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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/21/10 in tutte le aree
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Ho una piccola collezione di kharrube siciliane (7-8 esemplari) ma ho pochissime conoscenze di questa monetazione. Ricordo una vecchia asta di Italo Vecchi con tantissime kharrube che, tra l'altro, spuntarono dei prezzi abbastanza elevati e da ciò deduco che suscitano un certo interesse. C'è qualcuno nel forum che ha qualche conoscenza di queste monete? Se può valere la pena potrei postare le immagini dei miei esemplari per iniziare una discussione / approfondimento. Grazie1 punto
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Direi che bastano e avanzano. Sono anni che c'è una corrente sul forum che sostiene, invita e spinge gli Eurocollezionisti a non abboccare a facili fobie da acquisto per questa moneta. Chiunque abbia un minimo di coerenza non acquisterebbe a certe cifre (a meno di parentele più o meno riconosciute con il sig, Onassis... :P ) e l'invito che rinnovo ancora una volta è . PAZIENTATE !!! Chi davvero intende inserire questa vergogna nella sua collezione deve solo aver pazienza. Le monete non serve inserirle nelle collezioni entro tempi certi e predefiniti, occorre sapere attendere, dimostrare raziocinio e saggezza. La logica di mercato per monete di questo tipo, con metodologie distributive fuori da ogni logica e reperibilità limitata per oscuri ma evidenti piani strategici, impone l'attesa. Come abbiamo più volte sostenuto non c'è nessuno che ci corre dietro... Se occorreranno 20 anni attenderemo 20 anni, e se non si presenterà mai l'occasione per inserire una GK nella collezione... beh, AMEN !, sarà il buco più bello e saggio di una collezione nella storia della numismatica.1 punto
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A mio avviso una delle due immagini va ruotata come da allegato. Dovrebbe raffigurare la testa taurina del dio Achelous rivolta a sinistra. Credo che la moneta sia quindi una emissione della lega dell'Acarnania (coniata forse a Oeniadae). Lindgren II 1505, BMC 21 Luigi1 punto
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Ti posso segnalare alcuni articoli sull'argomento: Travaini, L., Le prime monete argentee dei Normanni in Sicilia: un rispostiglio di kharrube e i modelli antichi delle monete normanne, in «Rivista italiana di numismatica e scienze affini», 1990, pp. 171-198. Id., Kharrube siciliane e falus andalusi: nota in margine a un ritratto monetale di Ruggero II, in Panorama Numismatico, 2007, n. 216, pp. 19-22. Balog, P.-D’Angelo, F., More on the Arabic Silver kharruba of Sicily, in «Annali dell’Istituto Italiano di Numismatica», XXX. 1986, pp. 123-128. Sozzi, S., La storia delle kharrube siciliane, in «Cronaca Numismatica», 160. 2004, pp. 48-50. Id., Un ripostiglio siciliano di kharrube arabe, normanne e sveve (X sec.-1197), in «Rivista italiana di numismatica e scienze affini», 2006, pp. 171-211.1 punto
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Un argomento sicuramente affascinante. Segnalo qualche pubblicazione della Travaini che può supportare l'approfondimento su questo argomento: La riforma monetaria di Ruggero II e la circolazione minuta in Italia meridionale tra X e XII secolo, "Rivista Italiana di Numismatica", LXXXIII (1981), pp.133-153. Le prime monete argentee dei normanni in Sicilia: un ripostiglio di kharrube e i modelli antichi delle monete normanne, "Rivista Italiana di Numismatica" (1990), pp. 171-198. Kharrube siciliane e falus andalusi: nota in margine a un ritratto monetale di Ruggero II, “Gaceta Numismatica” 161, junio 2006, pp. 65-72. Riporto anche un estratto dall'importnate studio della Travaini sulla monetazione dell'Italia Normanna che può aiutare a inquadrare questa monetazione particolare ed elusiva, ancora assai poco conosciuta. (Estratti da: Travaini L. La monetazione nell’Italia normanna. Istituto Storico Italiano per il Medio Evo; Roma, 1995). “La monetazione di Guglielmo I seguì, in linea generale, il sistema di Ruggero II, ma con un numero minore di nominali. I tarì siciliani furono emessi a Palermo e Messina in abbondanza e con grande accuratezza di fattura, sullo standard ponderale di g. 1,05”. “Il titolo islamico scelto da Guglielmo I fu quello di al-hadi bi-amr Allah, ossia «la guida secondo l’ordine di Dio»; usò anche il titolo dinastico al-mu’a??am nella frazione di dirhem”. “…I ducali d’argento furono emessi solo a partire dal 1156 e forse anche i follari di Messina che portano la data 550 Eg./1155-6…”. “In Sicilia fu prodotto un solo tipo di follaro con leggende arabe, concavo, raffigurante la Vergine con il Bambino. Questo tipo comunque fu prodotto in abbondanza… La forma concava non ha un motivo tecnico e può essere spiegata soltanto con la volontà di produrre una moneta diversa da quella di Ruggero II”. I ducali di Guglielmo I sono simili a quelli di Ruggero II e sono stati coniati a partire dal 1156. “Non furono coniate le frazioni di un terzo di ducale, ma furono emessi frazioni di dirhem, in arabo, sulle quali sono state lette le date 553 Eg./1158-9 e 554 Eg./1159-60: il loro peso non supera il mezzo grammo e non è chiaro se debbano essere interpretate come kharrube”. Infine menziono un tipo particolare di kharruba che riporta un ritratto al diritto, questo tipo, particolarmente raro (di cui comparve un esemplare in una vendita Vecchi di parecchi anni fa) , è stato identificato dalla Travaini come un ritratto di Ruggero II. Ebbi occasione di vedere la minuscola moneta in argento e, pur nelle minutissime dimensioni, è riconoscibile un profilo fisionomico. numa numa1 punto
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A mio avviso, la figura è da leggersi con le scintille rivolte verso il basso. Non è questione di formazione tardo positivista; peraltro non è detto che l’interpretazione con le scintille verso il basso sia dovuta ad una formazione romantico-nazionalista. E’ piuttosto il senso dell’impresa a determinare tale lettura. NON ALITER VIRTUS Solo dall’essere “non aliter” scaturisce la “Virtus”, così come solo dall’acciarino scaturiscono scintille. Il “non aliter” è l’acciarino, ovvero il solo modo per ottenere la “Virtus”, le scintille. In altre parole, se la “Virtus” è la nostra scelta, questa scelta non può essere diversa dal “non aliter”. Evidentemente la composizione con l’acciarino in alto mi sembra molto più coerente con questa lettura. Esso infatti ne esce protagonista, almeno alla pari delle scintille. Diversamente mi parrebbe relegato in secondo piano, poco significativo, quasi soffocato. E si perderebbe così il nesso tra l’anima (le parole) e il corpo (la figura) dell’impresa araldica. E invece la nostra impresa personale risiede proprio nel riuscire ad essere “non aliter”. A questo l’impresa araldica invita e da questo attinge la sua tensione comunicativa. E, in senso più ampio, l’acciarino protagonista diventa simbolo di un uomo protagonista. Un uomo-centro. Cosa c’è di più rinascimentale?1 punto
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Butcher riporta la medesima legenda per entrambi i nominali, ossia sia quelli di peso medio da 11,9 g (large denomination) che da 6.2 g(medium denomination). Per l'esattezza quella corretta è AVTOKP KAIC NEP TPAIANOC APICT CEB ΓEPM ΔΑΚ (ΠAΡΘ). Nota il PART (Partico) posto tra parentesi (così lo scrive Butcher), non PORT. BMC 3 è descritta in modo incompleto nel catalogo del BM, ossia: AVTOKP ..........OC APICT CEB ΓEPM ΔΑΚ ΠAΡΘ. Probabilmente è analoga all'emissione successiva, lettera B, BMC 4, che è esattamente come la riporta Butcher. Lindgren 1911 non è correttamente indicato perchè non è chiaro a quale volume si riferisce. Non è il volume III che non contiene monete di Traiano a Beroea. Il volume II è riferito alle zecche dell'Europa quindi non può essere. Probabilmente è il primo volume, ma in questo caso va indicato come Lindgren & Kovacs. Dei 3 volumi, questo purtroppo mi manca e non posso controllare l'esatta descrizione della legenda. Luigi1 punto
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Condivido pienamente l'analisi del venduta "come recuperata da montatura".... La moneta è stata quasi sicuramente "scarnificata" da un pessimo chirurgo da montatura a spilla Per quel che riguarda la perizia che attesta la moneta come autentica non avrei molti dubbi....lo è quasi sicuramante... Quindi il non far vedere i sigilli del NIP che la ritiene tale non mi sembra un problema.... Forse il problema è che tale NIP avrà espresso un giudizio sulla conservazione e non è stato dichiarato nella discussione stessa.... Per lo meno per giustificare un costo di 400 euro.... L'ho comunque pagata poco meno di 400 euro e non è poco viste le condizioni! Il NIP ha espresso un giudizio sulla conservazione viste le condizioni dato che è stata pagata poco meno di 400 euro ? Chiedo agli amministratori, se possibile, di togliere la discussione dalla sezione "Falsi" e di portarla su "Altre discussioni relative alle monete del Regno d'Italia" Penso che la discussione proposta da marcopisa dovrebbe avere più evidenza ed essere più utile per gli utenti del forum per i contenuti, riguardanti il valore della moneta, e quindi passata nell'altra sezione... Forse il dubbio da porsi non è chiedersi se la moneta sia falsa... Ciao M.1 punto
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Grazie dabbene. Questo è appunto il denaro con S.Ermacora imberbe. Oltre alle differenze di stile di cui abbiamo già parlato, vi sono anche differenze nella legenda: in questa moneta abbiamo D/ + BER TRAN(AN in nesso) D'.PA TKA R/ .S.KMA CHOR'. Nel tipo "barbuto" abbiamo D/ .BER TRAN (AN in nesso) D'.PA TKA R/ .S.HEMA CORAS (Il punto all'inizio della legenda può mancare mentre vi può essere un punto alla fine della stessa).1 punto
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