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Scoperte archeologiche a Venezia, le tombe e la chiesa scomparsa di piazza San Marco: emerge la San Geminiano medievale


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Scoperte archeologiche a Venezia, le tombe e la chiesa scomparsa di piazza San Marco: emerge la San Geminiano medievale

Le tombe scoperte in piazza San Marco a Venezia, chiesa di San Geminiano Svoperte archeologiche a Venezia, le tombe pertinenti alla chiesa scomparsa di San Geminiano in piazza San Marco (foto ArchaeoReporter)
 

Una chiesa scomparsa, e le tombe degli antichi abitanti nel cuore di Venezia. Sono importanti le scoperte archeologiche in Piazza San Marco , dove emerge una chiesa scomparsa. Appaiono, tra l’altro, le sepolture degli antichi Veneziani e si inizia a delineare la trasformazione urbanistica ben nota grazie ai documenti. Mancavano però le evidenze materiali, tangibili, che possono fare luce su quando la piazza non era ancora piazza e la Serenissima acquisiva sempre più potere e ricchezza.

Guarda il video degli scavi archeologici e delle tombe in piazza San Marco a Venezia

I lavori di restauro dei masegni, la pavimentazione degli ultimi secoli dell’area di San Marco, hanno portato alla scoperta di una sepoltura con almeno 5 individui. Si ritiene che le tombe siano pertinenti alla chiesa medievale di San Geminiano. Appaiono anche le prime pavimentazioni e murature probabilmente altomedievali. Al momento, tra gli otto saggi di scavo in corso, approfittando dei restauri e delle indagini volute dalla Soprintendenza veneziana, emergono quelle che probabilmente sono le strutture più antiche nell’area della piazza più famosa del mondo.

Ricompare la chiesa medievale di San Geminiano, ma le indagini sono all’inizio

L’edificio di San Geminiano fu abbattuto nel XII secolo per far spazio a quella che sarebbe dovuta diventare l’attuale piazza San Marco. In seguito però troviamo una chiesa con la stessa dedica, poi ricostruita da Jacopo Sansovino nel XVI secolo, poco lontano. Nelle vedute pittoriche appare praticamente come quinta architettonica e congiunzione tra le Procuratie Vecchie e Nuove.

Anche questo edificio non sopravvisse, quando Napoleone decise che il palazzo di rappresentanza, con uno scalone monumentale, sarebbe dovuto sorgere in Piazza San Marco, dove ora c’è, appunto, l’Ala Napoleonica. Nel 1807 anche quella bella chiesa fu così abbattuta, sacrificata sull’altare dell’urbanistica voluta dal Bonaparte. Di lei ci resta, davanti all’entrata del Museo Correr, solo una lapide in pietra posizionata nel XX secolo.

Quali le ipotesi fatte dagli archeologi, sotto la direzione della Soprintendenza per il Comune di Venezia e Laguna (funzionaria archeologa Sara Bini)?

Le strutture emerse in piazza, per intenderci davanti allo storico Caffè Quadri, potrebbero essere in effetti le pavimentazioni e murature della chiesa di San Geminiano. I resti sono certamente medievali ma ancora da verificare per quanto riguarda l’orientamento e le possibili tracce di edifici ancora più antichi. Bisogna infatti capire se si tratti della chiesa alto-medievale o di una “versione” successiva della stessa, incrociando le documentazioni d’archivio disponibili con le evidenze materiali raccolte dall’archeologia.

Chi erano quei veneziani sepolti in piazza San Marco: uno studio antropologico

Sarà tra l’altro di notevole interesse l’auspicabile studio antropologico dei resti umani rinvenuti. Chi erano i veneziani sepolti nel cuore della città lagunare, nei pressi o all’interno di quella che doveva, comunque, essere una delle chiese più in vista della “prima Venezia” ?

Se non si sarà in grado di dare un’identità agli scheletri, in mancanza di qualsiasi dato epigrafico, si potranno però comprendere età, sesso, alimentazione, possibili malattie dell’epoca, tutto grazie alle moderne capacità di analisi a disposizione degli antropologi fisici.

L’archeologia della Laguna di Venezia, dal centro storico ai più remoti lembi di confine tra acqua e terra, sta fornendo dati importanti nel XXI secolo. Permette infatti, con le sue evidenze materiali, di mettera alla prova le ipotesi degli storici, talvolta basate su fonti non certo di prima mano e molto fantasiose. L’integrazione tra fonti documentali e lavoro sul campo, tra discipline che non lavorino per compartimenti stagni, è destinata a portare molti dati utili alla ricerca e alla composizione di un quadro più dettagliato della storia veneziana.

https://www.archaeoreporter.com/it/2024/02/20/scoperte-archeologiche-a-venezia-le-tombe-e-la-chiesa-scomparsa-di-piazza-san-marco-emerge-la-san-geminiano-medievale/


Supporter
Inviato

 

@CdC doppione


Inviato
1 minuto fa, Vel Saties dice:

 

@CdC doppione

 

O mamma hai perfettamente ragione.....

@CdC potresti gentilmente eliminare questa discussione, perché doppione.

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