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IGNORED

OBOLI CHE PASSIONE!


Risposte migliori

Eccolo ....

Ricchissima davvero la simbologia di questo mirabile tetradramma di Siracusa (413-399 a.C.) dell’ultimo quarto del V sec. a.C.: periodo noto come l’epoca dei maestri firmanti” e che fece seguito alla vittoria riportata dai Siracusani sugli Ateniesi nell’autunno del 413 a. C.

Dritto:

Quadriga condotta da un alato Agone incoronato da un’altrettanto alata Nike.

In esergo compare Scilla - "Guardiana" dello Stretto di Messina - con il tridente mentre insegue un pesce (una cernia?? Mi ricorda quella su una certa monetina di Akragas… :P ), con alle spalle un delfino/mostro marino (pistrice?) Qui compare la firma dell’incisore EYTH -

A proposito del significato politico di questa iconografia, riporto quanto scrive M. Caccamo Caltabiano in “IL PANSICILIANESIMO E L’ANNUNCIO DI UN’ERA NUOVA. SU ALCUNI TIPI MONETALI DI SIRACUSA ED ERICE DELL’EPOCA DEI MAESTRI FIRMANTI”

"Tutta la tipologia monetale delle città siciliane dimostra che il fenomeno monetale della cosiddetta epoca dei maestri firmanti, soprattutto quale si sviluppò negli anni successivi alla vittoria siracusana su Atene, fu specchio di un comune sentire e della propaganda di una forte ideologia politica. Lo dimostrano sia le tematiche connesse con la corsa delle quadrighe (che non è solo tema agonistico ma esprime nella maniera più immediata e suggestiva l’ideologia della vittoria e la visione di un profondo e dinamico rinnovamento), ma anche la ricerca di un’identità preellenica e protoellenica evocata attraverso le immagini monetali di eroi pregreci quali Pheraimon e Leukaspis, di ninfe locali quali Pelorias e Arethosa, di mostri tipici delle aree degli Stretti come Scilla e Tritone, e delle nuove personificazioni divine di città siciliane quali Messana e Camarina." ...

Continuo in seguito con il Rovescio ... altrettanto magnificente ....

Valeria

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...........

In esergo compare Scilla - "Guardiana" dello Stretto di Messina - con il tridente mentre insegue un pesce (una cernia?? Mi ricorda quella su una certa monetina di Akragas… :P )....

Ecco la cernia ... (Polyprium cernium) sul rovescio dello stupendo obolo di Akragas, 410-406 a.C. :rolleyes: (circa 0.7 g !!!)

Valeria

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Dopo l'aulico intervento di Medusa che ogni volta ci fornisce un'interessantissima lezione di semiologia,

dalla quale si impara sempre, mi permetto un piccolo intermezzo con questo delizioso tritone intento a suonare la buccina. Non e' uno dei grandi mostri mitologici, ma ci delizia con la sua gaiezza e la sua grazia.

Esistono diversi tipi di emilitrae che oltre al granchio (al posto del tritone) ci offrono rappresentazione dell'ippocampo, oppure della seppia con la conchiglia, etc. la fauna marina, mitologica e non, per Akragas era un vero tema dominante per i rovesci.

E adesso chi puo' postare Cariddi ?

numa numa

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Dopo l'aulico intervento di Medusa che ogni volta ci fornisce un'interessantissima lezione di semiologia,

dalla quale si impara sempre, mi permetto un piccolo intermezzo con questo delizioso tritone intento a suonare la buccina. Non e' uno dei grandi mostri mitologici, ma ci delizia con la sua gaiezza e la sua grazia.

[omissis ...... ]

Caro numa numa, [(grazie .. :))], che il tuo bellissimo tritone altri non sia che Glauco, il dio del mare dalla barba color verderame, la chioma intrecciata d’alghe e il corpo – appunto - di tritone…. ???

A chi ama – come me – le storie… e le immagini sottese…, dedico questo struggente racconto tra Amori e Metamorfosi

1- Metamorfosi di Scilla : L’invidia di Circe … tra Glauco e Scilla

Ovidio, nelle sue Metamorfosi, narra di come Scilla fosse amata da Glauco...

Poichè la fanciulla respingeva le profferte d’amore del dio, questi, deluso e furente,

lasciatasi alle spalle “l'Etna, che al gigante Tifeo schiaccia la gola”,

si diresse “al palazzo di Circe, la figlia del Sole, gremito di bestie d'ogni specie...”.

Giunto al cospetto di Circe, Glauco le rivolse questa supplica.

“O dea, abbi pietà di un dio, ti prego: tu sei l'unica, se ti sembro degno, che possa alleviare l'amore mio.

Quale potere abbiano le erbe, o figlia del Titano, nessuno lo sa meglio di me, che da un'erba fui mutato…

Non ti chiedo di curare e sanare la ferita mia: non voglio che tu me ne liberi, ma che Scilla bruci dello stesso fuoco” .

E Circe, presa d’amore per Glauco, gli rispose: “… io vorrei essere tua.

Disprezza chi ti disprezza, dònati a chi ti seconda, dando a due donne insieme ciò che meritano”.

Offesa dal rifiuto sdegnato di Glauco, Circe “non potendo nuocergli direttamente, né lo vorrebbe, innamorata com'è ...

... s'adira con la donna che le è stata preferita…”

“S'affretta a tritare erbe maligne dai succhi spaventosi e nel tritarle le impregna di formule infernali.

Poi indossa un velo azzurro e, passando tra lo stuolo servile delle sue fiere, esce dal palazzo...”

Si dirige a Reggio e s'inoltra sul mare che ribolle per le correnti, posandovi i piedi sopra come se fosse terraferma.

C'era qui una piccola cala dove Scilla amava riposare per ripararsi dalle burrasche o dalla canicola.

“La dea la contamina inquinandola con veleni pestiferi: vi sparge liquidi spremuti da radici malefiche … ”

2 -Metamorfosi di Scilla : da vergine fanciulla a ibrido mostruoso …

Mirabile nella sua drammaticità il racconto del momento della trasformazione di Scilla:

“Scilla arriva e non appena s'immerge con metà del corpo in acqua,

vede i suoi fianchi deformarsi in orribili mostri / ringhianti.

Non potendo credere che quei cani appartengano

al suo corpo, tenta terrorizzata di schivarne e di respingerne

le fauci furiose. Ma anche quando fugge li trascina con sé

e quando cerca nel suo corpo cosce, stinchi e piedi,

al loro posto altro non trova che musi di Cerbero.

Si regge su cani rabbiosi e col ventre che sporge

sull'inguine mozzo, schiaccia, sotto, il dorso di quelle fiere.”

In allegato... il racconto per immagini ....

Immagine 1: Scilla e Glauco Salvatore Rosa - 1615-1673

Immagine 2: Circe Invidiosa – Waterwouse – 1892

Immagine 3: Metamorfosi di Scilla al cospetto di Glauco – Stampa 17esimo secolo

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In termini reali, la trasformazione di Scilla porta alla nascita dei vortici? E qual'è la storia di Cariddi? Ormai che ci siamo ...

Un Grazie a Medusa e ad Numa Numa per questa interessantissima discussione che apre un quadro abbastanza inedito di una regione estremente significativa e particolare: lo Stretto di Messina , con tutti i suoi significati.

E pensare che nel 1971 ho partecipato ad una crociera indetta dall'Italcable e dal CNR (chiamata JOTI = Jonio-Tirreno, con la presenza di B.C. Heezen- quello delle carte degli oceani, oggi su tutti i quaderni scolastici) per lo studio di una messa di un cavo telefonico da Roma Palo a TelAviv, studio dello Stretto, dove sono state messe in evidenza le variazioni di maree, le possibilità di terremoti (anche per lo studio del Ponte...), i venti , il fondo, il sottofondo fino a circa 200 m.. ed è stata trovata, anche con l'ausilio di un sottomarini una via dove poggiare il cavo telefonico in tutta tranquillità, senza quindi dover fare il periplo della Sicilia. Con un notevole risparmio, quindi.

Ero giovane allora !!

I gorghi, visibilissimi a certe ore, davano subito da pensare ai piccoli vascelli che cercavano una volta di attraversare lo Stretto. Non c'è assolutamente da meravigliarsi della nascita e lo sviluppo delle leggende, che sembrano deliziarci oggi, e sempre più ci sembreranno strane domani per le deformazioni dovute alle nuove tecnologie.

roth37

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Dopo l'aulico intervento di Medusa che ogni volta ci fornisce un'interessantissima lezione di semiologia,

dalla quale si impara sempre, mi permetto un piccolo intermezzo con questo delizioso tritone intento a suonare la buccina. Non e' uno dei grandi mostri mitologici, ma ci delizia con la sua gaiezza e la sua grazia.

Esistono diversi tipi di emilitrae che oltre al granchio (al posto del tritone) ci offrono rappresentazione dell'ippocampo, oppure della seppia con la conchiglia, etc. la fauna marina, mitologica e non, per Akragas era un vero tema dominante per i rovesci.

E adesso chi puo' postare Cariddi ?

numa numa

Salve amici, vedo che la discussione ormai va avanti da sola come il vento che soffia nello stretto o, se volete, come il soffio del Tritone nella buccina della moneta postata da Numa.

Quale modesto contributo mi permetto di postare questa emidracma di Himera dove sempra la buccina viene "soffiata" :D

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Una splendida moneta...non trovate? Ad ulteriore riprova che la bellezza ed il fascino non albergano solo nei grandi moduli, ma anche nelle frazioni. guardate che capolavoro!

Il collegamento con lo stretto, oltre alla buccina?

Lo stretto in realtà non era dominato da Scilla e Cariddi o dalle sirene o sirenidi.

Figure che appartengono al mito...alla navigazione non di uomini ma di eroi.

Lo stretto era, olte il mito, dominato dalla potenza Calcidese di Dankle e Rhegion.

I Calcidesi erano anche dei pirati, come molti altri che provenivano dalla Grecia antica.

Ma i Calcidesi erano anche degli intrepidi colonizzatori e nel 648 a.C. dei Calcidesi provenienti da Zancle (l'odierna Messina), insieme ad esuli siracusani, fondarono appunto Himera.

C'è molto da dire sullo stretto...mito e storia si intrecciano...e, vi dico ancora ciò che non avete voluto intendere o raccogliere...

in quello stretto, tra pirati e mostri orribili, nella fine e nell'inizio che quella frattura ha determinato nel suolo, lasciando il posto al mare...affonda...si fonda... la storia d'italia.

Se non mi intuite...dovrò spendermi, anche se in questo momento - con un pargolo in arrivo - non avrei molto tempo.

:o :D

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L'insonne Piakos stavolta ci ha regalato l'immagine di una moneta stupenda e ottimamente conservata,

una volta di piu' l''esempio dell'inarrivabile arte incisoria della costa siciliana orientale a cavallo tra il VI e V secolo che non trova rivali ne' nelle produzioni dell'altra meta' siciliana, ne' tantomeno nella Magna Grecia, che pur ci ha lasciato fior di capolavori.

Tra l'altro la perizia degli incisori e' tanto piu' da ammirare nel mezzo ristretto delle frazioni, essendo piu' difficile mantenere l'altissimo livello artistico di incisione in una litra piuttosto che nei nominali maggiori.

I Calcidesi furono tra i primi colonizzatori dell'isola, ma quale fu la prima colonia ?

numa numa

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Bella, sì! E nessuno, credo abbia mai sostenuto che sulle frazioni non possano esserci dei capolavori. Ma i migliori incisori lavorarono senz'altro sulle monete più grandi. Ad esempio, che differenza tra i tetradrammi di Naxos e il coevo obolo (o litra, non ricordo...) postato qualche giorno fa. Certo, io apprezzo soprattutto l'aspetto artistico nelle monete greche (ah, che nostalgia... visto che ora mi dedico alle croci e crocette sulle medioevali!). Enon è solo la difficoltà di incidere su una piccola superficie che conta, ma è proprio il campo più largo che permette all'artista di esprimersi meglio.

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Bella, sì! E nessuno, credo abbia mai sostenuto che sulle frazioni non possano esserci dei capolavori. Ma i migliori incisori lavorarono senz'altro sulle monete più grandi. Ad esempio, che differenza tra i tetradrammi di Naxos e il coevo obolo (o litra, non ricordo...) postato qualche giorno fa. Certo, io apprezzo soprattutto l'aspetto artistico nelle monete greche (ah, che nostalgia... visto che ora mi dedico alle croci e crocette sulle medioevali!). Enon è solo la difficoltà di incidere su una piccola superficie che conta, ma è proprio il campo più largo che permette all'artista di esprimersi meglio.

E' proprio su questo che dissento.

Ovvio che il flan di maggiori dimensioni da' la possibilita' di rappresentare piu' soggetti o rappresentare i medesimi ma piu' grandi e quindi in modo piu' accurato rispetto a nominali piu' piccoli.

Ma a mio avviso il livello artistico, quando si comaparano esemplari di fattura, stile e conservazione eccezionali e' esattamente il medesimo.

Guarda ad esempio una dracma di Naxos, da alcuni ritenuta equivalente o addirittura superiore al tetra, e soprattutto guarda l'emidracma che ha un livello artistico eccelso (vi sono un'altra emidracma e una litra, sempre di Naxos, di livello ancora superiore). Chiaro che stiamo parlando di vertici sia per stile che per conservazione e che la maggior parte dei frazionali, pur se di Naxos, non puo' esibire tali caratteristiche, ma a questi mi sembra proprio non manchi nulla..

numa numa

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Devo essermi spiegato male. Capita. L'emidracma di Naxos illustrata la conosco bene ed è favolosa. Così come altre frazioni postate. Mi piace tantissimo anche il Sileno frontale su un emidracma di Messina, se ben ricordo. Però in generale le frazioni sono più trascurate, incise peggio e in generale meno attraenti. Con fantastiche eccezioni, come sopra.

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Devo essermi spiegato male. Capita. L'emidracma di Naxos illustrata la conosco bene ed è favolosa. Così come altre frazioni postate. Mi piace tantissimo anche il Sileno frontale su un emidracma di Messina, se ben ricordo. Però in generale le frazioni sono più trascurate, incise peggio e in generale meno attraenti. Con fantastiche eccezioni, come sopra.

Vedi Arka, scusami se insisto sull'argomento, senza alcuna presunzione e/o spirito polemico.

Le frazioni, specialmente quelle dell'antica Sicilia greca, si pongono come una monetazione particolare, che ha canoni e fascino propri.

In tale senso la ridotta dimensione è un elemento prevalente dal quale non si può prescindere e costituisce un tutt'uno con la qualità dell'incisione...anche quando appare meno accurata delle monete di maggior modulo.

La relativa sensibilità o passione (come vuoi) che permette di percepire tale fascino...o sorge spontanea o resta carente.

Ciò è comprensibile per monete che in molti (fior di colezionisti, ad esempio, proprio non riescono ad apprezzarle) non riuscirebbero nemmeno a vedere bene ad occhio nudo, se non con l'ausilio di una lente.

Per converso ti posso dire che i migliori raccoglitori e studiosi del mondo classico del passato, fino anche a non molto tempo fa, avevano tutti la personale collezione di boli, emioboli, litre, e frazioni inferiori...e la arricchivano e coccolavano gelosamente.

Purtroppo il tempo passa, il mondo, la sensibilità e i gusti cambiano (spesso, ahimè, peggiorano o si perdono).

Infine ti dico che non si può trovare di meglio, delle piccolette, per allenare l'occhio alla numismatica.

Un caro saluto come sempre.

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In termini reali, la trasformazione di Scilla porta alla nascita dei vortici? E qual'è la storia di Cariddi? Ormai che ci siamo ...

Un Grazie a Medusa e ad Numa Numa per questa interessantissima discussione che apre un quadro abbastanza inedito di una regione estremente significativa e particolare: lo Stretto di Messina , con tutti i suoi significati.

E pensare che nel 1971 ho partecipato ad una crociera indetta dall'Italcable e dal CNR (chiamata JOTI = Jonio-Tirreno, con la presenza di B.C. Heezen- quello delle carte degli oceani, oggi su tutti i quaderni scolastici) per lo studio di una messa di un cavo telefonico da Roma Palo a TelAviv, studio dello Stretto, dove sono state messe in evidenza le variazioni di maree, le possibilità di terremoti (anche per lo studio del Ponte...), i venti , il fondo, il sottofondo fino a circa 200 m.. ed è stata trovata, anche con l'ausilio di un sottomarini una via dove poggiare il cavo telefonico in tutta tranquillità, senza quindi dover fare il periplo della Sicilia. Con un notevole risparmio, quindi.

Ero giovane allora !!

I gorghi, visibilissimi a certe ore, davano subito da pensare ai piccoli vascelli che cercavano una volta di attraversare lo Stretto. Non c'è assolutamente da meravigliarsi della nascita e lo sviluppo delle leggende, che sembrano deliziarci oggi, e sempre più ci sembreranno strane domani per le deformazioni dovute alle nuove tecnologie.

roth37

Carissimo Sergio, il tuo affascinante racconto autobiografico ambientato sulle acque dello Stretto,

tra Navi per ricognizioni batigrafiche ....

e naufragi di Vascelli preda della furia di Scilla e dei gorghi di Cariddi…, ovvero di più razionali eventi tettonici / vulcano-tettonici… ;)

non fa che confermare la visione che del Mito e delle sue storie ci ha regalato K. Kerényi :

“La parola greca mythologìa non contiene soltanto le “storie”, i mythoi stessi,

ma anche il “raccontare” (legein):

un raccontare che originariamente era anche suscitare risonanza,

intima risonanza, in quanto si destava anche l’idea

che la storia raccontata riguardava personalmente il narratore e gli ascoltatori.”

Ecco allora che i racconti mitici sulle protomi canine di Scilla e sui vortici di Cariddi ….

se da un lato confermano il legame, in epoca greco-romana, tra l’iconografia delle monete e il mito,

dall’altro rilanciano sempre a nuove e più attuali storie, non ultima quella personale di chi le va leggendo … rolleyes: :P

Chiedi di Cariddi e dei suoi vortici… :

****************************************

mi pare non compaiano su alcuna moneta greca… :unsure: Sbaglio????

Tuttavia un esplicito richiamo si trova su un diverso tipo di monetina d’argento, romana ma comunque battuta in Sicilia negli anni 42-40 a.C,

il cui conio probabilmente sarà stato preparato da un qualche incisore di cultura siceliota … :rolleyes:

Si tratta del celeberrimo denario di Sesto Pompeo con al dritto uno splendido ritratto di Nettuno con diadema e tridente;

al rovescio un trofeo navale con alla base le protomi canine di Scilla e i vortici di Cariddi…..

L’iconografia richiama certo una vittoria navale…

Dione Cassio (XLVIII, 19) ci tramanda che in seguito alla sconfitta inferta al legato di Ottaviano sulle acque dello Stretto di Messina da parte di Sesto Pompeo, i suoi soldati gli conferirono il titolo di “Figlio di .... Nettuno” …..

Ma prima che alla sfera dell’acqua, Neptunus (il cui nome Cicerone interpreta in chiave etimologico-simbolica da nare nuotare…)

in quanto corrispondente del greco Poseidon risulta legato proprio alla terraferma e al suolo…:

se l’etimo in lineare B di Poseidon lo descrive sposo della terra”, l’epiteto “Scuotitor della terra” ne descrive il carattere ctonio di signore dei fenomeni sismici e vulcanicil ….

Ma questa è un’altra storia che se vorrete, vi racconterò…

Valeria

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Ciao Medusa e grazie per questo Tuo nuovo contributo alla discussione.

Sempre corredata da immagini d belle monete.

Penso che puoi continuare a deliziarci...non ci stancheremo, anche per evitare di essere da Te trasformati in inerti pietre.

:D

Come vedi da quando, di obolo in litra, percorrendo la Sicilia antica, siamo perveunti sullo stretto (oggi di messina) non riusciamo più ad andarcene...probabilmete i gorghi e i mostri ci hanno catturato...ci trattengono.

Che luogo magico lo stretto...unico!

La terra della grande isola finisce...interrotta da tanti cataclismi.

Poi, non lontano la terra sorge di nuovo...e nasce l'Italia.

Anche gli antichi Oschi ne erano cosapevoli, quando con la guerra sociale - nella seconda decade del I sec. a.C. - si ribellano a Roma emettono delle bellissime monete, alcune recano l'etnico Viteliu (retrogado) o Vituli.

Dal vitello trarrebbe origine il nome Italia...mito legato anche allo stretto o alle sue adiacenze...

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Ciao Medusa e grazie per questo Tuo nuovo contributo alla discussione.

Sempre corredata da immagini d belle monete.

Penso che puoi continuare a deliziarci...non ci stancheremo, anche per evitare di essere da Te trasformati in inerti pietre.

:D

Come vedi da quando, di obolo in litra, percorrendo la Sicilia antica, siammo perveunti sullo stretto (oggi di messina) non riuscimo più ad andarcene...probabilmete i gorghi e i mostri ci hanno catturato...ci trattengono.

Che luogo magico lo stretto...unico!

La terra della grande isola finisce...interrotta da tanti cataclismi.

Poi, non lontano la terra sorge di nuovo...e nasce l'Italia.

Anche gli antichi Oschi ne erano cosapevoli, quando con la guerra sociale - nella seconda decade del I sec. a.C. - si ribella a Roma emettono delle bellissime monete, alcune recano l'etnico Viteliu (retrogado) o Vituli.

Dal vitello trarrebbe origine il nome Italia...mito legato anche allo stretto o alle sue adiacenze...

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La tua ipotesi dell’Italia come paese di tori e vitelli, trae origine dal Mito di Eracle e del Vitello smarrito presente in Dionisio d'Alicarnasso e Diodoro Siculo…

Eracle, di ritorno dal rapimento della mandria di Gerione (X fatica), giunse allo Stretto e nel punto più angusto del mare trasferì in Sicilia i buoi. Mentre percorreva la costa settentrionale dell'isola, dal capo Peloro ad Erice, le ninfe, per ristorarlo dalle fatiche del viaggio, fecero scaturire per lui le acque termali di Imera e quelle di Segesta presso il fiume Crimiso….

(Di Ninfe ed Ercole si è già parlato in questa discussione, quindi vado oltre... :rolleyes: )

Secondo G. PANESSA, il passaggio di Eracle attraverso la Sicilia costituirebbe il riflesso mitico di una realtà storica: quella delle frequentazioni micenee del bacino occidentale del Mediterraneo anticipatrici della colonizzazione instaurata dai greci in età coloniale.

In particolare, nello scontro epocale tra Erice - il sovrano indigeno ed Eracle - l’eroe straniero -, il mito sembra conservare memoria del tentativo di controllo intrapreso dai greci del II millennio a. C. su questa parte della Sicilia nella quale la rotta che costeggia la parte tirrenica da capo Peloro all’estremità occidentale (una delle due principali che uniscono i due bacini del Mediterraneo), ricopre un ruolo di primaria importanza, come fondamentale punto di riferimento e di approdo grazie all’esistenza di imponenti depositi di minerali …

(MITI ERICINI E ALLUME EOLIANO. SUGGESTIONI E PROSPETTIVE)

Valeria

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Devo ammettere però che, tra le diverse ipotesi avanzate dagli studiosi sulla derivazione del nome “Italia”, ...

preferirei quella decisamente più …. ardente… che rimanda alla radice indoeuropea *aidh- relativa ad ogni tipo di combustione, in particolare a quella della legna.

La stessa radice si riscontra anche nel nome del vulcano Etna: Aítnē da un precedente Aíthnē, con perdita dell'aspirazione... :rolleyes: :P

L’origine di Italia potrebbe pertanto affondare le sue radici nel nome greco arcaico dell'isola d'Elba, Aithalía, la fuligginosa….:

così infatti il geografo ionico Ecateo di Mileto (ca. 560-480 a.C.) chiama l'Elba, alludendo alle intense attività minerarie e metallurgiche svolte nel territorio elbano a cavallo fra il VI ed il V sec. a.C.

Aitháleia era pure il nome greco arcaico dell'isola egea di Lemnos, anch’essa caratterizzata dalla produzione metallurgica....

Il nome si sarebbe poi esteso a tutta la penisola quale "terra del fuoco". Il termine - riferito all'attività delle fornaci usate nella produzione di metalli - risalirebbe all'epoca della colonizzazione micenea e dei viaggi legati a pratiche metallurgiche.

In ogni caso, la Sicilia si conferma crocevia di rotte verso l’Africa, la Sardegna, l’Italia e l’arcipelago Eoliano: a questo proposito De Miro afferma come proprio la via che passava dallo Stretto di Messina fosse stata la prima e la più praticata rispetto a quella che circumnavigava la Sicilia.

Valeria

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SEGESTA ...

Il Cahn ha segnalato il rinvenimento a Segesta di un ripostiglio della fine del V sec. a. C., costituito da monete divisionarie di Metaponto e Thurii, oltre che di Messana, Naxos, Siracusa, che per la sua composizione potrebbe far pensare all’arrivo ed alla presenza di quegli elementi italici che verso la fine del V sec. a. C. iniziarono il loro inserimento nelle strutture sociali delle aree occidentali dell’isola.

Alla luce di tutte queste considerazioni si sarebbero potuti sviluppare dei contatti tali da determinare e facilitare degli approcci culturali tra l’ambiente magnogreco e quello segestano ormai pienamente aperto alle esperienze ellenizzanti.

Nel saggio “UN INCISORE MONETALE A SEGESTA NELL’ULTIMO VENTENNIO DEL V SEC. A. C.”, ALDINA CUTRONI TUSA mette in rilievo la personalità di un incisore monetale dotato di notevole sensibilità, operante a Segesta nel periodo della migliore produzione di tetradrammi della polis (che ne rappresentano il momento conclusivo e come tale culminante del processo di ellenizzazione), autore di quella complessa rappresentazione solitamente nota come ‘il cacciatore’.

Questo ignoto artista segestano, profondo conoscitore ed osservatore della natura, si rivela certo non inferiore per preparazione e bravura tecnica ed artistica agli incisori monetali più noti operanti nella parte orientale della Sicilia durante la seconda metà del V sec. a. C.

La studiosa ravvisa altresì uno schema simile ma 'invertito' rispetto a quello del 'cacciatore' del tetradramma segestano su una piccola lekythos a fondo bianco, attribuita alla cerchia del 'Pittore del Canneto', sulla quale una figura efebica, vestita di chitonisco e calzari, è rappresentata leggermente piegata in avanti verso destra, stante sulla gamba sinistra e con il piede destro sollevato ed appoggiato su un rialzo roccioso del terreno. La figura, con il braccio sinistro non visibile, si appoggia a due lunghe lance e tiene il braccio destro proteso in avanti.

In allegato per un agevole confronto:

- La lekythos (lato A - Collezione ceramica del Museo della Fondazione Banco di Sicilia) è datata all'ultimo terzo del V sec. a. C.,: una ulteriore conferma della 'circolazione' di uno schema di rappresentazione di scorcio tipico degli ultimi anni del V sec. a.C., ma reinterpretato di volta in volta.

- Il Cacciatore, sul rovescio del Tetradramma di Segesta, datato ca. 405-400 a.C. – esemplare di Berlino. (Immagine cortesia: “Münzkabinett, Staatliche Museen zu Berlin, 18214318 “

Cacciatore, Egeste o Crimiso ?

“ Significativa la presenza sulla monetazione di Segesta dei decenni finali del V sec. a. C. di un giovane cacciatore accompagnato da due cani, identificato con Egeste, fondatore di Segesta, figlio della troiana Segesta e del fiume Crimiso, ovvero con il Crimiso stesso. Su tale problema MARCONI, art. c., 1081-1090 che identifica il cacciatore con Egeste, distinguendolo dal tipo caratterizzato da corna sulla fronte, presente sul tetradrammo della collezione De Luynes (E. BABELON, Catalogue de la Collection De Luynes. Monnaies grecques. I. Italie et Sicile, Paris 1924, 217, nr. 1121), in cui lo studioso riconosce Crimiso. Riteniamo, tuttavia, piuttosto problematica tale distinzione dal momento che la rappresentazione degli eroi fondatori sulla monetazione greca è quasi sempre accompagnata dal nome che li identifica, proprio per l’obiettiva difficoltà nel riconoscerli.” - M.CACCAMO CALTABIANO: IL PANSICILIANESIMO E L’ANNUNCIO DI UN’ERA NUOVA. SU ALCUNI TIPI MONETALI DI SIRACUSA ED ERICE DELL’EPOCA DEI MAESTRI FIRMANTI

Io ho trovato delizioso questo parallelo tra pittura vascolare e numismatica ... :rolleyes: :wub: E Voi che ne pensate ???

Valeria

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Brava Medusa...interventi sublimi...come sempre.

In attesa di continuare gli approfondimenti sullo stretto che separa la Sicilia dall'Italia (luogo da sempre magico) posto una litra dell'elima Segesta, che tu hai appena citato e tanto per rimanere nel tema più stretto di questa discussione.

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Trattasi di una litra raffigurante per alcuni la ninfa Segesta, ma è più probabile che trattasi della testa del cacciatore citato da Medusa, probabilmente è una incisione dello stesso maestro di cui ci ha parlato sempre Medusa.

E' una litra del V secolo a.C. sufficientemente rara, direi un R3, che raramente appare sul mercato. Solamente la NAC, cioè 'Ars Classica di Zurigo, negli anni '90 e fino all'inizio del '2000 ne fece transitare alcune nelle sue aste.

Con tutta probabilità erano state stoccate in passato a seguito di qualche acquisizione e, quindi, restituite con calma al mercato...diciamo una ogni due anni.

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Posto ora anche il rovescio della litra di Segesta[/b]:

è leggibile l'etnico seges (...ta) ion, in alto una immaginedi viso frontale dove alcuni hanno voluto vedere medusa, ma probabilmente trattasi di una raffigurazione del sole (Helios) che scalda la Sicilia.

post-11590-1253928653,13_thumb.jpg

in primo piano è visibile il cane del cacciatore.

Trattasi di un cirneco. dell'Etna

Al riguardo Wikipedia ci dice che:

Il Cirneco appartiene ad una razza molto antica; le sue origini risalgono al 1000 a.C. Si dice che questa razza derivi dai cani dei Faraoni egiziani delle ultime dinastie e da cani importati in Italia dai commercianti fenici. Successivi studi hanno indicato che molto probabilmente il Cirneco è una razza autoctona siciliana.

Il cirneco dell'Etna appartiene alla classe dei cani da caccia di tipo primitivo; è un animale molto veloce utilizzato soprattutto nella caccia al coniglio selvatico e alle lepri. Si presenta con una figura molto snella, con gambe lunghe, orecchie dritte e con un corpo muscoloso ma nello stesso tempo molto elegante. Ha un fiuto eccezionale ed è agilissimo nel cambiare direzione durante l'inseguimento della preda.

E' la razza canina più raffigurata nell'antichità, in particolare nelle raffigurazioni del mito di Endimione giovane bello e cacciatore compare il cirneco a fianco del giovanetto a cui Giove aveva dato eterno sonno, perchè la moglie Hera era preda di risentimento. Un'altra versione del mito ci dice che fu Selene a dare l'eterno sonno affinchè il bellissimo givane non si corrompesse e rimanesse integra la sua bellezza. Quindi per poterlo tenere tutto per se, per tornare a baciarlo ogni notte. L'iconografia classica (c'è un bassorilievo antico ache al Palazzo dei Conservatori a Roma) lo raffigura appoggiato dormiente ad una lancia, mentre vicino un cirneco abbaia alla luna...che immagine romantica!

In realtà è una storia d’amore impossibile quella di Selene, poiché Endimione è destinato ad un sonno perenne, quindi a non corrisponderla mai…ma Selene si accontenta... pur di non perderlo.

Purtroppo oggi, simili storie non vengono più in mente a nessuno...in questo mondo un po' disperato...e temo che non sia un bene.

Ma anche se oggi il mito latita, il cirneco dell'Etna è vivo e vegeto, posto quindi l'immagine di una stupenda coppia di questi esemplari canini.

post-11590-1253929677,3_thumb.jpg

Ecco adesso potete anche intuire da dove viene il dobermann....Ok!?

Uno degli ascendenti è il cirneco dell'etna, hai capito i selezionatori tedeschi...?

E' una bestia stupenda ma dal carettere difficile, in qualche modo, malgrado sia allevato dall'uomo...permane l'indole della fiera...un 'indole indipendente. Può dare tutto per il suo padrone...ma non è possibile lasciarlo libero, anche nel passeggio, l'indole può prendere il sopravvento e può darsela a gambe...per tornare dopo q,che giorno. Può inoltre nutrire delle forti antipatie.

La sua specialità è sempre stata la caccia alla lepre ed al coniglio selvatico...ecco forse perchè il cacciatore del tetra di Segesta, postato da medusa, ha un bastone con una rete sulla spalla?

Quanti temi sulle piccole monete della Sicilia antica!

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Non è numismatica ... ma visto che spesso si parla dello Stretto di Messina delle leggende e della sua storia, mostro una carta geologica piuttosto rara eseguita nel 1971. Dalla conformazione dei depositi e dalla tipologia del terreno, formatesi anche per il gioco delle correnti, si possono comprendere le antiche difficoltà di navigazione. Il lavoro completo ha per titolo: "Marine Geological Investigations on the Messina Strait and its Approaches" by R. Selli, P.Colantoni, A. Fabbri, S. Rossi, A.M. Borsetti & P. Gallignani.

roth37

post-1738-1253957438,59_thumb.jpg

Consiglio di visionare la carta al 50%

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Non è numismatica ... ma visto che spesso si parla dello Stretto di Messina delle leggende e della sua storia, mostro una carta geologica piuttosto rara eseguita nel 1971.

Carissimo roth...

io penso che la numismatica non sia solamente un elenco, anche colto e scientifico, di monete acquisite con passione e sacrificio.

Credo che la numismatica sia una scienza umanistica e non solo specialistica...dove entrano: storia, geografia, arte e tante altre belle cose.

La numismatica dovrebbe incuriosire gli appassionati a visitare, leggere, viaggiare...sui luoghi ove le coniazioni e le emissioni hanno avuto la loro storia. Allo stesso modo come, chi viaggia ed ama la storia dell'uomo...può appassionarsi alle monete come oggetto estetico e scientifico che parla dei luoghi e delle scenze amate.

Ben venga quindi il tuo interessante contributo...e auspico di leggerne altri.

un caro saluto.

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Carissimo roth...

io penso che la numismatica non sia solamente un elenco, anche colto e scientifico, di monete acquisite con passione e sacrificio.

Credo che la numismatica sia una scienza umanistica e non solo specialistica...dove entrano: storia, geografia, arte e tante altre belle cose.

La numismatica dovrebbe incuriosire gli appassionati a visitare, leggere, viaggiare...sui luoghi ove le coniazioni e le emissioni hanno avuto la loro storia. Allo stesso modo come, chi viaggia ed ama la storia dell'uomo...può appassionarsi alle monete come oggetto estetico e scientifico che parla dei luoghi e delle scenze amate.

Ben venga quindi il tuo interessante contributo...e auspico di leggerne altri.

un caro saluto.

concordo...la numismatica, in particolare quella antica, non è comprare solo per investire.....per me è anche un modo per aprire nuove finestre sulla storia....

ciaoo

sku

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Con riferimento al post di Medusa concernente il mito del cacciatore sulle monete di Segesta e con riferimento alla litra da me postata sullo stesso tema, che riproduce in miniatura la testa del cacciatore al diritto ed il cane del medesimo al rovescio, attese le implicazioni di tale figurativa con il mito di Endimione, posto la seguente foto:

post-11590-1254101225,72_thumb.jpg

Trattasi della raffigurazione del mito di Endimione e Selene raffigurato su un sarcofago romano ritrovato nelle campagne intorno al Borgo di Cesano, a pochi chilometri da Roma, verso nord. L'immagine raffigura un lato corto del sarcofago. I buchi che vedete furono praticati per essere stato trasformato l sarcofago in fontana, in una piazza del borgo.

Oggi trovasi al Museo nazionale romano.

Il sarcofago data all'inizio del III secolo, la raffigurazione è molto interessante ed espressiva: raffigura il cacciatore ed il cane...il cirneco, che qui ha un aspetto feroce.

Valutando che il tetra postato da Medusa è della seconda metà del V sec. a. C.,così come la litra in argento da me postata, il mito persiste ancora nel III secolo d.C., in pieno periodo di espansione cristiana.

Può essere interessante il raffronto stilistico dalle raffigurazione delle monete greche su postate , con l'arte romana della decadenza dell'impero.

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Posto ora anche il rovescio della litra di Segesta[/b]:

è leggibile l'etnico seges (...ta) ion, in alto una immaginedi viso frontale dove alcuni hanno voluto vedere medusa, ma probabilmente trattasi di una raffigurazione del sole (Helios) che scalda la Sicilia.

post-11590-1253928653,13_thumb.jpg

in primo piano è visibile il cane del cacciatore.

Trattasi di un cirneco. dell'Etna

.................. [omissis] ...

La sua specialità è sempre stata la caccia alla lepre ed al coniglio selvatico...ecco forse perchè il cacciatore del tetra di Segesta, postato da medusa, ha un bastone con una rete sulla spalla?

Quanti temi sulle piccole monete della Sicilia antica!

Il cane come tipo monetale è originario di Segesta da dove si diffonde sulle emissioni di Erice, la seconda polis elima per importanza, ma anche delle puniche Mozia e Panormos.

(Vedi due didrammi di Mozia e Panormos nel mio post qui:

http://www.lamoneta....post__p__501674 )

Nelle frazioni di Erice al di sopra del cane appare spesso un astro: in allegato un'emilitra del 430-410 a.C.

M. Caccamo Caltabiano, valorizzando la connessione iconica tra il cane e l'astro, ipotizza il cane raffiguri la stella Sirio che i Greci chiamavano Kyon e i Romani Canicola, stella alpha della costellazione del Cane Maggiore, uno dei Cani del … cacciatore Orione…. (Vedi mappa celeste qui, relativa ad un'altra suggestiva interpretazione in chiave astronomico-astrologica di una monetina di Messana

http://www.lamoneta....post__p__501091

http://www.lamoneta....post__p__501096

In Grecia Sirio segnava l'inizio dei giorni del Cane e del calore ardente. In Egitto il suo sorgere coincideva con la piena stagionale del Nilo. Nell'identificazione del cane stellare di Erice con Sirio, è possibile cogliere una forte analogia tra la virtù fecondante del Nilo e quella del fiume Krimisos, tale forse da giustificare le sembianze del cane assunte dal fiume siciliano, inteso come progenitore delle città elime .....

(continua...)

Valeria

post-6487-1254157903,26_thumb.jpg

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Con riferimento al post di Medusa concernente il mito del cacciatore sulle monete di Segesta e con riferimento alla litra da me postata sullo stesso tema, che riproduce in miniatura la testa del cacciatore al diritto ed il cane del medesimo al rovescio, attese le implicazioni di tale figurativa con il mito di Endimione, posto la seguente foto:

post-11590-1254101225,72_thumb.jpg

Trattasi della raffigurazione del mito di Endimione e Selene raffigurato su un sarcofago romano ritrovato nelle campagne intorno al Borgo di Cesano, a pochi chilometri da Roma, verso nord. L'immagine raffigura un lato corto del sarcofago. I buchi che vedete furono praticati per essere stato trasformato l sarcofago in fontana, in una piazza del borgo.

Oggi trovasi al Museo nazionale romano.

Il sarcofago data all'inizio del III secolo, la raffigurazione è molto interessante ed espressiva: raffigura il cacciatore ed il cane...il cirneco, che qui ha un aspetto feroce.

Valutando che il tetra postato da Medusa è della seconda metà del V sec. a. C.,così come la litra in argento da me postata, il mito persiste ancora nel III secolo d.C., in pieno periodo di espansione cristiana.

Può essere interessante il raffronto stilistico dalle raffigurazione delle monete greche su postate , con l'arte romana della decadenza dell'impero.

Con Sirio veniva identificata la dea Iside- Sothis detta anche Astrokyon:

in questa forma stellare Iside raggiungeva in cielo il suo sposo-fratello Osiride, assimilato ad Orione….

In età romana troviamo Iside seduta all'amazzone sul Cane Sirio :P :

Eccola sul rovescio di un Medaglione di Faustina II …. della fine del IV secolo (in allegato…)

post-6487-1254158100,78_thumb.jpg

Ma la prima funzione mitica del cane è quella di psicopompo, guida dell'uomo nella notte della morte dopo essere stato il suo compagno nel giorno della vita. Simbolo di potenza sessuale e quindi di eternità…

Questa funzione di compagno nel momento del trapasso…, ci riporta al mito di Endemione e Selene citato da Piakos e presente nei sarcofagi romani del cosiddetto "ciclo di Endimione", in quanto ispirati all'escatologia lunare e al concetto dell'immortalità astrale…..

"Il sonno di Endimione che, seguendo una delle versioni della leggenda, doveva dormire sempre, senza svegliarsi né invecchiare mai, è un'immagine della morte; ma è anche un sonno che, favorito dalla presenza amorosa della divinità, rappresenta il più dolce dei riposi dopo le tribolazioni della vita.

Anzi sia Platone (Rep., 7, 534 C) che Plotino (3, 6, 6) ritenevano che la vita terrena fosse un luogo dove l'anima, prigioniera del corpo, si nutre di illusioni mentre la morte è il sogno che fa vedere le realtà divine.

Le diverse interpretazioni filosofiche del mito di Endimione si intrecciano con la ricerca della sorte delle anime.

Non è un caso se Tertulliano (De anima, 55) si chiedeva sed in aethere dormitio nostra cum puerariis Platonis, aut in aere cum Ario aut circa Lunam cum Endymionibus stoicorum?.

Secondo Plutarco (Amatorius, 20) i veri amanti, che non si attaccano alla bellezza corporea ma che si infiammano al desiderio della bellezza divina, volano dopo la morte dietro Eros e ruotano con il loro dio negli spazi superiori fino al momento in cui, raggiunti i prati della luna, si addormentano per rinascere ad altra esistenza. ..........:rolleyes:

(Fonte online: UN NUOVO SARCOFAGO ROMANO DA MAZARA DEL VALLO - CARMELA ANGELA DI STEFANO)

Ma l'ululato alla Luna del cane di Endemione ….

.......... ci riporta ai latrati della cagna Scilla ….

Ed ecco che di nuovo siamo catapultati sullo Stretto …. :P

Valeria

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