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Buonasera a tutti.  Apro la discussione in questa sezione in quanto trasversale a più tipi di monetazione. 

Stavo cercando nel forum a anche online elementi per capire se le monete romane soprattutto i denari avevano un corso che poteva dipendere dalle riforme monetarie o se il valore d'acquisto rimaneva invariato anche a fronte di riforme. 

Cerco di spiegarmi meglio con un esempio. Un denario coniato in epoca repubblicana del pero di 3.9g aveva lo stesso valore in età imperiale?

E ancora: a seguito della dimissione della coniazine di denari,  chi li possedeva poteva ancora utilizzarli?

La mia curuosita' è alimentata dell'immenso numero di denari che sono giunti ai nostri giorni.

Scusate forse la domanda banale o che magari trova già risposte nel forum ma no sono riuscito a trovare la chiave di ricerca corretta.

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Ciao @alez72,

non posso citare le fonte, ma da qualche parte ho letto che addirittura fino al secolo scorso (o nell'800?) si trovavano monete romane (follis, se ricordo bene) nelle raccolte di elemosina in chiesa.

Il che voleva dire che, anche molti secoli dopo, bene o male erano ancora in circolazione.

Forse qualcun altro del forum ha la memoria meno appannata della mia ;)

Servus,

Njk

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26 minuti fa, littleEvil dice:

Ciao @alez72,

non posso citare le fonte, ma da qualche parte ho letto che addirittura fino al secolo scorso (o nell'800?) si trovavano monete romane (follis, se ricordo bene) nelle raccolte di elemosina in chiesa.

Il che voleva dire che, anche molti secoli dopo, bene o male erano ancora in circolazione.

Forse qualcun altro del forum ha la memoria meno appannata della mia ;)

Servus,

Njk

 

I soliti furbetti... come ai nostri tempi che mettono le 500lire al posto dei 2 euro🤣

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A me hanno rifilato 10 pesos argentini ( al cambio 4 centesimi circa ) pet 50 cent di euro 

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Grazie @gioal una discussione molto interessante che ha dato risposta alla mia curiosità 


Inviato
22 ore fa, littleEvil dice:

Ciao @alez72,

non posso citare le fonte, ma da qualche parte ho letto che addirittura fino al secolo scorso (o nell'800?) si trovavano monete romane (follis, se ricordo bene) nelle raccolte di elemosina in chiesa.

Il che voleva dire che, anche molti secoli dopo, bene o male erano ancora in circolazione.

Forse qualcun altro del forum ha la memoria meno appannata della mia ;)

Servus,

Njk

 

Ho letto da qualche parte che all'inizio del XX secolo in Francia utilizzavano come piccolo cambio follis di Costantino.

23 ore fa, alez72 dice:

Buonasera a tutti.  Apro la discussione in questa sezione in quanto trasversale a più tipi di monetazione. 

Stavo cercando nel forum a anche online elementi per capire se le monete romane soprattutto i denari avevano un corso che poteva dipendere dalle riforme monetarie o se il valore d'acquisto rimaneva invariato anche a fronte di riforme. 

Cerco di spiegarmi meglio con un esempio. Un denario coniato in epoca repubblicana del pero di 3.9g aveva lo stesso valore in età imperiale?

E ancora: a seguito della dimissione della coniazine di denari,  chi li possedeva poteva ancora utilizzarli?

La mia curuosita' è alimentata dell'immenso numero di denari che sono giunti ai nostri giorni.

Scusate forse la domanda banale o che magari trova già risposte nel forum ma no sono riuscito a trovare la chiave di ricerca corretta.

 

I denari con maggior contenuto d'argento venivano tesaurizzati.

La moneta romana repubblicana e di primo impero scomparve dal mercato allorché la riforma monetaria voluta da Nerone nel 64 d.C. diminuì il peso e il fino della valuta d’argento (il denario), provocando un aumento del valore dei precedenti analoghi nominali (divenuti migliori per peso e intrinseco) e di conseguenza la loro scomparsa dalla massa della moneta circolante; in partica accadeva quanto enunciato dalla cd. legge di Gresham per la quale la moneta “cattiva” (o conveniente) scaccia dalla circolazione quella “buona” (o preziosa). 

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Inviato (modificato)
23 ore fa, gioal dice:

provocando un aumento del valore dei precedenti analoghi nominali (divenuti migliori per peso e intrinseco) e di conseguenza la loro scomparsa dalla massa della moneta circolante

 

Credo che l'alto numero di denari Repubblicani giunti fino ai nostri giorni sia dovuto al fatto che, non venendo messi in circolazione perché il denario post riforma di Nerone era di peso e titolo inferiore (quindi ci si andava a perdere), venissero tesaurizzati tali e quali (un po' come le nostre Sterline d'oro).

 

 

 

 

Modificato da vickydog
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Inviato
Il 5/6/2023 alle 21:40, alez72 dice:

Buonasera a tutti.  Apro la discussione in questa sezione in quanto trasversale a più tipi di monetazione. 

Stavo cercando nel forum a anche online elementi per capire se le monete romane soprattutto i denari avevano un corso che poteva dipendere dalle riforme monetarie o se il valore d'acquisto rimaneva invariato anche a fronte di riforme. 

Cerco di spiegarmi meglio con un esempio. Un denario coniato in epoca repubblicana del pero di 3.9g aveva lo stesso valore in età imperiale?

E ancora: a seguito della dimissione della coniazine di denari,  chi li possedeva poteva ancora utilizzarli?

La mia curuosita' è alimentata dell'immenso numero di denari che sono giunti ai nostri giorni.

Scusate forse la domanda banale o che magari trova già risposte nel forum ma no sono riuscito a trovare la chiave di ricerca corretta.

 

Buongiorno, in antichità il valore della moneta molto spesso derivava dal suo peso e dal materiale, quindi non andavano fuori corso.

Certo poi nel tempo venivano rifuse per vari motivi, ci sono casi di imperatori che facevano fondere e distruggere le monete raffiguranti l'effige del precedente imperatore, per farlo letteralmente scomparire dai libri di storia.

Ma questa usanza d'altronde non era molto frequente e viene chiamata(damnatio memoriale).

Per rispondere alla sua domanda, no le monete non andavano fuori corso.

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Inviato
10 minuti fa, SAURON05 dice:

Buongiorno, in antichità il valore della moneta molto spesso derivava dal suo peso e dal materiale, quindi non andavano fuori corso.

Certo poi nel tempo venivano rifuse per vari motivi, ci sono casi di imperatori che facevano fondere e distruggere le monete raffiguranti l'effige del precedente imperatore, per farlo letteralmente scomparire dai libri di storia.

Ma questa usanza d'altronde non era molto frequente e viene chiamata(damnatio memoriale).

Per rispondere alla sua domanda, no le monete non andavano fuori corso.

 

Sicuramente un fattore molto particolare e seguendo questa teoria  credo che negli antichi mercati giravano monete di chissà quante epoche.   Mi immagino come poteva essere la valutazione di un pagamento fatto ad esempio con un denario repubblicano nella riforma post Nerone, rispetto al valore nominale della stessa. Per chi lavorava in mercati ( o comunque in attività comerciali spicciole)  che credo si trovasse di fronte concretamente a queste situazioni. Probabilmente c'era qualche regola non scritta per darne il giusto valore.

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