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Monnaies à la croix


stuyvesant

Risposte migliori

ciao a tutti, ho questa monetina che dovrebbe essere velocassiana,qualcuno ha idea di dove posso trovare la monetazione dei velocassi?

grazie

dsc0786q.jpg

dsc0787c.jpg

3.5 gr.

16mm

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La monetina, per quanto un po' malridotta, è identificabile come un'imitazione prodotta in Gallia Narbonese o in Aquitania della dracma di Rhoda (colonia greca nella Francia sud-occidentale), una delle cosiddette "monnaies à la croix".

La attribuzioni sono abbastanza aleatorie, i dati di rinvenimento abbastanza contradditori, e le notizie storiche sui popoli di quella zona della Gallia piuttosto parziali (la maggior parte delle informazioni ci provengono dai Commentarii di Cesare, che si concentra su quella parte della Gallia oggetto delle sue campagne, tralasciando le aree già soggette a Roma e le aree periferiche).

Un testo classico, piuttosto vecchio, totalmente opinabile per alcuni aspetti (le tecniche di fabbricazione, uno per tutti), ma con una presentazione estremamente ampia e documentata dei materiali è la monografia di George Savès, Les monnaies gauloises "à la croix", Toulouse 1976. Nonostante l'età è reperibile senza particolari difficoltà, in Francia.

Esistono testi più recenti (Depeyrot, l'"Atlas") che però a mio avviso non aggiungono molto. Anzi.

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Urca...

Già non sarebbe male riconoscerla con precisione, datarla poi...

Proviamo ad inquadrarla, se non proprio a datarla.

Di Rhoda si sa poco: colonia greca nella Gallia meridionale (probabilmente in territorio attualmente spagnolo), saccheggiata da M. Porcio Catone nel 197 a.C.

Emette, probabilmente tra il 230 ed il 237 a.C. una dracma (o didracma) di 4.90 g, che produrrà un'infinità di imitazioni da parte delle popolazioni galliche vicine.

Il rovescio dell'originale mostra una corolla di rosa (riferimento al nome della città) divisa in quattro petali. I segni che dividono i petali diverranno la "croce" delle "monnaies à la croix", come vengono comunemente definite le imitazioni celtiche.

Croce da non confondere con quella che caratterizza il rovescio, a volte con esiti piuttosto simili, di denominazioni più leggere che imitano l'obolo Massaliota: in quel caso il modello è una ruota e non una rosa.

Le prime imitazioni (di origine probabilmente spagnola) con peso analogo all'originale, sono probabilmente contemporanee o quasi alle emissioni di Rhoda.

Successivamente il peso si attesta prima sui 4 g, quindi sui 3.5-3.7g., per poi scendere a attorno 2.2g.

Contemporaneamente al calo ponderale si assiste ad una progressiva differenziazione dei tipi, nonchè ad una mutazione nella tecnica di fabbricazione del tondello, che diviene quadrangolare, tagliato con cesoie e scalpelli da barre appiattite o da lastre d'argento.

E veniamo alla monetina: stando al peso, alla forma del tondello, e a quel che si vede del rovescio si può ricondurre alle prime imitazioni galliche.

Per quanto concerne la datazione anche in questo caso pesa la spada di Damocle dell'egemonia "arvergne" (vedi post sui pezzi dei Cavares al cavallo al galoppo e legenda in caratteri nord-etruschi) che sostiene la teoria della datazione "bassa", post 121 sec. a.C, o più decisamente I sec. a.C., fatta propria da tanti numismatici francesi.

Anzi, proprio in difesa della cronologia bassa di queste serie Colbert de Beaulieu pubblica un articolo nel 1974 riaffermando la tesi dell'egemonia ("Le numéraire des Volcae Tectosages et l'hégémonie arverne").

Al contrario gli spagnoli (Villaronga in testa) datano l'inizio di queste emissioni alla seconda guerra punica.

Volendo sparare la mia, se il peso che hai indicato è esatto, azzarderei la prima metà del II sec, forse più verso la metà del secolo che l'inizio.

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Nei campi si trova un po' di tutto. Spessissimo dei crescenti che richiamano il contorno dei petali del prototipo o delle prime imitazioni ispaniche:

Rhoda_coins_5th_1st_century_BCE.jpg

Dracma di Rhoda, BN Parigi

Oltre ai crescenti, possono essere presenti i segni geometrici più disparati: punti, ovuli, triskeles, strani affari a forma di bretzel, ecc.

In parecchi tipi nel quadrante inferiore sinistro compare un'ascia, più o meno stilizzata.

E' i caso della tua monetina. Se la giri di 180° gradi rispetto al'immagine postata, ti ritroverai nel quadrante inferiore sinistro un'ascia, resa con uno stile linearistico, il ferro rappresentato dal solo contorno, l'estremità superiore del manico sormontata da un punto.

Modificato da g.aulisio
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