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Risposte migliori

Inviato

Questo calco,credo di argilla, mi fa pensare che potesse servire per la fusione

del conio, da raffinarsi poi per portarlo alla perfezione voluta. Se cosi fosse

il lavoro per la confezione del medesimo sarebbe stato molto più semplice

evitando di scolpire il metallo 'in negativo" come si suppone facessero gli

scalptores,in effetti lavorare l'argilla o materiali consimili mi sembra decisamente

meno impegnativo! E' una tesi strampalata? che ne dite?

Allego oltre alla foto del calco anche quella di una moneta simile,

Galerio Massimiano : GENIO IMPERATORIS.

romanus

post-3514-1270042596,99_thumb.jpg

post-3514-1270042614,58_thumb.jpg


Inviato

C'è qualcosa che mi sfugge: se vedo bene il calco è in negativo, quindi l'eventuale conio prodotto per fusione avrebbe l'impronta al positivo, da cui la moneta battuta da quel conio sarebbe di nuovo al negativo. Giusto? Se è così, vedo più probabile un calco fatto direttamente dalla moneta, avente forse come scopo la produzione per fusione di moneta falsa.


Inviato

Giusto! però si sarebbe potuta fare anche in positivo,ancora più facile,

e poi procedere come dicevo sopra.

romanus


Inviato

Giusto! però si sarebbe potuta fare anche in positivo,ancora più facile,

e poi procedere come dicevo sopra.

romanus

quella è solo una conchiglia di fusione per fare monete false.Quello che gli inglesi chiamano un " mould"

Usando questo sistema invece che coniate le monete erano realizzate per fusione. a volte le monete così ottenute non erano fatte per la circolazione interna ma erano monete fabbricate presso i confini per l'uso con le popolazioni confinanti con l'autorizzazione dell'autorità emittente.


  • 1 anno dopo...
  • 2 settimane dopo...
Inviato

Giusto! però si sarebbe potuta fare anche in positivo,ancora più facile,

e poi procedere come dicevo sopra.

romanus

Come già spiegato da Numizmo, quello in oggetto, è uno stampo utilizzato per produrre monete riprodotte per fusione. Monete ottenute con questo metodo e gli stessi stampi sono stati rinvenuti effettivamente nelle zone di confine dell'impero; per questa ragione si suppone che si trattasse di monete di necessità utilizzate esclusivamente in loco sebbene non si può totalmente escluderne anche l'utilizzo fraudolento.

Nel caso specifico postato da romanus la moneta era prodotta singolarmente (la matrice del dritto era accoppiata a quella del rovescio verticalmente o inclinandole leggermente per poi colarvi il metallo fuso) oppure in serie affiancando più matrici (venivano disposte di taglio affiancandole l'una all'altra e legandole tutte insieme per mantenerle unite); abbiamo però anche numerosi esemplari di matrici multiple sulle quali si trovavano più impronte collegate tra loro attraverso un canaletto che sarebbe servito, durante l'operazione di immissione del metallo fuso, per distribuire la massa fluida tra le impronte della matrice. Per ottenere tali matrici si partiva generalmente da monete regolarmente coniate.

Trovo improbabile la scelta di replicare un conio partendo da una fusione perchè il risultato ottenuto sarebbe stato di pessima qualità (ricordiamo sempre che i dettagli con la fusione vanno persi) ed inadeguato alla battitura: il metallo fuso infatti, una volta solido, non è sufficientemente duro per essere utilizzato come conio. Un metallo lavorato meccanicamente invece può raggiungere una discreta durezza grazie al processo di incrudimento cui è sottoposto mediante martellatura e incisione. Per velocizzare l'operazione di incisione dei conii si è però ipotizzato (in qualche caso anche provato) l'utilizzo di punzoni prefabbricati (ad esempio per le lettere delle legende).


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