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IGNORED

Un sesterzio molto inconsueto


fabius silvanus julius

Risposte migliori

Cari amici,

grazie anche ai preziosi consigli di Enrico Minerva, inizio a postare alcune monete della mia collezione che reputo piuttosto interessanti e in merito alle quali gradirei conoscere la vostra opinione.

Nel corso degli anni ho sviluppato un particolare interesse per tutte quelle monete che definirei fuori dal comune, come l'antoniniano di Numeriano che ho postato in precedenza. Quella che vi mostrerò ora è forse uno dei pezzi più sorprendenti.

Anni addietro ricevetti questo sesterzio di Filippo l'Arabo come lascito di un anziano collezionista, che ben conosceva la mia passione. A sua memoria, questa moneta venne rinvenuta circa 40 anni fa nell'agro vercellese, quindi a nord del Po, in un campo destinato a uso agricolo. L'area non è stata a tutt'oggi scavata ufficialmente, ma dopo ogni aratura restituisce ancora oggi abbondante materiale: frammenti litici e in cotto, resti di vasellame, resti metallici, qualche rara moneta. A giudicare da alcune rimanenze che ho potuto osservare in situ, penso si tratti dei resti di una "mansio” romana, o più probabilmente, di una fattoria di epoca romana che forse aveva annessa una fornace per la produzione di materiale laterizio. Sul luogo si rinvengono anche frammenti di ceramica e di vasellame in pietra ollare che fanno pensare a un ripopolamento tardo del luogo, reputo in età longobarda. D'altra parte, dopo la caduta dell'impero il reimpiego di strutture più antiche è statisticamente piuttosto frequente e ben attestato.

Come potete vedere, il dritto della moneta si presenta molto consunto, ma la legenda restituisce chiaramente il nome di Philippus. Il retro è invece sorprendente: la superficie venne accuratamente abrasa e resa liscia, per sfregamento. Poi, un ignoto artefice utilizzò il tondello di buon metallo così ottenuto per incidervi in bassorilievo una curiosa figura di creatura ferina, se non addirittura fantastica. Proprio il suo aspetto mi fa pensare a una mano longobarda, o comunque barbarica (forse ostrogota?).

Non penso che tale oggetto fosse stato realizzato come elemento decorativo: piuttosto, credo che in un'epoca in cui ormai il metallo era divenuto materiale carente e costoso, un ignoto artigiano avesse rinvenuto il sesterzio in questione, il cui valore pecuniario era ormai nullo. Si trattava però di metallo buono e l'uomo vi incise con cura la minuscola sagoma, cui la mia scansione fa difetto di particolari. I volumi della bestiola, soprattutto la coscia, sono intatti resi con cura e il fondo del bassorilievo venne accuratamente lisciato. Reputo che questa sia la matrice utilizzata da un artigiano orafo per realizzare decori a rilievo in sottili lamine di metallo nobile, secondo la tecnica del repoussè, o comunque dello sbalzo.

I quesiti che rivolgo a voi appassionati sono i seguenti. Avete mai visto un oggetto analogo e dove?

Potete formulare qualche altra supposizione in merito alla sua funzione, alla datazione e al contesto culturale in cui questo curioso sesterzio venne convertito a nuovo uso?

Nella speranza di avere solleticato la vostra attenzione, resto in attesa di risposte.

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Ciao Fabius Silvanus, oggetto decisamente interessante penso che le tue

supposizioni possano essere attendibili,infatti il sesterzio non dovrebbe più

essere considerato come tale ma come tu giustamente supponi una matrice

con altre funzioni. Chiaramente un unicum.

romanus

P.S. Mi son permesso di riunire la due immagini,cosi migliora il colpo d'occhio.

post-3514-1229350248_thumb.jpg

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Grazie Fabius per aver postato una così interessante curiosità! :)

E' davvero un pezzo di indubbio valore storico e va a confermare l'uso che delle monete si è fatto nel tempo. In questo caso si può notare quanto gli antichi apprezzassero l'aspetto estetico delle monete e le utilizzassero anche come oggetti di ornamento arricchendoli di decori che noi oggi possiamo apprezzare come una pagina di storia. Enrico

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Molto interessante ma arduo stabilire l'origine di questo artefatto una volta sottratto al contesto originario...

Potrebbe sembrare una versione naif del leone rampante di tanti stemmi e monete dal medioevo in poi anche se manca una zampa posteriore e la testa è rivolta indietro : in questo caso , ma forse in ogni caso, si tratterebbe di un lavoro di un artigiano non molto dotato.

Lascio comunque correre la fantasia con questo reperto longobardo.

clicca

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Oggetto decisamente interessante. Una sola cosa mi inquieta: la parte incisa sembra avere il colore dell'oricalco vivo. Se è corretta la tua attribuzione del riuso all'epoca longobarda stiamo parlando di almeno 1300 anni fa, quindi avrebbe dovuto riformarsi una qualche patina. L'incisione non potrebbe essere più recente? Oppure semplicemente la matrice è stata lucidata in tempi posteriori? O è semplicemente un artefatto della foto?

Ciao, P. :)

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... a mio avviso qualcuno si è divertito!!, interessante sapere in quale epoca.

Nn si possono avere delle foto migliori del "griffone"?

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Rispondo agli ultimi tre interventi. In effetti, anche la parte incisa è perfettamente ossidata, come il resto della moneta e, anzi, presenta leggere tracce di una concrezione bianco giallastra, che non ho rimosso. L'effetto “oricalco” è dovuto alla scansione.

In quanto al contesto ove è stata trovata la moneta, aggiungo di conoscere il sito di persona ormai piuttosto bene, in quanto mi venne indicato con gran precisione. A giudicare dai frammenti di terra figurata e da altri resti altrettanto frammentari, reputo che l'insediamento romano dati a partire dalla seconda metà del I sec d.C.; il secondo periodo di utilizzo penso risalga invece al V / VI secolo. Purtroppo, come spessissimo accade nel Bel Paese, del luogo non interessa assolutamente nulla a nessuno e ogni anno gli aratri compiono il loro lavoro, portando ulteriore scempio. Ovviamente non posso mettermi a scavare in proprio, e ogni primavera e autunno mi limito a camminare sul posto, aguzzando la vista: raccattare ciò che si trova in superficie non mi pare costituisca reato. Senza contare che, in genere restituisco tutto alla terra, data la conservazione disastrosa dei reperti, utili tuttavia per farmi un'idea più coerente sul luogo e l'epoca del suo popolamento.

Infine, ringrazio Spitz, in quanto l'immagine postata in effetti presenta interessanti analogie iconografiche (che peraltro ho già notato in molteplici oggetti longobardi o comunque coevi) con la strana creatura del mio sesterzio.

Continuo però a domandarmi: qualcuno ha mai visto qualcosa di analogo? Secondo il mio modo di vedere, è davvero assai raro che esistano pezzi unici. Sono convinto che da qualche parte una o più monete come questa siano conservate, magari in un museo. Resto in attesa di responsi...

e nel frattempo posto una nuova immagine, sperando sia più nitida.

post-10820-1229366795_thumb.jpg

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Moneta molto interessante. Anche io sono fortemente attratto da tutte le monete "strane" e questa è in effetti un ottimo esempio.

Non mi è mai capitato di vedere monete con incisioni simili ma in compenso talvolta si possono trovare monete che riportano incisioni molto più semplici come semplici linee, caratteri, monogrammi o figure geometriche.

Ti rimando come esempio a un asse di Traiano trasformato in dupondio grazie ad una corona radiata incisa in antico: Traiano inciso

Il caso del tuo esemplare mi fa sicuramente pensare al lavoro di un artigiano; come però anche altri hanno scritto, mi suona sospetta la colorazione della zona incisa che, rimanendo nel terreno per tanti anni come pensiamo, avrebbe dovuto assumere una colorazione almeno bruna. A meno che la moneta, utilizzata ad esempio come sigillo o come matrice per lavori a sbalzo, come ipotizzato da fabius, non si sia conservata, fino al momento del suo rinvenimento, in un luogo privo di ossigeno. Cosa possibile ad esempio quando conservato immerso nella sabbia o nel fango.

La moneta, prima di essere incisa, doveva presentare già un rovescio liscio e non escluderei che potesse già trattarsi di una moneta utilizzata come oggetto extramonetale fino al momento dell'incisione. La superficie piatta intorno all'incisione centrale presenta infatti una patina analoga al Dritto.

Il tema del soggetto dell'incisione mi ricorda motlo il medioevo, ma ribadisco che è anomala la colorazione del metallo. E' possibile che sia stata ripulita meccanicamente con una spazzola fortemente abrasiva al momento del rinvenimento? Se si, è possibile che il sottile strato di patina marrone, successiva a quella verde, possa essere andato perso in quella fase..

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Grazie, Centurioneamico,

per il tuo intervento. La moneta non mi pare essere mai stata sottoposta a pulizia con mezzi meccanici. Come ho scritto, fu trovata per caso alla metà degli anni '60 - riferisco ciò che mi fu detto 5 o 6 anni fa e, che purtroppo, non posso in alcun modo verificare a causa del decesso del primo possessore del pezzo - e semplicemente ripulita dal fango in cui giaceva. La strana colorazione interna è data da una specie di concrezione microgranulare giallastra, che sembra essere un deposito di carbonato di calcio, o comunque calcareo. Come questo si sia formato, non so dire: l'ipotesi che più mi pare probabile è che la moneta sia rimasta a lungo interrata nei pressi di un frammento di muratura e che la calce (idrossido di calcio: Ca(OH)2), dilavata lentamente dalle acque meteoriche, abbia formato il deposito nelle aree più profonde dell'incisione. Devo dire che sul luogo del presunto ritrovamento appaiono in superficie resti tali da far pensare appunto a strutture murarie. Tuttavia, magari l'indicazione datami fu involontariamente (data l'età avanzata) o volontariamente inesatta e io sono andato a curiosare in un posto che non c'entra nulla col l'effettivo luogo d'origine del pezzo.

Cerco ora di postare un particolare della zona incisa: spero si noti che l'area corrispondente al dorso e al fianco della bestia, non incrostata, è verdastra - quindi ossidata - al pari del resto della moneta.

Come capirai, ciò che mi piacerebbe sapere è se si possa ipotizzare l'esistenza di un'intera categoria di oggetti analoghi, ossia monete reimpiegate ab antiquo per altri scopi. Personalmente, covo una sorta di ossessione per le antiche tecnologie (e i relativi attrezzi e macchinari), che in realtà conosciamo pochissimo. Oggetti come questo possono aiutarmi a comprendere determinati aspetti tecnici, in questa mia personalissima ricerca.

post-10820-1229518165_thumb.jpg

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Ingrandendo la foto e giocando con luci e saturazione, ho potuto constatare ch ein effetti il colore oricalco è proprio solo un'illusione. In realtà sembrerebbe che anche l'incisione presenta la stessa patina verde e quella gialla è proprio solo terra.

Stando così le cose risulta evidente che l'incisione è comunque antica; resta da stabilire a che epoca possa effettivamente risalire.

Per quanto riguarda l'utilizzo propenderei per il sigillo poichè per le lavorazioni delle lamine d'oro a sbalzo credo (ma non ne sono assolutamente certo) che si preferisse impiegare una matrice già in rilievo. ad esempio sappiamo che, durante il Medioevo, gli artigiani sfruttavano sovente delle monete romane (dunque ne sfruttavano il modellato in rilievo) per ottenedere delle lamine a sbalzo.

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