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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/21/10 in tutte le aree

  1. annovi.frizio

    Esa

    versione italica ingrandita !!!!
    2 punti
  2. Come noto il tenore di Zn nelle leghe denominate "oricalco" non restò costante nei secoli. Fino al periodo di Claudio I i nominali emessi in oricalco contenevano il 20-25% di Zn, ma successivamente iniziò una lenta diminuzione a scapito dello stagno e dello zinco. Nel periodo di Filippo I siamo attorno al 5%. Ho riassunto (alcuni) dati di diversi autori nel grafico e nella tabella allegata. Anche se i dati sono eterogenei in relazione alle tecniche analitiche impiegate, dovrebbero rendere l'idea di quanto ho detto sopra. Quale fù la motivazione principale di questa modificazione di composizione della lega? Accanto a motivi economici, di costo o di reperibilità dei minerali dello zinco, è possibile immagginare anche motivi tecnici? Chiedo questo perchè guardando i dati mi sembra si evinca che l'incremento del tenore di stagno e zinco non segua un andamento speculare con il debassamento dello zinco. Grazie Luigi
    1 punto
  3. Nel 15 d.C. Tiberio dette il permesso a Tarraco di erigere un tempio ad divo Augusto, senza la necessità di accompagnarlo alla dea Roma. Dalle raffigurazioni monetali si sa che era octastilo e raggiungeva un’altezza di 20 metri. Un tempio più piccolo venne eretto anche a Emerita Augusta, attuale Merida, capitale della Lusitania. Ho trovato un esemplare commemorativo dalla zecca di Tarraco: Dupondio. TIBERIO. TARRACO. Obv.: DEO AVGVSTO. Augusto seduto a sinistra su sedia curule. Rev.: AETERNITATIS AVGVSTAE C. V. T. T. Templo octastilo. 21,70 grs. Patina. RARA. AB-2364. ed un riferimento ad un AE20 da Tarraco sul quale non ho trovato però alcuna ulteriore specifica: SPAIN, Tarraco. Tiberius and Divus Augustus. 14-37 AD. Æ 20mm (4.46 gm). Struck after 15 AD. Bull standing right, 'pediment' above head / Altar with palm. RPC I 231; Villaronga 22. VF, green patina, a bit rough. (Wildwinds) Il tempio di Vienne, nella Gallia Narbonense, originariamente dedicato ad Augusto, fu in seguito ridedicato al Divus Augustus e alla moglie Livia come Diva Augusta. Nel 25 d.C. la provincia della Betica richiese a Tiberio l’autorizzazione a costruire un tempio in suo onore; questi negò l’autorizzazione al culto personale e permise invece di inserire alcune sue statue tra gli ornamenti templari. Due anni prima lo stesso Tiberio aveva concesso alle città dell’Asia di erigere un tempio dedicato a lui, alla madre Livia ed alla personificazione del Senato Romano. Successivamente Caligola inaugurò templi e collegi di sacerdoti dedicati al culto della sua persona. Svetonio narra che diede ordine di sostituire la testa degli dei più importanti della Grecia con raffigurazioni della sua; le città dell’Asia furono obbligate a costruire a Mileto un tempio in suo onore. Anche Claudio venne proclamato divus e come tale Agrippina costruì un grandioso tempio sul Celio, poi fatto demolire da Nerone per far spazio alla sua Domus Aurea, in seguito ricostruito da Vespasiano. Questo era esastilo ed impostato su una piattaforma artificiale di 180x200 metri le cui fondamenta sono visibili a sud dell’Anfiteatro Flavio. Forse quand’era ancora in vita la città della Britannia di Camoludunum (Colchester) iniziò la costruzione di un enorme tempio octostilo. Concepito sulla stessa linea di quelli federali di Lugdunum e Ara Ubiorum, ebbe breve vita ed andò distrutto nel 60 d.C. Altro tempio importante è quello del foro di Bilbilis, patria di Marziale, nei pressi di Saragozza: esastilo, posto in posizione dominante e collegato con una rampa al teatro, comprendeva almeno due statue dedicate a Tiberio. Sovradimensionato rispetto all’importanza della città, era destinato alla venerazione della casa imperiale. Di tutti questi ultimi non è nota documentazione numismatica. In seguito il culto imperiale si manifesterà nella creazione di impianti decentrati rispetto al nucleo urbano e collegati ad un edificio teatrale dove venivano feste e giochi connessi al culto. Esempi ne sono quello di Augusta Raurica presso Basilea e quello di Aventicum presso Avenches. Come detto nel titolo... monete non tante ma tanta tanta storia. Ciao Illyricum :) PS: la propaganda romana oltre al culto dei Cesari si esplicava anche nel culto della famiglia imperiale... posto ad esempio uno splendido cameo da Claudio.
    1 punto
  4. Ringrazio di cuore chi vorrà partecipare alla discussione: tenendo conto del "sottotitolo": Zecca e numero di monete coniate. Non credo occorra ribadire link alla discussione da me citata; a meno che non si vogliono sottolineare passaggi ed interventi importanti da far notare nella discussione stessa. Credo che ognuno la possa leggere..... e se ci capisce possa trarre conclusioni. Senza alcuna polemica non vorrei che questa discussione si traduca in un continuo "quote" senza senso Gentilmente ribadisco che la discussione vorrebbe essere stata aperta per parlare di Zecche e numero di monete coniate e per chiarire quanto gli elementi validi dei vari autori portino a sostenere le proprie opinioni, convincenti o meno. Ringrazio anticipatamente ancora tutti gli utenti che vorrano contribuire con la loro esperienza a dare, per quanto possibile, risposte... Ciao M.
    1 punto
  5. ma finitela di ripetere sempre le stesse storie. EBAY è SICURISSIMO basta acquistare da venditori professionali che si trovano anche su ebay. Se acquisterete sempre da venditori professionisti, che si trovano pure su ebay, non verrà mai nessuno a farvi visita Finitela con il binomio ebay = guai diventa lesivo per tutti i seri professionisti che lavorano onestamente su ebay
    1 punto
  6. - temperatura di fusione del rame: attorno ai 1080 °C. - temperatura di fusione dello zinco: attorno ai 420 °C. Le leghe Cu-Zn hanno una temperatura di fusione intermedia tra questi valori (aumentando il contenuto di zinco diminuisce la temperatura di fusione della lega.) - temperatura di fusione di una lega 85% Cu - 15% Zn (più o meno la composizione di sesterzi e dupondi del periodo Flavio, con percentuali modeste di stagno e piombo) 900-940 °C - temperatura di di ebollizione dello zinco: attorno ai 908°C. Alla temperatura cui si riesce a fondere un sesterzio di Vespasiano, lo zinco è allo stato vapore. Una piccola percentuale di zinco andava quindi sicuramente persa nella rifusione di monete usurate. Il problema è capire quale peso ha avuto sul depauperamento rispetto ad altre possibili cause. Il passaggio cui fa riferimento @piotr tratto da un lavoro della Società Numismatica Italiana è sostanzialmente questo: L'oricalco rappresenta il singolare caso di una lega prodotta industrialmente nell'antichità senza conoscere un suo componente. (...) Riservato in origine ai grandi esemplari di sesterzi e dupondi, poi con Nerone anche ai semissi, l'oricalco dal bel colore dorato per l'alto tenore in zinco (oltre il 20%) riuscì a creare per la prima volta monete di alto valore artistico ed estetico in metallo non prezioso. Ben presto però il continuo riciclo per la rifusione degli esemplari più antichi (forse per difficoltà di reperire nuovo minerale adatto) portò ad una dezincificazione della lega, in quanto lo zinco bolle a temperatura vicina a quella di fusione dell'oricalco, ed evapoa con i fumi. L'oricalco andò così a confondersi con l'anonimo bronzo al piombo sopra citato e finì nel tardo impero con lo scomparire. L'influenza della localizzazione delle miniere credo sia innegabile. Un confronto tra le emissioni in oricalco imperiali e quelle provinciali di Vespasiano, Tito e Domiziano dimostra come quelle provinciali hanno un contenuto di zinco maggiore. L'oricalco provinciale era prodotto per cementazione ed conteneva prevalentemente zinco primario, mentre quello imperiale proveniva anche da rifusione, o zinco secondario. Un lavoro di A. Pike, M. Cowell e A. Burnett, in Procedings of XIIth International Numismatic Congress (Berlino, 1977), cui non ho accesso ma è commentato nel Roman Provincial Coinage vol II (p. 123), indica che "l'uso dell'oricalco si correla bene con la localizzazione dei depositi moderni di zinco. La conclusione sembra quindi che nelle provincie lo zinco venisse usato nelle aree dove era facilmente accessibile". Lo zinco usato in Asia Minore era quindi estratto da miniere locali più facilmente accessibili e in definitiva meno costoso. Da qui una minore necessità di rifondere vecchie emissioni per abbattere i costi di produzione. Fattori economici possono anche aver contribuito alla prograssiva diminuzione del tenore di zinco nell'oricalco. Ovviamente il costo di produzione dell'oricalco era superiore a quello del bronzo, ad esempio per la necessità di una materia prima aggiuntiva e per la tecnica di fusione più complessa. Il valore duppio del dupondio rispetto all'asse probabilmente rispecchia il rapporto iniziale dei due costi di produzione. Ma l'incremento del costo di produzione dell'oricalco dovuto al depauperamento delle miniere e la necessità di approvviggionamenti sempre più distanti avrebbe fatto aumentare anche il rapporto tra il valore del dupondio e dell'asse. Per mantenere invariato questo parametro era quindi necessario diminuire il contenuto in zinco, ossia la percentuale del costo imputabile allo zinco. Questo spiegherebbe anche quelle emissioni che presentano minore percentuale di zinco, senza compensazione da parte di piombo e stagno. Luigi
    1 punto
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