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IGNORED

20 Centesimi Librata 1913


in che conservazione è?  

18 voti

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Risposte migliori

altra moneta da "4 soldi", questa volta si parla di una librata :D

inserisco questo sondaggio, un pò particolare sfruttando la domanda multipla da poco introdotta :)

vi chiedo quindi di votare, separatamente le due facce (DRITTO: volto di donna con spiga di grano e scritta ITALIA - ROVESCIO: donna librata, valore e data)

librata1913.jpg

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Buona l' idea di assegnare un giudizio per ciascuna faccia :rolleyes:

grazie :) avevo anche pensato di inserire la percentuale di lustro, ma non ho voluto complicare troppo le cose...!

approfitto del post per inserire una foto che rende giustizia ai fondi, giusto per dare un idea più approfondita del pezzo

librata-2.jpg

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Con questi ultime immagini i campi ed i rilievi emergono sicuramente di piu' .

La moneta gia' prima sembrava in alta conservazione ora tocca il vertice :rolleyes:

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Ho votato qFDC

Cos'è quel segno ad ore 2 del primo lato?? :unsure: Un colpetto??

sembrano 2 i segni anziche uno...comunque complimenti!bellissima moneta :)

infatti, scusate :rolleyes:

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Complimenti per la tua moneta da "quattro soldi"! :D

I rilievi sono davvero ottimi...la moneta in complesso è quasi perfetta (l'unico difettuccio apparente è quello che è già stato segnalato) io direi qFDC

P:S: in questo caso non noto tutta questa gran differenza fra una faccia e l'altra!

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Complimenti per la tua moneta da "quattro soldi"! :D

I rilievi sono davvero ottimi...la moneta in complesso è quasi perfetta (l'unico difettuccio apparente è quello che è già stato segnalato) io direi qFDC

P:S: in questo caso non noto tutta questa gran differenza fra una faccia e l'altra!

Grazie ;) e grazie anche agli altri

da quello che so, la scala "gerarchica" era: soldo (5 centesimi), doppio soldo (10 centesimi), quattro soldi (20 cent.), mezza lira (50 cent.) e lira. Così il popolo, ai tempi del regno, soleva chiamare queste monete.

Credo che le espressioni "non vale un soldo" o "non vale quattro soldi" e simili siano state - per così dire - coniate a causa proprio a causa del loro basso potere economico.

Pare assurdo, ma queste monete oggi valgono più dell'argento (nella massima conservazione). Parlo però di "Argentini": lirette, 2 lire e aquilotti. Gli argenti pesanti raramente li vedeva il popolino.

P:S: in questo caso non noto tutta questa gran differenza fra una faccia e l'altra!

Sì, anche io la direi omogenea; però vediamo il test cosa dirà :D

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da quello che so, la scala "gerarchica" era: soldo (5 centesimi), doppio soldo (10 centesimi), quattro soldi (20 cent.), mezza lira (50 cent.) e lira. Così il popolo, ai tempi del regno, soleva chiamare queste monete.

Credo che le espressioni "non vale un soldo" o "non vale quattro soldi" e simili siano state - per così dire - coniate a causa proprio a causa del loro basso potere economico.

Pare assurdo, ma queste monete oggi valgono più dell'argento (nella massima conservazione). Parlo però di "Argentini": lirette, 2 lire e aquilotti. Gli argenti pesanti raramente li vedeva il popolino.

Eh già, è proprio così..Il primo a parlarmene fu mio nonno, quando mi raccontava che da bambino andava a raccogliere le nocciole per un soldo al giorno!Pensate un po'...!

Qui in liguria (non so se anche altrove sia così)i cinque e i dieci cententesimi erano anche diffusi con i nomi rispettivamente di palanca e palancone...

Modificato da Angus McDuck
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Votato SPL il dritto e SPL/FDC il rovescio.

alti rilievi, lustro di conio, ma anche 2 segni di cancro del nichelio sul bordo e schiacciature di conio.

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Guest carledo49

Votato:

per il D: qFDC/FDC per i piccoli segni sulla guancia presumibilmente da contatto e minor definizione

per il R: qFDC forse meno segnato e migliori rilievi

Carlo

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Qui in liguria (non so se anche altrove sia così)i cinque e i dieci cententesimi erano anche diffusi con i nomi rispettivamente di palanca e palancone...

Per certo so che i centesimi di Umberto I erano chiamati così.

Il termine palanca (deriv. latino PLANCA ossia "tavola piana") probabilmente si ricollega ai lastroni di rame che venivano usati per ricavarci poi i tondelli. Il termine ha poi assunto il significato semplificato di "denaro" in dialetto genovese

guardate un pò cosa ho trovato gironzolando sul web. Ho scoperto che la mezza lira la chiamavano anche "Paolo".

Cara vecchia liretta, addio

Sì nata ricca, nel 1865 eri d’argento, ‘na Lira d’Argento. Po’, u tempu è passatu, c’è stata ‘ a prima guèrra, e pianu pianu t’hannu ridùttu, t’hannu rifilàtu, rimpiccolìtu, l’argento è diventatu Nichel, ma tu sì resistìtu, sì combattùtu, sì stata ‘n trincea, però alla fine ce l’hannu fatta, t’hannu sfrattatu. Mbe, tengo’ da dì ‘a verità, ‘n po’ de rimpiantu ‘u tengo, ce sta tutta ‘na vita de mezzu che me passa davanti all’òcchi, tutta ‘na storia, a vòti bèlla a vòti terribile, fatta de sogni; de promesse, de desideri, de paure, d’ansia, de gioventù sacrificata, de tribolazioni senza fine, e pure de tante soddisfazioni senza ostentazioni e co’ tantu coràggiu, ma sempre de ‘n amore immenso pe’ stu stivale biancu, rùsciu e verde, pe’ st’Italietta ancora e sempre bianca ròscia e verde.

Anni 1920-30: ‘a Lira co’ tutti i multipli e sottomultipli e come tutte ‘e monete, tenéva du’ facce, a o drittu era impresso u profìlu de Vittorio Emanuele III Re d’Italia; era divisa in centesimi, ma io ‘u centesimu u’ so’ appena ‘ntravistu, è subitu scomparsu. ‘A moneta più piccola era u Sordo (un soldo = 5 cent.), de rame, co’ ‘na spiga de grano stampata au rovéscio. Che ce se compréva co’ ‘n sordo? Giùstu ‘na leccatélla de conserva o de gelàtu. Quella da Du Sordi (due soldi = 10 cent.) tenéva impréssa ‘na mosca. Ce se compreva ‘n béllu gelatìnu da U Zottulu che steva co’ u carrettinu all’angolo de piazza san Pietro. ‘A moneta da quattro sordi (quattro soldi = 20 cent.) era de nichel, ‘a chiamavamo Nichelinu, con l’Italia avvolta in veli sospesa a mezz’aria. E’ stata ‘a prima paghétta domenicale che me ricordo. Ce comprévo ‘n etto de castagnole tòste (i dénti érenu boni) da Rainucciu. Appressu venéva a Mezza Lira (50 cent.), quella che me ricordo era coll’aquila sopra u fasciò littorio. Era de nichel, chiamata pure Un Paolo. Pe’ scherza, ma pure pe’ rende l’idea, quanno se tenéva da dì de ‘na persona che era assai fortunata, se diceva: “Tè ‘n deretànu comme ‘na pila de Sei Paoli”! ‘E pile érenu de còcciu, e quella de sei Paoli era la più grossa, era proprio la più grossa, senza méno. A proposito, co’ mezza lira (50 cent.) ce se compréva u condimento pe’ ‘na ‘nsalatiera de rigatùni a burru e parmiciànu. Era u serviziu che facevo quanno mamma me mannéva da Righetto Copparone a porta Granara.

Semo arrivati alla Lira (cento cent.). Quella che me ricordo io era assai bella, de nichel, l’Italia assisa su ‘n trono.

Ce se compreva ‘n chilù de pane oppure du’ Foétte (no foiette comme dichenu i romani) de vinu, una asciutta e una de cannellinu, ‘A moneta de Du lire era più grossa, quella che me ricordo io tenéva stampatu u’ fàsciu littorio ‘n verticale. Tutte le monete de Nichel pianu pianu perdìnnu de valore e furono coniate in Acmonital, metallo meno caro. Le Cinque Lire (uno Scudo) erenu d’argento, l’aquila reale coll’ale aperte, era imponente. Erenu tante, ‘na famija ce campéva ‘na giornata. So scomparse nel 1940 allinizio d’’a guerra.

Me ricordo: nel 1942 giochévo co’ ‘na squadra giovanile d’’a Roma e, u giorno dell’allenamento a quìllu d’’a partita ricevévo comme rimborso spese, dieci lire, tutte da ‘na lira o du lire, che spennevo così: lire 4,75 + 4,75 pe’ u viaggiu ‘n tranve a Roma e ritorno, e ce rimanéva mezza Lira pe comprà ‘n maritòzzu c’’a crema da u pasticcere D’Andreis a via Lunati. Che sciàlu! ‘E Dieci Lire d’argento so’ esistite, ma io nun me le ricordo!

Le 50, 100, 500, 1000 so state sempre de carta, érenu grosse comme i lenzolìtti. La storia d’a Lira de dòppu ‘a guerra è tutta ‘na storia de carta. Mò, però, semo arrivati a 3500 lire pè comprà ‘n chìlu de pane, me pare ‘n’esagerazione! Che ce porterà l’Euro? (già se parla d’abolì ‘e monetine da uno e due cent.). Lo scopriremo via facénno. Sèmo ottimisti, iàmo avanti, ricordénno i tempi passati, quilli bélli e quìlli brutti, co’ tantu amore pe’ stu stivale biancu, rùsciu e verde, tenénno presenti ‘e parole de ‘na canzone dei tèmpi méi, che finisce così: “Vivere senza malinconia vivere senza più gelosia, vivere finchè c’è gioventu (???) perché la vita è bella e la voglio vivere sempre più”

Florido Bocci (http://www.controluce.it/giornali/a11n04/03-inostridialetti.htm)

unica cosa che non capisco, il riferimento alla mezza lira con l'aquila di Nichel è quella impero del '36? Oppure era per la confusione che si faceva con lo scudo? Cito infatti per la cronaca:

per evitare confusioni con la moneta da 5 lire [, le monete da 50 centesimi leoni] vennero ritirate a partire dal 1929 per modificarne il bordo in rigato
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