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Suberato da Metaponto


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A breve in asta un esemplare incuso suberato di Metaponto (gr. 6,81) confrontabile con il tipo Noe-Johnston n. 104 (classe V), caratterizzato dai simboli della cavalletta (D/) e del delfino (R/), quest'ultimo "...is intaglio", come si legge nel catalogo (p. 20, n. 104). 

 

https://www.numisbids.com/n.php?p=lot&sid=6038&lot=30

LUCANIA
Metapontum
(D) Nomos/Stater (6,81 g), (subaerat, plated, fourrée), ca. 500 v. Chr. Av.: META, Ähre, im r. Feld Heuschrecke. Rv.: Ähre incus, im l. Feld Delphin. Noe 104, HN Italy 1472. Ausbrüchen sowie Ablösungen der Silberhaut. RR f.s.sch.

 

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Grazie per l’interessante spunto di ricerca Dracma. Sperando di non scrivere troppe inesattezze:

 

Mi sono chiesto quanto comune il fenomeno della suberatura potesse essere tra le emissioni incuse della Magna Grecia dato che mi pare un procedimento assai complesso ed ambizioso per un falsario, perciò ho cercato tra le aste degli ultimi anni.
Non mi pare, apparentemente, frequente: ho potuto al momento individuare sette esemplari con queste caratteristiche riferibili al periodo in cui tali emissioni presentavano un tondello largo e di conseguenza alquanto sottile, più quattro ulteriori pezzi per Crotone delle serie successive con tondello più stretto e spesso, di questi ultimi aggiungo solo i passaggi in asta.
Per eventuali riferimenti ai suberati nella monetazione incusa del sud Italia mi rimetto alla tua competenza.

 


Per Metaponto:

 

Statere Ex CNG eAuction 391/43, grammi 6,67.

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https://www.cngcoins.com/Coin.aspx?CoinID=329599

 

Statere Ex CNG 111/20 (tracce della suberatura visibili sotto ingrandimento) ed ex CNG 109/9 (suberatura non notata), grammi 6,43.

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https://www.cngcoins.com/Coin.aspx?CoinID=380842

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https://www.cngcoins.com/Coin.aspx?CoinID=365009


 


Per Sibari:

 

Dracma Ex Bertolami eAuction 38/111, grammi 2,57, un buon peso quindi se corretto.

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https://www.numisbids.com/n.php?p=lot&sid=1761&lot=111

 

 


Per Crotone:

 

Statere ex CNG eAuction 436/35, ex M&M Deutschland 44/15, grammi 8,03 (un buon peso anche in questo caso se confermato).

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https://www.cngcoins.com/Coin.aspx?CoinID=374229


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Statere ex Elsen FPL 218/27, Ex CNG eAuction 293/8 e 436/36, grammi 6,36.

https://www.cngcoins.com/Coin.aspx?CoinID=374230



Statere ex Künker 318/512, grammi 6,52. La suberatura è dubitativa (?), il catalogo riporta la dicitura: “la densità è di 9,22”. In condizioni ambientali “normali” la densità dell’argento oscilla intorno ai 10.5 g/cm³ circa.

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https://www.numisbids.com/n.php?p=lot&sid=3024&lot=512


A tondello stretto e più spesso:
1-Statere ex CNG eAuction 297/10, grammi 6,08.

2- Statere ex CNG eAuction 279/33 ed ex Sotheby’s del 02-05-1979 lotto 34, grammi 6,43.

3- Statere ex Rauch 86/138, 7,09 grammi.

4- Statere ex Savoca 117BA/13, 6,27 grammi.

 

 

 


Per Poseidonia:


Statere ex G. Hirsch 314/2236, grammi 6,07.

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https://www.numisbids.com/n.php?p=lot&sid=1202&lot=2236

 


 

Per le altre zecche che hanno battuto moneta usando questa tecnica in Magna Grecia  nulla al momento tra le vendite recenti, ma posso immaginare siano noti degli esemplari dalla bibliografia di riferimento.

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Le tue osservazioni, sempre puntuali e interessanti, introducono una questione non poco dibattuta e affrontata anche in studi recenti sulle monetazioni della Magna Grecia.

Limitando il campo di indagine alla fase incusa si osserva che le monete suberate, pur rappresentando una percentuale complessivamente bassa rispetto a quella “ufficiale”, si attestano fin dal momento iniziale della coniazione.

L’interpretazione del fenomeno è tuttavia complessa. La zecca di Crotone, che restituisce un buon campione di incusi suberati, evidenzia infatti sia casi in cui queste monete sono battute da conii regolarmente utilizzati per gli esemplari in argento sia combinazioni di conii non pertinenti (o pertinenti in modo parziale) alla coniazione ufficiale.

Lo statere Künker 318, 2019, 512 (gr. 6,52) ad esempio, ascrivibile alla fase degli incusi larghi, qualora fosse accertata la suberatura (dubitativa nel catalogo) documenterebbe conii non certo nuovi.

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BFA 105, 2021, 603 (AR)

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Meno certo risulta invece lo statere CNG 436, 2019, 35 per il quale non sono riuscito a trovare i conii originarii.

BRUTTIUM, Kroton. Circa 530-500 BC. Fourrée Nomos (27.5mm, 8.03 g, 12h). Tripod, legs terminating in lion's feet / Incuse tripod. HN Italy 2075; SNG ANS 227. VF, obverse scratches, broken silver plating in isolated spot on obverse and larger areas on reverse. Rare as a fourrée (plated contemporary counterfeit).

From the Gasvoda Collection. Ex Prof. E. Langlotz Collection (Münzen & Medaillen Deutschland GmbH 44, 25 November 2016), lot 15.

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Talora alcuni esemplari suberati, pur documentati da conii ben noti su base bibliografica, vengono considerati dai cataloghi di vendita “imitazioni”. E’ il caso di uno statere venduto dalla CNG nel 2019 definito a plated contemporary counterfeit, very rare and unusual for the incuse series. L’esemplare proviene da una combinazione di conii ampiamente nota e adoperata per una serie in argento documentata da un discreto numero di esemplari. Avrei pertanto non poche perplessità nel considerarla una contraffazione moderna a motivo della rarità (e rara non è) e del carattere inusuale della suberatura nella fase incusa (che non è affatto inusuale).

 

CNG, Electronic Auction 436, 2019, 36 (suberata)

BRUTTIUM, Kroton. Circa 530-500 BC. Fourrée Nomos (27mm, 6.36 g, 12h). Tripod, legs terminating in lion's feet; crab to right / Incuse tripod; linear crab to right. SNG ANS 244 var. (ethnic); HN Italy 2078. Good VF, thin plating missing in areas. A plated contemporary counterfeit, very rare and unusual for the incuse series.

From the Gasvoda Collection. Ex Classical Numismatic Group Electronic Auction 298 (13 March 2013), lot 8; Elsen FPL 218 (Oct./Nov. 2001), no. 27.

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Roma Numismatics Limited 19, 2020, 231 (AR)

Bruttium, Kroton AR Stater. Circa 500-480 BC. Tripod-lebes, legs terminating in lion's paws, with ornaments on and serpents rising from the bowl; ϘPO to left, crab to right / Incuse of obverse, ϘPO and crab in relief. HN Italy 2085; SNG ANS 247; Attianese 32. 8.19g, 28mm, 12h. Extremely Fine; attractive old cabinet tone. Rare.

Ex Gorny & Mosch 265, 2019, 65 ex Gorny & Mosch 257, 2018 ex Schweizerischer Bankverein, 29, 1992, 22.

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Un caso particolare è poi offerto da uno statere incuso di Crotone tripode/tripode (gr. 7,09; mm 22) dall’asta Bertolami del 2012 precedentemente apparso nella vendita Rauch, 86, 2010, 138 e di cui un ulteriore esemplare tratto dagli stessi coni ma inedito si trova in collezione statale (Napoli, MAN: coll. Santangelo 6195: gr. 6,52). Si tratta di una questione già affrontata sul forum ma che non sembra inopportuno riproporre:

Bertolami Fine Arts, E-auction 3, 31.1.2012, 24 (ex Rauch 86, 2010, 138)

image.png

 

In base al peso degradato e soprattutto ad alcune tracce di metallo vile visibili al R/, Rauch definisce la moneta suberata (aspetto non rilevato da Bertolami) interpretandola come imitazione moderna (“zeitgenössische Imitation”) di uno statere risalente al V secolo a.C., sul quale tuttavia mancherebbe il simbolo dell’airone generalmente presente nel campo a sinistra sul conio di D/ di questa emissione (!). 

Le osservazioni di Rauch sembrerebbero parzialmente corrette. La moneta è tratta dallo stesso conio di D/ (se non anche di R/) di SNG Fabricius, 140 (senza airone) il cui peso anomalo (gr. 6,71) già basterebbe a suscitare qualche perplessità benché nessuna traccia di suberatura sia annotata nella Sylloge, che invece rileva una presunta ribattitura di :Greek_Pi: (o gamma) su koppa che per la scarsa qualità della foto non è possibile accertare.

SNG Fabricius, 140 (gr. 6,71)

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Ma se gli esemplari Rauch, Fabricius e Napoli, Sg 6195 sono quasi certamente suberati, meno convincente appare l’interpretazione del pezzo come imitazione moderna. Il conio di incudine da cui traggono origine è infatti proprio di una serie ben nota alla bibliografia (e senza airone): quella a tondello stretto tripode/aquila in argento e di peso pieno:

 

Hirsch 255, 14.2.2008, 1336 (gr. 7,94)

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Più difficile risulta identificare il conio di martello, che sembra riferibile alla parallela serie a tondello stretto tripode/tripode e airone, seppur al momento non sia possibile accertare una puntuale identità di conio:  

 Kunker, 67, 19.7.2021, 68

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Si tratterebbe quindi di ibridi, ossia di stateri prodotti con l’utilizzo di coni pertinenti a serie differenti, seppur riferibili alla medesima fase, a tondello stretto e spesso (tripode/aquila e tripode/tripode + airone).

 Il fenomeno di per sé non è nuovo e si riscontra, ad esempio, su un didramma di Neapolis (SNG France, 766: gr. 6,14) che associa il D/ di un esemplare - anch’esso suberato - conservato presso il Museo Civico di Bologna (coll. Palagi, 49751) con un R/ confrontabile con una serie in argento in collezione statale (SNG Münch., 227).

A.R. Parente, Monete suberate magnogreche: le zecche della Campania, in C. Alfaro, C. Marcos, P. Otero (a cura di), XIII Congreso International de Numismatica (Madrid 2003), Madrid 2005, pp. 277-83 part. 279 e tavv. 6-7.

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Una particolare concentrazione di suberati provenienti da coni ufficiali si registra nell’ultima fase di coniazione incusa, a tondello stretto e ispessito. L’es. CNG, E-a. 279, 2012, 33 (suberato: gr. 6,43) è battuto dagli stessi conii di Hirsch, 275, 2011, 3137 (AR: gr. 7,73).

CNG, E-a. 279, 2012, 33 (coll. Pitchfork; ex Sotheby’s, 2.5..1979, 34: mm. 20, gr. 6,43)

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Hirsch, 275, 2011, 3137 (gr. 7,73)

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Dallo stesso conio di R/ del precedente l’es. CNG, E-a. 297, 2013, 10 (suberato: gr. 6,08)

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E non mancano serie suberate con aquila incusa al R/:

 

NAC AG, Auc. Q, 2006, 1134

Greek Coins

d=21 mm

Nomos c. 480-450, AR 5.93 g. SNG ANS 290. H.N. 2108.

Plated. VF / about EF

 

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Un discorso a parte va poi fatto per la zecca di Sibari.

Il catalogo della Spagnoli documenta almeno 7 esemplari (6 stateri e 1 dracma: Spagnoli 26.f, 58.b, 121.e, 1041.q) di cui 3 non visti dall’A. e di varia provenienza (Timpone della Motta: 3 stateri e 1 dracma: gr. 6.54, 7.02, 6.03, 2.23; Matera: 1 statere, Policoro: 2 stateri) a cui si aggiunge la dracma segnalata nel post precedente e di cui si era già discusso (https://www.lamoneta.it/topic/205843-la-monetazione-di-sibari-articolazione-interna-metrologia-cronologia-con-un-contributo-di-king-john-su-%E2%80%9Clo-statere-della-rifondazione%E2%80%9D/).

 

Timpone della Motta, Francavilla (CS). Suberati di Sibari

(da Parente 2010, tav.1, figg. 2-4. Cfr. Polosa 2009, 112)

image.pngimage.pngimage.png

 

BFA 38, 2016, 111 (Fourrée Drachm, 17mm, 2.57g, 12h)

image.png

 

A giudizio della Spagnoli (2013, 202 s.) la provenienza di almeno due suberati di Sibari da un’area santuariale (Timpone della Motta, Francavilla) indicherebbe che si tratta di una produzione ufficiale e non di falsificazioni. A confronto la studiosa cita il didrammo arcaico di Selinunte (suberato) restituito dagli scavi presso l’Heraion alla foce del Sele. Ulteriori suberati selinuntini, anche arcaici, sono stati oggetto di un recente studio di G. Santelli, Didrammi arcaici di Selinunte suberati e contromarcati, “Monete Antiche”, 35, Sett./Ott. 2007, 7-10.

https://www.academia.edu/26694525/DIDRAMMI_ARCAICI_DI_SELINUNTE_SUBERATI_E_CONTROMARCATI

 

Per Caulonia un esemplare incuso suberato era stato rilevato dal Noe (1958, p. 57, P1) nelle collezioni dell’ANS.

Noe 1958, pl. XVI, 1

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A ben vedere il fenomeno della suberatura andrebbe a mio parere valutato non come unitario e globale, ma caso per caso all’interno delle singole zecche. Almeno nei casi accertati di identità di conio con gli esemplari in argento, non credo si possa ascrivere i suberati al fenomeno delle contraffazioni, per quanto è innegabile che l’attività di suberatura richiedesse una perizia tecnica di grado elevato. Andrebbe pertanto valutata l’ipotesi tradizionalmente alternativa: un’iniziativa dell’autorità emittente che avrebbe dato corso legale a queste monete in determinati periodi per necessità contingenti. Si spiegherebbe in questo modo perché, ad esempio, la zecca di Velia in determinati periodi (specie IV e III sec.) mette in circolazione una considerevole quantità di esemplari suberati.

https://www.lamoneta.it/topic/204245-brevi-note-sulle-monete-suberate-di-velia-tra-la-fine-del-iv-e-gli-inizi-del-iii-secolo-ac-numismatic-anthology/

Si tratta in ogni caso di una questione aperta e di non facile soluzione, soprattutto per le emissioni del periodo arcaico e tardo-arcaico e/o quando ci si trova di fronte a suberati che sul piano stilistico e nell’esecuzione tecnica appaiono alquanto distanti dalle coeve produzioni in argento.

https://www.biddr.com/auctions/savoca/browse?a=2084&l=2288317

Fourrée Stater, 19 mm, 6,27 g

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Tintinna 50e, 2020, 67

Greek Italy. Bruttium, Kroton. Fourrée Stater, c. 480-430 BC. D/ QPO retrograde. Tripod; to right, crab (?). R/ Incuse tripod. Cf. HN Italy 2100. AR/AE. g. 7.36 mm. 22.50 R. Very rare as a fourrée. Thin plating missing in areas. VF.

A plated contemporary counterfeit, very rare for the incuse series.

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Ciao @dracma e @Archestrato, ho letto con molto interesse ed attenzione il vostro lavoro di ricerca e comparazione di esemplari, di questa bellissima monetazione, originali e suberati per cercare eventuali identità di conio e contribuire a farsi un'idea sull'annoso, e sembra ancora senza  risposta certa, dilemma sui suberati come prodotti da Zecche ufficiali in determinati periodi di necessità o da normali falsari più o meno abili. Dilemma che interessa anche la monetazione romana che è quella da me seguita. Grazie per quanto da voi esposto e documentato con foto🙂.

ANTONIO 

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