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Picciolo per la zecca di Fano


rcamil

Risposte migliori

Ciao a tutti, allego le foto di una moneta che se non affascina per il suo aspetto (e la foto non aiuta, dal vivo è un pò più "leggibile") nasconde interessanti particolarità.

picciolosistoivfanociavfb1.jpg

Si tratta di un picciolo in mistura (Ø 14 mm, 0,43 grammi) per la zecca di Fano.

La particolarità che lo rende rarissimo, e mancante sia nel Muntoni che nel CNI, è la legenda del diritto, dove al centro compare l'albero di rovere sradicato dello stemma Della Rovere, ed attorno la legenda ° CIVITAS ° FANI (rosetta) °, in alto le chiavi decussate.

Al rovescio compare la figura di S. Paterniano, patrono della città, con pastorale nella mano sinistra e la destra benedicente. La legenda è ancora una volta, da destra CIVITA / S ° FANI.

Solitamente i piccioli (già molto rari) dei papi Della Rovere Sisto IV (1471-1484) e Giulio II (1503-1513) riportano al diritto il nome del pontefice, pertanto questa moneta, non essendoci netta differenza stilistica tra le due emissioni distanti una ventina d'anni, non è attribuibile ad uno specifico pontificato.

A mio parere, per l'analogia della divisione della legenda del rovescio CIVITA / S con i normali piccioli di Sisto IV, anche la moneta senza nome del pontefice si può attribuire a questo papa.

I piccioli di papa Giulio II riportano infatti la legenda CIVIT / AS.

L'unico riferimento attuale è il libro di W.Ciavaglia "La zecca di Fano" dove questa moneta è classificata al n°6-b (Sisto IV), e ne viene citato un esemplare presente nel listino Eugubium n° 10 (2000), dove era presentato come R2 alla cifra di 550 mila lire. La foto riportata nel libro è quella del listino.

Ciao, RCAMIL.

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A mio parere, per l'analogia della divisione della legenda del rovescio CIVITA / S con i normali piccioli di Sisto IV, anche la moneta senza nome del pontefice si può attribuire a questo papa.

I piccioli di papa Giulio II riportano infatti la legenda CIVIT / AS.

Potresti postare esemplari per evidenziare la diversa legenda ?

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Potresti postare esemplari per evidenziare la diversa legenda ?

Basta dimostrare un pò di interesse e da me si ottiene tutto... ;)

Speriamo che l'autore del libro non se la prenda perchè gli ho "rubato" le foto :P

Ciao, RCAMIL.

post-35-1225549701_thumb.jpg

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Ma all'epoca nella zona quali monete circolavano ?

Queste mi sembrano di una mistura (forse l'argento lo hanno visto in cartolina :D) un po scadente. Quantomeno devono aver circolato parecchio. Ci sai dire di più sulla circolazione monetaria in quel periodo e luogo ?

Grazie

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Ma all'epoca nella zona quali monete circolavano ?

Nella zona circolavano le emissioni delle grandi città limitrofe, Ravenna, Ancona, Perugia, e del Ducato di Urbino. Principalmente denari (piccioli) e grossi (bolognini).

Per quel che riguarda la zecca di Fano nello specifico, il picciolo era l'unico nominale battuto fino a quel momento e solo con Paolo III nel 1536, alla ripresa delle coniazioni interrotte dopo il 1510, si conia il primo quattrino, in seguito con Pio V (1571) si introduce il giulio in argento, che commemora la vittoria nella battaglia di Lepanto, in cui Fano fu impegnata con oltre 60 uomini, diversi capitani e con il fanese Card. Rusticucci tra gli organizzatori della spedizione pontificia, nonchè parente del concessionario di zecca :rolleyes: .

Il massimo nominale mai coniato a Fano, il testone in argento, è introdotto nel 1574 da papa Gregorio XIII e continuerà ad essere battuto dai successori fino a papa Clemente VIII, il fanese Ippolito Aldobrandini, che fu tra l'altro costretto a chiudere la zecca della sua città natale nel novembre 1594, a seguito della truffa che vide gli zecchieri abbassare fraudolentemente il titolo dell'argento dei testoni, per trarne profitto personale.

Per vedere altre monete fanesi, le ultime, si dovranno attendere il sampietrino e la madonnina di Pio VI, del 1797.

Queste mi sembrano di una mistura (forse l'argento lo hanno visto in cartolina :D) un po scadente.

Questi piccioli sono in mistura, ma il titolo dell'argento (ufficiale) era scarso, solo il 38,26/1000 comunque più alto del titolo dei corrispondenti denari di Roma (12,76/1000).

Mentre però il denaro capitolino era tagliato a 576 pezzi per libbra (pari ad un peso teorico di 0,589 grammi), il taglio stabilito per i piccioli fanesi era di 720 pezzi per libbra (peso teorico 0,471 grammi).

Sull'esemplare di Giulio II se non sbaglio l'iscrizione e' del tipo CIVIT / AS ° FAN, la "I" finale non c'e' per evidenti motivi di spazio.

Sì, in effetti la "N" è un pò fuori scala....

Ciao, RCAMIL.

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Interessante discussione, a mio avviso da mettere in rilevo!

il fanese Ippolito Aldobrandini, che fu tra l'altro costretto a chiudere la zecca della sua città natale nel novembre 1594, a seguito della truffa che vide gli zecchieri abbassare fraudolentemente il titolo dell'argento dei testoni, per trarne profitto personale.

Si sa che fine fecero gli zecchieri fraudolenti?

Un grazie anticipato! :D

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Ricordo male o alla fine del XV secolo la disponibilità dell'argento era in calo ? Salvo poi riaumentare con la (ri)scoperta dell'America ?

Il fatto che si coniassero solo piccoli nominali potrebbe essere indice di pochi commerci e quindi servivano solo monete piccole per i bisogni quotidiani ?

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Si sa che fine fecero gli zecchieri fraudolenti?

I due zecchieri, Galeotto Tomassini ed il figlio Giambattista, avevano già gestito la zecca di Fano nel biennio 1588-1589, periodo in cui la coniazione delle monete in mistura portava loro, già membri di una famiglia ricca e potente, lauti guadagni.

Al momento della truffa dei testoni, nel 1594, questo era l'unico nominale coniato, e dato il minor guadagno che si aveva nella coniazione dell'argento rispetto alla mistura, i due pensarono di arrotondare abbassandone il titolo.

Presto scoperti, furono processati e condotti in prigionia a Roma, dove rimasero per alcuni mesi, per poi finire "graziati" dopo che la potente famiglia ebbe appianato il danno arrecato alle casse pontificie dai congiunti fraudolenti :rolleyes:

Ricordo male o alla fine del XV secolo la disponibilità dell'argento era in calo ? Salvo poi riaumentare con la (ri)scoperta dell'America ?

E' vero che l'argento in quel periodo necessitava di qualche "iniezione" estera, e una riprova del cambiamento netto che si ha con gli arrivi dall'America, è l'improvviso fiorire di nominali in argento massicci, basti pensare solo alla piastra papale, tra la fine del XVI secolo e l'inizio del XVII.

Il fatto che si coniassero solo piccoli nominali potrebbe essere indice di pochi commerci e quindi servivano solo monete piccole per i bisogni quotidiani ?

Indubbiamente le autorità locali erano più che convinte che le coniazioni di piccolo nominali, almeno come tipologia, fossero sufficienti a coprire il fabbisogno quotidiano.

Per rimanere a Fano, ad inizio '500 si proibì l'uso di moneta "forestiera", con la precisazione che le coniazioni di piccioli sarebbero state incrementate qualora fosse necessario per i commerci locali.

Credo comunque che per i commerci più "ad ampio raggio", non fosse possibile fornire pagamenti in tonnellate di piccioli, evidentemente si optava per monete auree universalmente accettate, come ad esempio le veneziane.

Ciao, RCAMIL.

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Zecca interessante quella di Fano. Vi posto alcune foto (trovate nel noto "archivio") di alcune monete coniate in questa città.

Andiamo in ordine cronologico:

Paolo III (1534-1549): quattrino, Muntoni 130

post-2042-1225820072_thumb.jpg

Modificato da ZuoloNomisma
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Il massimo nominale mai coniato a Fano, il testone in argento, è introdotto nel 1574 da papa Gregorio XIII e continuerà ad essere battuto dai successori fino a papa Clemente VIII, il fanese Ippolito Aldobrandini

E qua arrivano i dolori!!! Ho cercato parecchio su internet e listini, ma dei famosi testoni per Fano nemmeno l'ombra. Per troverne traccia sono dovuto addirittura risalire alle celeberrime asta Montenapoleone 1 e 4, dove sono presenti, seppur in pessima conservazione diversi esemplari di Gregorio XIII e Clemente VIII.

Avete voi notizie più recenti su queste monete?

Grazie

M.

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Ho cercato parecchio su internet e listini, ma dei famosi testoni per Fano nemmeno l'ombra. Per troverne traccia sono dovuto addirittura risalire alle celeberrime asta Montenapoleone 1 e 4, dove sono presenti, seppur in pessima conservazione diversi esemplari di Gregorio XIII e Clemente VIII.

Avete voi notizie più recenti su queste monete?

Qualche esemplare di Gregorio XIII l'ho visto in giro, e uno di Clemente VIII l'ho anche comprato ad un convegno veronese di qualche anno fa...

Guardando al volo qualche catalogo d'asta che ho a portata di mano ho trovato:

- Varesi "Alma Roma", 2000 - LOTTO 1183 Testone Clemente VIII (Stemma-Immacolata), Muntoni 154, BB/MB stima e realizzo 600 mila lire.

- NAC 16, 1999 - LOTTO 207 Testone Gregorio XIII (Busto-Stemma), Muntoni 71 var., BB stima 400 CHF, realizzo ???

Ciao, RCAMIL.

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Ciao Roberto, grazie per le info. Il catalogo "Alma Roma" ce l'ho pure io, ma evidentemente l'esemplare mi è scappato!!!

uno di Clemente VIII l'ho anche comprato ad un convegno veronese di qualche anno fa...

A questo punto manca solo la foto :D .

Saluti

M.

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A questo punto manca solo la foto :D .

Eccola... :)

Non è una conservazione da museo, però è particolare per la divisione della legenda del rovescio, FORMO - SA, invece del classico (M.153) FORM - OSA.

Ciao, RCAMIL.

post-35-1225826603_thumb.jpg

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Beh, considerato che anche gli esemplari presenti nelle già citate Montenapoleone 1 e 4, sono più o meno in questa conservazione, direi che la tua è nella media.

In più a me personalmente affascinano molto questi esemplari pontifici cosi vissuti :rolleyes:

Ciao

M.

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