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IGNORED

Lire 2 1912. Lamina in piombo del rovescio


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Guest utente3487

A pagina 222 del volume IX serie quinta LXIII della Rivista italiana di numismatica, l'autore, Carlo Panciera Zoppola, parla di questa lamina, che ritiene probabilmente unica, che riporta in alto la data 14 marzo (per ricordare l'attentato fallito del 14 marzo 1912 contro il re). Venne a suo tempo ceduta all'avv.CELATI dal Cav.VITI Giovanni, incisore presso la Regia Zecca, nel 1924. Anche in questo caso emerge una testimonianza di un evidente abuso: chi dava il diritto al VITI di cedere, a qualsiasi titolo, una lamina di proprietà esclusiva dello Stato?

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...da profano direi che è comunue una sottrazione di beni dello Stato, dal semplice operatore che si porta via la prova/macchina del mattino al cavaliere citato che avrà abusato della sua posizione! :huh:

renato

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Guest utente3487
...da profano direi che è comunue una sottrazione di beni dello Stato, dal semplice operatore che si porta via la prova/macchina del mattino al cavaliere citato che avrà abusato della sua posizione! :huh:

renato

Esatto :angry:

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Guest utente3487
A pagina 222 del volume IX serie quinta LXIII della Rivista italiana di numismatica, l'autore, Carlo Panciera Zoppola, parla di questa lamina, che ritiene probabilmente unica, che riporta in alto la data 14 marzo (per ricordare l'attentato fallito del 14 marzo 1912 contro il re). Venne a suo tempo ceduta all'avv.CELATI dal Cav.VITI Giovanni, incisore presso la Regia Zecca, nel 1924. Anche in questo caso emerge una testimonianza di un evidente abuso: chi dava il diritto al VITI di cedere, a qualsiasi titolo, una lamina di proprietà esclusiva dello Stato?

Qualcuno ha mai visto questo pezzo?

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Guest utente3487
A pagina 222 del volume IX serie quinta LXIII della Rivista italiana di numismatica, l'autore, Carlo Panciera Zoppola, parla di questa lamina, che ritiene probabilmente unica, che riporta in alto la data 14 marzo (per ricordare l'attentato fallito del 14 marzo 1912 contro il re). Venne a suo tempo ceduta all'avv.CELATI dal Cav.VITI Giovanni, incisore presso la Regia Zecca, nel 1924. Anche in questo caso emerge una testimonianza di un evidente abuso: chi dava il diritto al VITI di cedere, a qualsiasi titolo, una lamina di proprietà esclusiva dello Stato?

Qualcuno ha mai visto questo pezzo?

E soprattutto, a che titolo questo Cav.Viti aveva la disponibilità di questo esemplare?

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A pagina 222 del volume IX serie quinta LXIII della Rivista italiana di numismatica, l'autore, Carlo Panciera Zoppola, parla di questa lamina, che ritiene probabilmente unica, che riporta in alto la data 14 marzo (per ricordare l'attentato fallito del 14 marzo 1912 contro il re). Venne a suo tempo ceduta all'avv.CELATI dal Cav.VITI Giovanni, incisore presso la Regia Zecca, nel 1924. Anche in questo caso emerge una testimonianza di un evidente abuso: chi dava il diritto al VITI di cedere, a qualsiasi titolo, una lamina di proprietà esclusiva dello Stato?

Qualcuno ha mai visto questo pezzo?

sinceramente no.

Potresti dirmi l'anno della RIN?

[se non ho sbagliato i conti l'articolo è del 1962, giusto?]

si sa dove sia ora questa impronta/prova?

saluti,

N.

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Guest utente3487
A pagina 222 del volume IX serie quinta LXIII della Rivista italiana di numismatica, l'autore, Carlo Panciera Zoppola, parla di questa lamina, che ritiene probabilmente unica, che riporta in alto la data 14 marzo (per ricordare l'attentato fallito del 14 marzo 1912 contro il re). Venne a suo tempo ceduta all'avv.CELATI dal Cav.VITI Giovanni, incisore presso la Regia Zecca, nel 1924. Anche in questo caso emerge una testimonianza di un evidente abuso: chi dava il diritto al VITI di cedere, a qualsiasi titolo, una lamina di proprietà esclusiva dello Stato?

Qualcuno ha mai visto questo pezzo?

sinceramente no.

Potresti dirmi l'anno della RIN?

[se non ho sbagliato i conti l'articolo è del 1962, giusto?]

si sa dove sia ora questa impronta/prova?

saluti,

N.

RIN del 1961. Piacerebbe anche a me vederla almeno in foto. Ma circa la spiegazione del Panciera Zoppola mi viene oggi da ridere. Con il senno di poi devo dire che potevo far battere in zecca un euro con la data dell'inizio delle indagini. Invece mi limitai a far battere una moneta da un euro su tondello dorato (poi distrutto). Oggi sarebbe stata una rarità come quelle che talvolta appaiono. Questa del cavalier Viti mi puzza infatti di creazione personalizzata...

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Senza entrare nel merito della proprietà del bene, stiamo parlando di quasi 100 anni fa.

Cento anni fa con una condizione socio economica, culturale completamente differente dall'odierna Repubblica. Una concezione del diritto differente.

Nel 1912 in Italia vi era una monarchia. Non credo si possa con gli occhi di oggi giudicare l'operato dei primi del secolo.

Certamente non riesco a trasferire con chiarezza il mio pensiero, stiamo parlando di una azione che oggi viene vissuta come lesa maestà alle istituzioni; un dipendente della zecca che si appropria di un bene dello Stato; quando l'efferato crimine è stato compiuto, non si percepiva la stessa gravità. Questo non lo giustifica, un reato rimane tale indipendentemente dallo spazio temporale, ma veniva percepito in maniera diversa.

Se poi addirittura se l'è fatta fare ... utilizzando la strumentazione di Zecca, nulla mi vieta di poter pensare che egli stesso possa aver portato il metallo per la coniazione in Zecca, che possa aver pagato l'utilizzo dei macchinari, ed a quel punto dov'è il reato ?

Non vi è traccia nella documentazione di Zecca ? ... e di quante altre cose non c'è più traccia in archivio ?

Che i privati portassero il metallo in zecca pagando un agio, e lo trasformassero in moneta sonante, abbiamo ampia dimostrazione sotto Vittorio Emanuele III, limitiamoci solo a questo. Praticamente tutti i 100 lire riformati (dal 1925) sono stati coniati con oro privato o per privati/banche. Non conosco i regolamenti di Zecca approfonditamente come Elledì, anzi non li conosco proprio, ma gran parte dei medesimi hanno dato ampio spazio a interpretazioni alquanto controverse, proprio sulle prove.

Il N.H. Panciera di Zoppola, grande studioso e attivissimo collezionista sino al 1925, formò la terza più importante collezione privata in Italia di ogni tempo, dopo la collezione Reale e la collezione Gavazzi. Collezione che fu dispersa a più riprese, data l'importanza negli anni '70.

L' Avv. Celati, anch'egli formò una importante collezione, e compare con certa frequenza tra acquirenti in aste degli anni '20, soprattutto per le monete di zecche italiane.

Personalmente non ho alcun riferimento per il Cav. Viti, di cui sino a pochi minuti fa ignoravo l'esistenza.

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Guest utente3487

Il N.H. Panciera di Zoppola, grande studioso e attivissimo collezionista sino al 1925, formò la terza più importante collezione privata in Italia di ogni tempo, dopo la collezione Reale e la collezione Gavazzi. Collezione che fu dispersa a più riprese, data l'importanza negli anni '70.

L' Avv. Celati, anch'egli formò una importante collezione, e compare con certa frequenza tra acquirenti in aste degli anni '20, soprattutto per le monete di zecche italiane.

Queste notizie sono testimonianze preziose che meriterebbero ulteriori approfondimenti, perchè altrimenti, tra qualche decennio, (speriamo tanti), :lol: :lol: :lol: :lol: scomparsi tutti noi, nessuno ne avrà mai sentito parlare.

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Non proprio, restano le monete, restano i cartellini, restano i cataloghi . .. .

Ad esempio i cartellini della collezione Panciera (ce ne sono in giro) sono stati stampati ai tempi in tipografia, quasi quadrati con gli angoli arrotondati, e redatti a mano, molto completi in ogni parte; con il riferimento al CNI e tutta la provenienza, oltre che piccole note. In inchiostro blu ed in bella calligrafia (si potrebbe fare la collezione dei soli cartellini!!!)

La collezione Gavazzi invece, un cartellino circolare grande completamente diverso, cui reca solo e quasi esclusivamente il numero di CNI ove disponibile, ed il tipo di moneta. Nulla di più. Poi il riferimento all'inventario della collezione. Nel corso degli anni sono stati modificati, diventano arancioni e di altri colori, e perdono di .... fascino.

Celati, mai visto un cartellino. Mi è capitato di fare acquisti insulsi, assolutamente fuori dal mio interesse per ... il cartellino della moneta (ci vuol poco a farmi su!!). Magari monete da 15 euro con cartellini magnifici, primi '900 scritti a china con una mano da miniaturista, è un delitto un minimo di romanticismo nelle nostre passioni ??

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  • 3 settimane dopo...

A parte il fascino del nome dell' illustre collezionista , il cartellino pre stampato in tipografia risulta piuttosto professionale ma anonimo e simile a tanti altri cartellini piu' recenti degli anni 60-70 di commercianti numismatici

Preferisco questo tutto stilato a penna

post-116-1247739703_thumb.jpg

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Nel corso degli anni ho sempre tenuto i cartellini, ce ne sono alcuni di grande gusto e fascino, altri assolutamente anonimi. Personalmente seguo la traccia della Collezione Zoppola, con un prestampato tipografico ed i dati a mano. Dovessi fare tutto a mano verrebbero "sghembi" e ci metterei davvero tanto tempo a compilarli. Non solo con il prestampato sono ordinati e corretti ed i dati sempre nella medesima sequenza.

Li compilo con

N. progressivo

Stato

Regnante - periodo di sovranità

valore - data - zecca

Note importanti (es. variante o provenienza)

T/

Rarità - Conservazione

Questo sul I lato del cartellino

Leggenda al D/

Leggenda al R/

Peso

Diametro

Asse, verso della leggenda al bordo, metallo.

Referenze (generalmente tre: CNI più testi specializzati per le italiane)

Acquisto (Asta xxx 25, n. 1458) data

costo comprensivo di tutto e mia stima (così se ci lascio le penne l ami agentile Signora non deve diventare matta) anno della stima.

II lato del cartellino

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