luke_idk Posted July 28, 2010 Share #1 Posted July 28, 2010 So che se ne è già parlato ampiamente, ma vorrei raccogliere un po' di pareri, relativamente a questi termini che, talvolta, vengono considerati sinonimi (erroneamente, a mio parere) o sono usati, nei cataloghi, in maniera esclusivamente legata al collezionismo...va beh, potreste dirmi che sono cataloghi per collezionisti, in effetti... Dato, però, che i miei interessi (e le mie conoscenze) relativi alle monete non sono legati alla numismatica, bensì ad elementi economici, storici e sociali, vi sottoporrei alcuni parametri, che potrebbero essere sviluppati, per distinguere le due definizioni, con particolare attenzioni alla "rarità", giusto perchè è corretto parlare di ciò che si conosce meglio... Personalmente identificherei la rarità senza ulteriori considerazioni di sorta (sono già parecchie le mie) come un valore ponderato, che tenga conto dei seguenti parametri: tiratura --> rarità inversamente proporzionale; maggiore tiratura = minore rarità numero di utenti finali (numero di abitanti adulti del territorio, all'atto dell'emissione) --> rarità direttamente proporzionale; aumentando gli utenti, la rarità aumenta; in pratica si dovrebbe considerare il rapporto tiratura/popolazione effettiva circolazione ed eventuale tesaurizzazione --> sarebbe necessario introdurre coefficienti che diminuiscano il grado di rarità per le emissioni per collezionisti od immediatamente tesaurizzate monete ritirate ufficialmente --> la rarità aumenta con l'aumentare del numero di monete ritirate coefficiente di dispersione --> in base al valore nominale, al livello dei prezzi, al modulo ed al peso della moneta (forse anche al metallo) alle abitudini della popolazione Altre idee? Naturalmente, sarebbe necessario raccogliere dati statistici, non semplicissimi Solo per la reperibilità, invece, entrerebbero in ballo elementi collezionistici, quali la richiesta di mercato e, soprattutto, il grado di conservazione. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
rick2 Posted July 28, 2010 Share #2 Posted July 28, 2010 secondo me la rarità andrebbe intesa in modo assoluto. cioe in base al numero delle monete esistenti , o stimate. per esempio R5 da 1 a 10 esemplari R4 da 10 a 100 esemplari esistenti R3 da 100 a 1000 R2 da 1000 a 10000 R da 10000 a 100000 NC da 100.000 a 1.000.000 C più di 1.000.000 C2 più di 10.000.000 C3 più di 100.000.000 se no abbiamo situazioni assurde come per esempio le 2 lire del 1927 classificate R2 come le lire di carlo alberto oppure le 5 lire del 1926 classificate come rare il problema stà nella stima del numero dei pezzi. trascurerei anche il problema della rarità in questo grado di conservazione Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
417sonia Posted July 28, 2010 Supporter Share #3 Posted July 28, 2010 Ciao luke Gli indici che hai preso a riferimento sono corretti; non ho altre voci, se non alcune che - comunque - determinano una di quelle che hai già identificato......bell'esercizio ti sei preso :blink: Soprattutto perseguibile solo se consideri l'età contemporanea o moderna (quest'ultima nemmeno tutta); troppi dati "ufficiali" ci vorrebbero, dati che, invece, solitamente mancano per le emissioni un po' vecchiotte. Se ti limiti alle lire repubblicane o al regno (immagino che la tua ricerca interessi l'Italia), qualche dato certo lo puoi recuperare, ma poi? Buon lavoro Luciano Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
luke_idk Posted July 28, 2010 Author Share #4 Posted July 28, 2010 secondo me la rarità andrebbe intesa in modo assoluto. cioe in base al numero delle monete esistenti , o stimate. per esempio R5 da 1 a 10 esemplari R4 da 10 a 100 esemplari esistenti R3 da 100 a 1000 R2 da 1000 a 10000 R da 10000 a 100000 NC da 100.000 a 1.000.000 C più di 1.000.000 C2 più di 10.000.000 C3 più di 100.000.000 se no abbiamo situazioni assurde come per esempio le 2 lire del 1927 classificate R2 come le lire di carlo alberto oppure le 5 lire del 1926 classificate come rare il problema stà nella stima del numero dei pezzi. trascurerei anche il problema della rarità in questo grado di conservazione Questa è, a mio parere, una via di mezzo fra le mie due definizioni o, meglio, una terza definizione. Sicuramente la tua valutazione è più simile alla mia di quanto non lo siano quelle dei cataloghi, però più legata al collezionismo. Una tiratura di 1.000.000 di pezzi per il Lussemburgo è una cosa, per la Germania, un'altra. Poi, ci sono collezionisti di monete lussemburghesi in tutto il mondo.... Da un punto di vista economico la cosa è molto diversa, da un punto di vista collezionistico lo è parzialmente, considerato, ad esempio, che italiani e francesi collezionano preferibilmente monete italiane e francesi Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
luke_idk Posted July 28, 2010 Author Share #5 Posted July 28, 2010 Ciao luke Gli indici che hai preso a riferimento sono corretti; non ho altre voci, se non alcune che - comunque - determinano una di quelle che hai già identificato......bell'esercizio ti sei preso :blink: Soprattutto perseguibile solo se consideri l'età contemporanea o moderna (quest'ultima nemmeno tutta); troppi dati "ufficiali" ci vorrebbero, dati che, invece, solitamente mancano per le emissioni un po' vecchiotte. Se ti limiti alle lire repubblicane o al regno (immagino che la tua ricerca interessi l'Italia), qualche dato certo lo puoi recuperare, ma poi? Buon lavoro Luciano Poi, nulla :D Il mio era, semplicemente, un tentativo di sottoporre alla vostra attenzione definizioni differenti. Praticamente impossibile per monete pre-contemporanee, ma improbabile anche per gli euro, in quanto esistono utilizzatori di primo e secondo livello.... le monete italiane circolano in tutta Europa, ma maggiormente in Italia. Per i coefficienti, che ho indicato, sarebbero necessarie osservazioni, che non sono alla portata di una sola persona. Per quanto riguarda, invece, il rapporto tiratura/popolazione (lo può fare chiunque) avevo già raccolto alcuni semplici dati, ma penso che tutti possano immaginare come i risultati siano nettamente diversi da quelli che sono i gradi di rarità, riportati dai cataloghi. Questa discussione è nata dalla lettura di altri threads, in cui si esprimevano pareri diversi, relativamente ai gradi di rarità di diverse monete ed all'annosa questione, relativa ai gradi di rarità, rapportati alla conservazione. Questa, semplicemente la definirei reperibilità, anzichè rarità. Il mio intento era quello di sottolineare come gli elementi "collezionistici" abbiano preso il sopravvento su quelli economici, che sono alla base della numismatica, a mio parere. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
rick2 Posted July 28, 2010 Share #6 Posted July 28, 2010 si però non puoi avere una moneta in euro battuta in 1.000.000 di esemplari classificata come R e un quattrino di mantova , il più comune di tutti conosciuto in 5.000 esemplari circa classificato come C non ha senso ! l euro lo trovi in tutti i buchi possibili, convegni ebay mercatini , il quattrino magari ti capita di vederlo 5 volte all anno 3 su ebay 1 al convegno e 1 al mercatino Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
bavastro Posted July 28, 2010 Share #7 Posted July 28, 2010 La rarità è certamente legata alla tiratura, ma il discorso è lineare sulle moderne o su quelle emissioni documentate. Per le antiche è diverso. Non conoscendo i documenti di emissione e sapendo che le monete venivano ritirate, per ribatterle con minor titolo, la rarità è basata sulla reperibilità. Ci sono quindi monete moderne che nascono già con una rarità documentata e monete antiche con una rarità teorica attribuita a posteriori, che si corregge man mano che saltan fuori ripostigli. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options... Awards
rick2 Posted July 28, 2010 Share #8 Posted July 28, 2010 La rarità è certamente legata alla tiratura, ma il discorso è lineare sulle moderne o su quelle emissioni documentate. Per le antiche è diverso. Non conoscendo i documenti di emissione e sapendo che le monete venivano ritirate, per ribatterle con minor titolo, la rarità è basata sulla reperibilità. Ci sono quindi monete moderne che nascono già con una rarità documentata e monete antiche con una rarità teorica attribuita a posteriori, che si corregge man mano che saltan fuori ripostigli. corretto , però sulle antiche puoi dedurre la tiratura dal numero di varianti di conio. comunque anche la reperibilità e dura da stabilire Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
luke_idk Posted July 28, 2010 Author Share #9 Posted July 28, 2010 e un quattrino di mantova , il più comune di tutti conosciuto in 5.000 esemplari circa classificato come C in effetti..... Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
luke_idk Posted July 28, 2010 Author Share #10 Posted July 28, 2010 La rarità è certamente legata alla tiratura, ma il discorso è lineare sulle moderne o su quelle emissioni documentate. Per le antiche è diverso. Non conoscendo i documenti di emissione e sapendo che le monete venivano ritirate, per ribatterle con minor titolo, la rarità è basata sulla reperibilità. Ci sono quindi monete moderne che nascono già con una rarità documentata e monete antiche con una rarità teorica attribuita a posteriori, che si corregge man mano che saltan fuori ripostigli. Vero. Mi riferivo alle monete contemporanee Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
EasyCash Posted July 31, 2010 Share #11 Posted July 31, 2010 Non e sottolineo non sono un esperto, bensì un neofita che si sta appassionando da qualche mese all'argomento monete, e vorrei alcuni chiarimenti: il grado di rarità di una moneta ne determina il valore?? Mi spiego: se una moneta coniata in 400.000 esemplari dei quali circa 200.000 girano per le varie aste ha più valore di una moneta della quale si sa il dato ufficiale "tiratura 5.000.000 di pezzi", ma che praticamente non si trova in vendita??? In altri termini, fatte le dovute valutazioni di rarità e reperibilità, funziona anche per le monete il discorso domanda e offerta in un determinato momento temporale e magari (problema quasi superato con le aste on line) in una determinata zona (scusate sono di studi economici.. ;) )? Leggevo su un altro sito ad esempio che il valore da catalogo è puramente indicativo o comunque valido quasi solamente per compravendite in negozio, poiché tra privati, se tu vuoi ciò che è mio lo paghi il prezzo che decido io, con variazioni percentuali anche del 30% sul catalogo a pari conservazione..questo ragionamento fila o è una cavolata?? Grazie a chi risponderà..sperando fin da ora che questo forum sia una buona base di partenza per far diventare ciò che adesso è solo un hobby, una passione vera, Ciao :) Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
luke_idk Posted July 31, 2010 Author Share #12 Posted July 31, 2010 In altri termini, fatte le dovute valutazioni di rarità e reperibilità, funziona anche per le monete il discorso domanda e offerta in un determinato momento temporale e magari (problema quasi superato con le aste on line) in una determinata zona (scusate sono di studi economici.. ;) )? Sì; la rarità, come la intendo io, non determina il prezzo. La reperibilità contribuisce al prezzo (è parte integrate dell'offerta) e, ancor di più, la reperibilità in relazione al grado di conservazione, in quanto incontra, più facilmente, la domanda. Come in tutti i mercati non controllati, poi, i prezzi sono abbondantemente "drogati" da speculazioni e dritti che cercano di truffarti... Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
EasyCash Posted August 1, 2010 Share #13 Posted August 1, 2010 Altra domanda: sempre girando qua e la leggevo che una moneta, meno vale e più il suo valore di vendita si discosterà da quello di catalogo, nel senso che se ho le 5 lire del 1954 con nome incisore a 1mm dal bordo, quotate 8 euro il SPL dal Montenegro, difficilmente le venderò a più di 4 euro, mentre se ho una moneta quotata 10.000 euro, potrei venderla anche a 10.500 ma sicuramente non a 8.000! Potete illuminarmi su questo? Grazie PS: So che sto rischiando di andate OT, ma questa è davvero l'ultima domanda, quindi chiedo cmq scusa e garantisco che poi non disturbo più in questa discussione ;) Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
odjob Posted August 1, 2010 Share #14 Posted August 1, 2010 Salute easy ,il principio di fondo che vale per tutte le monete che si vendono è: una moneta vale quanto rende ;) --Salutoni -odjob Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
luke_idk Posted August 1, 2010 Author Share #15 Posted August 1, 2010 Altra domanda: sempre girando qua e la leggevo che una moneta, meno vale e più il suo valore di vendita si discosterà da quello di catalogo, nel senso che se ho le 5 lire del 1954 con nome incisore a 1mm dal bordo, quotate 8 euro il SPL dal Montenegro, difficilmente le venderò a più di 4 euro, mentre se ho una moneta quotata 10.000 euro, potrei venderla anche a 10.500 ma sicuramente non a 8.000! Potete illuminarmi su questo? Grazie PS: So che sto rischiando di andate OT, ma questa è davvero l'ultima domanda, quindi chiedo cmq scusa e garantisco che poi non disturbo più in questa discussione ;) Prima di tutto, direi che se vendi ad un commerciante è facile non riuscire neppure a recuperare quanto speso, ovviamente. Inoltre, se una moneta è "prezzata" 8 euro, significa che ne circolano diverse e c'è più "concorrenza". Dato che anche tu sei di "studi economici" saprai che la legge della domanda e dell'offerta è un parametro ideale, che non tiene conto di alcune distorsioni... il prezzo lo fa, innanzitutto, il potere di contrattazione.... (non mi addentro, troppo, in spiegazioni, dato che la discussione non è strettamente economica e non voglio annoiare nessuno). Invece, se una moneta è quotata 10.000 euro significa che può avere una domanda più alta dell'offerta, quindi anche un singolo venditore si trova ad avere un buon "potere". Nel caso di "pezzi" più interessanti, infatti, tramite un intermediario, quale una casa d'aste, ad esempio, puoi raggiungere direttamente più acquirenti realmente interessati. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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