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Risposte migliori

Inviato

Ciao a tutti! Mi aiutereste con l' identificazione di questa medievale ?

Peso = 1.10 grammi Diametro = 18.00 mm

Grazie a tutti!

2yw5y7t.jpg

a0dv15.jpg


Inviato (modificato)

Merano - Kreuzer di Enrico ???

almeno dalle ali senza fasce e nei caratteri sembrerebbe di Enrico.

Saluti

Modificato da pazzoxlinter
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Inviato

C'è scritto MEINAR'

Si la scritta MEINARDUS o MEINARDU fù lasciata anche dopo la sua morte, su quasi tutte le monete coniate dai suoi sucessori.

Prendi tutto con le pinze ..... perchè non è la monetazione che seguo.

Aspettiamo qualche esperto.

Saluti

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Inviato

Senza offesa, ma almeno dalle foto più che argento sembrerebbe piombo.

Non sarebbe la prima volta, che si vedono dei falsi d`epoca, cioè riproduzioni in piombo di monete in argento.

ciao


Inviato

dal peso e dal diametro postato dall'utente non credo proprio si tratti di piombo, il peso specifico del piombo è di gran lunga maggiore dell'argento !!

massikx


Inviato

Potrebbe anche essere di Enrico poichè la scritta MAINARDU' fu usata fino a Margareta. Bisogna vedere a che epoca appartiene il simbolo che si trova tra le parole COMES e TIROL. Purtroppo non ho il Rizzolli in ufficio...


Inviato (modificato)

Come mai è rimasto il nome Meinardus anche nelle monete dei suoi successori?

Perchè la concessione di battere moneta era stata data dai vescovi di Trento (o dall'imperatore ?) solo a Mainardo e non agli altri? Perchè era ormai diventata una moneta ricercata e non la si voleva modificare? Qualcuno ha voglia di scrivere due righe per spiegare la cosa?

Modificato da chievolan

Inviato

La moneta è datata dal Rizzolli al periodo 1274 - 1306. Quindi potrebbe essere già postuma poichè Mainardo muore nel 1295. E' un grosso tirolino o zwanziger e corrisponde ai numeri M 110 o M 111 del Rizzolli.

Le monete meranesi di Mainardo II ebbero un enorme successo sia in Italia che in Germania. Sia il grosso aquilino che il grosso tirolino ebbero numerose imitazioni. Mainardo è uno dei grandi personaggi del medioevo e ebbe la fortuna di abbinare una notevole capacità politica a una posizione territoriale molto fortunata. Infatti controllando il passaggio fra Germania e Italia riuscì a creare un forte regno, la Contea del Tirolo. Nel 1274 la contea venne divisa tra Mainardo e suo fratello Alberto II (I) che ricevette la Contea di Gorizia che era titolare dell'avvocatura del Patriarcato di Aquileia. La creatura di Mainardo ha resistito poco alla morte del suo fondatore. L'ultimo grande personaggio della dinastia, Margareta Maultasch, in accordo con i feudatari del Tirolo, lo consegnò nel 1363 (se ben ricordo) agli Asburgo. Più lunga la storia della Contea di Gorizia che si spense nel 1500 insieme all'ultimo conte Leonardo.

Tornando alle monete, probabilmente il diritto alla coniazione fu ottenuto con la forza o addirittura imposto come dato di fatto. Tant'è che le prime emissioni meranesi non portano il nome di Mainardo, ma la legenda COMES TIROL e DE MARANO. Solo dopo la divisione con Alberto II (I), Mainardo mette sulle monete il proprio nome. I grossi tirolini ebbero un successo tale che probabilmente non si volle rischiare di perdere il mercato alla morte di Mainardo. Il suo nome compare ancora ai tempi di Alberto d'Asburgo e scompare definitivamente con Rodolfo d'Asburgo.


Inviato

La moneta è datata dal Rizzolli al periodo 1274 - 1306. Quindi potrebbe essere già postuma poichè Mainardo muore nel 1295. E' un grosso tirolino o zwanziger e corrisponde ai numeri M 110 o M 111 del Rizzolli.

Le monete meranesi di Mainardo II ebbero un enorme successo sia in Italia che in Germania. Sia il grosso aquilino che il grosso tirolino ebbero numerose imitazioni. Mainardo è uno dei grandi personaggi del medioevo e ebbe la fortuna di abbinare una notevole capacità politica a una posizione territoriale molto fortunata. Infatti controllando il passaggio fra Germania e Italia riuscì a creare un forte regno, la Contea del Tirolo. Nel 1274 la contea venne divisa tra Mainardo e suo fratello Alberto II (I) che ricevette la Contea di Gorizia che era titolare dell'avvocatura del Patriarcato di Aquileia. La creatura di Mainardo ha resistito poco alla morte del suo fondatore. L'ultimo grande personaggio della dinastia, Margareta Maultasch, in accordo con i feudatari del Tirolo, lo consegnò nel 1363 (se ben ricordo) agli Asburgo. Più lunga la storia della Contea di Gorizia che si spense nel 1500 insieme all'ultimo conte Leonardo.

Tornando alle monete, probabilmente il diritto alla coniazione fu ottenuto con la forza o addirittura imposto come dato di fatto. Tant'è che le prime emissioni meranesi non portano il nome di Mainardo, ma la legenda COMES TIROL e DE MARANO. Solo dopo la divisione con Alberto II (I), Mainardo mette sulle monete il proprio nome. I grossi tirolini ebbero un successo tale che probabilmente non si volle rischiare di perdere il mercato alla morte di Mainardo. Il suo nome compare ancora ai tempi di Alberto d'Asburgo e scompare definitivamente con Rodolfo d'Asburgo.

Bravo Arka, puoi confermare che la moneta in questione sia stata coniata nel periodo di Enrico ?

Non è il mio campo ..... ma come tutte le monete mi incuriosisce :)

Grazie

Saluti

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Inviato

Enrico fu conte nel periodo 1306 - 1336 e quindi la moneta fu coniata prima. Se ben ricordo i grossi coniati ai suoi tempi presentano l'aquila coperta di piume. Comunque se ti interessano le monete di Merano consiglio l'acquisto dei bei volumi di H. Rizzolli su questa zecca.


Inviato

Enrico fu conte nel periodo 1306 - 1336 e quindi la moneta fu coniata prima. Se ben ricordo i grossi coniati ai suoi tempi presentano l'aquila coperta di piume. Comunque se ti interessano le monete di Merano consiglio l'acquisto dei bei volumi di H. Rizzolli su questa zecca.

Grazie

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Inviato

I grossi tirolini ebbero un successo tale che probabilmente non si volle rischiare di perdere il mercato alla morte di Mainardo. Il suo nome compare ancora ai tempi di Alberto d'Asburgo e scompare definitivamente con Rodolfo d'Asburgo.

......... nonostante le monete continuassero ad essere di buon argento..........., anzi, a volte anche con una percentuale maggiore d'argento (Come quelli di Enrico? Me lo confermate?).


Inviato

I grossi tirolini ebbero un successo tale che probabilmente non si volle rischiare di perdere il mercato alla morte di Mainardo. Il suo nome compare ancora ai tempi di Alberto d'Asburgo e scompare definitivamente con Rodolfo d'Asburgo.

......... nonostante le monete continuassero ad essere di buon argento..........., anzi, a volte anche con una percentuale maggiore d'argento (Come quelli di Enrico? Me lo confermate?).

La qualità dell'argento era ottima, veniva usato l'argento estratto dalle miniere Sud Tirolesi ( non lontano da Merano la miniera Schneeberg - Monteneve ) attiva prima del 1237 data della prima citazione, ma risaputa come già esistente.

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Inviato (modificato)

Mi è venuta in mente una cosa .....

Spesso nelle concessioni di battere moneta, dopo accordi politico-economici, con una autorità come potevano essere, nel caso di Merano, i Vescovi di Trento, si stabiliva una data quantità di marchi d'argento da coniare, ... quella e non di più ....

Non è che magari, assieme a alle coniazioni ufficiali si continuava a battere moneta con la vecchia impronta "di nascosto"?

Solo una idea .............

Modificato da chievolan

Inviato

Mi è venuta in mente una cosa .....

Spesso nelle concessioni di battere moneta, dopo accordi politico-economici, con una autorità come potevano essere, nel caso di Merano, i Vescovi di Trento, si stabiliva una data quantità di marchi d'argento da coniare, ... quella e non di più ....

Non è che magari, assieme a alle coniazioni ufficiali si continuava a battere moneta con la vecchia impronta "di nascosto"?

Solo una idea .............

Credo di si , anzi molto probabile ...... da che mondo è mondo l'uomo + denaro = tentazione.

O no ???

Poi con una miniera a due passi...... anche se sicuramente c'era qualche autorità di controllo vuoi che non "sfuggisse" qualc'osa???

Saluti

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Inviato

Non credo che i vescovi di Trento avessero accesso a informazioni sulla zecca meranese, nè tantomeno che potessero pretendere la corretta applicazione dell'autorizzazione a battere moneta (sempre che ci sia stata).


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