Pazienza ne abbiamo e...molta
Ma non capisco come si possa venirne fuori.
Nel senso, o alle Forze dell'Ordine preposte a tali controlli si fanno dei corsi di formazione numismatica per essere in grado di riconoscere le monete che abbiano qualifica di beni culturali e al contempo li si fornisce di appositi elenchi che identificano tali beni (elenchi preventivamente stilati da una commissione di esperti del Ministero BBAACC esperti numismatici, collezionisti, etc.) oppure si dovrà comunque procedere ad un sequestro preventivo che poi porti all'identificazione delle monete per verificare che non ricadano nella categoria appena descritta con, se del caso, successiva liberatoria. Ve li immaginate i tempi ??
Ora, mi domando, vale la pena (oltre che il costo) di architettare tutto ciò in un Paese che già strabocca di beni culturali e anche di monete (per gran parte "invisibili" al Pubblico. Non sarebbe più semplice andare nella direzione "comunitaria europea" di una liberalizzzione del commercio come avviene in tutte le nazioni a noi vicine confinanti e non dove non vengono oste norme cosi restrittive nonostante il patrimonio culturale abbia eguale ragion d'essere tutelato alla pari di quello italiano (pensiamo solo alla Francia e alla Grecia).
Tutt'al più si potrebbe stilare un elenco di un centinaio di pezzi veramente importanti passibili di tutela (del calibro dell'aureo di Labieno oppure del decusse, per intenderci).
Due le ragioni principali:
1) un'armonizzazione con le normative comunitarie cui l'Italia dovrebbe convergere più che allontanarsi
2) la ragione di semplificare il sistema con conseguente risparmio di costi di gestione e applicazione
numa numa