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Armenia Capta


adriapel

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Mi piacerebbe partire da questa moneta di Lucio Vero che rappresenta l'Armenia sconfitta. Nel 163 veniva occupata l'Armenia luogo caldo dell'impero romano. Lucio Vero per mano del suo generale Marco Stazio Prisco invade l'Armenia conquistando la capitale Artaxana. Lucio Vero ricevette il titolo di Armeniaco sebbene egli, più dedito all'arte e alla musica, demandò l'arte della guerra a valenti generali. Ma secondo voi quali sono le monete che celebrano l'Armenia capta?. Lucullo e Pompeo in epoca repubblicana e poi Marco Antonio si occuparono dell'Armenia e poi...............................................??. A voi la cronistoria delle conquiste dell'armenia

Un caro saluto

Adriapel.

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O sul tuo profilo dove in discussioni potresti rintracciare le tue vecchie discussioni oppure con la funzione" cerca" digitando la parola chiave. Comunque io proporrei una prima moneta di armenia capta di Augusto. Ne l21 a.C., Augusto inviò Tiberio in Armenia con lo scopo di conquistare l'Armenia e porre sul trono Tigrane II. Nel contempo i romani instaurarono buoni rapporti con i Parti e questo favorì in Armenia la fazione filoromana. Prima che Tiberio raggiungesse l'Eufrate, Artaxias II (fratello di Tigrane III) e anti romano fu assassinato dai suoi stessi cortigiani. Tiberio entrò in Armenia senza alcuna resistenza e pose solennemente il diadema regale sul capo di Tigrane III. Augusto poté annunziare di aver conquistato l'Armenia, pur astenendosi dall'annetterla.La moneta rispecchia l'abilità politica di Augusto che annuncia la conquista militare dell'Armenia avendola al contrario conquistata politicamente.

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Ciao!

E' difficile fare un riassunto che si limiti alla cronostoria dell'Armenia in epoca romana, coivolta in uno scacchiere più vasto, visti i rapporti con la Parthia ...

Ci provo:

L’Armenia finì sotto la sfera d'influenza dei Romani nel 66 a.C., con le campagne di Lucullo e Pompeo; A causa di ciò, successivamente il regno d'Armenia fu teatro della contesa tra Roma e l'Impero Partico. I Parti costrinsero il regno d'Armenia alla sottomissione dal 47 a.C. al 37 a.C., quando Roma prese il controllo del regno solo per breve tempo. Le campagne di Marco Antonio in Partia furono infatti fallimentari. Non solo non era stato vendicato l'onore di Roma in seguito alla sconfitta subita dal console Marco Licinio Crasso a Carre del 53 a.C., ma le armate romane erano state battute nuovamente in territorio nemico e la stessa Armenia era entrata nella sfera di influenza romana solo per poco tempo.

Al termine del 21 a.C., Augusto ordinò al figliastro Tiberio di partire verso la Parthia per recuperare le insegne militare perse a Carre. I rapporti di amicizia poco dopo furono instaurati da Roma con i Parti favorirono, il partito filoromano della vicina Armenia, e prima che Tiberio raggiungesse l'Eufrate, Artaxias II fu assassinato dai suoi stessi cortigiani. Tiberio, entrato nel paese senza incontrare resistenza ed in presenza delle legioni, pose solennemente il diadema regale sul capo di Tigrane III, ed Augusto poté annunziare di aver conquistato l'Armenia, pur astenendosi dall'annetterla.

Tiberio nel 18 inviò il figlio adottivo, Germanico, che fu insignito dell'imperium proconsolaris maius su tutte le province orientali, con il compito di ristabilire l’ordine nella regione armenica.

34 d.C. : Il re Artabano II di Partia pose il figlio Arsace sul trono di Armenia dopo la morte di Artaxias. Tiberio, allora, decise di inviare Tiridate, discendente della dinastia arsacide tenuto in ostaggio a Roma, a contendere il trono partico ad Artabano, e sostenne l'insediamento di Mitridate, fratello del re di Iberia, sul trono di Armenia.

Morto Tiberio nel 37, i Parti riuscirono a costringere ancora un volta l'Armenia a sottomettersi… sembra che i Romani nel 47 ottennero nuovamente il controllo del regno, a cui offrirono lo status di cliente.

Nel 58 d.C. Nerone, preoccupato dal fatto che il re della Partia, Vologese I, avesse posto sul trono del regno d'Armenia il proprio fratello Tiridate, decise di inviare un suo valente generale, Gneo Domizio Corbulone. Nel 62, in seguito ad una nuova crisi e Corbulone fu costretto ad intervenire.

Nel 113 Traiano decise di procedere all'invasione del regno dei Parti. Il motivo era la necessità di ripristinare sul trono d'Armenia un re che non fosse un fantoccio nelle mani del re parto. E così l'Armenia fu invasa nuovamente dall'esercito comandato dall'imperatore Traiano nel 114. Le sue armate proseguirono poi da settentrione fino in Media ad est, ed in Mesopotamia settentrionale. L'Armenia fu, quindi, ordinata in provincia romana dall'imperatore e rimase tale fino alla sua morte (117), quando fu abbandonata dal successore Adriano.

Sappiamo anche che negli anni 141-143 l'imperatore Antonino Pio, padre adottivo dei futuri imperatori Marco Aurelio e Lucio Vero, pose sul trono d'Armenia un nuovo re filo-romano, Soemo.

Il governatore della Cappadocia, Severiano, si mosse allora con l'esercito in Armenia, ma fu sconfitto ad Elegeia poco ad est dell'Eufrate. Le campagne militari che seguirono, condotte dal fratello di Marco Aurelio, Lucio Vero, portarono però all'annessione del regno all'impero romano insieme alla Mesopotamia settentrionale (161).

Sotto Alessandro Severo i Romani organizzarono una spedizione, col supporto del regno d'Armenia, e invasero la Media (oggi Hamadan, Iran) nel 232 puntando alla capitale Ctesifonte, già diverse volte catturata al tempo dei Parti.

Nel 244, dopo la sconfitta romana subita a Mesiche, non lontano da Ctesifonte, da parte di Sapore I e la morte di Gordiano III, il nuovo imperatore Filippo l'Arabo, per ottenere la pace da Sapore ritirando l’esercito dai domini orientali. Sembra però che il regno d'Armenia rimase ancora nella sfera di influenza romana, almeno fino alla morte del suo re, Cosroe II di Armenia.

I Romani riuscirono a riconquistare il regno d'Armenia al termine di alcuni anni di guerra (296-298) ai tempi di Diocleziano (augusto) e Galerio (cesare). La Mesopotamia tornò, anch'essa, sotto il controllo romano (la frontiera fu spostata fino al Khabour, al Tigri, passando per il Djebel Sindjar mentre l'Armenia fu riconosciuta protettorato romano).

Sotto il re cristiano Tiridate III di Armenia, la maggior parte del regno si era convertita al cristianesimo. Ma nel 334 il re armeno fu fatto prigioniero e condotto in Persia, costringendo gli Armeni ad invocare l'aiuto di Costantino I. Quest'ultimo scrisse al grande re Sapore II, il quale al termine di una lunga trattativa, decise di annettere l'Armenia e mise sotto minaccia la vicina provincia romana di Mesopotamia. Costantino fu così costretto a prepararsi per la grande guerra contro la Persia, a partire dalla fine del 336. Gli anni seguenti furono difficili anni di guerra tra i due imperi: da una parte Costanzo II, dall'altre Sapore II. I confini alla fine rimasero relativamente stabili, con avanzate e ritirate ora dell'uno ora dell'altro, almeno fino alla campagna sasanide di Giuliano del 363.

Dopo la campagna contro i Persiani di Giuliano, e la sua morte avvenuta nel 363, il nuovo imperatore, Gioviano, firmò con Sapore II un trattato che garantì ai Sasanidi forti guadagni territoriali. Successivamente Sapore rivolse la propria attenzione all'Armenia, da lungo tempo contesa ai Romani. La nobiltà armena si oppose all'invasione e prese contatto con i Romani, che inviarono il re Papa, figlio di Arsace III, in Armenia. Sull'orlo di una nuova guerra, l'imperatore Valente decise di sacrificare Papa, facendolo assassinare a Tarso, dove si era rifugiato, dal generale Traiano (374).

Nel 384 il regno d'Armenia venne alla fine separato in due regioni, quella occidentale sotto l'Impero romano d'Oriente, e quella orientale venne affidata ai Sasanidi. La regione occidentale divenne una provincia dell'Impero Romano con il nome di Armenia Minor.

Nel 422-423 l'imperatore d'Oriente, Teodosio II, inviò un forte contingente militare in Armenia, da sempre contesa dalle due potenze confinati, al comando del magister militum praesentalis Ardaburio, il quale sconfisse il comandante persiano Narsehi e procedette al saccheggio della provincia dell'Arzanene e all'assedio della fortezza frontaliera di Nisibis. Alla fine Ardaburio sconfisse un nuovo contingente sasanide e ad imporre la pace al sovrano sasanide (423).

Nella Tarda antichità, intorno al 535/536 le province in cui era suddivisa l'Armenia vennero riorganizzate dall'Imperatore Giustiniano. Giustiniano suddivise l'Armenia in quattro province:

• Armenia I, governata da un proconsole. Comprendeva quattro città della vecchia Armenia I (Teodosiopoli, Satala, Nicopoli e Colonea) e due città del vecchio Ponto Polemoniaco. La città di Leontopoli ricevette l'onore di essere chiamata con il nome dell'imperatore e di venire elevata al rango di metropoli.

• Armenia II, governata da un praeses. Corrispondeva pressappoco alla vecchia Armenia I, con alcune città in passato appartenenti al Ponto.

• Armenia III, governata da un comes Iustinianus con poteri sia civili che militari. Corrispondeva pressappoco alla vecchia Armenia II e comprendeva, tra le altre, le città di Melitene e Arabisso.

• Armenia IV, governata da un console. Comprendeva i territori oltre l'Eufrate ed era stata governata prima di allora da satrapi nativi. La sua metropoli era Martiropoli.

Da una rapida ricerca (chiave ARMENI*), gli imperatori che emisero monete con legenda dedicatoria all’Armenia sono 5:

Augustus 27 BC - 14 AD A.D.

Antoninus Pius 138-161 A.D.

Trajan 98-117 A.D.

Marcus Aurelius 161-180 A.D.

Lucius Verus 161-169 A.D.

Augustus. 27 BC-AD 14. AV Aureus (8.04 g, 12h). Pergamum mint. Struck 19 BC. AVGVSTVS, bare head right / ARMENIA above, CAPTA in exergue, Victory, draped, wings spread, kneeling right on the back of a bull, recumbent on ground right, grasping the bull’s head and turning its horns. RIC I 514; Calicó 160 (this coin illustrated); BMCRE 671 = BMCRR East 308; BN 977-8; Biaggi 82 (this coin). Good VF, a few minor field marks. Very rare.

ANTONINUS PIUS. 138-161 AD. Æ Sestertius (23.48 gm). Struck 140-144 AD. Laureate head right / REX ARMENIIS DATVS, Pius standing left, holding roll and placing hand on head of Armenian king, who raises hand to adjust tiara. RIC III 619; BMCRE 1273; Cohen 686. VF, light brown patina, minor spots of porosity, hairline flan crack. Rare.

TRAJANUS, 98-117.

d = 34 mm

Sesterz, 116 IMP CAES NER TRAIANO OPTIMO AVG GER DAC PM TR P COS VI PARTHICO PP Drap. Bust L. nr Rv. ARMENIA ET Mesopotamia IN POTESTATEM PR REDACTAE / SC Traian, in military dress, head-standing, head no, holding in his left Parazonium, in the right spear at his feet l. the no bearing river god Euphrates, reed plant in his left hand, the r . Elbow resting on a source vessel; r. with hands tied behind his back, nl Armenia seated behind her with the perennial reed in his right nl sitting Tigris river god, the l. elbow rests on a source vessel. 27.06 g. BMC 221, 1033rd RIC 289, 642nd 39th C. Strack I, 472 (this copy mentioned). Hill 149, 734th F. Imhoof-Blumer, river and sea gods in Greek and Roman coins, SNR 23 (1923, posthumous publication by A. Engel), 387, 528 (this copy mentioned Reproduced. Tf at 16, 16). Very rare. Dark, black-olive patina, slightly smoothed.

Marcus Aurelius Augustus, 161-180

d=43 mm

Medallion 163-164, æ 47.07 g. M AVREL ANTONINVS AVG P M IMP II TR P XVIII COS III Laureate head r. Rev. Marcus Aurelius, togate, standing l., presenting Lucius Verus, standing r. and holding parazonium in l. hand, with small Victory holding wreath and trophy. Behind Aurelius, two male figures of which the outer most, togate, holds a spear. Behind Verus, four figures, of which one is at his side and looks at him, another is the background and holds standard and two are behind him, one togate holds a shield and the farthermost is barely visible.

Apparently unique and unpublished and undoubtedly one of the finest bronze medallions in existence. Perfectly struck in high relief on a very large flan with a bold portrait and an incredibly well detailed reverse composition. Untouched dark green patina and good extremely fine

The workmanship of this medallion is not only pleasing to the eye, but is worthy of careful study, for the reverse is engraved with a technique that could only be employed by an artist of remarkable talent. The artist of this reverse die created a multi-layered scene by engraving the figures on different planes, thus giving the illusion of far greater depth than can literally exist on a piece of this scale. It is a brilliant work of art on every level: style, composition, invention and technique. The emperors Marcus Aurelius and Lucius Verus occupy the highest-relief plane, with two other principal figures existing within the second plane, followed by four additional figures, each cut in ever-finer gradations of shallower relief. Indeed, two of the soldiers are cut in such low relief that only portions of their bodies are visible; the soldier behind Verus, who occupies the shallowest plane of all, is represented only by his head and the standard he carries. The technique of layering the figures is given even greater impact because all of the main figures are shown at slight angles so that each, individually, appears in three dimensions within their own plane. The cumulative effect of these two techniques is remarkable, and it could only have been achieved by an artist of the highest caliber. The context of the scene is clearly militant, and it is worth noting that Marcus Aurelius is togate and Lucius Verus is dressed in campaign garb. Considering the date of the medallion, we should see it as a reflection of Verus’ ongoing war against the Parthians and, more specifically, his conquest of Armenia. Since the globe the emperors hold has a Nike who faces Marcus Aurelius and holds a trophy of arms, there is no doubt it represents Verus delivering a victory to Marcus Aurelius.

Lucius Verus, 161-169 A.D.

Aureus, 163-4 A.D. Rome. Laureate, draped and cuirassed bust r.; .L.VERVS AVG ARMENIACVS. Rv. Victory standing r. supporting shield inscribed VIC.AVG. on palm tree; TRP IIII.IMP II COS II. 7.25 grams. RIC 525, Cal.2177. Magnificent, high-relief portrait in vivid detail. F.D.C. (15,000-17,500)

With the collapse of the peace with Parthia which Antoninus Pius negotiated late in his reign, Verus was sent to defend Rome's eastern territories, arriving in Antioch in 163 A.D. Once there, some historians present a picture of Verus disporting himself in the groves of Daphne enjoying a licentious bacchanal while the war was relegated to his generals. Others project a less jaundiced view. One, though, must lean toward the belief that Verus - whether a sybarite or not -- was an able commander. The Parthians were driven from Armenia, Syria was recovered and Mesopotamia and Media occupied. The reverse of this coin celebrates the august victories in the Eastern campaign and presages more.

Spero di esserci riuscito!

Ciao

Illyricum

:)

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Lavoro semplicemente ottimo, ex concittadino austro-ungarico :) .

Se poi non sbaglio, dopo secoli e secoli di tira-molla, le ondate selgiuchidi fermarono ogni progetto bizantino di riconquista, ma la popolazione cristiana armena provò a resistere, per poi abbandonare in parte la regione per la Cilicia. La stessa Teodosiopoli passò di mano in mano araba nel 601, tornata in mano bizantina nel 949, fino alla sconfitta di Manzicerta (1071).

Insomma, l' Armenia è stata regione contesa per una decina di secoli.

Saluti,

Fuf.

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Veramente un chiaro riassunto storico caro Illyricum65, che ci fà comprendere le vicende complesse dell'Armenia stato cuscinetto tra la Persia e l'Impero romano. Come stato cuscinetto era strategicamente importante per Roma. Dal tuo dettagliato resoconto mi sembra di intendere che Traiano fu il solo a dichiarare l'Armenia provincia romana quindi con il controllo diretto di Roma mentre e precedenti o successivi imperatori hanno cercato di eleggere sempre re fantocci nelle mani della stessa roma. La monetazione di Traiano è veramente bella e il stesterzio di Traiano con l'Armenia e la Mesopotamia distesa è veramente bello. L'avete visto in qualche asta? e quale è la quotazione del BB?

Un caro saluto

Adriapel

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La monetazione di Traiano è veramente bella e il stesterzio di Traiano con l'Armenia e la Mesopotamia distesa è veramente bello. L'avete visto in qualche asta?

Basta che metti la legenda su Google e trovi qualche confronto.

Te ne segnalo 3:

Il primo è da Tintinna.

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Modificato da Illyricum65
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Poi c'è questo, andato in asta per Artemide Asta con un "Buy it now" a 2000€...

Ed un terzo su Coinarchives, andato per 190 USD il 15 settembre (stima 200 USD).

Così, per darti un'idea.

Ciao

Illyricum

:)

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