Buongiorno,
vorrei esprimere in poche sintetiche parole il mio pensiero.
Io colleziono monete papali in argento dal 1500 al 1700 e fino a otto anni fa (prima dell'euro) con il mio dignitosissimo stipendio da impiegato riuscivo a comprare mediamente una o due monete al bimestre (testoni, giuli, grossi, ecc.), le piastre con una frequenza annuale :D.
Negli ultimi tempi per me è diventato difficile comprare monete intonse dallo spl in su a cifre alla portata del mio portafogli.
A Roma ho visto dei giuli non comuni, in alta conservazione, con i fondi lucidi e senza ombra di patina a prezzi vicini ai 2000 euro.
Non ci trovo niente di strano, solo che non posso acquistarli.
Fatto questo breve preambolo, volevo dire che, poichè sono ammalato cronico da collezionismo, quando vengo colto da quelle crisi di astinenza da acquisto per forza , mi sono dovuto accontentare anche di monete di bassa conservazione, magari con dei difetti, pur di portare una moneta da guardare, coccolare a casa.
Quando faccio questi acquisti li faccio senza pensare ad alcun rientro economico futuro ma semplicemente per soddisfare la mia passione collezionistica.
Secondo me il nostro amico collezionista vuole una Judea Capta di Vespasiano, e sta chiedendo se quel pezzo, opportunamente descritto con i suoi difetti, vale 300 euro, questo è tutto.
Io personalmente non lo comprerei, ma solo perchè non mi interessa l'articolo.
Se invece fosse stata una piastra papale rarissima, bucata o con appiccagnolo, l'avrei comprata.
E lo avrei fatto perchè non posso permettermi di spendere ipoteticamente 5000 euro per lo stesso rarissimo pezzo in BB.
Ringrazio chi mi ha letto e mi scuso se non sono stato chiaro.
Cordiali saluti, Numitoria.