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Affresco pompeiano prestato ritorna con toppe?


ARES III
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L’affresco di Pompei prestato a Marsiglia ha rattoppi e fessure. Ma l'opera era partita integra

 
L’affresco di Pompei prestato a Marsiglia ha rattoppi e fessure. Ma l'opera era partita integra

L'affresco danneggiato

 

L'affresco proviene dal Tempio di Iside ed è stato prestato per una mostra al Mucem di Marsiglia. L'archeologa Porcheddu: «Ora ha fessure e velinature»

Polemica a Marsiglia in merito a un affresco pompeiano prestato dal Museo archeologico di Napoli per una mostra su Alessandria d’Egitto e che sarebbe esposto in «cattive condizioni di conservazione». A sollevare il caso l’archeologa Valentina Porcheddu con un intervento sul Manifesto con tanto di foto e video. Si tratta di un affresco proveniente dal Tempio di Iside e prestato al Mucem di Marsiglia subito dopo essere stato esposto in un’altra mostra a Bruxelles. «Il reperto di grandi dimensioni (150 x 137,5 cm) — scrive Porcheddu — presenta un’iconografia molto rara scaturita dal mito di Io: la fanciulla amata da Zeus — qui raffigurata con corna bovine — intraprende un periplo per sfuggire alla collera di Era. Giunta a Canopo, vicino ad Alessandria, viene accolta da Iside in posa regale con il figlioletto Arpocrate e gli adepti al suo culto misterico. Ispirato a un modello alessandrino, il dipinto domina la scena nella sezione della rassegna relativa all’influenza culturale di Alessandria — capitale dell’Egitto dei Tolomei e seconda città per ampiezza dell’impero romano — in Europa, Africa e Asia».

I danni

Questa l’opera, ma il problema è un altro: come Porcheddu testimonia con foto e video, sull’affresco «ci sono profonde fessure e non solo. Nella parte inferiore del dipinto c’è una «velinatura», come si chiama in termini tecnici, cioè un intervento di restauro fatto quando lo strato di colore che non aderisce più al supporto, subisce forti sollevamenti». L’archeologa afferma che durante la mostra precedente in Belgio, la «velinatura» c’era già. «Non ci è possibile risalire al periodo in cui è stata effettuata l’operazione ma nell’allestimento del Palazzo delle belle arti (Bozart) di Bruxelles — dove la mostra “Alexandrie. Futurs anterieurs” è andata in scena dal 30 settembre 2022 all’8 gennaio 2023 — l’inutile rattoppo con carta giapponese era già riscontrabile». 

Opera partita integra

Da qui l’appello a far rientrare al più presto l’affresco al Mann affinché venga messo in sicurezza. Inoltre, si presume che l’opera sia partita «integra» da Napoli perché altrimenti non sarebbe mai stata inviata. «Il reperto si è danneggiato durante il viaggio da Napoli al Belgio?», si è chiesta Porcheddu. Dal Museo archeologico partenopeo assicurano che «l’opera è stata inviata nella massima sicurezza e che è gestito, come prevedibile, sempre nella massima sicurezza».

https://napoli.corriere.it/notizie/cronaca/23_marzo_31/l-affresco-di-pompei-prestato-a-marsiglia-ha-rattoppi-e-fessure-ma-l-opera-era-partita-integra-83b17397-65f3-4093-996f-c2bf7bd42xlk.shtml

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fessi noi che la facciamo viaggiare, come si può pensare di muovere opere cosi delicate? poi se la prendono con chi compra monete antiche da 10 euro su ebay.

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Riposto per leggibilità

L’affresco di Pompei prestato a Marsiglia ha rattoppi e fessure. Ma l'opera era partita integra

di Vincenzo Esposito
 

L'affresco proviene dal Tempio di Iside ed è stato prestato per una mostra al Mucem di Marsiglia. L'archeologa Porcheddu: «Ora ha fessure e velinature»

L’affresco di Pompei prestato a Marsiglia ha rattoppi e fessure. Ma l'opera era partita integra

L'affresco danneggiato

Polemica a Marsiglia in merito a un affresco pompeiano prestato dal Museo archeologico di Napoli per una mostra su Alessandria d’Egitto e che sarebbe esposto in «cattive condizioni di conservazione». A sollevare il caso l’archeologa Valentina Porcheddu con un intervento sul Manifesto con tanto di foto e video. Si tratta di un affresco proveniente dal Tempio di Iside e prestato al Mucem di Marsiglia subito dopo essere stato esposto in un’altra mostra a Bruxelles. «Il reperto di grandi dimensioni (150 x 137,5 cm) — scrive Porcheddu — presenta un’iconografia molto rara scaturita dal mito di Io: la fanciulla amata da Zeus — qui raffigurata con corna bovine — intraprende un periplo per sfuggire alla collera di Era. Giunta a Canopo, vicino ad Alessandria, viene accolta da Iside in posa regale con il figlioletto Arpocrate e gli adepti al suo culto misterico. Ispirato a un modello alessandrino, il dipinto domina la scena nella sezione della rassegna relativa all’influenza culturale di Alessandria — capitale dell’Egitto dei Tolomei e seconda città per ampiezza dell’impero romano — in Europa, Africa e Asia».

I danni

Questa l’opera, ma il problema è un altro: come Porcheddu testimonia con foto e video, sull’affresco «ci sono profonde fessure e non solo. Nella parte inferiore del dipinto c’è una «velinatura», come si chiama in termini tecnici, cioè un intervento di restauro fatto quando lo strato di colore che non aderisce più al supporto, subisce forti sollevamenti». L’archeologa afferma che durante la mostra precedente in Belgio, la «velinatura» c’era già. «Non ci è possibile risalire al periodo in cui è stata effettuata l’operazione ma nell’allestimento del Palazzo delle belle arti (Bozart) di Bruxelles — dove la mostra “Alexandrie. Futurs anterieurs” è andata in scena dal 30 settembre 2022 all’8 gennaio 2023 — l’inutile rattoppo con carta giapponese era già riscontrabile».

 
Opera partita integra

Da qui l’appello a far rientrare al più presto l’affresco al Mann affinché venga messo in sicurezza. Inoltre, si presume che l’opera sia partita «integra» da Napoli perché altrimenti non sarebbe mai stata inviata. «Il reperto si è danneggiato durante il viaggio da Napoli al Belgio?», si è chiesta Porcheddu. Dal Museo archeologico partenopeo assicurano che «l’opera è stata inviata nella massima sicurezza e che è gestito, come prevedibile, sempre nella massima sicurezza».

Questo intervento di Valentina

Le profonde fessure dell’affresco pompeiano del Tempio di Iside, prestato in Francia

PATRIMONIO A RISCHIO: LA FRAGILITÀ EVIDENTE DI UN PREZIOSO REPERTO ARRIVATO DAL MANN DI NAPOLI
Pubblicato il 28/03/2023
Edizione del 28/03/2023
VALENTINA PORCHEDDUitalia/napoli/francia/marsiglia

 

Tra gli oggetti esposti attualmente al Mucem di Marsiglia nell’ambito della mostra su Alessandria d’Egitto vi è un preziosissimo affresco del I secolo d.C., proveniente dal Tempio di Iside a Pompei e custodito presso il Museo archeologico nazionale di Napoli (Mann). Il reperto di grandi dimensioni (150 x 137,5 cm) presenta un’iconografia molto rara scaturita dal mito di Io: la fanciulla amata da Zeus – qui raffigurata con corna bovine – intraprende un periplo per sfuggire alla collera di Era. Giunta a Canopo, vicino ad Alessandria, viene accolta da Iside in posa regale con il figlioletto Arpocrate e gli adepti al suo culto misterico. Ispirato a un modello alessandrino, il dipinto domina la scena nella sezione della rassegna relativa all’influenza culturale di Alessandria – capitale dell’Egitto dei Tolomei e seconda città per ampiezza dell’impero romano – in Europa, Africa e Asia.
LA PITTURA, testimonianza dell’incontro tra divinità greco-romane ed egizie, è descritta dalle fonti antiche e riveste anche per questo un valore incommensurabile. Mentre dall’Egitto non è arrivata a Marsiglia neppure un’opera originale, sconcerta il fatto che il Mann abbia addirittura inviato per entrambe le tappe dell’esposizione (la precedente si è svolta in Belgio) due importanti affreschi pompeiani, il secondo dei quali – appartenente alla decorazione della Casa del Duca di Aumale – illustra anch’esso il tema di Io accolta da Iside a Canopo. Il generoso nonché azzardato prestito assume risvolti ancora più inquietanti se si osserva il precario stato di conservazione del manufatto rinvenuto nel santuario di Iside.
OLTRE A DIFFUSE e profonde fessure, nella parte inferiore del dipinto è infatti visibile una «velinatura», ovvero un intervento di restauro abitualmente eseguito quando lo strato di colore, non aderendo più al supporto, subisce considerevoli sollevamenti. Non ci è possibile risalire al periodo in cui è stata effettuata l’operazione ma nell’allestimento del Palazzo delle belle arti (Bozart) di Bruxelles – dove la mostra Alexandrie. Futurs anterieurs è andata in scena dal 30 settembre 2022 all’8 gennaio 2023 – l’inutile «rattoppo» con carta giapponese era già riscontrabile. Ci si chiede dunque perché, a distanza di un mese, il reperto – di peso notevole e dunque suscettibile di choc significativi durante il trasporto – sia stato esposto a ulteriori rischi anziché provvedere immediatamente al suo consolidamento nella sede di origine.
DOPO LA SCANDALOSA concessione dei cosiddetti Corridori di Ercolano per la recente sfilata milanese di Bottega Veneta, la dissennata politica del Mann in materia di prestiti non si arresta. Sotto l’attuale direzione, affreschi, statue e capolavori di estrema delicatezza come il Vaso blu e la Tazza Farnese girano ripetutamente l’Italia e il resto del mondo con nonchalance, anche per lunghi periodi.
Così, mentre a Napoli i visitatori devono pagare ben 22 euro per vedere il museo delle copie e dei vuoti nelle pareti, la salvaguardia del patrimonio pubblico è messa gravemente (e forse irreversibilmente) a repentaglio per fare cassa con cifre irrisorie.
VA. POR.

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