai loro collaboratori (e quindi non del tutto adatti a guidare una nazione).

Obama vinse nonostante il candidato di punta fosse in realtà la Clinton. Obama fu un ottimo presidente sotto il profilo interno, tant'è che è ancora molto amato dagli Americani (è nella lista dei migliori presidenti USA in base ai sondaggi) . La sua politica estera fu in generale di riconciliazione (accordi con Iran, fine sanzioni Cuba). Molta confusione sulla questione Siriana che venne gestita malissimo. 

I repubblicani non scherzano neppure in quanto a candidati di bassa statura politica. Ho un'ottima considerazione di McCain, che se non si fosse trovato Obama di fronte probabilmente sarebbe stato un'ottimo presidente. 

Trump ha sempre dato l'impressione di dover essere guidato dal suo staff (stessa impressione che mi da oggi Biden). Bush junior Idem. L'ultimo presidente repubblicano che mi ha dato l'impressione di essere all'altezza (sebbene non ne abbia mai condiviso la politica) è Bush Senior. 

 

 

 

 

Modificato da azaad
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1 ora fa, azaad dice:

Ho sovente l'impressione che gli USA, da qualche tempo, abbiano delle difficoltà a trovare una leadership efficace.

Poco ma sicuro, del resto è un problema comune all'intero occidente.

 

1 ora fa, azaad dice:

Trump ha sempre dato l'impressione di dover essere guidato dal suo staff

Vero anche questo, infatti è caduto proprio perchè parte del suo staff e tutta l'amministrazione federale ne avevano abbastanza di lui. E' un esempio di come il potere del presidente di una repubblica presidenziale democratica (almeno nel caso statunitense) non sia "assoluto". 

Modificato da ART
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Il 23/8/2021 alle 18:45, ART dice:

Biden ha semplicemente fatto quel che andava eseguito secondo la strategia USA per l'Afghanistan di cui abbiamo già parlato.

 

Il 23/8/2021 alle 19:02, ART dice:

siamo noi europei che abbiamo scelto di non contare niente, e ci va bene così, quindi è inutile lamentarsi.

Sì però la prossima guerra che se la facciano da soli con annessi e connessi:

Afghanistan, diretta – Biden non cede agli alleati del G7: gli Usa saranno fuori il 31 agosto. 

Il vertice tra i sette grandi ha portato a un nulla di fatto: Gran Bretagna e Ue puntavano ad avere più tempo per l'evacuazione, ma il presidente degli Stati Uniti ha confermato la deadline. A chiudere qualsiasi spiraglio di intesa è arrivato anche l'avvertimento dei talebani: “L'accesso all’aeroporto di Kabul è consentito solo ai cittadini stranieri”. Johnson chiede di essere "realisti" e apre al dialogo con i fondamentalisti. Anche il premier italiano sottolinea la necessità di aver un canale per poter "transitare dall’Afghanistan in modo sicuro" anche dopo il ritiro

Nulla di fatto: le pressioni di Gran Bretagna e Unione europea non sono bastate a far cambiare idea a Joe Biden e agli Stati Uniti. Il G7 sull’Afghanistan di martedì pomeriggio, durato circa due ore, ha portato semplicemente a ribadire il concetto: le truppe americane lasceranno Kabul entro il 31 agosto. E Washington, secondo i media Usa, ha già iniziato a ridurre la propria presenza militare. Nessuna proroga per consentire di evacuare il più alto numero possibile di persone. 

https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/08/24/afghanistan-diretta-nulla-di-fatto-al-g7-nonostante-le-pressioni-di-gb-e-ue-biden-conferma-il-ritiro-entro-il-31-agosto-talebani-accesso-allaeroporto-di-kabul-consentito-solo-ai-cittadini-s/6299524/

 

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