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Macuquinas. Monete coloniali spagnole.


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Questo studio sulle macuquinas l'ho inserito in una discussione di richiesta di valutazione.

Poichè a qualcuno è piaciuto, e per evitare che passi inosservato nella sua attuale collocazione lo trasferisco in questa, aggiungendo qualche foto delle monete di cui si tratta.

Ho tradotto, riveduto e adattato alcuni testi inglesi e spagnoli.

Macuquinas- Monete coloniali spagnole

(1572-1773)

Ad ogni nuova scoperta di depositi d’argento nelle colonie del Sud America seguiva la pressante richiesta di trasferire il metallo in Spagna il più rapidamente possibile.

Per farlo, regnante Filippo II, le zecche produssero monete chiamate “macuquinas” dagli spagnoli ( “cobs” nei paesi di lingua inglese). Esistono diverse opinioni sull’origine della parola, una sostiene che potrebbe derivare dall’arabo “Machuch” cioè “Approvato” un’altra che proviene da “macaco” con riferimento alla bruttezza delle monete.

Erano fabbricate in modo rudimentale, di peso uguale ma solo in teoria, non in pratica. Su tondelli improvvisati di spessore e grandezza irregolari, con punzone e colpo di martello, venivano impresse le due facce della moneta che pertanto apparivano solo parzialmente. Se il peso eccedeva il saggiatore ne ritagliava con le cesoie il contorno, spesso sfigurando ulteriormente la moneta.

Lo scopo era quello di poter trasportare con facilità questa produzione in Spagna dove veniva rifusa per trasformarla in gioielli, monete di miglior fattura o lingotti. Molte arrivarono nelle colonie inglesi dove furono utilizzate come moneta commerciale e spesso furono anche falsificate riducendone il peso ed il contenuto. A Boston furono fuse per creare le monete d’argento del Massachusetts .

Furono coniate Macuquinas da uno, due, quattro e otto reales ( circa grammi 3,40 – 6,80 – 13,70 – 27,50) durante il regno di Filippo II (1556/1598) e Filippo III (1598/1621) . Una moneta da mezzo real fu aggiunta da Filippo IV ( 1621/1665). La coniazione continuò con Carlo II (1665-1700), Filippo V (1700-1724 e 1725-1746), Luis I (1725), Ferdinando VI (1746-1759) e Carlo III (1759-1788).

Il diritto mostra lo stemma coronato d’Asburgo con il segno di zecca e le iniziali del saggiatore a sinistra e il valore in Reales a destra. La legenda, spesso invisibile, con il nome del regnante e DEI GRATIA.

Al rovescio lo stemma di Castiglia e Lèon inquartato, simile a quello delle monete d’argento di Carlo & Giovanna ma con le linee di divisione più marcate a formare una croce con castello e leone nei quadranti. Legenda: REX HISPANIARVM ET INDIARVM . Dal 1600 molte monete riportano anche la data aggiunta al diritto ma anch’essa è spesso illeggibile.

(segue)

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(2)

Su tutte le macuquinas vediamo lo stemma d'Asburgo. Esaminiamolo nei particolari:

Nel quarto in alto a sinistra: Castilla y Lèon

Nel quarto in alto a destra (bipartito): a sinistra : Aragona , a destra : Napoli e Sicilia.

Nel quarto in basso a sinistra ( bipartito orizzontale): in alto : Austria, in basso : Antica Borgogna.

Nel quarto in basso a destra ( " ): in alto :Nuova Borgogna, in basso : Brabante.

La metà inferiore è caricata di scudetto bipartito con a sinistra : Fiandre, e a destra: Tirolo.

(segue)

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(3)

Ci furono zecche spagnole a Città del Messico, Santo Domingo( coniò solo monete a nome Carlos y Juana ,non macuquinas) ,Lima, Potosì, Santa Fe, Cartagena, La Plata, e Panamà.

Datare e localizzare una moneta può essere molto difficoltoso. Se le iniziali di un saggiatore sono leggibili e la zecca è nota, la data può essere stabilita con una certa approssimazione conoscendo gli anni in cui il saggiatore era attivo in quella zecca. Alcuni dettagli dello stemma al diritto sono diversi per ogni regnante e questo permette l’attribuzione della moneta ad un determinato periodo. Anche la croce del rovescio può aiutare: Una croce con un globetto alle estremità è caratteristica della zecca messicana. Sellschopp ha identificato, dai punzoni usati per lo stemma del rovescio degli 8 reales , le monete coniate a Lima, La Plata e Potosi durante il periodo 1568/1651.

Durante quel periodo ci furono nel Vicereame del Perù alcuni episodi di illegalità. Nelle zecche l’incarico di saggiatore era messo all’asta e aggiudicato al miglior offerente, che cercava di trarre il maggior profitto possibile dalla sua attività. Monete di peso e contenuto ridotto furono coniate a Potosì negli anni 1610/17. Fu perciò stabilito che le monete dovessero essere datate. In Messico la datazione iniziò nel 1607 e in Perù nel 1617, ma ciò non impedì che tra il 1631 ed il 1648 la truffa si ripetesse. Fu così necessario che si marchiassero le monete con le iniziali del saggiatore. Lo stemma d’Asburgo non apparve più sulle monete coniate a Potosì, Santa Fè di Bogotà e Lima poiché molti rifiutavano queste monete per timore che fossero svalutate. Ciò non avvenne per le monete messicane.

Dal 1652 in Perù le monete mantennero al diritto lo scudo crociato con gli stemmi di Castiglia e Leon simile al precedente rovescio che ora raffigurò le due colonne d’Ercole intersecate da tre righe orizzontali che indicavano la prima: la zecca, il valore e la sigla del saggiatore ( es. L per lima 8 i reales e M il saggiatore) , la seconda alcune lettere o l’intera legenda PLVS VLTRA, la terza l’iniziale del saggiatore le ultime cifre della data e la zecca (es. M 88 L) . Queste monete furono coniate fino al 1773 e accettate senza problemi. Tuttavia l’assegnazione della zecca al miglior offerente causò ulteriori problemi per tutto il tempo della coniazione in Perù.

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5)

La prima a produrre macuquinas fu la zecca di Città del Messico. Fondata nel 1536 coniò monete a nome di Carlo e Giovanna, per passare in seguito alle macuquinas che, specialmente nel taglio da 8 , divennero moneta di riferimento per gli scambi commerciali delle Americhe. Intorno al 1730 la produzione di macuquinas finì e apparvero i primi Pillar Dollars, (in spagnolo"columnarios") fatti a macchina e così chiamati per le due colonne raffigurate al rovescio.

Seguirono le zecche di Lima e Potosì, fondate nel 1568 e 1574 che ne coniarono quantità enormi, soprattutto quella di Potosi.

Nessuna zecca fu prolifica come quella di Potosì in Bolivia, dove era stata scoperta una intera montagna d'argento nei primi anni del 1500.La zecca fu fondata solo nel 1574, a causa delle difficoltà per raggiungere la città e per i 4090 metri di altitudine.

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6)

Dal “ Diccionario De La Moneda Hispanoamericana” Santiago de Chile 1958 , di Humberto Burzio:

“Le zecche peninsulari Siviglia, Granada, Madrid, Toledo ecc. usarono lo stesso procedimento di coniazione che fu esportato nelle Americhe e che non seguiva nessuna regola fissa quanto a forma e uniformità dei tondelli. A dispetto dei decreti e delle ordinanze le monete furono battute con tecniche primitive, a colpi di martello che ne accentuavano le imperfezioni sia nelle figure che nella legenda mal impresse e incomplete risultanti da conii usurati e punzoni irregolari.”

Tuttavia sono un legato storico della conquista dell’America da parte degli spagnoli. Contemplandole evochiamo i “conquistadores” e anche i pirati che correvano gli oceani a caccia dei velieri e dei loro preziosi carichi.

Esaminando le macuquinas coniate in Spagna non notiamo sostanziali differenze con quelle coniate nelle Americhe. Sono forse in alcuni casi un poco migliori ma non di molto.

Dalle Americhe non arrivarono solo monete ma anche barre di metallo grezzo da cui si ricavarono le macuquinas spagnole.

Nel 1486 l’Arciduca Sigismondo d’Austria, a seguito della scoperta di una ricca miniera d’argento in Tirolo, decise di coniare una moneta nuova, di gr.31,70 e del diametro di 42 mm. Venne chiamata Guldiner o Guldengroschen e fu parificata come valore al Goldgulden (Fiorino d’oro). Nel 1519 in Boemia i Conti Schlick, utilizzando l’argento delle loro miniere, fecero coniare nella loro zecca della valle di S. Gioachino (Sankt Joachimsthal) 60 mila Guldiner e li chiamarono Joachimsthaler, moneta della valle di San Gioachino.

L’estrazione di argento dalle miniere europee si ridusse di molto dopo il 1530 in seguito alla scoperta delle miniere messicane e dei paesi Andini. Queste ultime assicurarono il rifornimento di metallo per coniare talleri negli anni seguenti.

RR

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Ottima idea Rorey, spero che il tuo contributo possa allargare l'interesse verso queste monete storicamente così importanti.

Ultimamente se ne è discusso molto qui: http://www.lamoneta.it/topic/88800-la-moneta-nei-traffici-commerciali-mondiali/

Anche se abbiamo parlato in pochi ho saputo che molti hanno letto e hanno avuto occasione di approfondire l'argomento :)

Rinnovo i complimenti e i ringraziamenti a Rorey36 :)

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  • 11 anni dopo...
4 ore fa, elledi dice:

Molto interessante questa discussione di 12 anni fa...mi chiedo, da profano, quanti falsi ci sono in giro di queste storiche monete coloniali?

 

Credo che  si debba chiedere su qualche forum spagnolo. 

Mancanti di peso ce ne sono certamente molte ma di falsi moderni non saprei.

https://www.imperio-numismatico.com/

Modificato da fagiolino
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  • 2 mesi dopo...

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