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Confederazione del Reno


picchio

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Napoleone nel suo progetto politico e militare di unire l'Europa sotto un unico grande potere centrale (il suo) non poteva rinunciare ad avere vita attiva anche in Germania, per far ciò mise fine al Sacro Romano Impero sogno di Carlo Magno e di 1006 anni di storia.

La Germania, come ben sappiamo, aveva una realtà geopolitica speculare all'Italia con la suddivisione del territorio in un incredibile numero di Stati Sovrani, per lo più governati da Principi, Duchi, e via discorrendo, che riconoscevano l'autorità del Sacro Romano Impero e del suo Imperatore.

Napoleone ne comprende le debolezze di una tale frammentazione del potere e prepara fin dal trattato di Presburgo del 26 dicembre 1805 il suo ingresso in Germania.

Uno degli articoli "segreti" del trattato segnava la rinuncia di Francesco II d'Austria ad imperatore di Germania e contestualmente tutte le prerogative e privilegi che tale titolo elargiva.

Napoleone dapprima creò con i patti federativi del 12 luglio 1806 la Conferderazione degli Stati del Reno e poi pose la sua "candidatura" a Protettore della medesima. Il 1 di agosto fu notificata alla dieta di Ratisbona ed il 6 di agosto Francesco II annunciava publicamente la sua rinuncia.

Numismaticamente parlando l'invenzione di Napoleone è un incubo per il collezionista. Da principio fecero parte della Confederazione sono 16 stati ma col tempo e le vittorie francesi arrivarono sino a 40, più di quanti non fossero gli stati in Italia al momento dell'invasione francese. Non ne fecero mai parte i nemici storici di Napoleone: Prussia, Hannover, Holstein e chiaramente l'Austria.

Molti di questi stati hanno coniato, chi tanto e chi poco e solo alcuni hanno rinunciato a battere moneta.

Della Confederazione del Reno, per dare un'idea di grandezza facevano parte i Regni di Westfalia (assegnato al fratello Gerolamo Napoleone), di Sassonia con Federico Augusto I, Baviera di Massimiliano Giuseppe, Wurtemberg di Federico ma anche il temibile (sempre di numismatica si parla) Principato di Lippe Detmold di Paolo Alessandro Leopoldo con reggente Paolina che preso dall'entusiasmo coniò un Heller nel 1809 e nuovamente nel 1812.

Considerando lo spazio temporale che va dalla costituzione allo scioglimento successivo alla sconfitta di Lipsia il 19 ottobre 1813, il numero delle zecche ed i tipi monetali .... sarebbe già una collezione di per se.

Da tempo ho rinunciato ad una raccolta vera e propria e mi sono dedicato alle mie simpatie personali per alcuni sovrani che ne facevano parte.

Tra questi al primo posto Carlo Teodoro di Dalberg, Principe Primate della Confererazione del Reno - Gran Duca di Francoforte e Arcivescovo di Ratisbona.

Non ha coniato molto, fortunatamente: Ducato, tallero, Kreuzer ed Heller a Francoforte. Ratisbona il Ducato (R5), tallero di due tipi, mezzo tallero.

Appare sulle monete di Ratisbona come bel signore dalla sguardo severo, un vago ricordo con un professore di matematica per intenderci.

Nel collezionare mi sono imbattuto in una variante (segnalata dal AKS) molto evidente per il solo conio al diritto, del mezzo tallero. Dato che passo il tempo con la lente in mano per scoprire presunte cifre ribattute o melagrane più o meno grandi non mi è sembrata vera una così palese variante nell'impronta.

La B sotto al busto è la sigla dell'incisore Georg Bunsen

Carlo di Dalberg abdica nel 1813 al titolo di Primate e muore nel 1817.

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Caro Picchio, la tua variante non è segnalata nell'AKS... l'AKS parla solo di 2 varianti relative all'interpunzione, non al ritratto.

Da qui poi mi pare di riconoscere (a prima vista) almeno 3/4 varianti sempre osservando solo il ritratto.

Mi permetto poi una correzione: l'incisore è Georg Christoph Busch (non Bunsen) ;)

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A fidarsi troppo della propria memoria a volte si sbaglia, grazie per la correzione.

Non erano due i Busch ad operare in zecca ?

Non vorrei aver letto l'informazione su un testo mal informato. Stasera controllo.

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Johann Georg Bunsen (segno B) era attivo nella zecca di Francoforte.

Il segno B (o CB) per l'exclave di Regensburg si riferisce, come già riportato, al sig. Busch ;)

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Grazie Mirko, correggo il cartellino della moneta. Come avevo premesso, la confederazioen del Reno è il mio incubo numismatico, fonte inesauribile di errori .... di sbaglio. Di recente ho trovato una variante di conio per il tallero di Gioacchino Murat del il Ducato di Berg del 1806, appena posso lo posto.

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