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Elefanti.


gpittini

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DE GREGE EPICURI

Addomesticato, ma mai interamente. Capace di aggressività improvvisa e di rabbia omicida. Dotato di memoria stupefacente, dettagliata e a volte maligna.Imponente e massiccio più di ogni altro animale terrestre vivente. Longevo in modo leggendario, tanto da diventare simbolo di eternità. Coinvolto dall'uomo come macchina da guerra viva, addirittura dal 1000 a.C. (così alcuni documenti in sanscrito). La prima battaglia importante ricordata in Occidente con la presenza di elefanti (da parte persiana) fu quella di Gaugamela, del 331 a.C.: ma Alessandro ebbe la meglio nonostante i pachidermi; lo stesso Alessandro ricordò poi i suoi scontri col Re Poro (seguiti, pare, da sincera amicizia) con una moneta d'argento raffigurante un elefante da battaglia. Troviamo poi numerosi elefanti nella battaglia di Eraclea (280 a.C.), vinta dai tarantino-epiroti di Pirro contro i romani, che ancora non conoscevano le modalità di difesa da questi "carri armati dell'antichità"

L'elefante ha sempre colpito la fantasia degli antichi; per greci e romani era comunque un animale esotico, conosciuto tardi e circonfuso da un'aria di mistero. La sua rappresentazione sulle monete è stata riferita in prevalenza al ruolo bellico, ma nelle coniazioni di area greca la sua presenza è rara: oltre alla moneta di Alessandro, ricordo quella di bronzo in territorio etrusco (Arezzo: testa di africano/elefante), e le numerose monete puniche di Cartagine, di cui purtroppo non ho immagini: qualcuno è in grado di postarle? A Roma, l'elefante appare sulle monete a grande distanza dalle guerre puniche, ma in riferimento ad esse. Si dice che Annibale ne avesse fatti transitare 37 dalle Alpi, ma morirono tutti di freddo tranne uno solo. I Metelli della Gens Caecilia utilizzarono poi l'immagine dell'elefante per ricordare l'antenato Metello che aveva combattuto i cartaginesi ed era stato vittorioso in Sicilia nel 251 a.C. I denari repubblicani in questione sono due: uno del 81 a.C. per Q.Caec. Metellus, ed uno del 47-46 a.C. per Q.Caec. Metellus Pius Scipio, che vi mostro.

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Modificato da gpittini
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Ed ecco il famoso denario di Cesare, del 49-48 a.C., su cui non mi soffermo. Ricordo solo che al D quello che veniva considerato un serpente "calpestato dall'elefante" (Cesare che calpesta i suoi nemici? I galli od i nemici interni?), oggi è ritenuto essere un corno celtico di guerra (carnyx). Cesare a Tapso, nel 46 a.C., riuscì a resistere bene agli elefanti: i suoi legionari si protessero con assi di legno, e colpirono poi alle zampe i pachidermi. La Legio V (Alaudae) assunse poi anche il simbolo dell'elefante.

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Segue il sesterzio di Tiberio emesso in memoria di Augusto, in cui gli elefanti invece richiamano l'eternità e la divinizzazione (DIVO AUGUSTO SPQR); sono in quadriga, così come compariranno per Faustina.

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Concludo con DIVA FAUSTINA; fra le sue tante monete di consacrazione, questa è la più rara e una delle più fascinose. Anche qui gli elefanti, di longevità leggendaria, alludono alla immortalità dell'imperatrice divinizzata. E poi la serie non è finita: Antonino il Pio rappresenta un elefante in un asse MUNIFICENTIA, e Filippo l'Arabo lo rappresenta nelle emissioni del Millenario di Roma...

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Salve Gianfranco. Bella ed interessante questa discussione. :)

Mi riallaccio alla concezione della divinizzazione imperiale con gli elefanti mettendo in evidenza questo ottimo tondello:

AE Sesterzio coniato da Commodo per M. Aurelio intorno al 180 d.C., dalla zecca di Roma.

D/ DIVVS M ANTONINVS PIUS, testa nuda a destra.

R/ CONSECRATIO, Marco Aurelio che regge una Vittoria assiso in trono sotto un baldacchino su quadriga trainata da quattro elefanti coi relativi mahout. In esergo S-C.

Rif.: RIC III 661 (Commodus); BMCRE 397 (Commodus); Cohen 95.

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Continuando col succitato Filippo l'Arabo abbiamo ancora un paio di elefanti messi in relazione all'Eternità:

1) AE Dupondio della zecca di Roma battuto intorno al 248 d.C.

D/ IMP M IVL PHILIPPVS AVG, busto radiato, corazzato e drappeggiato a destra.

R/ AETERNITAS AVGG, Elefante andante a sinistra con mahout in groppa. In esergo S-C.

Rif.: RIC 167c; Cohen 20.

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Complimenti, discussione bella ed interessante; allego le foto di due bronzi di Antonino pio (purtroppo il sito da dove ho preso le foto non dava maggiori riferimenti.

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2) AE Sesterzio coniato a Roma intorno al 248 d.C.

D/ IMP M IVL PHILIPPVS AVG, busto laureato e drappeggiato a destra.

R/ AETERNITAS AVGG, Elefante andante a sinistra con mahout in groppa. In esergo S-C.

Rif.: RIC 167a, Cohen 18.

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Sesterzio simile al primo proposto da Caio Ottavio, coniato da Tito dopo la divinizzazione del padre Vespasiano.

Rappresenta la statua di Vespasiano seduta con scettro e Vittoria su un carro trainato da quattro elefanti con cavaliere (R.I.C.2 257 R - Titus).

Proviene da Asta Artemide.

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3) AR Antoniniano coniato a Roma intorno al 248-249 d.C.

D/ IMP PHILIPPVS AVG, busto radiato, drappeggiato e corazzato a destra.

R/ AETERNITAS AVGG, Elefante andante a sinistra con mahout in groppa.

Rif.: RIC IV/III 58, Cohen V 17

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Staff

Interessantissima discussione Gianfranco!

Al tuo ottimo resoconto inserisco una parte.

Prima delle guerre puniche i "buoi lucani" calpestarono il suolo italico portati da Pirro e non passarono di certo inosservati agli occhi dei romani

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http://www.britishmuseum.org/explore/highlights/highlight_objects/cm/a/aes_signatum_or_money_ingot.aspx

Per quanto riguarda le emissioni puniche ecco alcuni esempi:

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http://www.acsearch.info/record.html?id=239123

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http://www.acsearch.info/record.html?id=9800

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http://www.acsearch.info/record.html?id=24209

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Awards

Ecco la moneta a cui si faceva riferimento nel primo post:

AR denario, zecca dell'Italia Settentrionale battuto intorno all'81 a.C.

D/ Testa diademata della Pietas a destra con capigliatura acconciata in un nodo dietro la nuca. Davanti una cicogna.

R/ Elefante che avanza a sinistra con sonaglio al collo. In esergo Q.C.M.P.I.

Rif.: Crawford 374/1, Sydenham 750.

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In questo caso l'elefante è il simbolo caratteristico della gens Cecilia, in quanto ricorda la cattura degli elefanti militari di Asdrubale nel 252 a.C. da parte dell'antenato a nome L. Cecilio Metello.

Modificato da Caio Ottavio
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L'altra:

AR denario coniato intorno al 47-46 a.C. da Q. Cecilio Metello Scipione Pio.

D/ Q·METEL PIVS, busto laureato di Giove a destra.

R/ SCIPIO, sopra, IMP., in esergo, Elefante andante a destra.

Rif.: Babelon Caecilia 47. Sydenham 1046. Sear Imperators 45. Crawford 459/1.

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Modificato da Caio Ottavio
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Complimenti sinceri per la bella ed interessante discussione :)

Gli elefanti sono stati degli animali che avevano scosso nel profondo l'emotività dei romani, sia per la loro mole immensa che era stata utilizzata come macchina da guerra che per la loro presenza maestosa che fungeva da eclatante scenografia per i trionfi romani dei generali vittoriosi.

I romani li amavano anche per l'apprezzatissimo avorio che utilizzavano per preziosi monili, per gli intarsi ed anche per fare delle protesi dentarie.

Posto l'immagine di un capolavoro non propriamente romano visto che è del VI secolo, ma è così bello che sono certo andrà a beneficio di un'occhiata compiaciuta :)

post-3690-0-58742600-1318881954_thumb.jp

Enrico :)

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Staff

Vi segnalo questo interessante pdf:

Gli elefanti si radunano presso il fiume Amilo.pdf

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Awards

Grazie, Rapax, per questo interessante file :)

Aggiungo una piccola curiosità circa l'impiego degli elefanti come "macchine da guerra". Tali animali avevano scosso molto i soldati romani che li vedevano per la prima volta, ma furono molto abili a trovare il modo per sconfiggerli. I romani avevano notato infatti che gli elefanti non tolleravano i rumori assordanti ed impiegarono così delle trombe squillanti che facevano suonare all'impazzata mentre molti soldati urlavano in contemporanea. Tale frastuono faceva imbizzarrire le bestie che poi si rivoltavano contro i soldati stessi che li guidavano.

Enrico :)

Modificato da minerva
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Grazie, Rapax, per questo interessante file :)

Aggiungo una piccola curiosità circa l'impiego degli elefanti come "macchine da guerra". Tali animali avevano scosso molto i soldati romani che li vedevano per la prima volta, ma furono molto abili a trovare il modo per sconfiggerli. I romani avevano notato infatti che gli elefanti non tolleravano i rumori assordanti ed impiegarono così delle trombe squillanti che facevano suonare all'impazzata mentre molti soldati urlavano in contemporanea. Tale frastuono faceva imbizzarrire le bestie che poi si rivoltavano contro i soldati stessi che li guidavano.

Enrico :)

Davvero interessante questa curiosità, Enrico; grazie.

I romani ne sapevano una più del diavolo. :o

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  • 10 anni dopo...

Come sempre un interessante discussione storico-numismatica!! Complimenti a tutti!! 

Dopotutto l elefante è un po come il leone, imponente, maestoso, forte e simbolo di virilità.  Non sorprende che gli antichi lo guardasse con ammirazione e timore; un rispetto che avrebbe dovuto continuare anche ai giorni nostri.

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