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Per certificare i documenti, che uscivano dall'ufficio del Doge, venivano appesi anche sigilli di piombo con l'immagine del leone di S. Marco (del tipo in moleca), che tiene nella zampa destra un libro e sul retro la scritta “Dominium - Venetiarum". La bolla plumbea del Dominium è l'unico sigillo pendente di piombo in uso a Venezia oltre alla bolla dogale e ne è l'esatto equivalente. Essa poteva essere impressa soltanto in cancelleria ed autenticava gli atti emessi in nome della Signoria. Una spiegazione soddisfacente per l'uso di questo tipo di piombo non è stata ancora offerta: N. P. Likhachev credeva che fossero destinati a fissare documenti durante i periodi di vacanza dogale, in questo seguendo il punto di vista di B. Cecchetti, ma non è ancora stato provato, è noto che nel momento in cui il posto del Doge rimaneva vuoto, il potere supremo era esercitato collettivamente da 6 consiglieri del Doge defunto, il più anziano dei quali era considerato il vice-Doge, gli atti di stato potevano essere sigillati con il suo sigillo. Inoltre, per stabilire il momento dell'introduzione di sigilli di questo tipo nella vita quotidiana dell'ufficio ducale, si deve tener conto che la scomparsa dell’uso del titolo di Comune Veneciarum per indicare l’entità statuale veneziana è il 9 maggio 1462, quando intervenendo per modificare i termini della promissione del Doge che sarebbe stato eletto al posto del defunto Pasquale Malipiero, il Maggior consiglio stabilì che «Promissio principis nostri corrigatur et reformetur in omni parte ubi dicitur ‘Comune Venetiarum’, loco quorum verborum dicatur ‘Dominium Venetiarum’», come venne correttamente riportato nel registro delle deliberazioni consiliari. Il precedente titolo fu dunque sostituito da quello di ‘Dominio di Venezia’, a indicare la serenissima Signoria. Questa data è quindi la data di inizio per la datazione di sigilli di questo tipo. Il primo esempio noto, quando il nome Dominium Venetiarum e l'immagine del leone di S. Marco concordano su un sigillo è uno di cera rossa appeso all'atto del 4 ottobre 1469 sull'accettazione sotto la protezione di Venezia del re di Cipro, Jacques Lusignan, sua moglie Caterina Cornaro, veneziana, e i loro discendenti, ma è da notare che il trono del Doge in quel momento non era vacante, era occupato da Cristoforo Moro. Pertanto, sebbene negli esempi forniti si parli di sigilli di cera e non si parli di sigilli di piombo, si possono trarre alcune conclusioni: in primo luogo, non vi è alcun motivo per attribuire l'uso di questo tipo di sigilli specificamente ai periodi di vacanza del trono dogale, in secondo luogo, è chiaro che essi potrebbero comparire non prima del 1462.

a) Al Minor Consiglio fin dai primi anni della sua costituzione dovettero essere aggregati i Capi dei Quaranta, chiamati pure in certi casi a compiere le funzioni dei Consiglieri mancanti. Consiglieri e Capi di Quaranta insieme formano la Signoria (Dominium). Funzione principale del Minor Consiglio era quella di moderare l'autorità del Doge, assisterlo e consigliarlo. Durante la vacanza ducale il governo si restringeva nelle sue mani; curava gli affari in corso e presiedeva alle operazioni per la nomina del nuovo Doge e uno dei Consiglieri, che non fu sempre il più anziano, assumeva le funzioni di Doge (Vice Doge).

 

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Questi sigilli di piombo in generale sono più rari delle bolle dogali? E vi sono delle apparizioni in aste? 


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9 ore fa, Oppiano dice:

Questi sigilli di piombo in generale sono più rari delle bolle dogali? E vi sono delle apparizioni in aste? 

 

In linea generale si sono più rari ( alcuni Dogi, probabilmente per la brevità del dogato, lo sono di più). In asta questa tipologia è apparsa due volte (dal 1999, usando acsearch).  Altri esemplari sono presenti in collezioni private: alcuni ancora appesi a documenti della fine del XVII secolo.

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Provo a fare alcune considerazioni (non ancora inserite nel mio prossimo libro) e mi piacerebbe sentire anche il vostro parere. Notiamo il Doge: F. Morosini, notiamo il periodo dei documenti:1693-94 in quel momento il Doge era assente da Venezia impegnato in guerra e potrebbe essere che la burocrazia fosse gestita dal Consiglio dei X che di conseguenza apponeva il sigillo"Dominium"? Un sigillo/ bolla non per periodi di vacanza dogale ma sigilli / bolle da utilizzarsi quando il Doge era assente?  

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Piccolo contributo.

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“La bolla plumbea del Dominium è l'unico sigillo pendente di piombo in uso a Venezia oltre alla bolla dogale e ne è l'esatto equivalente. Essa può essere impressa soltanto in cancelleria ed autentica gli atti emessi in nome della Signoria.”

https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/0500029303-0
 

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Ciao a tutti

Quanto mi “intrigano” le bolle plumbee dogali. Ne ho scritto più volte nel forum, pur non collezionandole e spesso ho “messo in guardia” tante persone che chiedevano informazioni circa l'originalità di questa o quella bolla messa in vendita su varie piattaforme ed anche in aste; spesso erano dei falsi inguardabili o improbabili.

Bravo Andrea che ti sei “lanciato” in questa nuova avventura, che mi da il destro per occupare la mia povera mente, sempre presa con poco piacevoli pensieri. Grazie di cuore per questo insperato aiuto.

Dunque, per prima cosa rimando i lettori ad un precedente mio scritto (che segue) e dal quale traspare la difficoltà, non solo dei collezionisti, ma anche dei commercianti e perché no, talora anche degli esperti, di attribuzione delle bolle plumbee e delle improbabili bolle che spesso vengono “spacciate” come tali.

Dirò subito che io propendo ad interpretare la bolla con la scritta “DOMINIVM VENETIARVM” come bolla emessa dalla cancelleria veneziana durante la sede vacante, cioè nel periodo che trascorreva tra la morte del doge e l'elezione di quello successivo. Il perché lo deduco da tanti fattori, magari non espliciti, ma accertati dai fatti.

Il primo che mi viene alla mente me lo suggerisce il Sanudo nei suoi Diarii.

Ricordate quanto riportai in occasione della elezione del Doge Antonio Grimani (1521 – 1523):

"Fo subito, per la Signoria, mandato a dir in Zecha bateseno monede col nome ANTONIO GRIMANI DOXE, videlicet da 16, 8 e 4 soldi; et cussì fo batuto ducati 300. Era a la cassa Masser a la moneda di l'arzento sier Vincenzo Orio qu. sier Zuane.

Fo batudo etiam ducati da uno e da mezo nuovi zercha ducati 200.

Le stampe erano fate, manchava le letere e la testa a far, e le monede batude, né mancava si non stampar; fo fato la Bolla di piombo"……

Furono quindi predisposti anche i conii per il facimento delle bolle in piombo. Ovviamente a nome del Doge.

Quante volte abbiamo visto dogi ammalatissimi per mesi, incapaci di attendere ai loro compiti, ma anche di intendere, assenti perché in guerra; pensate al buon Doge Morosini che passò anni in Morea a guerreggiare sia come Doge che come comandante dell'armata. In tutti questi casi il Doge c'era, magari non in palazzo ducale o magari con la testa altrove, ma c'era; tant'è che la zecca continuava a battere monete col suo nome.

E sono convinto ad usare anche i conii per bollare i documenti a suo nome. Tanto non era mai il Doge che decideva, anzi, lui non poteva decidere nulla, ma era il Doge, di fronte al mondo, a rappresentare la Repubblica.

Un altro indizio mi viene dalla lettura dei semplici bandi, lettere, avvisi che non abbisognavano di essere corroborati da bolle plumbee o di ceralacca, ma che avevano in testa al foglio il simbolo del leone marciano e l'epigrafe “IL SERENISSIMO PRENCIPE” fa sapere ….

Perfino nei procedimenti giuridici, nelle risposte alle suppliche inviate da singoli a specifiche magistrature, leggiamo spesso che ad una disposizione emanata nel nome della Repubblica o ad una risposta che da Lei derivava, si fa precedere la dizione “Il Serenissimo Principe”.

Giusto nella corrispondenza minore, quando non era implicata in prima persona la Repubblica, ma semplici magistrature o comunicazioni che pervenivano da Rettori, Conti, Capitani di possedimenti, mancavano del principesco incipit. Lo stesso accadeva nei vari scritti che venivano redatti da taluni uffici a beneficio di singoli; in questi casi c'è il simbolo del leone marciano, ma è in chiaro che il documento è redatto dai "Signori alle Cazude" o dai "Signori dei Beni Incolti", ecc. ecc.

Credo quindi che in una Repubblica, come quella veneziana, dove non vigeva il potere personale del Doge, ma il potere assempleare della “serenissima”, l'uso del nome del Doge sulla bolla fosse corretto quando il Doge esisteva e rappresentava la Repubblica di fronte al mondo; quando non c'era la sua figura perché morto, fosse corretto usare una bolla che esplicitasse questo avvenimento.

saluti

luciano

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13 minuti fa, 417sonia dice:

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Grazie Luciano del tuo intervento ma i  documenti del 1693-94? in quel momento il Doge era solo assente da Venezia impegnato in guerra non era morto 🤔😉

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Altri esempi di magistrature che scrivevano in prima persona (magari a nome della Repubblica)

 

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26 minuti fa, ak72 dice:

Grazie Luciano del tuo intervento ma i  documenti del 1693-94? in quel momento il Doge era solo assente da Venezia impegnato in guerra non era morto 🤔😉

 

Andrea noi sappiamo che Francesco Morosini risulta deceduto a Nauplia il 6 gennaio 1694. Credo sia la data ufficiale, ma non so se è la data certificata a Nauplia o a Venezia quando è arrivata la comunicazione .... probabilmente siamo sul filo di lana, oppure a Venezia qualcuno a conoscenza delle condizioni del Morosini e sapendo i tempi di risposta, ha anticipato i tempi.

Sinceramente non so se imputarlo ad una eccezione che giustifica la regola o ad una decisione presa dalla Serenissima (o il consiglio dei X) in maniera autonoma ed arbitraria ... non sarebbe né la prima né l'ultima volta.

E' oggettivamente un caso sul quale riflettere.

luciano

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Modificato da 417sonia
il precedente era illeggibile

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  • 9 mesi dopo...
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Caro signore! Sono un ricercatore ucraino, attualmente lavoro alla ricerca di documenti emessi da Augustino Barbadico, Doge di Venezia. Un documento porta il suo sigillo di piombo. Purtroppo non ho letteratura italiana per descriverlo. Forse hai questi libri in formato PDF? .

 


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24 minuti fa, Rotger dice:

Caro signore! Sono un ricercatore ucraino, attualmente lavoro alla ricerca di documenti emessi da Augustino Barbadico, Doge di Venezia. Un documento porta il suo sigillo di piombo. Purtroppo non ho letteratura italiana per descriverlo. Forse hai questi libri in formato PDF? .

 

 

 

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1 ora fa, ak72 dice:

 

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Grazie, il mio documento ha esattamente questo timbro. Ma ho bisogno di collegarmi a un libro, catalogo o articolo. Forse hai questa pubblicazione: IL SIGILLO NELLA STORIA E NELLA CULTURA-Catalogo Mostra Correr Venezia 1985?

 


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16 minuti fa, Rotger dice:

Ma ho bisogno di collegarmi a un libro, catalogo o articolo. 

 

 

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Le bolle dogali della Serenissima

KEBER ANDREA

2023

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7 ore fa, ak72 dice:

 

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Grazie ak72.

Tutte queste informazioni a pagina 47 di questo libro?


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8 ore fa, Rotger dice:

Grazie ak72.

Tutte queste informazioni a pagina 47 di questo libro?

 

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